2008/06/03

Altri crolli di strutture a causa di un incendio

di mother

Sono passati sette anni dagli attentati dell'11 settembre 2001. In questo periodo la dietrologia ha fatto il bello ed il cattivo tempo: teorie cospiratorie sono nate, altre sono state lasciate in disparte (per esempio la teoria del flying pig), altre sono mutate.

Qualche anno fa veniva professata un'affermazione estremamente categorica da parte dei dietrologi: "nessun edificio è mai crollato a seguito di un incendio" oppure "nessun edificio di acciaio è mai crollato a seguito di un incendio".

I due principali filoni dietrologici (teoria basata sull'uso di termite e teoria basata sull'uso di bombe) hanno ben presto dovuto scontrarsi con gli incendi presenti al World Trade Center.

Per confermare il "dubbio sovrano", il "pregiudizio di fondo" e far risultare come vero il castello di carte complottista, dovevano da un lato affermare che il World Trade Center non sarebbe mai crollato a seguito degli attentati, dall'altro giustificare quanto avvenuto in seguito a Ground Zero.

A mettere i bastoni fra le ruote dietrologiche c'erano poi il NIST e la FEMA, enti di comprovata autorità che avevano pubblicato dei rapporti sugli attentati. Da ciò la necessità di criticare il rapporto della FEMA e in seguito la necessità di trovare un singolo punto con il quale vanificare le oltre 10.000 pagine di rapporto del NIST, anche servendosi delle prove contenute nel rapporto FEMA.

Dei due filoni dietrologici, quello basato sull'uso di esplosivi è venuto meno, non riuscendo a garantire un sufficiente apporto di calore tale da spiegare il cosiddetto molten metal (metallo fuso). In alcuni casi questo filone dietrologico è mutato in teorie più fantasiose: laser spaziale, mini-bombe all'idrogeno. La teoria complottista che prevede l'uso di termite, forte dei quasi 3000°C prodotti dalla reazione chimica, ha continuato ad ammaliare le coscienze e i pregiudizi delle persone favorevoli ad una visione dietrologica.

Tutto questo è ben visibile nello scisma avvenuto nell'associazione Scholars for 9/11 Truth, che ha garantito la possibilità di mantenere le due teorie separate, garantendo un doppio effetto disinformativo senza dover necessariamente fornire spiegazioni di compatibilità fra le diverse idee presenti.

Nel gruppo di Steven Jones, Scholars for 9/11 Truth and Justice, recentemente avvicinatosi ad AEfor911Truth di Richard Gage, vi è stata sempre più necessità di affrontare la questione riguardante gli effetti di un incendio dentro un edificio.

In primo luogo, Steven Jones, portavoce di Scholars for 911 Truth and Justice e più volte citato nel film Zero, ha adottato la linea dietrologica delle affermazioni semplici e categoriche, avvalendosi anche dell'esempio offerto dall'incendio della Windsor Tower di Madrid (video).

Oltre al crollo della Windsor Tower veniva utilizzata come esempio l'affermazione che il fumo nero indica la presenza di un incendio con scarsità di ossigenazione, quindi quasi spento, incapace di produrre il calore necessario a indebolire l'acciaio.

E' bene notare che nella maggioranza dei casi i dietrologi evitano accuratamente di descrivere il comportamento strutturale dell'acciaio al variare della temperatura.

Da questo argomento si poteva creare un contrasto con l'uso di alcune prove presunte a sostegno della presenza di acciaio fuso (metallo dal World Trade Center 2, meteorite, testimonianze di metallo fuso, fuochi su Ground Zero, eccetera).

L'antitesi fra gli opposti, così come presentati, permetteva di rendere abbastanza credibile la teoria dietrologica basata sull'uso della termite.

Nel blog Undicisettembre sono stati scritti dei post a riguardo delle teorie dietrologiche del molten metal e del fumo nero come sintomo di bassa ossigenazione.

Tuttavia in questi 7 anni dagli attentati sono successi anche altri eventi che non supportano l'impostazione fisica data dalla dietrologia al comportamento di una struttura sottoposta a incendio.

Non sembra esistere un elenco formale degli edifici colpiti da incendio, benché in tali eventi catastrofici in genere siano istituiti indagini e processi per accertare le responsabilità e le colpe accidentali o dolose.

D'altra parte, la varietà degli edifici è tale che non si possono ricavare dalla tipologia strutturale informazioni concrete per la prevenzione del crollo. Molto più conveniente è ampliare gli studi in laboratorio riguardo il comportamento fisico dei materiali da costruzione, riguardo i mezzi per rallentare e spegnere un incendio o per non trasmettere il calore alle parti strutturali portanti, e riguardo gli accorgimenti utili per prevenire la perdita di vite umane (per esempio realizzando camere speciali che resistano a incendio e crolli, realizzando vie di fuga più fluide, eccetera).

Va fatto notare che spesso gli incendi trovano fra il materiale combustibile domestico oggetti con capacità detonante/esplosiva (bombole di metano, tubazioni del gas, caldaie, e altro) che alterano il decorso dell'incendio.

Il tempo ha comunque portato consiglio, visto che in questi anni sono emersi altri casi di incendio dentro stutture in acciaio.

I primi casi trattati dal blog Undicisettembre sono stati quelli citati dagli stessi dietrologi:

Henry62 ha pubblicato alcuni articoli in merito:


Oltre a questi casi, altri del passato sono stati descritti nell'articolo Nessun edificio in acciaio era mai crollato prima. O sì?, che trattava i casi del McCormick Center di Chicago, del Sight and Sound Theater di Strasburg e del Crystal Palace di Londra.

A questi casi se ne sono aggiunti altri.

Poco più di un anno fa (30 aprile 2007) è avvenuto il crollo di un intero impalcato di due vie di immissione del ponte MacArthur Maze ad Oakland.



A seguito dell'urto di un camion cisterna con un pilone, si è scatenato un notevole incendio con fiamme che andavano a lambire la struttura portante del ponte. Le spesse travi di sostegno dell'impalcato flessibile di calcestruzzo e bitume sono state aggredite dal poderoso incendio, finendo per cedere sotto il peso stesso del ponte. Maggiori informazioni si possono leggere in questo articolo; altre immagini sono in questo video e in questo.



Non mancano in questo caso video il cui titolo è concepito come se il ponte fosse esploso (MacArthur Maze Explodes, MacArthur Maze Explodes: Part 2), e alcuni blogger invocano ironicamente un movimento per la verità su quanto avvenuto (rgcombs.blog-city.com).

Esiste anche il clone dell'associazione di Steven Jones, la neonata Scholars for 4/29 Truth (scholarsfor429truth.blogspot.com e 429truth.com), che pone ironicamente una serie di domande del tutto simili a quelle dei dietrologi degli attentati dell'11 settembre, con un'attenzione particolare a quelle che riguardano l'effetto di un incendio sulle strutture d'acciaio.

Steven Jones ha recentemente preso in considerazione tale crollo, come si può vedere nella conferenza di Boston del 15 dicembre 2007.

(notare come nell'immagine non vi sia alcun riferimento ad un crollo per incendio)

Tuttavia la questione sollevata nella conferenza non riguarda minimamente il motivo del crollo o il comportamento al fuoco della parte portante della struttura, bensì che tale struttura a seguito del crollo non si sia polverizzata come le parti del World Trade Center (senza accennare che il World Trade Center è caduto su se stesso per circa 400 metri). Insomma, tanto valeva ignorare l'accaduto.

Il crollo per incendio del Dipartimento di Architettura di Delft


Due settimane fa si è verificato un altro crollo a seguito di un incendio: in data 12 maggio 2008, il dipartimento di architettura dell'università di Delft (Tudelft.nl) in Olanda è stato funestato da un incendio e in seguito è crollato.

Si ringrazia ScrewLooseChange per la segnalazione con l'articolo No Highrise Ever Collapsed Because of Fire?.

L'edificio, ironia della sorte, era il dipartimento della facoltà di architettura.

The Faculty of Architecture in Delft has burned down and collapsed. It was ‘the biggest disaster in Dutch university history’, as the Dutch minister of Education said. Fire escape plans worked perfect: students, professors and employees could all get out in time. But the 13 story building – about 40 years old – collapsed. [fonte]

La facoltà di architettura a Delft è stata distrutta da un incendio ed è crollata. Questo è "il più grande disastro della storia dell'università olandese", ha detto il ministro dell'Educazione olandese. I piani di fuga d'emergenza hanno funzionato alla perfezione: gli studenti, i docenti e i dipendenti sono usciti tutti in tempo. Tuttavia la costruzione di 13 piani - di circa 40 anni - è crollata.


L'incendio sembra essere stato provocato da un cortocircuito creato da una macchinetta di distribuzione del caffè:

A “catastrophic” fire has caused serious damage to the architecture faculty at Delft University in the Netherlands, endangering first edition books by Rem Koolhaas and MVRDV and Gerrit Rietveld furniture. Although no-one was injured in the blaze, much of the 14-storey building has been completely destroyed, BD understands. Tony Fretton, a visiting professor at the department, said the fire -- which broke out on a mid-level floor around 9am local time and rapidly spread upwards - is believed to have been started by a short circuit in a coffee machine caused by a faulty water pipe. [fonte]



Non è ben chiaro come fosse costruito l'edificio. Dalle immagini di questo video sembrerebbe costituito da un'intelaiatura esterna estremamente snella di colonne di acciaio, con alcune colonne a base quadrata interne (di calcestruzzo o acciaio) con vani molto ampi ed alti.

Una facoltà di architettura tende a contenere materiale infiammabile: vecchie prove d'esame cartacee, computer di varia natura, plotter e rotoli di carta per plotter, biblioteca con tomi di urbanistica e design, tavoli da disegno e parallelografi, eccetera. In tutta probabilità è da escludere la presenza di termite, complottismo e movimenti per la verità sul crollo.

Sono disponibili video con l'incendio e video con i resti, ripreso il 13-05-2008. Discussioni a riguardo ci sono sul sito bdonline.co.uk e James Randi Educational Foundation.


L'incendio, ben visibile durante la fase di diffusione, registrato in un video sopra riportato, al momento del collasso sembrava non emettere notevoli quantità di fumo o fiamme. Da questo punto di vista, il paragone sembrerebbe più concreto con il World Trade Center 7, anch'esso contestato per la presunta mancanza di fiamme, benché vi fosse una quantità notevole di fumo che fuoriusciva dalla facciata sud, maggiore rispetto a quanto visibile nell'università olandese.








Il crollo, sviluppatosi a circa metà altezza dell'edificio, è preceduto da una forte deformazione plastica dei solai, i quali, piegandosi, fanno fuoriuscire sbuffi e polvere nel piano di cedimento.


I resti mostrano come tutti i piani siano crollati a catena dall'alto verso il basso in una nube di fumo e polvere, con parte dei solai rimasti legati a dei ferri di armatura al resto della struttura.

Il crollo progressivo dei piani si realizza maggiormente nei casi in cui il solaio non sia in grado di sopportare il peso dinamico (frattura fragile poiché non è un carico graduale delle azioni) del materiale che vi cade sopra.

Non mancano esempi con effetti di collasso anche più singolari. Per esempio, nella demolizione del Rabobank Office a Utrecht, l'innesco della demolizione porta ad un crollo progressivo con punzonamento del solaio sui pilastri e demolizione progressiva delle esili colonne seguendo un andamento orizzontale.




aggiornato 28 giugno 2008

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Adesso Giulietto Chiesa tirerà fuori dal suo archivio un esercitazione militare prevista, guarda caso il 12 Maggio 2008.
Questa è chiaramente una prova che l'incendio è in realtà un attentato della CIA.

Unknown ha detto...

Non ti preoccupare, anonimo: Chiesa, per sua stessa ammissione, si rifiuta di guardare i siti dei "kamikaze di Bush". Lui ha la scienza infusa.

Pape

Paolo Attivissimo ha detto...

Chiesa, per sua stessa ammissione, si rifiuta di guardare i siti dei "kamikaze di Bush"

Lui forse si rifiuta, ma i suoi lettori no di certo, a giudicare da quante volte gli scrivono chiedendo di giustificarsi di fronte alle obiezioni dei tecnici che citiamo qui. Questo credo gli causi non pochi fastidi.

Unknown ha detto...

A giudicare dalle risposte piccate che leggo nella posta di Megachip, credo proprio che in effetti gli brucino parecchio certe domande.

Pape

mastrocigliegia ha detto...

...brucino parecchio certe domande.
ma lui non crolla, a differenza degli edifici.

mc

Anonimo ha detto...

[QUOTE]...brucino parecchio certe domande.
ma lui non crolla, a differenza degli edifici.
mc[/QUOTE]

Continuiamo con i doppi sensi: dai suvvia non infiammatevi anche voi.
Sono solo dei disastri.
In quello di Delft sono andati bruciati dei libri contenuti nella biblioteca di architettura dal valore inestimabile.