FAQ 7: La missione che uccise Osama bin Laden

di Leonardo Salvaggio e Paolo Attivissimo


Queste sono le risposte sintetiche ai dubbi più ricorrenti sulla missione che uccise Osama bin Laden. Per gli approfondimenti si possono leggere gli articoli indicati nei link qui sotto, oppure si può cercare in questo blog usando la casella di ricerca qui a destra.


7.1. La missione in sé


7.1.1. Come è stato possibile individuare il compound in cui viveva Osama bin Laden?


L'amministrazione Obama acceleró le ricerche aumentando le risorse dedicate alla caccia a bin Laden e tra le piste seguite c'era un corriere di al-Qaeda chiamato Abu Ahmad al-Kuwaiti che nel 2010 si dotò di un nuovo telefono cellulare che a sua insaputa consentì all'intelligence statunitense e pakistana di "geolocalizzarlo" e virtualmente pedinarlo. Così la CIA poté osservare che al-Kuwaiti si recava spesso in in luogo che aveva le fattezze di una fortezza nelle vicinanze di Abbottabad. Dopo lunghi mesi di osservazione di quanto avveniva dentro la fortezza, la CIA giunse alla fine di gennaio del 2011 a una certezza ragionevole che nel compound abitasse Osama bin Laden e che al-Kuwaiti lavorasse per lui. I dettagli sono descritti nei libri The Finish: The Killing of Osama bin Laden di Mark Bowden e Manhunt: The Ten-Year Search for Bin Laden from 9/11 to Abbottabad di Peter Bergen.


7.1.2. Quanti racconti dei militari che hanno preso parte alla missione sono emersi?


Le fonti attendibili sono ritenute principalmente tre: l'articolo Getting bin Laden di Nicholas Schmidle (sintesi) dell'agosto del 2011 e i racconti in prima persona di Matt Bissonnette (che ha scritto due libri con lo pseudonimo di Mark Owen e che non rilascia interviste) e Robert O'Neill (intervistato anche da noi) che apparentemente è lo sparatore che uccise effettivamente il terrorista.

Bissonnette e O'Neill sono due dei tre Navy SEALs che salirono al terzo piano del compound per uccidere bin Laden, insieme a loro ce n'era un terzo che guidava il gruppo ad oggi noto come point man che non si è mai identificato pubblicamente.


7.1.3. Ma quindi chi ha ucciso bin Laden?


O'Neill sostiene che una volta arrivati al terzo piano del compound the point man trovò davanti a sé una delle mogli e una delle figlie di Osama e si lanciò su di loro temendo che stessero per farsi esplodere. O'Neill, che era il secondo della fila dei tre, proseguì fino alla camera da letto dove trovò Osama e un'altra delle mogli di fronte a sé; senza esitare sparò tre colpi al volto di Osama, che cadde a terra morto. Bissonnette sostiene al contrario che il point man, appena arrivato al terzo piano, abbia sparato a bin Laden centrandolo e che quando i tre SEALs andarono insieme nella stanza da letto lo trovarono steso a terra. O'Neill rispose in una trasmissione televisiva del 2014 che probabilmente per via della velocità con cui si è svolta l'azione e del buio Bissonnette si sbaglia nel ricostruire la vicenda.

Il giornalista investigativo Mark Bowden ha aggiunto che l'unica spiegazione possibile che faccia combaciare le due versioni è che il point man abbia sparato a bin Laden mancandolo, O'Neill gli si sia quindi avvicinato e lo abbia colpito a morte inducendo Bissonnette a credere che il primo colpo, e non il secondo, abbia centrato il terrorista. O'Neill aggiunse che prima di essersi trovato faccia a faccia con Osama ha sentito un colpo sparato da uno dei suoi colleghi, ma non sa dire dove questo colpo sia finito e quindi non può escludere che Osama fosse stato colpito da un proiettile sparato dal point man prima che lui se lo ritrovasse di fronte, si dice comunque sicuro è che il terrorista fosse in piedi e non steso a terra.

Tuttavia la versione di Bissonnette è confermata da una terza testimonianza di un membro del commando raccolta dal giornalista Peter Bergen della CNN (dettagli). Non è dato di sapere se il militare consultato da Bergen, che è rimasto anonimo, sia o non sia the point man, dettaglio che ne cambierebbe moltissimo l'attendibilità per quanto riguarda quei pochi concitati momenti.

Ad oggi non è quindi possibile stabilire con certezza quale delle due versioni sia quella corretta.

7.1.4. Come fu possibile identificare il cadavere?


I SEALs prelevarono dalla salma un campione di DNA con una siringa prima di infilare il corpo in una body bag e caricarlo su un elicottero. La salma e la siringa viaggiarono poi su due elicotteri distinti in modo che in casi di abbattimento di uno dei due fosse ancora possibile provare che bin Laden era definitivamente morto. Una volta portato il campione di DNA negli USA fu confrontato con campioni di DNA dei familiari del terrorista.

7.1.5. Cosa successe all'elicottero andato distrutto durante la missione?


La missione fu condotta con due elicotteri Black Hawk, il primo dei quali avrebbe dovuto far scendere dodici uomini vicino al compound mentre il secondo avrebbe scaricato il contingente in un angolo del muro di cinta affinché presidiasse il perimetro. Ma al contrario dei piani il primo velivolo incontrò problemi aerodinamici che obbligarono il pilota a un atterraggio di emergenza.

L'elicottero infatti si trovò nella situazione chiamata vortex ring state in cui il rotore dell'elicottero viene a trovarsi in un vortice in cui il flusso d'aria in discesa incontra il flusso d'aria ascendente generato dalle pale del rotore stesso, la situazione fu in quella circostanza aggravata dall'elevata temperatura dell'aria. Il pilota dovette atterrare bruscamente per evitare di perdere il controllo del mezzo; nella manovra uno dei rotori si danneggiò gravemente sbattendo contro il muro.

Il mezzo riportò gravi danni a seguito del brusco atterraggio, ma nessuno degli uomini a bordo riportò gravi ferite. La squadra riuscì comunque a procedere nella missione e a concluderla con successo (dettagli).


7.2. I riscontri


7.2.1. Esistono riscontri indipendenti che Osama bin Laden sia morto in quella missione?


La morte di Osama bin Laden è stata confermata anche dal governo pakistano (che ammette di aver fatto errori enormi di intelligence e che ha condotto un'inchiesta interna), da al-Qaeda e dalla famiglia del terrorista.

Inoltre il giornalista Peter Bergen della CNN ha avuto accesso al compound e ha confermato che i danni all'interno dell'edificio sono coerenti con i racconti dei due Navy SEALs. La BBC ha anche ottenuto le planimetrie del compound.


7.3. Gli eventi successivi


7.3.1 È vero che i Navy SEALs che presero parte alla missione sono tutti morti due mesi dopo in un misterioso incidente?


Ovviamente no, si tratta di altre persone (dettagli). Ma poi che senso avrebbe? Se i militari che uccisero bin Laden sono stati eliminati in quanto testimoni scomodi, allora la missione che uccise il terrorista saudita si è svolta veramente e quindi non capiamo cosa i complottisti vogliano dimostrare con questa teoria.

7.3.2. Non è strano che gli americani abbiano seppellito Osama bin Laden in mare?


No. In realtà questo rito è previsto dalle norme islamiche ed era già stato adottato due anni prima per un altro terrorista di al-Qaeda: Saleh Ali Saleh Nabhan (dettagli).


7.3.3. Non è insolito che non siano state mostrate foto del cadavere di Osama bin Laden?


No. Ha molto senso se si vuole evitare che le foto vengano sfruttate a fini di propaganda dei terroristi, come è successo nel giugno del 2006, quando fu ucciso il terrorista giordano Abu Musab al-Zarqawi e le autorità statunitensi diffusero immagini del volto del suo cadavere: il giorno dopo circolava già nei forum jihadisti un video confezionato usando proprio le foto di al-Zarqawi, presentandolo come martire. Immagini analoghe di Osama bin Laden avrebbero avuto un effetto propagandistico enormemente maggiore, per cui l'assenza di foto non vuol dire necessariamente che non ci fosse un cadavere da mostrare (dettagli).

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