2008/06/22

Der Spiegel e il Volo 93

di Paolo Attivissimo con il contributo di Brain_Use.

Prosegue la traduzione dell'articolo Panoply of the Absurd pubblicato nel settembre del 2003 dalla testata tedesca Der Spiegel. La prima parte della traduzione è disponibile qui; la seconda è qui. Le immagini sono state aggiunte traendole dagli archivi di Undicisettembre.

Un cratere senza aereo?


Il modo in cui Wisnewski plasma e riaggiusta dichiarazioni e fatti è ancora più madornale di quanto lo sia questa sua ignoranza [riferita alla seconda parte dell'articolo, N.d.T.]. Che questa prassi rasenti la falsificazione è evidente nelle parti del suo libro in cui scrive dello schianto del Boeing 757 della United Airlines vicino a Shanksville, in Pennsylvania.

Il volo 93 da Newark a San Francisco decollò alle 8:42 del mattino con 37 passeggeri, due piloti e cinque assistenti di volo a bordo. Dopo che i terroristi ebbero preso il controllo della cabina di pilotaggio, l'aereo virò rispetto alla sua rotta diretta a ovest e si diresse verso est, presumibilmente per colpire la Casa Bianca o il Campidoglio a Washington.

Alcuni passeggeri, che avevano avuto notizia degli attacchi a New York per telefono, tentarono di sopraffare i terroristi, convinti che anche il loro aereo sarebbe stato usato come arma. Il Boeing 757 si schiantò durante questa lotta e la storia del volo UA93 divenne presto un eroico racconto epico.

Si dice che un passeggero abbia gridato: “let's roll” [all'incirca "Diamoci dentro", N.d.T.] mentre con altri passeggeri assaltava la cabina. “Let's roll”, ha detto il presidente Bush nell'iniziare la sua campagna militare contro il terrore. “Let's roll” è stato lo slogan tracciato dai militari con i loro stessi corpi sul ponte di una nave da guerra [il 6 settembre 2002, sulla portaelicotteri d'assalto anfibio LHA-3 Belleau Wood, mostrata nella foto a inizio articolo, N.d.T.] quando le forze armate americane hanno commemorato le vittime dell'11 settembre.

Secondo Wisnewski, questo a quanto pare avvalora la teoria che lo schianto vicino a Shanksville possa essere una menzogna propagandistica diffusa dal governo statunitense. La domanda che Wisnewski usa per sviluppare la sua contropropaganda è stampata nel libro sotto forma di didascalia sotto una fotografia del luogo del disastro vicino a Shanksville: “Credete che un intero Boeing 757 possa essere scomparso in questa buca?”

Wisnewski crede che le parti metalliche nel luogo dello schianto siano rottami gettati sul posto per perfezionare l'inganno: “Dal momento che non c'è stato un aereo, i rottami metallici non possono provenire dallo schianto di un aereo”.

Uno dei testimoni di questa affermazione è, sia nel libro sia nel film di Wisnewski per la rete televisiva tedesca WDR intitolato "Aktenzeichen 11.9. ungelöst" (“Dossier 9/11 ancora aperto”), il sindaco della città di Shanksville, Ernie Stull [nella foto, tratta dal film in questione, utilizzato anche in Inganno Globale di Massimo Mazzucco, N.d.T.]. Wisnewski e il coautore del film, Willy Brunner, si sono recati dal sindaco settantottenne lo scorso marzo e gli hanno fatto raccontare la sua esperienza dell'11 settembre davanti alla telecamera.

Nel libro, Wisnewski descrive così la scena: “E a quel punto divenne evidente che c'è qualcosa che turba Ernie Stull. Da un lato c'è quello che hanno asserito le autorità principali degli Stati Uniti – l'FBI, la CIA, il Presidente. Dall'altro c'è quello che gli hanno detto il suo cognato ed un suo amico. 'Non c'era un aereo', dice Ernie Stull, parlando con noi e al tempo stesso ascoltando la propria voce, controllando se lui stesso capiva bene quello che diceva. Un anno e mezzo dopo la catastrofe, scuote ancora la testa, del tutto impotente, e allarga le braccia inerme: 'Nessun aereo'”.

Quando Der Spiegel sottopone a Stull la traduzione inglese di questi brani del libro e del testo del film, l'uomo resta senza parole: Le mie dichiarazioni sono state tolte completamente dal loro contesto. Certo che c'era un aereo: semplicemente non ne era rimasto granché dopo l'esplosione. Questo è quello che intendevo quando ho detto 'nessun aereo'. Ho visto io stesso, con i miei occhi, pezzi dei rottami; ho visto anche uno dei motori, giaceva nei cespugli”.

Wisnewski contesta l'accusa di aver manipolato Stull e cita una dichiarazione che Stull ha fatto nel film per la WDR e nella quale viene riprodotta correttamente la sua descrizione: “L'aereo è stato distrutto completamente. Bang! Si è schiantato al suolo e si è disintegrato completamente”.

Anche se questo è corretto, vuol dire spaccare il capello, visto che Wisnewski e Brunner suggeriscono anche nel film che non c'era un aereo. Citazione: “Un Boeing 757 e tutti i suoi passeggeri in quella buca? Il profano è esterrefatto, mentre gli esperti tacciono. O ci potrebbe essere una verità diversa, assa più terribile in merito?”

Gli autori usano due fotografie per insinuare quale potrebbe essere questa verità. Una è uno scatto preso a Shanksville l'11 settembre. Mostra una nube a forma di fungo sopra il luogo dell'impatto. La seconda foto mostra una nube a fungo apparsa dopo lo sgancio di una bomba in Afghanistan. Citazione dal testo del film: "...esattamente la stessa colonna di fumo a forma di fungo di Shanksville. Davvero non fu una bomba o un missile?”


Da sinistra a destra: la foto scattata presso Shanksville, una nube prodotta da munizioni e una nube generata dallo schianto di un aereo. Confronto realizzato da Killtown.


L'audacia con cui il giornalista della ARD Wisnewski ha assemblato la sua personale verità è evidente nello spezzone tradotto dell'intervista fornito dalla WDR su richiesta di Der Spiegel. Secondo la copia della WDR, il pezzo di testo del film citato sopra viene seguito questa dichiarazione di Stull nel nastro originale: “Hanno trovato soltanto le due turbine perché, ovviamente, sono più pesanti e massicce di tutto il resto. Ma non era rimasto quasi niente dell'aereo vero e proprio. Là fuori si trovano ancora parti della dimensione di un piatto. E Neville, che vive nella fattoria laggiù, ha trovato dietro il suo granaio un pezzo d'alluminio del rivestimento esterno della fusoliera dell'aereo, che doveva misurare 8 piedi per 10 o anche 8 per 12 [2,5 m per 3 o anche 2,5 per 3,5, N.d.T.].

Nessun aereo?

Considerando questa dichiarazione, resta un mistero come i dirigenti della WDR possano continuare a sostenere che “Le dichiarazioni di Stull non sono state mal riportate o distorte nel film”. E' molto eloquente anche il fatto che “Neville che vive nella fattoria” non appaia nel film, né vi compaia nessun'altra persona che potrebbe confutare le asserzioni degli autori.

“Il signor Stull non ci ha detto nulla di testimoni che avevano visto l'aereo”, ha detto Wisnewski a Der Spiegel. Può anche darsi, ma quei testimoni esistono ugualmente e non sono difficili da trovare.

Uno di loro è Lee Purbaugh, un manovale di Shanksville. L'attimo che gli è parso “un'eternità” è rimasto profondamente impresso nella sua memoria. Dice che un “rombo incredibilmente forte” gli ha fatto guardare il cielo, dove il grande aereo improvvisamente sembrava sospeso “praticamente sopra la mia testa”. Pochi secondi dopo, alle 10:06 del mattino [l'ora esatta, le 10:03, fu appurata in seguito, N.d.T.], il Boeing è precipitato al suolo.

Un altro testimone si chiama Eric Peterson. Stava nel suo negozio quando ha udito il rumore dei motori dell'aereo. E' uscito e ha seguito con lo sguardo l'aereo della United Airlines fino a quando è scomparso dietro una vicina collina. Poi si è levata una palla di fuoco. Peterson è saltato subito a bordo del suo SUV e si è recato sul luogo dello schianto.

Quando è arrivato, ha visto rottami d'aereo sparsi su una vasta area attorno al cratere d'impatto, che dice che era “ancora in fiamme”. Secondo Peterson, c'erano “pezzi di vestiti appesi” ai rami degli alberi circostanti.

C'erano così tante prove di un impatto aereo sparse attorno che gli uomini dell'FBI e gli investigatori del National Transportation Safety Board (NTSB) trascorsero tredici giorni a raccogliere i rottami. Il rottame più pesante trovato, una parte di un motore, pesava quasi una tonnellata. Era certamente molto più pesante della presunta “ferraglia indefinibile sul cosiddetto 'luogo dell'impatto' del volo UA93” su cui Wisnewski costruisce ipotesi.


Un frammento di fusoliera e una parte di motore recuperati sul luogo dello schianto.
Dagli atti del processo Moussaoui.

Inoltre non c'è stato nulla di particolarmente misterioso nella gestione successiva dei rottami. Per tutta la durata delle indagini, i resti dell'aereo sono stati sottoposti alla sorveglianza dell'FBI. Dopo che gli investigatori avevano completato le ricerche di prove, è stata seguita la procedura standard in caso di schianto aereo: i pezzi sono stati restituiti al proprietario dell'aereo. Nel caso del Boeing della United Airlines, il proprietario era la compagnia assicurativa della United, la United States Aircraft Insurance Group (USAIG), che ha sede a New York. La USAIG è tuttora in possesso di questi promemoria fisici di quest'evento brutale. Nonostante questo corpus di prove, il dirigente televisivo della WDR, Ulrich Deppendorf, è “semplicemente incapace di immaginare che i fatti siano sbagliati” per quel che riguarda il film. Ma Deppendorf avrebbe dovuto saper evitare quest'errore.

Avrebbe dovuto saperlo perché l'autore della WDR Wisnewski ha sempre trovato che la verità è una faccenda piuttosto complicata – uno schema di pensiero comune a tutti i teorici della cospirazione, dice lo storico americano Pipes: "Partendo con l'assunto che le apparenze sono ingannevoli, rifiutano il sapere comune e ricercano possibilità esotiche e relativamente inesplorate. Una predilezione per l'improbabile... conferisce ai loro dati la loro connotazione tipica e inconfondibile".

Anche la verità che Wisnewski e i suoi collaboratori del programma "Monitor", Wolfgang Landgraeber e Ekkehard Sieker, lanciarono sul mercato della letteratura cospirazionista nel 1992 era nascosta e ingarbugliata, sorprendente e misteriosa, mostruosa e astuta. E' un mercato la cui regola più importante pare essere una variazione della Legge di Murphy: qualsiasi cosa che si può immaginare deve essere accaduta.

Il trio scrisse un libro di 400 pagine intitolato “Il fantasma della RAF”, in cui diffusero la teoria che la “Rote Armee Fraktion” aveva cessato di esistere nel 1982. Sostennero che non ci fosse mai stata un terza generazione della RAF e che gli assassinii del portavoce della Deutsche Bank, Alfred Herrhausen, e del presidente della Treuhandanstalt [l'ente che curò la privatizzazione delle aziende pubbliche dell'ex Germania Est, N.d.T.], Detlev Karsten Rohwedder, non erano stati opera della RAF.

Invece i soliti sospetti di Wisnewski erano i servizi segreti: la CIA, la BND (il servizio segreto della Germania Federale), l'Ufficio Federale per la Protezione della Costituzione, e i criminali della BKA (l'Ufficio Federale Tedesco di Polizia Criminale): una rete cospirativa gigantesca eppure sorprendentemente così minuscola che nessuno l'aveva notata fino a che gli uomini del "Monitor" fecero le proprie indagini.

Sfortunatamente per questi segugi, la verità cominciò a divergere dal loro copione. Poco prima della pubblicazione del loro libro, nel 1992, quella RAF che secondo loro aveva cessato di esistere nel 1982 rilasciò logorroici comunicati clandestini per spiegare perché intendeva rinunciare alla propria politica di resistenza armata.

In un'intervista del 1997 a Der Spiegel, Birgit Hogefeld, condannata all'ergastolo nel 1998 per omicidio e tentato omicidio plurimi, rilasciò una dichiarazione che fece scoppiare completamente le bolle di sapone di questi giornalisti: “Nei circoli di sinistra radicali che conosco bene, quest'assurdità non è mai stata considerata importante. Naturalmente, se qualcuno l'ha presa sul serio è perché negli anni 80 la RAF era stata fortemente emarginata dalla sinistra legittima”.

(continua)

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