2019/03/25

Jamal Khashoggi e l'11/9

di Hammer

Il giornalista saudita Jamal Khashoggi è scomparso a Istanbul il 2 ottobre del 2018 dopo essere entrato negli uffici dell'ambasciata del suo paese per ritirare dei documenti. Fuori dall'edificio lo aspettava la fidanzata Hatice Cengiz, cittadina turca, che in quel momento aveva con sé anche l'iPhone di Khashoggi in quanto all'interno dell'edifico diplomatico è vietato portare cellulari. La donna non vide mai Khashoggi uscire dall'edificio e ad oggi non è mai più ricomparso.

Secondo gli inquirenti turchi, Khashoggi sarebbe stato ucciso e smembrato all'interno dell'ambasciata. Gli ufficiali sauditi sostengono invece che l'uomo abbia lasciato il palazzo da un'uscita posteriore, ma la polizia turca ha ribadito che le telecamere di sicurezza non l'hanno mai ripreso uscire dall'edificio. Al momento l'ipotesi più probabile per lo smaltimento del cadavere è che il corpo di Khashoggi sia stato bruciato in un forno a casa del console saudita Mohammed al-Otaibi durante una festa organizzata apposta affinché l'odore del barbecue coprisse quello del cadavere di Khashoggi. Più recentemente un'indagine di al-Jazeera ha confermato che questa resta l'eventualità più plausibile.


Il 16 novembre 2018 il Washington Post, giornale per il quale Khashoggi scriveva dall'anno prima, riportò le conclusioni delle indagini della CIA secondo cui il mandante dell'omicidio sarebbe il principe saudita Mohammed bin Salman. Il presidente americano Donald Trump ha dichiarato di non credere che il principe fosse a conoscenza di piani per l'uccisione di Khashoggi, ma le sue asserzioni sono state duramente criticate da membri del congresso di entrambi gli schieramenti.

Il motivo per cui il governo saudita avrebbe deciso di commissionare l'uccisione di Jamal Khashoggi starebbe nelle posizioni critiche che il giornalista aveva preso nei confronti del governo. Khashoggi aveva infatti criticato l'intervento militare saudita in Yemen, la crisi diplomatica con il Qatar e quelle con Libano e Canada.

Poco dopo l'11/9 Jamal Khashoggi scrisse alcuni articoli sulle errate identificazioni dei dirottatori da parte dell'FBI, sugli errori dovuti a omonimie e traslitterazioni errate e sul fatto che la famiglia di Hani Hanjour sulle prime non credesse che il loro congiunto fosse uno dei dirottatori. Inoltre il giornale Arab News di cui Khashoggi era vice capo redattore riportò la testimonianza del padre dei fratelli Wail e Waleed al-Shehri, due dei dirottatori del volo American Airlines 11, che metteva in dubbio il fatto che i suoi figli facessero parte del gruppo dei diciannove dirottatori. Questi articoli vengono spesso citati dai complottisti per sostenere le teorie secondo cui gli uomini identificati come i dirottatori sarebbero in realtà ancora vivi. Secondo i complottisti, quindi, Jamal Khashoggi stava indagando su un mistero che doveva rimanere nascosto.

Negli ultimi mesi i complottisti hanno spesso avanzato ipotesi sulla morte di Khashoggi secondo cui il giornalista stava per rivelare indicibili segreti proprio sull'11/9. Qualcuno, con uno sforzo di fantasia ancora maggiore, ipotizza che il giornalista sia stato eliminato nell'ambito di una cospirazione contro la sua famiglia che ha portato anche alla morte di Lady Diana, in quanto Jamal Khashoggi era cugino di Dody al-Fayed: la madre di al-Fayed, Samira Khashoggi, era la sorella di Ahmad Khashoggi, padre del giornalista, e del milionario e trafficante di armi Adnan Khashoggi.

Ovviamente i complottisti non si accorgono di quanto queste teorie siano autocontradditorie. Se l'Arabia Saudita avesse voluto ridurre Jamal Khashoggi al silenzio per le sue indagini sull'11/9 lo avrebbe fatto nel 2001 e non diciassette anni dopo. La morte di Lady Diana risale a ventun'anni prima della morte di Khashoggi e questa seconda ipotesi non è meno assurda della prima.

Va in ogni caso notato che Jamal Khashoggi non credette mai alle teorie della cospirazione sull'11/9 e che in seguito ai primi articoli ne scrisse altri in cui confermava che la lista dei dirottatori comunicata dall'FBI era completa e corretta e che l'ex capo dell'intelligence saudita, il principe Turki bin Faysal Al Sa'ud che lasciò l'incarico dieci giorni prima dell'11/9, confermava che gli indizi contro la colpevolezza di Osama bin Laden erano solidi e credibili e prendeva con forza le distanze da al-Qaeda. Khashoggi nel suo scritto commenta anche con il principe Turki un articolo di quest'ultimo pubblicato dal giornale panarabo Asharq al-Awsat in cui il principe saudita lanciava un violento monito contro bin Laden.

La terribile vicenda di Jamal Khashoggi dimostra ancora una volta la tendenza dei complottisti a selezionare gli indizi che sembrano favorire le loro teorie, ma il quadro generale li smentisce anche in questa occasione mostrando quanto siano deboli le loro argomentazioni.

2019/03/05

Il gruppo di hacker The Dark Overlord rilascia il terzo lotto di documenti trafugati sull'11/9

di Hammer

Lo scorso 20 febbraio il gruppo di hacker noto come The Dark Overlord ha rilasciato la chiave di decifrazione del terzo lotto dei documenti trafugati a studi legali e compagnie assicurative riguardo agli attentati dell'11/9. Questo nuovo rilascio segue altre due pubblicazioni di altrettanti lotti di documenti pubblicati a gennaio, in totale i pacchetti dovrebbero essere cinque di importanza crescente.


Mentre in passato gli hacker avevano pubblicato i loro annunci su Twitter, Pastebin, Steempeak, Mspsteem, Busy e Partiko (su cui l'account di The Dark Overlord è ancora attivo), in questa occasione sono tornati tornati a utilizzare Pastebin ma con un account diverso in quanto il precedente era stato chiuso. Inoltre il portafoglio bitcoin indicato in quest'ultimo post è diverso da quello indicato in precedenza e questo secondo portafoglio non ha mai ricevuto denaro in ingresso. Tutto ciò potrebbe far pensare che quest'ultima comunicazione non sia opera di The Dark Overlord ma di un gruppo di impostori, eppure la chiave rilasciata funziona davvero nella decifrazione del terzo lotto e quindi il post sembra autentico.

In ogni caso, The Dark Overlord ha raccolto fin qui molto meno di quanto previsto per il rilascio del secondo lotto di documenti, eppure ha deciso di pubblicare anche il terzo. Al momento in cui scriviamo, non ricevono pagamenti almeno dal 15 gennaio. Evidentemente nessuno sta pagando per ottenere i documenti, né i legittimi proprietari, né altri interessati ad averli. Probabilmente ciò di cui gli hacker sono entrati in possesso non è poi così importante o compromettente.

Nel Layer 3 sono contenuti circa 8000 documenti che, anche in questo caso, confermano la ricostruzione comunemente accettata dei fatti e smentiscono le teorie della cospirazione. Dai documenti emerge infatti che alcuni avvocati dei querelanti hanno fatto notare come i metal detector installati all'aeroporto Logan di Boston, da cui partirono i due voli che distrussero il World Trade Center, non funzionavano correttamente e che un'ispezione dell'FAA ne aveva trovati alcuni guasti. Il personale aeroportuale non fu l'unico a manifestare lacune nei controlli; infatti la United Airlines e l'American Airlines ricevettero multe fino a più di tre milioni e mezzo di dollari nei dodici mesi prima degli attentati per falle nelle procedure di sicurezza. Inoltre il personale di terra non era stato adeguatamente formato sulle minacce rappresentate dal terrorismo e non conosceva in modo approfondito le linee guida di sicurezza emanate dall'FAA.

Mentre The Dark Overlord pubblica i documenti senza raggiungere gli obiettivi economici prefissati, i complottisti raccolgono la loro ennesima delusione. Agli hacker restano da pubblicare due lotti di documenti, intanto restiamo in attesa di sapere se secondo i teorici del complotto anche The Dark Overlord fa parte della cospirazione.

2019/03/04

Le traduzioni non ufficiali del 9/11 Commission Report - terza parte

di Hammer. La prima e la seconda parte di questo articolo sono disponibili qui e qui.

Si ringrazia Colin Weltin-Wu per la consulenza sul cinese



Traduzioni in cinese


La prima traduzione in cinese del 9/11 Commission Report è stata pubblicata nel 2004 ad opera del giurista Zhao Bingzhi. Zhao è noto in Cina per la sua attività professionale in campo legale, al punto che esiste una pagina su di lui su Wikipedia in cinese. È stato fino al 2018 professore dell’Università Normale di Pechino e presidente della facoltà di legge e del Criminal Law Scientific Research Institute. Nel 2018 è stato rimosso dall'incarico all'ateneo dopo che, nell'ambito di un'indagine contro la corruzione nel partito comunista cinese a cui l'uomo è iscritto, sono emerse foto indecenti che l'ex docente aveva scattato. Contestualmente al licenziamento, Zhao è stato posto in libertà vigilata. Il settimanale cinese Economic Observer ha tentato di contattare Zhao per un commento, ma non ha ottenuto risposta. L'Epoch Times ha commentato in relazione a questa vicenda come le denunce di molestie sessuali nelle università cinesi siano aumentate negli ultimi anni.

Nonostante le vicende giudiziarie, il curriculum di Zhao Bingzhi è comunque notevole. L'ex docente ha pubblicato una lunghissima serie di testi accademici in ambito legale e criminalistico, ha collaborato con l’Università di Duke e ha partecipato a vari progetti di ricerca con università di Francia, Giappone e Hong Kong.

La traduzione di Zhao del 9/11 Commission Report si intitola 9•11委员会报告:美国遭受恐怖袭击国家委员会最终报告权威版, sulla copertina è riportato comunque anche il titolo inglese The 9/11 Commission Report. Il testo è integrale ed è introdotto da una prefazione del traduttore stesso.

La seconda traduzione in cinese del 9/11 Commission Report è stata pubblicata nel 2005 con il titolo 9/11委员会报告 e anche in questo caso sopra al titolo in cinese è riportata la scritta The 9/11 Commission Report.

L’autore della traduzione è Shi Wei, professore della scuola New Oriental di Pechino dove è anche responsabile del progetto TOEFL (Teaching Of English as a Foreign Language) il cui scopo è quello di preparare gli studenti allo studio nelle università americane. Anche in questo caso la traduzione del testo è integrale e il volume si distingue dalle altre traduzioni in cinese per via della copertina molto simile all'edizione originale in inglese che riporta anche lo stemma degli Stati Uniti sulla banda blu.

Sempre nel 2005 è stata realizzata una terza traduzione in cinese dal titolo 揭秘911 e realizzata dai traduttori Huang Leping, Yongqiang Cai e Zhang Longqiu. Come nelle due pubblicazioni precedenti, la traduzione è completa e comprende tutti i capitoli del testo originale. Il libro è stato stampato due volte a febbraio e a settembre del 2005 dallo stesso editore, la Central Compilation Press con sede a Pechino, con due copertine diverse.


Yongqiang Cai è un insegnante universitario di lingua cinese. Dal 2002 insegna alla Renmin University of China di Pechino (una delle più eminenti università cinesi nel campo delle scienze umane e sociali), tra in 2010 e il 2011 ha insegnato anche alla Aichi University nella città giapponese di Nagoya e dal 2013 insegna anche al Confucius Institute (ente affiliato al ministero dell'istruzione cinese che ha lo scopo di promuovere la cultura cinese nel mondo) di Dublino. Cai è inoltre autore di molti volumi accademici in ambito linguistico. Non abbiamo trovato informazioni biografiche rilevanti sugli altri due traduttori.