2009/08/31

Sono i complottisti i veri insabbiatori?

di Paolo Attivissimo

Il blog del film Knowing - Segnali dal futuro mi ha invitato a rispondere ad alcune delle asserzioni di Giulietto Chiesa sull'11 settembre. Ne è venuto fuori un articolo con parecchie novità, forse inedite anche per chi segue il debunking undicisettembrino da tempo.

L'articolo mostra anche come i complottisti si siano dimostrati i migliori amici di chi vuole nascondere la verità e si conclude con una dozzina di domande che credo si riveleranno utili nelle discussioni con chi è stato sedotto dall'indiscutibile fascino del Grande Complotto.

La prima parte dell'articolo è stata pubblicata stamattina qui.

George Clooney, debunker involontario

di Paolo Attivissimo

Segnalo brevemente il prossimo film con George Clooney, The Men Who Stare at Goats: la storia, tragicomicamente vera, di quando i militari USA finanziarono la ricerca sui presunti poteri paranormali, credendo di poter creare una stirpe di guerrieri con superpoteri di precognizione, persuasione e uccisione a distanza. Credevano seriamente di poter uccidere le capre con la forza del pensiero (da cui il titolo), semplicemente fissandole.

Come già accennato in altre occasioni, uno dei membri di questa stirpe, quello che nel trailer del film cerca di attraversare un muro usando i suoi poteri psichici, è Albert Stubblebine: uno degli esperti citati da Giulietto Chiesa e da Massimo Mazzucco a supporto delle teorie di complotto sull'11 settembre.



Già faceva ridere amaramente immaginarsi la scena descritta nel libro omonimo (in italiano s'intitola Capre di guerra), ma vederla rende ancora più forte l'impatto, se mi passate il gioco di parole.

E questi sarebbero gli esperti dei complottisti?

2009/08/10

Faccia a faccia (a distanza) con Giulietto Chiesa (UPD20090831)

di Paolo Attivissimo

La Eagle Pictures ha avuto un'idea interessante e inconsueta per promuovere il suo film Knowing - Segnali dal futuro: visto che la pellicola con Nicolas Cage parla di un misterioso codice che preannuncia i disastri con precisione letteralmente matematica, ha creato un blog nel quale ha invitato e intervistato varie persone legate a misteri, catastrofi e presunti presagi e complotti.

Si spazia dall'Area 51 alla presunta morte di Paul McCartney negli anni Sessanta alle teorie sulla falsificazione degli sbarchi sulla Luna, e naturalmente si tocca anche l'11 settembre. Su quest'ultimo argomento è stato chiamato a parlare Giulietto Chiesa, il cui intervento è stato pubblicato in tre puntate (una, due e tre).

Segnalo in particolare una delle dichiarazioni di Chiesa: l'aereo al Pentagono c'era. Ma è inopportuno festeggiare quest'apparente rinsavimento, perché la sua nuova teoria è che ci fosse "un missile che si trovava nascosto nella punta dell’aereo e che era stato preparato per tempo. Quindi l’aereo c’era, perché se vuoi fare una cosa la devi fare in modo intelligente, ma era senza passeggeri e aveva al suo interno, magari nella fusoliera, un missile che nello spazio di poche frazioni di millesimo di secondo ha sparato apposta."

Anche i debunker sono stati invitati alla discussione, una volta tanto alla pari, e l'intervista che mi è stata fatta con il supporto tecnico dei colleghi di Undicisettembre è diventata un faccia a faccia virtuale fra noi e Giulietto Chiesa: l'unico possibile, a quanto pare, visti i suoi rifiuti di dibattito pubblico.

Se la cosa v'interessa, la prima parte dell'intervista è qui, la seconda è qui e la terza è qui; il 31 agosto il blog pubblicherà un nostro articolo originale. I commenti sul blog di Segnali dal futuro sono aperti a chiunque.


2009/08/31

E' stata pubblicata la prima parte dell'articolo preannunciato qui sopra: la trovate qui.

2009/08/09

Demolizione senza esplosioni

di Paolo Attivissimo, con il contributo di Lorenzo C.

English abstract: Some conspiracy theorists have called attention to a video of an explosion-free demolition of a 14-story building at Vitry-sur-Seine, in France, suggesting that this proves that an explosion-free controlled demolition of the World Trade Center towers would have been possible. However, research shows that the technique used at Vitry involved powerful hydraulic jacks, placed against the columns within the building, to slightly unbalance part of the structure and let gravity do the job. Such jacks would have been easily detectable in open-space buildings such as WTC 1 and 2 and would have been spotted in the debris. Actually, the Vitry demolition clearly demonstrates the principles of "crush-up" and "crush-down" (mutual fragmentation of top and bottom portions of the building where they meet) outlined by structural engineer Zdenek Bazant and shows that damage and imbalance on a single floor is sufficient to bring down an entire building. The collapse does not stop halfway as theorized by proponents of alternative theories.


Alcuni sostenitori delle tesi alternative hanno segnalato il video di questa demolizione, che ha una caratteristica particolare: è priva di rumori di esplosioni prima del crollo e quindi si adatterebbe ad alcune delle teorie che ipotizzano una demolizione controllata segreta delle Torri Gemelle e del WTC7, contraddicendo però quelle che parlano di demolizione effettuata con esplosivi e di testimonianze di presunte esplosioni.



Si tratta della demolizione dell'edificio ABC Balzac a Vitry-sur-Seine, in Francia, avvenuta il 14 febbraio 2007, come documentato anche fotograficamente presso il sito del Comune di Vitry-sur-Seine (anche qui).

Come è possibile che si crei una demolizione senza esplosioni? Lo spiega il sito del Conseil Général de Val de Marne: si collocano dei potenti martinetti idraulici contro le strutture portanti all'interno della struttura, in modo da spostare la parte superiore dell'edificio quanto basta perché il suo baricentro non si trovi più allineato con i supporti. La forza di gravità fa il resto.

Technique utilisée

Le 14 février, l’entreprise Ferrari-Démolition a procédé à la démolition simultanée de 168 logements, en utilisant une technique brevetée depuis 1997: le vérinage.

Elle consiste à effondrer un immeuble sur lui-même par une poussée hydraulique horizontale ou oblique contrôlée à distance. De puissants vérins mettent en mouvement la partie supérieure de la construction en déplaçant latéralement son centre de gravité du point d’appui. Le mouvement directionnel provoque l’effondrement de l’immeuble sur lui-même. Cette méthode de démolition est adaptée aux immeubles, aux tours et aux installations industrielles qui sont confinés dans un tissu urbain dense. Le périmètre de sécurité est restreint.

Le choix de la méthode de démolition s’est faite “au regard des nuisances respectives de chacune des méthodes et, tout en ayant conscience que quelle que soit l’option retenue, l’acte de destruction, en lui-même, est relativement violent et douloureux. Notre choix est donc celui qui nous semblait «le moins traumatisant» pour les familles qui avaient vécu dans ces logements” explique Jean-Pierre Moineau.



Ulteriori dettagli sono forniti da Le Moniteur:

Peu avant 14 heures, un coup de corne de brume a signalé la mise sous pression des vérins hydrauliques, placés dans l'immeuble au niveau des murs porteurs du 7e étage. Trois minutes plus tard, l'édifice s'écroulait comme un château de cartes, dégageant un immense nuage de poussière, sous les yeux de plusieurs centaines de personnes a constaté l'AFP.
Quand le nuage de poussière s'est dissipé, cinq minutes plus tard, il ne restait plus du bâtiment ABC de la cité Balzac qu'un tas de gravats atteignant à peu près la hauteur de quatre étages. Juste derrière, un immeuble jusque-là caché par la barre, protégé par des bâches, est apparu intact.


La demolizione di questa struttura alta 14 piani è interessante perché dimostra con chiarezza che è sufficiente innescare il cedimento di un singolo piano per produrre il crollo di un intero edificio e che il crollo non viene fermato dalla struttura sottostante, ma prosegue fino al suolo. In altre parole, le teorie cospirazioniste che ipotizzano che le Torri Gemelle furono necessariamente minate piano per piano, altrimenti non sarebbero crollate fino al suolo, sono sbagliate.

Chi volesse ipotizzare l'uso al WTC di una tecnica basata su martinetti idraulici si scontrerebbe con il problema di come collocare questi grandi apparati a ridosso delle colonne centrali e perimetrali, in un edificio open space, senza che nessuno se ne accorgesse e senza che resti di questi martinetti emergessero nelle macerie.

Le immagini sono utili anche per documentare il cosiddetto crush-up e crush-down che avviene durante un crollo, come descritto da Zdenek Bazant, professore di ingegneria strutturale e scienza dei materiali alla Northwestern University in Illinois, nel suo articolo Collapse of World Trade Center Towers: What Did and Did Not Cause It?: la porzione superiore dell'edificio, in caduta, "trita" quella sottostante e a sua volta ne viene "tritata", e questo avviene nella zona in cui le due porzioni s'incontrano, ossia lungo il fronte di crollo. Se così non fosse, a fine crollo la parte superiore sarebbe ancora intera e poggiata sulle macerie della porzione inferiore. E' per questo che al WTC la porzione superiore sembra disintegrarsi in un modo che i cospirazionistri ritengono anomalo.






Fonti supplementari: FranceBTP, Cg94.fr.

2009/08/08

L'alluminio non può tagliare l'acciaio?

di Paolo Attivissimo

Ogni tanto si affaccia a questo blog qualcuno che obietta sdegnato che gli aerei che colpirono e trapassarono le Torri Gemelle non possono essere stati reali, perché l'alluminio degli aerei non è forte quanto l'acciaio delle Torri e quindi gli aerei non avrebbero potuto penetrare. Sì, c'è gente che dice davvero così. Di solito è la stessa che poi cita September Clues.

A queste persone sfugge il concetto che la penetrazione o l'azione distruttiva di un oggetto nei confronti un altro è questione di energia, non solo di consistenza dei rispettivi materiali. Questo video è uno spunto di riflessione per loro.

Pentagono, voli radenti impossibili con aerei di linea?

di Paolo Attivissimo



Rick Rojatt, noto come “The Human Fly”, in piedi su un DC-8 nel deserto di Mojave, nel 1970, a 400 km/h. Immagine segnalata dal blog X Planes.


Sempre Rojatt, in una foto tratta dall'archivio del Mojave Transportation Museum. La dedica è firmata dal pilota, Clay Lacy, per il gestore dell'aeroporto di Mojave, Dan Sabovich.