2006/06/30

FAQ 3.4: Le Torri Gemelle - Gli incendi

di Paolo Attivissimo, con il contributo di tutti gli autori di Undicisettembre. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. La data di pubblicazione è fittizia per esigenze di riordino del blog. Ultimo aggiornamento: 2014/01/20.

Queste sono le risposte sintetiche ai dubbi più ricorrenti a proposito degli attentati contro le Torri Gemelle del World Trade Center (WTC) dell'11 settembre 2001. Per gli approfondimenti si possono leggere gli articoli indicati nei link qui sotto o si può cercare in questo blog usando la casella di ricerca qui a destra.

3.4. Gli incendi

3.4.1. Come poté fondersi l'acciaio, se il cherosene quando brucia non raggiunge la temperatura di fusione dell'acciaio?


L'acciaio delle Torri Gemelle non si fuse prima dei crolli: queste sono esagerazioni giornalistiche diffuse inizialmente, prima che fossero svolte le perizie tecniche. La ricostruzione tecnica dice che l'acciaio si ammorbidì per il calore, diventando incapace di reggere i carichi, e questo portò al collasso della struttura. In secondo luogo, il cherosene appiccò l'incendio, ma l'incendio proseguì alimentato dal contenuto delle Torri (mobili, carta, tappeti, eccetera): quindi la temperatura alla quale brucia il cherosene è irrilevante e conta quella della combustione del contenuto degli edifici.

L'ammorbidimento e il cedimento dell'acciaio in caso d'incendio non è un fenomeno insolito: è noto, perlomeno fra i tecnici, che l'acciaio si deforma già a 350°C e si ammorbidisce già a 500°C. Lo confermano anche i Vigili del Fuoco italiani qui (2008) e qui (2001). Queste temperature sono raggiunte normalmente negli incendi in ambiente domestico o d'ufficio: lo conferma lo standard ISO 834, dal quale è tratto il grafico di temperature mostrato qui accanto.

L'acciaio non protetto perde circa il 50% della propria resistenza a 600°C e a 980°C ha meno del 10% della resistenza iniziale, secondo i dati forniti da Farid Alfawakhiri, ingegnere capo addetto alle norme edilizie dell'American Iron and Steel Institute (Debunking 9/11 Myths, pag. 39).


3.4.2. Come mai nessun edificio in acciaio era mai crollato per un incendio prima dell'11/9?


Non è vero. In realtà esistono casi di strutture in acciaio crollate per puro incendio prima dell'11/9 (dettagli; altri dettagli):

  • il McCormick Center di Chicago;
  • il Sight and Sound Theater in Pennsylvania;
  • la fabbrica della Kader in Thailandia;
  • la piattaforma petrolifera Mumbai High North;
  • la cartiera presso Malvern, nel Regno Unito.
Questi, però, sono esempi di strutture basse e relativamente piccole rispetto alle Torri Gemelle. È vero che prima dell'11/9 nessun grattacielo in acciaio era mai crollato per incendio. Ma bisogna considerare che i grattacieli con struttura interamente in acciaio sono pochissimi nel mondo e soprattutto che prima dell'11/9, nessun edificio era mai stato:

a) prima colpito da 120 tonnellate d'aereo, lanciate a oltre 700 km/h
b) poi incendiato da circa 32.000 litri di kerosene
c) e infine lasciato a bruciare (gli impianti antincendio del WTC furono messi fuori uso dagli impatti).

I Vigili del Fuoco di tutto il mondo conoscono benissimo la pericolosità degli incendi in edifici d'acciaio e sanno che il fuoco può innescarne il crollo.


3.4.3. A Madrid un grattacielo bruciò per venti ore e non crollò. Come mai le Torri Gemelle, invece, crollarono in meno di due ore?


Il grattacielo di Madrid (la Windsor Tower o Torre Windsor) in realtà crollò: cedette tutta la sua parte in acciaio. Eppure non era stato colpito da nessun aereo e aveva una struttura completamente differente da quella delle Torri (cemento armato, non acciaio puro).

Non ha senso paragonare un grattacielo interamente in acciaio, che fu prima trafitto da un grande aereo, poi imbevuto di circa 32.000 litri di carburante e infine incendiato e lasciato a bruciare, con un grattacielo in gran parte in cemento armato, nel quale presero fuoco soltanto i materiali da cantiere e i pompieri poterono intervenire (dettagli; altri dettagli; ancora dettagli; ulteriori dettagli; serie completa di articoli sul tema).

I cospirazionisti citano spesso quest'edificio, ma va ribadito che nella torre spagnola tutta la parte in acciaio crollò, e senza neanche una goccia di carburante aggiunto: bastò l'incendio dei materiali.


3.4.4. Come mai l'acciaio delle Torri Gemelle era certificato dall'ente UL per resistere ad una temperatura di oltre 1000°C per 6 ore, eppure cedette in meno di due ore?


Questa certificazione è una storiella inventata dai complottisti, che non sono mai riusciti a documentarla. Infatti in USA non si certifica l'acciaio, ma si certificano gli assemblaggi strutturali, secondo norme come la ASTM E 119 (dettagli; altri dettagli; ulteriori dettagli), e le strutture delle Torri Gemelle erano talmente innovative, per la loro epoca, che non furono formalmente certificate (dettagli).


3.4.5. Come mai le Torri crollarono, visto che gli incendi erano piccoli e non molto caldi?


La premessa è sbagliata: se davvero gli incendi fossero stati piccoli e non molto caldi, allora come mai oltre duecento persone preferirono suicidarsi gettandosi dalle Torri Gemelle (dettagli)?

Osservando l'immagine qui sotto è davvero difficile definire piccolo l'incendio, considerato che ciascuna delle facciate misurava 64 metri.





3.4.6. Se gli incendi erano caldissimi, come è possibile che ci siano foto di una persona che si affaccia dalla breccia d'impatto dell'aereo?


La zona della breccia non fu mai interessata da grandi incendi (lo si vede nelle foto scattate pochi minuti dopo l'impatto): l'impatto aveva trascinato il carburante dell'aereo dentro la torre, distribuendolo in avanti lungo la traiettoria di disgregazione del velivolo. Quindi la zona d'impatto fu quella meno interessata dal carburante in fiamme.

Inoltre la persona in questione, spesso identificata come Edna Cintron, fu fotografata 45 minuti dopo l'impatto contro la Torre Nord. La zona della breccia aveva quindi potuto raffreddarsi.

Non solo: lo squarcio fece da presa d'aria per gli incendi, per cui fu interessato da un intenso afflusso d'aria fresca, richiamata dall'esterno per effetto camino dalle fiamme all'interno della torre. Se ci fu un punto ventilato in tutta l'area devastata, fu proprio la breccia d'impatto. Usare questa fotografia come “prova” di temperature basse nel resto del volume colpito dagli incendi denota quindi grave incompetenza nella dinamica degli incendi in generale (dettagli).


3.4.7. Il cherosene non poteva generare, in quelle condizioni, incendi abbastanza caldi nemmeno da raggiungere i 5-600 gradi, e poi si sarebbe esaurito in 15 minuti: come è possibile che gli incendi abbiano causato il cedimento della struttura e siano durati molto più a lungo?


Negli incendi del WTC non bruciò soltanto il cherosene degli aerei. Bruciò il contenuto stesso degli edifici. Le torri ospitavano uffici, con tutto quello di cui c'è bisogno in ambienti simili: computer, carta, pannelli, scrivanie, plastiche, sedie, armadi. Tutta roba che brucia. Un incendio sviluppato in un ambiente simile raggiunge senza problemi temperature attorno ai 1000°C, come confermano i Vigili del Fuoco italiani, e brucia furiosamente, come si vede in questo video.

Il cherosene non alimentò l'incendio per oltre un'ora: l'incendio fu alimentato dai materiali presenti all'interno delle torri. Il cherosene innescò l'incendio, spandendosi, già in fiamme, all'interno della struttura.


3.4.8. Se alcune persone riuscirono ad attraversare la zona degli incendi, come è possibile che gli incendi fossero violentissimi?


Quelle persone (Brian Clark, Stanley Praimnath e altri) non passarono attraverso gli incendi: li aggirarono passando per l'angolo opposto a quello colpito dall'aereo (non dimentichiamo che il WTC misurava 64 per 64 metri su ogni piano), usando l'unica scala antincendio rimasta intatta nella Torre Sud, la Stairway A. Si chiama "antincendio" proprio perché protegge dagli incendi.

Quella scala, all'altezza dei piani colpiti, deviava dal centro della struttura per girare intorno ai motori degli ascensori (dodici motori da 24 tonnellate l'uno), che fecero da scudo contro l'impatto dell'aereo. Proprio per questo era ancora praticabile.

Non si può usare quest'episodio per dimostrare che gli incendi erano modesti, perché non si applica alla Torre Nord: infatti da sopra i piani colpiti, nella Torre Nord non si salvò nessuno. Dalla Torre Sud, oltretutto, grazie a quella scala si salvarono soltanto sedici persone (dettagli).


3.4.9. In una registrazione audio un pompiere disse “Abbiamo due focolai isolati, dovremmo riuscire a domarli con due linee”? Non vuol dire che gli incendi erano modesti?


No. La frase fu detta dal comandante dei vigili del fuoco Oreo Palmer, morto nei crolli, mentre si trovava al 78° piano della Torre Sud, pochi minuti prima del crollo dell'edificio. Palmer descrisse semplicemente la situazione nel punto in cui si trovava, non l'incendio nel suo complesso. Il 78° piano della Torre Sud era il limite inferiore dei piani colpiti dall'impatto dell'aereo, avvenuto dal 78° all'84°, quindi era ai margini della zona danneggiata.

Del resto, se l'incendio fosse stato davvero costituito da “due focolai isolati”, non avrebbe potuto produrre immagini come quella mostrata qui sopra.


3.4.10. Su Youtube c'è il video di una termografia registrata l'11 settembre durante gli incendi. La temperatura massima mostrata sulla scala è solo di 120°C. Com'è possibile?


La termocamera che registrò il video si trovava troppo lontano dalle torri per poter misurare le temperature degli incendi con accuratezza. Inoltre al momento della registrazione non erano stati settati adeguatamente svariati parametri della telecamera. In particolare, la gamma di temperature era stata impostata a 15-120°C e quindi anche le temperature superiori a 120°C venivano comunque indicate con questo valore massimo. Maggiori dettagli sono nell'intervista a James Seffrin.

3.4.11. Perché non si usarono gli elicotteri per soccorrere dal tetto le persone intrappolate ai piani alti?


Per molte ragioni. Le porte d'accesso al tetto erano chiuse a chiave e nessuno sopra la zona colpita aveva le chiavi. Uno solo dei tetti (quello della Torre Sud o WTC2, visitabile dal pubblico) era avvicinabile con un elicottero, ma non aveva un'area attrezzata per potervi atterrare: l'altro era irto di antenne (una grande in mezzo, più molte altre minori sparse), per cui non ci si poteva neanche avvicinare. Sarebbe stato necessario tenere a mezz'aria l'elicottero sopra un edificio in fiamme, nonostante il fumo e le correnti d'aria (già intensissime senza incendi, a 400 metri d'altezza), calare qualcuno che aprisse le porte d'accesso, e poi portare a bordo una persona alla volta con il verricello: un'operazione rischiosissima.

Il tentativo fu fatto comunque dalla polizia di New York, ma fu necessario rinunciare a causa del fumo e del calore troppo intenso (rapporto NIST NCSTAR-1, pag. 26; Staff Statement n. 13, pagg. 20-21).