2019/12/16

Garrett M. Graff - The Only Plane in The Sky: The Oral History of 9/11

di Hammer

In occasione del diciottesimo anniversario degli attentati dell'11/9, il giornalista Garrett Graff ha pubblicato il volume The Only Plane in The Sky: The Oral History of 9/11, in cui ricostruisce gli eventi drammatici di quel giorno attraverso i racconti in prima persona di testimoni, sopravvissuti, soccorritori, di chi ha perso i propri congiunti negli attentati e di persone coinvolte negli attacchi a vari livelli, come gli insegnanti di una scuola di Arlington.

Il libro di Graff costituisce davvero un lavoro monumentale, avendo raccolto centinaia di contributi che offrono uno spaccato completo e toccante dello svolgimento di quei tragici attentati. Grazie ai racconti raccolti da Graff riviviamo infatti le emozioni di chi si è trovato a dover evacuare dalle Torri Gemelle e dal Pentagono in fiamme, dei soccorritori che sono stati chiamati a intervenire e anche di chi ha assistito inerme allo svolgersi degli eventi.

Oltre a raccontare i fatti che si sono svolti nelle tre zone del disastro, narrati anche in numerosi altri libri e documentari, Graff ha raccolto testimonianze più rare come quelle dei controllori di volo, del personale del NORAD, di quello presente nel Presidential Emergency Operations Center (struttura interrata della Casa Bianca utilizzata come centro di comando in caso di emergenze nazionali), dei medici e degli infermieri che accolsero i feriti negli ospedali e di chi era presente sull'Air Force One (come personale della stampa, collaboratori del Presidente e ufficiali dello United States Secret Service) che volava in una zona mai precisamente chiarita al pubblico sul Golfo del Messico. Inoltre, Graff riporta le testimonianze anche di personalità di spicco come Dick Cheney, Condoleezza Rice, Richard Clarke e Rudy Giuliani, che servono a chiarire come l'evento fosse completamente imprevedibile anche per le autorità che dovettero prendere decisioni mai prese prima su come fronteggiare la crisi.

Il libro di Graff è quindi prezioso non solo perché approfondisce i fatti ampiamente noti, ma anche perché racconta aspetti meno conosciuti degli attenti, come ciò che è accaduto nel pomeriggio al World Trade Center e al Pentagono per la gestione della situazione e anche l'intervento dei soccorritori a Shanksville che hanno rinvenuto sul luogo dello schianto solo i frammenti dell'aereo e nessun ferito da soccorrere.

The Only Plane in The Sky: The Oral History of 9/11 è ad oggi uno dei migliori libri mai pubblicati sull'11/9, proprio per la sua completezza e per aver approfondito aspetti che spesso non vengono messi in luce. Garret Graff deve sicuramente essere encomiato per il suo sforzo e per il risultato della sua ricerca che aggiunge una pietra miliare utile a preservare la memoria di quanto avvenuto in quei tragici momenti.

2019/12/02

L'incendio al World Trade Center del 1975

di Hammer

Ventisei anni prima dell'11/9 e diciotto anni prima dell'attentato del 1993, il World Trade Center fu colpito da un incendio all’undicesimo piano della Torre Nord il 13 febbraio del 1975, in quello che fu il primo grave incidente occorso al complesso fino ai due attentati terroristici.


Di questo evento parla il libro Tall Building Criteria and Loading, scritto nel 1980 dal progettista delle Torri Gemelle, Leslie Robertson, insieme all'ingegnere giapponese Takeo Naka. Secondo quanto riportato, intorno alle 23:45 un facchino si accorse del fuoco all'undicesimo piano e attivò manualmente l'allarme. La squadra dei pompieri arrivò sulla scena e salì con il montacarichi fino al nono piano, i vigili del fuoco collegarono i tubi agli idranti al decimo piano per poi salire lungo le scale per affrontare l'incendio al piano superiore.

Arrivati all'undicesimo piano, si accorsero che il fuoco si era esteso al piano inferiore e ai piani superiori fino al sedicesimo, passando lungo le condutture per i cavi telefonici; tuttavia agli altri piani i danni furono limitati alle condutture dei cavi e le fiamme non raggiunsero gli uffici. I pompieri impiegarono tre ore a spegnere le fiamme. Inoltre incendi isolati furono trovati al nono e al diciannovesimo piano e furono spenti senza problemi.

Al tempo le condutture per i cavi non erano dotate di protezioni ignifughe e i palazzi stessi non avevano un impianto antincendio ad acqua, in quanto la Port Authority di New York e New Jersey non era tenuta a rispettare le norme di sicurezza locali. Inoltre il sistema di rilevamento del fumo, che pure era presente, non rilevò l'incendio prima che se ne accorgesse il facchino.

Al momento dell'incidente gli unici occupanti dell'edificio erano del personale delle pulizie e di servizio, che furono fatti evacuare; otto di loro dovettero essere curati per ferite o per esposizione al fumo. Dei 132 pompieri coinvolti, 28 rimasero feriti e 16 dovettero essere curati sul posto. Il capitano dei pompieri Harold Kull riferì in seguito che data la violenza dell'incendio, tutti gli uomini della sua squadra riportarono bruciature al collo e all'orecchio; inoltre il calore sprigionato fu sufficiente a causare l'imbarcamento di parte della soletta dell'undicesimo piano, che rimase danneggiato al 21%.

Il dipartimento dei vigili del fuoco chiarì subito che l'incendio era doloso: un piromane aveva imbottito di carta un quadro tecnico dell'apparato telefonico e aveva dato fuoco alla carta stessa. A conferma dell'ipotesi, alcuni giorni dopo la polizia della Port Authority e la Temco Industries (società incaricata della manutenzione dei palazzi) ricevettero telefonate anonime che minacciavano altri incendi se i lavoratori della Temco non avessero ricevuto i pagamenti arretrati che la società doveva loro.

Nella notte del 19 maggio dello stesso anno una nuova serie di incendi scoppiò nella Torre Sud: al ventiseiesimo, ventisettesimo, ventottesimo e trentaduesimo piano. In seguito a questo secondo atto di incendio intenzionale, il dipartimento dei vigili del fuoco, grazie alla presenza di due comandanti sotto copertura come addetti alle pulizie, riuscì a individuare il responsabile di entrambi gli atti nel diciannovenne Oswald Adorno, che lavorava come guardiano notturno alle dipendenze della Temco. Adorno ammise la propria colpevolezza e aggiunse che il motivo dell'assurdo e reiterato gesto stava nel non vedere opportunamente riconosciuto dall'azienda il proprio lavoro faticoso, in quanto l'uomo riteneva di essere responsabile di troppi piani dell'edificio.

Il rapporto del NIST sul crollo delle Torri Gemelle spiega che in seguito ai due incidenti la Port Authority avviò uno studio per il miglioramento della sicurezza negli edifici e questo portò all'installazione di porte tagliafuoco attivate da elettromagneti, al potenziamento del sistema di allarme e di quello di rilevazione dei fumi. Inoltre furono isolate maggiormente le scale, in modo che il fumo non potesse invaderle, e fu migliorata l'aerazione del core che, nel caso dell'incendio causato da Adorno, aveva funzionato come un camino, portando il fumo nei piani superiori, al punto che anche persone oltre il quarantesimo piano riferirono di aver sentito l'odore del fumo. Tra i miglioramenti introdotti ci fu ovviamente l'installazione di un sistema antincendio, che fu completato solo nel 1993.

Purtroppo tutte le contromisure prese non bastarono contro lo sfacelo causato dai terroristi l'11 settembre 2001: a riprova del fatto che l'orrore di quella mattina superò abbondantemente le peggiori previsioni dei progettisti e di chi doveva garantire la sicurezza degli edifici.