2022/03/31

L'FBI ha rilasciato altri lotti di documenti sulle indagini sull'11/9

di Leonardo Salvaggio

A seguito dell'ordine esecutivo firmato dal Presidente Joe Biden lo scorso 3 settembre, l'FBI ha recentemente pubblicato numerosi altri lotti di documenti relativi alle indagini sull'11/9 che si aggiungono a quelli resi pubblici lo scorso autunno. I documenti rilasciati sono fin qui oltre novecento e assommano a oltre quattromila pagine la cui lettura e analisi richiederà molto tempo. La revisione finalizzata alla desecretazione, comunque, non è finita nonostante l'ordine esecutivo inizialmente prevedesse che il lavoro dovesse essere completato in 180 giorni dall'emissione, cioè entro il 2 marzo 2022; al contrario al momento in cui scriviamo la pubblicazione più recente è del 29 marzo.


La documentazione si concentra sul ruolo dei facilitatori sauditi, guidati da Omar al-Bayoumi, che a San Diego assistettero e aiutarono Nawaf al-Hazmi e Khalid al Mihdhar, due dei dirottatori del volo American Airlines 77 che si schiantò contro il Pentagono. Il materiale è ancora in gran parte censurato e per ciascun segmento oscurato e specificato in quale casistica ricade, vengono ad esempio omesse le informazioni che devono rimanere riservate per non compromettere le indagini ancora in corso o quelle che possano consentire di identificare le fonti che devono rimanere anonime. Nelle ultime settimane sono anche stati resi pubblici segmenti precedentemente censurati di documenti già desecretati, ad esempio nei casi in cui mancava l'autorizzazione di un giudice che nel frattempo è arrivata.

Tra i file PDF resi disponibili ce n'è uno di 510 pagine che contiene informazioni rilevanti su al-Bayoumi e sui suoi legami con il governo di Riyadh, e sul principale dei suoi collaboratori, un altro cittadino saudita chiamato Osama Bassnan.

Un documento redatto dall'ufficio dell'FBI di Washington nel 2017 (a pagina 506 del PDF) afferma che prima dell'11/9 Omar al-Bayoumi riceveva uno stipendio dall'Al-Mukhabarat al-'Amma, la principale agenzia di intelligence saudita nota in inglese come General Intelligence Presidency, confermando così per la prima volta che l'uomo era un agente dell'intelligence saudita, attraverso il principe e ambasciatore Bandar bin Sultan Al Saud, il quale aveva stretti rapporti con la Casa Bianca e con il Presidente George W. Bush, al punto che veniva soprannominato "Bandar Bush". Al-Bayoumi riportava le informazioni che riusciva a trarre sui terroristi che stava seguendo allo stesso ambasciatore, il quale a sua volta li riportava all'Al-Mukhabarat al-'Amma. L' ufficio di Washington scrisse in un'altra nota dello stesso anno (a pagina 451) che le probabilità che al-Bayoumi conoscesse i piani dei due dirottatori prima degli attacchi è del 50%, di fatto non giungendo a una risposta certa.

Lo stesso file PDF contiene il verbale di un interrogatorio condotto dall'ufficio di San Diego a una fonte che rimane anonima il 24 settembre 2001 (a pagina 79), cioè pochi giorni dopo gli attentati. La fonte, che conosceva Bassnan e al-Bayoumi da prima degli attentati, riporta che Bassnan diede l'impressione di essere stato a conoscenza delle intenzioni dei terroristi già da prima che gli attentati avvenissero, tuttavia ogni volta che discuteva di questi aspetti tendeva a cambiare discorso, contraddirsi e trattenersi dal rivelare altro. Se non vi è certezza, quindi, che al-Bayoumi sapesse cosa i due terroristi stavano per compiere, ci sono alte probabilità che Osama Bassnan lo sapesse. Come riportato dalle ormai celebri 28 pagine del Joint Inquiry, l'indagine governativa sull'11/9, pubblicate nel 2016, anche Bassnan ricevette in varie occasioni somme di denaro dal principe Bandar.

Il mistero sul coinvolgimento dell'Arabia Saudita è quindi ancora molto intricato, la strada verso il chiarimento di questi aspetti rimane lunga ma almeno è iniziata grazie all'ordine esecutivo firmato da Biden. Il lavoro dell'FBI e quello dei tribunali continua, nella speranza che le famiglie delle vittime possano prima o poi avere una risposta sulle responsabilità di chi ha favorito i terroristi che hanno ucciso i loro familiari.

2022/03/11

Il designato ventesimo dirottatore, che non prese parte agli attentati, è stato trasferito da Guantanamo all'Arabia Saudita

di Leonardo Salvaggio

Il Pentagono ha annunciato lo scorso 4 febbraio la scarcerazione dalla prigione di Guantanamo di Mohammed al-Qahtani, cittadino saudita che con ogni probabilità era il designato ventesimo dirottatore dell'11/9, l'uomo avrebbe dovuto completare la squadra del volo United Airlines 93 su cui viaggiavano solo quattro dirottatori e non cinque come sugli altri tre voli. Al momento di entrare negli USA, il 4 agosto del 2001, gli fu negato il permesso all'ingresso e per questo non fece parte del gruppo finale degli attentatori.


In una nota il Ministero della Difesa chiarisce che la decisione è stata presa da un comitato periodico che si riunisce allo scopo di verificare le condizioni dei detenuti di Guantanamo. Al-Qahtani è stato trasferito in un ospedale psichiatrico in Arabia Saudita in quanto soffre di stress post traumatico e schizofrenia e non può ricevere le cure necessarie in un penitenziario americano, in tali condizioni non è ritenuto pericoloso per la sicurezza degli Stati Uniti.

Al-Qahtani, che è detenuto a Guantanamo da dicembre 2001, non è mai stato processato. Dopo essere stato recluso, è stato sottoposto a torture quali privazione del sonno, pestaggi, esposizione a temperature estreme, isolamento o essere costretto ad abbaiare o indossare sul capo indumenti intimi da donna. I dettagli sono riportati in un verbale ottenuto e pubblicato dalla rivista Time nel 2006. Nel 2002 un ufficiale dell'FBI riportò di averlo visto parlare da solo, sentire voci inesistenti o passare ore rannicchiato in un angolo; gli stessi comportamenti sono stati riscontrati recentemente dai suoi legali e da uno psichiatra che lo ha visitato in cella. Nel 2009 un alto ufficiale del Pentagono responsabile delle commissioni militari di Guantanamo stabilì che per via delle torture subite al-Qahtani non potesse essere processato, ammettendo per la prima volta ufficialmente che i detenuti di Guantanamo avevano subito delle torture.

Ovviamente la decisione di scarcerarlo ha scatenato ampie polemiche, perché se in rimpatrio dei detenuti a Guantanamo è iniziato da anni, al-Qahtani occupa tra di loro un posto di rilievo essendo l'uomo che doveva diventare il ventesimo dirottatore. I legali del saudita ne avevano chiesto la scarcerazione già nel 2020, ottenendo un rifiuto dall'amministrazione Trump, al contrario l'amministrazione Biden ha abbandonato la disputa legale accettando il trasferimento. A seguito della recente decisione di scarcerazione tre senatori repubblicani, James Inhofe dell'Oklahoma, Jim Risch dell'Idaho e Marco Rubio della Florida, hanno mandato al Presidente Biden una lettera chiedendogli di sovvertire la decisione in quanto al-Qahtani può essere ancora un pericoloso terrorista.

Il Pentagono ha emesso una nota in cui ringrazia l'Arabia Saudita e gli altri partner per l'impegno nella ricezione dei detenuti che contribuisce a ridurre il numero degli occupanti del penitenziario, con lo scopo finale di chiudere la struttura come annunciato da Obama nel 2014. Al momento la prigione di Guantanamo ospita altri trentotto detenuti, di cui diciannove per i quali è già stato autorizzato il rimpatrio. Nel 2003 i detenuti erano quasi settecento, il percorso intrapreso a partire dall'amministrazione Obama è quindi molto chiaro.



Fonti:

2022/03/03

Pubblicato un presunto nuovo video dello schianto del volo United Airlines 175 contro la Torre Sud del World Trade Center

di Leonardo Salvaggio


Circa una settimana fa, a fine febbraio 2022, lo YouTuber Kevin Westley ha pubblicato sul proprio canale YouTube un video probabilmente inedito dello schianto del volo United 175 contro la Torre Sud. Il video è girato dalla zona di Battery Park, come si capisce dal fatto che il palazzo al 39 di Battery Place (che ospita anche lo Skyscraper Museum) è, rispetto all'osservatore, a sinistra delle torri. Il filmato mostra il velivolo, ripreso da terra da sud, volare sopra la folla e schiantarsi contro la torre tra le urla di chi assiste all'attentato.

Secondo quanto dichiarato da Westley nella descrizione, il video è su YouTube da anni, ma l'autore avrebbe dimenticato di impostarlo come public, tenendolo pertanto privato per sé e si sarebbe accorto dell'errore solo recentemente. Il video dura 8:46 minuti, ma il girato è di poco più di cinque minuti, dopo i quali si vedono circa quindici secondi verosimilmente successivi ai crolli e poi lo schianto dell'aereo a velocità rallentata.

Al momento il video sembra effettivamente inedito, in quanto né a Undicisettembre né ad altri ricercatori a livello internazionale risulta di averlo visto in precedenza.