Questa è una lista parziale e in completamento dei principali errori di intelligence che hanno consentito ad al-Qaeda di condurre l'attentato dell'11/9.
Il Phoenix Memo
Il Phoenix Memo è una nota inviata nel luglio del 2001 dall'ex agente dell'FBI Kenneth Williams a varie agenzie di intelligence in cui informava che dei cittadini sauditi in Arizona da anni frequentavano scuole di aviazione e diffondevano materiale nella moschee e nelle università inneggiante a Osama bin Laden e ad al-Qaeda (dettagli).
La comunicazione non venne trattata con la dovuta priorità, sia perché non c'era una minaccia concreta e specifica sia perché l'attenzione degli investigatori fu deviata dal caso dell'incendiario seriale Mark Warren Sands.
Il Summit del Terrore di Kuala Lumpur
Tra il 5 e l'8 gennaio del 2000 si svolse a Kuala Lumpur, capitale della Malesia, un incontro di alcuni membri di al-Qaeda allo scopo di organizzare i principali attacchi terroristici che avrebbero condotto negli anni successivi.
L'incontro fu organizzato da Riduan Isamuddin, noto con il nome di battaglia Hambali, il quale invitò all'incontro quattro membri di al-Qaeda che bin Laden aveva selezionato per condurre un attentato con l'uso di aeroplani: Khalid al-Mihdhar, Nawaf al-Hazmi, Tawfiq bin Attash (detto Khallad) e Abu Bara al-Yemeni. I primi due sarebbero poi stati tra i cinque dirottatori del volo American Airlines 77 che si schiantò sul Pentagono.
Il primo scopo di Khallad nella capitale malese non era però partecipare al summit, ma condurre alcuni test sulla sicurezza aerea. Il 31 dicembre infatti volò a Bangkok e il giorno seguente si spostò a Hong Kong con un volo di linea americano; prese in biglietto di prima classe, sperando di poter vedere l'interno della cabina di pilotaggio, ma dal sedile che gli fu assegnato non riuscì nel suo intento. Inoltre Khallad portò nel proprio bagaglio a mano un tagliacarte all'interno di una busta con i propri oggetti da toeletta. Il giorno seguente tornò a Bangkok da Hong Kong e ai controlli di sicurezza all'imbarco i controllori verificarono il suo bagaglio a mano e controllarono anche la busta con il tagliacarte, ma diedero un'occhiata generale e lo lasciarono passare. Sul volo Khallad attese che gli altri in prima classe si addormentassero, quindi tirò fuori la busta e nessun assistente di volo fece alcuna obiezione.
In quel periodo la CIA seguiva già i due dirottatori, che avevano i visti per entrare negli USA, e continuò a sorvegliarli durante i quattro giorni del summit. I due furono anche fotografati dalla CIA, anche con il supporto delle autorità malesi. La CIA era anche informata del fatto che al-Mihdhar e al-Hazmi avevano visti per entrare negli USA, ma non ne informò l'INS, che avrebbe potuto bloccarli all'ingresso, né ne informò l'FBI, che avrebbe potuto seguirli negli USA così da capire le loro intenzioni. La CIA chiese all'INS solo il 21 agosto del 2001 di controllare se i due sospetti volessero entrare negli USA, ma ottenne come risposta che erano già entrati. A quel punto l'agenzia chiese all'FBI di cercarli, ma il tempo non fu sufficiente.
Il centralino di al-Qaeda a Sana'a in Yemen
A metà degli anni 90 al-Qaeda attivò a Sana'a, capitale dello Yemen, un centro di comando che fu utilizzato principalmente come snodo per le comunicazioni. La struttura era dotata di un telefono satellitare Compact M che si poteva connettere alla rete telefonica satellitare Inmarsat. Il dispositivo venne usato per coordinare molte e importantissime operazioni di al-Qaeda. Gli investigatori americani vennero a conoscenza dell'esistenza di questa base tra il 1996 e il 1998.
La CIA mise sotto controllo il telefono nella casa di Sana'a ed ottenne informazioni sulle attività di al-Qaeda come summit del terrore che si sarebbe tenuto in Malesia nel gennaio del 2000. Tuttavia la CIA non comunicò le informazioni raccolte all'FBI, ma le condivise solo con i servizi segreti Sauditi grazie a cui scoprì che i due erano legati ad al-Qaeda. Grazie a queste informazioni alcuni agenti della CIA riuscirono ad entrare nella camera di albergo di Dubai in cui al-Mihdhar si era fermato durante il suo viaggio verso la Malesia, gli agenti fotocopiarono il passaporto del terrorista e scoprirono che aveva un visto per entrare negli USA, ma di nuovo non ne informarono l'FBI né il Dipartimento di Stato.
Il memo dell'Agente Speciale dell'FBI Doug Smith su al-Bayoumi bloccato dalla CIA alla Alec Station
La Alec Station della CIA, istituita nel 1996 allo scopo di indagare su Osama bin Laden, bloccò l'invio di un memo da parte dell'ex agente speciale dell'FBI Doug Miller, che lavorava con la CIA presso quella stazione, con il quale avrebbe informato il Bureau del Summit del Terrore in Malaysia. Il motivo è probabilmente che se l'FBI fosse stato messo al corrente, avrebbe interferito con l'attività di reclutamento che Omar al-Bayoumi (agente dei servizi segreti sauditi) stava conducendo in California verso Khalid al-Mihdhar e Nawaf al-Hazmi.
L'ex Agente Special dell'FBI Mark Rossini ne ha parlato estensivamente nel suo documento sul coinvolgimento saudita.
Si tratta probabilmente del più grande e importante errore di intelligence che ha portato all'11/9.
L'indagine preliminare dell'FBI su al-Bayoumi del 1998
Nel 2001 il nome di Omar al-Bayoumi non risultò nuovi agli inquirenti, infatti l'FBI condusse un'indagine preliminare su di lui già nel 1998. Secondo il rapporto del Dipartimento di Giustizia A Review of the FBI's Handling of Intelligence Information Related to the September 11 Attacks (in cui valuta la gestione dell'FBI delle informazioni raccolte prima dell'11/9), il nome di al-Bayoumi comparve all'attenzione dell'FBI nel 1995 nell'ambito di un'altra indagine, di cui non è fornito nessun dettaglio. Il 31 agosto del 1998 l'FBI fu contattato dal gestore del comprensorio di San Diego in cui abitava che segnalò attività sospette legate al saudita.
Tuttavia l'FBI non trovò nulla che collegasse al-Bayoumi al terrorismo islamico e non c'erano i presupposti per ritenere che l'uomo costituisse una minaccia. Il 7 giugno del 1999 l'indagine preliminare su Omar al-Bayoumi venne chiusa.
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