2006/06/30

FAQ 6.2: Le obiezioni ai “debunker” - Associazioni, persone e sondaggi che sostengono le tesi alternative

di Paolo Attivissimo, con il contributo di tutti gli autori di Undicisettembre. Ultimo aggiornamento: 2017/06/15.

Queste sono le risposte sintetiche alle critiche e alle obiezioni più ricorrenti rivolte ai cosiddetti debunker, ossia a coloro che scelgono di non fidarsi delle affermazioni fatte dai guru complottisti e vanno a verificarne la corrispondenza ai fatti e la coerenza tecnica. Per gli approfondimenti si possono leggere gli articoli indicati nei link qui sotto oppure si può cercare in questo blog usando la casella di ricerca qui a destra.


6.2.1. Se ci sono altrettanti esperti che sostengono le tesi alternative, a quali esperti c'è da credere?


In realtà non sono affatto altrettanti. Il numero degli esperti che confermano la ricostruzione tecnica comunemente accettata è enorme rispetto a quello dei sostenitori delle tesi alternative; quello degli esperti che non le contestano è ancora più grande.

Basti pensare che i piloti d'aereo iscritti all'associazione Pilots for 9/11 Truth e dichiaratisi favorevoli alle tesi alternative sono circa 200 in tutto il mondo rispetto ai 116.000 piloti attivi nei soli Stati Uniti. Inoltre i piloti della Airline Pilots Association, che aveva offerto una taglia da 2 milioni di dollari per la cattura di Osama bin Laden, sono circa 53.000 fra Canada e Stati Uniti.

Un altro esempio: i membri dell'associazione Architects and Engineers for 9/11 Truth, sostenitrice delle tesi alternative, sono circa 2800 (dati di giugno 2017), cioè meno dello 0,1% del totale degli architetti e ingegneri statunitensi.

È vero che le scoperte scientifiche partono a volte da un numero ristretto di pionieri che propongono una tesi non condivisa dal resto della comunità, per cui il fatto che siano in pochi a sostenere le tesi alternative sull’11 settembre non implica in sé che queste tesi siano sbagliate, ma questi numeri rendono chiaro che i dubbi non sono affatto ampiamente diffusi fra gli addetti ai lavori.

In ogni caso, qualunque tesi va dimostrata con prove che superino il vaglio e la verifica degli esperti: finora i cospirazionisti non sono riusciti a farlo, ed è questo il vero motivo per il quale le loro tesi non sono ritenute credibili, mentre la ricostruzione “ufficiale” ha superato l'esame degli esperti e le sue conclusioni fanno ormai parte della letteratura tecnica specializzata.


6.2.2. C'è un'associazione di oltre 2000 architetti e ingegneri che sostiene che la versione ufficiale non regge: si chiama Architects and Engineers for 9/11 Truth (AE911truth.org). Come lo spiegate?


L'associazione Architects and Engineers for 9/11 Truth in realtà raduna qualunque persona dica di avere un titolo attinente all'edilizia e sostenga qualunque tesi di complotto, anche la più strampalata.

Inoltre, nonostante dichiari di avere 2800 esperti a disposizione, in tutti questi anni non ha mai pubblicato una perizia tecnica validata a supporto delle proprie asserzioni, preferendo vendere DVD su Internet.

Se si va a controllare quello che dicono alcuni dei suoi membri, si scopre che c'è chi parla di bombe atomiche nelle Torri Gemelle che fanno evaporare 100.000 tonnellate d'acciaio e chi parla di raggi laser usati per demolire i grattacieli (dettagli).

Quando a Teheran crollò il Plasco Building (un edificio alto 50 metri) a seguito di un grande incendio, il 19 gennaio 2017, invece di accettare il concetto piuttosto ovvio che un grande edificio in fiamme può crollare, AE911 suggerì alle autorità iraniane di indagare su possibili esplosivi nascosti e preparò addirittura un rapporto da inviare agli esperti iraniani.

Richard Gage di AE911.
Il loro capo, Richard Gage, ha "dimostrato" in TV le sue tesi sul crollo delle Torri usando uno strumento altamente scientifico: due scatole di cartone. Lo vedete qui accanto all'opera (dettagli).

Un altro loro membro, Tom Sullivan, dice che furono minate le colonne centrali, ma le fotografie dimostrano che le colonne centrali furono le ultime a cedere. È poi emerso che Sullivan non è un esperto di esplosivi o demolizioni, ma un fotografo che aveva maneggiato esplosivi come apprendista per qualche mese all'epoca degli attentati dell'11 settembre. Le sue dichiarazioni sono state descritte da altri sostenitori delle tesi di complotto come "menzogne intenzionali" (dettagli).

La serietà con la quale quest'associazione seleziona i propri aderenti fu dimostrata da un esperimento eloquente: nel 2007 uno degli autori del gruppo Undicisettembre si candidò come membro e fu subito incluso negli elenchi dei sostenitori autorevoli di AE911truth, nonostante le sue credenziali fossero di fantasia e il suo nome fosse Massimo Dell'Affidabilità (dettagli).


6.2.3. Come mai c'è un'associazione, Patriots Question 9/11, che elenca oltre 500 ingegneri che dubitano della versione ufficiale?


Lo spiega direttamente l'estensore dell'elenco, Alan Miller: Patriots Question 9/11 non è un'associazione alla quale si aderisce, non è un elenco di complottisti autorevoli, ma è semplicemente una compilation di dichiarazioni di persone che secondo Miller sostengono le teorie cospirazioniste.

Tant'è vero che fra i suoi “membri” c'è addirittura Frank DeMartini, che era talmente complottista da essere morto nel crollo delle Torri Gemelle, di cui era manager progettuale, dopo aver avvisato via radio che le strutture degli ascensori rapidi, che attraversavano verticalmente il nucleo centrale dell'edificio, minacciavano di collassare (dettagli).


6.2.4. Come mai c'è un'associazione, Pilots for 9/11 Truth, che raggruppa piloti che sostengono che la versione ufficiale è falsa?


Andando a vedere cosa affermano i membri di Pilots for 9/11 Truth, si scopre per esempio che Glen Stanish, cofondatore dell'associazione, ha dichiarato che sotto uno dei Boeing 767 dirottati c'era un "pod", un dispositivo appeso. Ma il presunto "pod" corrisponde esattamente al rigonfiamento che fa da vano del carrello nel 767. Non è chiaro come mai un pilota non sappia riconoscere il vano del carrello di un aereo di linea.

A dicembre 2009, Pilots for 9/11 Truth annunciò di aver scoperto che dai dati della "scatola nera" del Volo 77 (schiantatosi contro il Pentagono) risultava che la porta della cabina di pilotaggio non era mai stata aperta durante il volo dell'11 settembre, per cui i terroristi non potevano esservi entrati e quindi la "versione ufficiale" era falsa. Ma una verifica tecnica – stranamente omessa da Pilots for 9/11 Truth – ha dimostrato che la "scatola nera" su quel velivolo in realtà non registrava l'apertura e la chiusura di quella porta, perché non c'era l'apposito sensore (il velivolo era del 1991, ma i sensori furono montati solo sugli esemplari fabbricati dal 1997 in poi). Infatti la "scatola nera" del Volo 77 indica il parametro “porta chiusa” anche per tutti i voli precedenti registrati dallo strumento (per le precedenti 40 ore). Se il valore fosse reale, come sostiene Pilots for 9/11 Truth, vorrebbe dire che i piloti accedevano al cockpit attraverso i finestrini, non si recavano mai alla toilette e non ricevevano i pasti o almeno un caffè dagli assistenti di volo (dettagli).

Un altro esempio della serietà dell'associazione è dimostrata da quanto è facile diventarne membri senza avere in realtà alcuna competenza, come dimostrato a settembre 2010 da un utente che è stato iscritto fra i "piloti" pur non essendo affatto pilota e avendo presentato credenziali di fantasia (dettagli).


6.2.5. Come mai c'è un’associazione di vigili del fuoco, Firefighters for 9/11 Truth, che sostiene la falsità della versione ufficiale?


L'associazione Firefighters for 9/11 Truth è stata fondata da un ex vigile del fuoco, Anton Vodvarka, che non era in servizio l'11 settembre (era già in pensione). Nessuno dei suoi membri ha esperienza diretta degli attentati. Le "prove" presentate dall'associazione sono le solite, alcune oltretutto già smentite dagli stessi cospirazionisti. Una dichiarazione di uno degli aderenti la dice lunga sulla serietà e obiettività dell'associazione: "Sono stati gli ebrei", dichiara sicuro Alex Montraeus (dettagli).


6.2.6. Come mai Steven Jones, professore di fisica alla Brigham Young University, fu sospeso dalla docenza per aver affermato che le Torri Gemelle furono minate?


Il professor Jones fu sospeso nel 2006 per aver pubblicato le proprie tesi pro-complotto sul sito della Brigham Young University, abusando del nome dell'università e coinvolgendola nel conseguente imbarazzo pubblico, invece di pubblicarle autonomamente come sarebbe stato corretto fare (dettagli).

Va ricordato che Steven Jones fu colto a spacciare per metallo fuso (quindi prova di demolizione per via termica delle Torri Gemelle) un blocco in realtà fatto di cemento compresso e a presentare come pozza di metallo incandescente una zona illuminata dalle lampade dei soccorritori (dettagli).


6.2.7. Come mai Christopher Bollyn, giornalista dell'American Free Press e sostenitore di alcune tesi di complotto, fu malmenato davanti a casa da agenti dell'FBI?


L'episodio è avvenuto nel 2006 ed è andato un po' diversamente (aveva chiamato lui gli agenti, che erano della polizia locale, non dell'FBI), tanto che una giuria popolare ha ritenuto Bollyn colpevole di aggressione aggravata, resistenza all'arresto e minacce nei confronti della polizia locale. Bollyn era già pregiudicato per furto. Il giornale per cui scriveva Bollyn, l'American Free Press, ha legami neonazisti ed è stato fondato dall'ideologo dell'estrema destra americana Willis Carto, notoriamente e documentatamente negazionista dell'Olocausto. Bollyn è stato ripetutamente ospite radiofonico di David Duke, ex leader del Ku Klux Klan (dettagli).

A parte questo, le tesi di Christopher Bollyn sono state smentite addirittura da altri cospirazionisti: l'asserita assenza di rottami del Volo 93 (dettagli), la presunta parentela e connivenza fra il capo della sicurezza nazionale USA Michael Chertoff e Benjamin Chertoff, uno dei redattori di un articolo di Popular Mechanics che smonta le tesi di complotto sull'11/9 (dettagli), e l'errata interpretazione dei rapporti sismografici delle Torri Gemelle, che secondo Bollyn rivelerebbero esplosioni (dettagli).


6.2.8. Come mai non rispondete alle dodici domande di Massimo Mazzucco?


Le dodici domande in questione, come tutte le altre fatte in questi anni dai cospirazionisti, hanno già avuto ampia e dettagliata risposta da parte degli esperti statunitensi nei loro rapporti tecnici, che sono stati accettati dai loro colleghi nel resto del mondo. Noi siamo solo giornalisti e ricercatori che riferiscono e divulgano quello che gli esperti hanno concluso in merito agli aspetti tecnici dell'11/9. Per gli esperti, le infinite tesi alternative non sono plausibili e molto spesso sono semplicemente ridicole. Da parte nostra non c'è altro da aggiungere.

La comunità degli addetti ai lavori è soddisfatta delle risposte tecniche avute dalle indagini, tanto che gli eventi dell'11/9 sono parte integrante della letteratura tecnica e delle norme edilizie. Se Massimo Mazzucco o altri hanno tuttora domande insoddisfatte sull'argomento, sono liberissimi di farle ai tecnici qualificati del settore e di chiedere loro una perizia tecnica.

Rivolgere l'ennesima serie di domande a noi, anziché direttamente ai vigili del fuoco di New York e Arlington, agli ingegneri strutturisti, ai piloti, ai controllori di volo, ai periti di esplosivistica che hanno le competenze di indagare su questi temi, è pura polemica e desiderio d’attenzione e denota paura di affrontare il loro giudizio.

Per chi comunque volesse delle risposte divulgative a queste domande, sono disponibili grazie a Crono911 e a Perle Complottiste.


6.2.9. Se è tutto così chiaro, perché ci sono 100 domande che l'associazione dei familiari delle vittime dell'11/9 ha posto all'amministrazione Bush e che ancora aspettano una risposta?


In realtà le 100 domande hanno già avuto in gran parte risposta: che poi la risposta data venga ignorata o non piaccia è un altro paio di maniche. Ma è stata data.

Molte di queste domande in realtà sbugiardano le teorie cospirazioniste: per esempio, parlano di voli di aerei di linea (quindi addio teorie di ologrammi) e parlano di Osama bin Laden (quindi addio autoattentato, addio demolizioni controllate). Alcune riguardano addirittura bufale spiegate da tempo (per esempio il caso Odigo).

Altre dimostrano ignoranza dei fatti: per esempio, chiedono come fece un passaporto di dirottatore, trovato al WTC, a sopravvivere agli incendi, quando fu trovato da un passante e consegnato alla polizia di New York prima del crollo e fa parte degli oggetti scagliati fuori dalle torri al momento dell'impatto, dunque prima dei roghi. Oltretutto il passaporto è soltanto uno dei tanti oggetti fragili provenienti dagli aerei che sono stati recuperati: ci sono anche giubbetti di salvataggio, cuscini di sedili e brandelli di passeggeri.


6.2.10. Se è tutto così chiaro, perché le teorie alternative sono così popolari secondo i sondaggi?


In realtà le teorie di demolizioni controllate e di aerei fantasma non sono affatto popolari. Leggendo con attenzione i sondaggi spesso sbandierati dai complottisti per dimostrare che un terzo degli americani è con loro, si scopre per esempio che nel 2007 soltanto il 4,5% degli intervistati sosteneva le teorie di autoattentato causato attivamente dal governo USA (dunque piazzando esplosivi o altro nelle Torri Gemelle, colpendo il Pentagono con un missile o simili, abbattendo il Volo 93, facendo trovare un passaporto di dirottatore intatto, eccetera), secondo un sondaggio Zogby.

Tutti gli altri di quel terzo credevano che il governo statunitense avesse invece lasciato fare ad al-Qaeda, e che appunto al-Qaeda avesse realmente dirottato gli aerei e li avesse fatti schiantare contro il Pentagono e le Torri (dettagli). Secondo i sondaggi, i sostenitori della tesi “il governo ha lasciato che accadesse” negli Stati Uniti erano il 26,4% nel 2007, il 14% nel 2009 e l’11% nel 2013 (dettagli).