2006/06/30

FAQ 1.1: Gli attentati in generale - La “versione ufficiale”

di Paolo Attivissimo, con il contributo di tutti gli autori di Undicisettembre e di Giuliano47. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. La data di pubblicazione è fittizia per esigenze di riordino del blog. Ultimo aggiornamento: 2015/09/14.

Queste sono le risposte sintetiche ai dubbi più ricorrenti a proposito degli aspetti generali degli attentati dell'11 settembre 2001. Ai singoli attentati sono dedicate altre pagine specifiche di risposta in sintesi. Per gli approfondimenti si possono leggere gli articoli indicati nei link qui sotto, oppure si può cercare in questo blog usando la casella di ricerca qui a destra.


1.1. La “versione ufficiale”

1.1.1. Qual è la “versione ufficiale” degli attentati dell'11 settembre 2001?


Va premesso che è scorretto e ingannevole parlare di “versione ufficiale”: fa sembrare che si tratti di una versione dispensata a scatola chiusa dalle autorità. In realtà gli eventi principali dell'11/9 sono ampiamente documentati da testimonianze di sopravvissuti (molte delle quali sono state raccolte anche da noi), da perizie tecniche di enti civili, dalle telefonate dei passeggeri ai loro familiari e dai reperti, e la dinamica dei voli dirottati, degli impatti e dei crolli è conforme alle nozioni di aeronautica, di ingegneria strutturale e di lotta agli incendi presenti nella letteratura tecnica dei rispettivi settori.

In sintesi, la mattina dell'11 settembre 2001 diciannove dirottatori (quindici sauditi, due degli Emirati Arabi, un egiziano e un libanese) si imbarcarono su quattro aerei di linea, due della United Airlines e due della American Airlines, che effettuavano voli transcontinentali all'interno degli Stati Uniti. Usando delle armi da taglio (che all'epoca era permesso portare in cabina nei voli interni statunitensi), aggredirono il personale di volo e i passeggeri e presero possesso delle cabine di pilotaggio.

Alcuni dei dirottatori erano piloti d'aereo certificati e avevano seguito corsi appositi di addestramento per i tipi di aereo di linea dirottati (Boeing 757 e Boeing 767). Questi dirottatori piloti presero i comandi degli aerei e spensero i transponder (segnalatori radio) che permettevano ai controllori di volo di localizzare gli aerei. I voli dirottati divennero così sostanzialmente irreperibili. Poi i dirottatori impostarono il pilota automatico in modo che li portasse in prossimità dei loro bersagli.

I controllori di volo si accorsero della scomparsa degli aerei dai radar e inizialmente ipotizzarono un guasto al transponder o un incidente. Tentarono ripetutamente di contattare gli aerei, spendendo minuti preziosi. Furono captate delle comunicazioni radio effettuate per errore dai dirottatori, ma non fu subito chiaro che si trattasse di quattro dirottamenti. Alcuni dei passeggeri utilizzarono i telefoni di bordo per avvisare le compagnie aeree e i propri familiari che erano stati dirottati.

All'epoca, lo svolgimento normale di un dirottamento prevedeva che i dirottatori avessero delle rivendicazioni e volessero usare i passeggeri come ostaggi, per cui la procedura standard era assecondarli, farli atterrare e negoziare il rilascio dei passeggeri. Prima dell'11/9, nessun dirottamento aveva mai utilizzato un aereo di linea carico di passeggeri e di carburante come un'autobomba volante, da schiantare contro un bersaglio per una missione suicida. Inizialmente, quindi, non c'era un'urgenza particolare di lanciare dei caccia per intercettare gli aerei dispersi. E i caccia, secondo le regole dell'epoca, avrebbero comunque semplicemente seguito a distanza gli aerei dirottati. Non c'era alcuna autorizzazione preventiva all'abbattimento di un aereo civile nazionale. Alle 8:46 fu dato l'ordine di lanciare dalla base di Otis due caccia F-15, che decollarono alle 8:53.

Alle 8.46, uno degli aerei dirottati, il volo AA11, un Boeing 767 della American Airlines, si schiantò contro la Torre Nord dei grattacieli gemelli del World Trade Center a New York, penetrando completamente nell'edificio di 110 piani alto oltre 410 metri. L'impatto fu ripreso da almeno tre telecamere indipendenti: una di una coppia di documentaristi francesi, una di un turista e una di un'installazione artistica che riprendeva il panorama della città. Queste riprese non furono subito disponibili in diretta. Non fu subito chiaro che si fosse trattato di un aereo di linea: nei primi minuti si pensò a un'avaria o un errore di pilotaggio di un piccolo aereo da turismo, di quelli che quotidianamente volavano vicino alle Torri Gemelle, anche perché la giornata era limpidissima e non aveva senso pensare a un aereo di linea disperso. L'idea di un aereo di linea pilotato dai dirottatori e lanciato volontariamente contro le Torri era semplicemente inconcepibile.

La notizia dell'impatto fece immediatamente il giro del mondo e moltissimi passanti si fermarono ad osservare lo squarcio e l'incendio divampato dopo l'impatto, innescato dal carburante dell'aereo. Le telecamere delle reti televisive iniziarono a trasmettere in diretta le immagini impressionanti dell'incendio di uno dei grattacieli più famosi del mondo.

Un quarto d'ora dopo, alle 9:03, mentre le telecamere dei passanti e quelle delle reti televisive riprendevano il rogo, un altro degli aerei dirottati, il volo UA175, un Boeing 767 della United Airlines, colpì l'altra torre gemella del World Trade Center, la Torre Sud, innescandovi un incendio. Questo secondo impatto, ripreso da tutte le telecamere puntate sui due grattacieli, avvenne più in basso del primo e di spigolo rispetto all'edificio. A quel punto fu chiaro che il primo schianto non era stato un incidente. Il riesame delle riprese permise immediatamente di capire che si era trattato di un aereo di linea.

Questo fece scattare l'allarme militare, ma da anni, con il calare della tensione della Guerra Fredda, il pattugliamento del territorio domestico americano era affidato a meno di venti caccia, che oltretutto in questo caso non sapevano dove andare perché gli aerei dirottati non erano identificabili sui radar. Quand'anche avessero trovato gli aerei dirottati, non avrebbero avuto il permesso di abbatterli.

Alle 9:37, il terzo aereo dirottato, il volo AA77, un Boeing 757 della American Airlines, si schiantò contro il Pentagono, ad Arlington (vicino a Washington, a meno di quattro chilometri dalla Casa Bianca), sotto gli occhi di almeno 55 testimoni che si trovavano sull'autostrada adiacente all'edificio e nelle sue vicinanze. L'aereo penetrò nell'edificio, come alle Torri Gemelle. L'impatto appiccò un incendio e causò il crollo di una porzione del Pentagono.

A New York, alle 9:59 l'incendio della Torre Sud sopraffece la struttura: il calore non fuse l'acciaio, ma lo scaldò tanto da fargli perdere la capacità di reggere il carico dei piani situati sopra l'area d'impatto incendiata. Il grattacielo crollò in diretta TV, uccidendo tutti coloro che si trovavano ancora al suo interno e lo stavano lentamente evacuando. Fu chiaro, a quel punto, che il bilancio degli attentati sarebbe stato catastrofico.

Alle 10:03, il quarto aereo dirottato, il volo UA93, un Boeing 757 della United Airlines, si schiantò quasi verticalmente in un campo della Pennsylvania, vicino a Shanksville. L'esame dei reperti e delle registrazioni radio e telefoniche permise in seguito di determinare che i passeggeri avevano tentato di sopraffare i dirottatori barricati nella cabina di pilotaggio e che i dirottatori avevano scelto di far precipitare l'aereo piuttosto che arrendersi.

Alle 10:28 crollò anche la seconda torre del World Trade Center. I crolli e gli incendi interessarono anche altri sei edifici del complesso: l'Hotel Marriott, un grattacielo di 22 piani; il World Trade Center 4 e 5, due palazzi di nove piani; il World Trade Center 6, un edificio di otto piani; il World Trade Center 7, un grattacielo di 47 piani; e la chiesa ortodossa di San Nicola. Altri edifici circostanti furono lesionati dai crolli delle Torri Gemelle.

Il World Trade Center 7 fu evacuato e lasciato a bruciare perché non c'era più acqua per spegnere i suoi incendi: le condotte primarie erano state tranciate dai crolli delle Torri Gemelle. I vigili del fuoco si resero conto che la struttura era pericolante e crearono un perimetro di sicurezza intorno all'edificio, che crollò alle 17:20.

Negli attentati persero la vita complessivamente circa 3000 persone. 343 vigili del fuoco perirono nel crollo delle Torri Gemelle. 265 persone erano a bordo degli aerei dirottati. 125 occupanti del Pentagono furono uccisi dall'impatto del velivolo dirottato.

Gli attentati furono attribuiti all'organizzazione al-Qaeda di Osama bin Laden, già noto per altri attentati contro installazioni militari e civili statunitensi. Bin Laden inizialmente negò il proprio coinvolgimento, ma successivamente lo rivendicò ripetutamente, rilasciando anche video nei quali si mostrava insieme ai dirottatori. Anche vari suoi associati, fra cui Ayman al-Zawahiri e Khalid Sheikh Mohammed, rivendicarono la paternità degli attacchi.

Ad aprile 2002, Khalid Sheikh Mohammed e Ramzi Binalshibh, indignati dalle tesi cospirazioniste che attribuivano gli attentati a una macchinazione americana e rubavano loro il merito, per così dire,  portarono il giornalista di Al Jazeera Yosri Fouda in Pakistan e gli raccontarono i dettagli degli attacchi, mostrando prove del fatto che erano stati loro ad organizzarli.


1.1.2. Quali sono le prove a supporto della “versione ufficiale”?


Ci sono otto inchieste tecniche, che hanno prodotto migliaia di pagine di dettagli; i dati raccolti e pubblicati durante il processo a Zacarias Moussaoui; le testimonianze dei vigili del fuoco di New York; innumerevoli articoli scientifici; le conferme di piloti civili, controllori di volo, esperti di demolizioni, ingegneri strutturisti.

Ci sono i resti delle Torri Gemelle; i rottami degli aerei dirottati; gli effetti personali dei passeggeri, ritrovati nei luoghi d'impatto.

Ci sono le rivendicazioni esplicite di Khalid Sheikh Mohammed e Osama bin Laden, fatte quando erano ancora in libertà.

Va considerato, inoltre, che la “versione ufficiale” non implica alcuna grande e perfetta organizzazione, non richiede di ipotizzare tecnologie esotiche e segrete ed è coerente con i fatti scientifici conosciuti in campi come l'aviazione, l'ingegneria strutturale e il comportamento degli edifici in caso di incendio.

Infine va notato che in tutti questi anni nessuno è riuscito a presentare una sola prova contraria che abbia retto l'esame degli esperti; nessuno è stato in grado di mostrare un solo pezzo di ipotetici missili che avrebbero colpito il Pentagono o di presunti detonatori usati per demolire il World Trade Center; e nessuno è finora riuscito a presentare una teoria alternativa che sia coerente con tutti i fatti tecnici conosciuti e li spieghi meglio di quanto faccia la “versione ufficiale”.


1.1.3. È vero che i sondaggi d'opinione indicano che un'altissima percentuale degli americani non crede alla “versione ufficiale”?


No. Inizialmente c'era un'alta percentuale di americani che ritenevano valida la tesi del “lasciar accadere”, che è completamente diversa dalle tesi cospirazioniste di autoattentato attivo (demolizioni controllate, missili contro il Pentagono, sostituzione o abbattimento del Volo 93, eccetera). Tuttavia questa percentuale sta calando progressivamente. I sostenitori della tesi dell'autoattentato attivo erano il 4,5% nel 2007.

Nel sondaggio Zogby del 2004, il 49,3% degli abitanti di New York City (41% dei cittadini dell'intero Stato di New York) ha detto di credere che qualcuno sapesse in anticipo e abbia colpevolmente omesso di prevenire gli attacchi: nessun accenno a demolizioni controllate o missili contro il Pentagono o altre forme di autoattentato attivo, ma un generico e passivo “sapevano e hanno lasciato fare” (dettagli).

Nel sondaggio Zogby del 2006, il 42% degli intervistati (scelti fra tutta la popolazione statunitense) ha dichiarato di ritenere che “il governo USA e la Commissione 11/9 abbiano nascosto o rifiutato di indagare prove fondamentali che contraddicono la loro spiegazione ufficiale degli attacchi dell'11 settembre” (il 48% ha dichiarato di non ritenerlo).

Nel sondaggio Zogby del 2007, il 63% degli intervistati ha risposto di essere d'accordo con la “versione ufficiale”, il 26,4% era dell'idea che qualcuno sapesse ma abbia lasciato che gli attentati avvenissero, e il 4,5% ha dichiarato di ritenere che si sia trattato di autoattentati (gli incerti erano il 5,4%) (dettagli).

Secondo un sondaggio di Public Policy Polling di settembre 2009, la percentuale dei sostenitori della tesi del “lasciar accadere” è scesa al 14% (dettagli).

Un sondaggio di Public Policy Polling di marzo 2013 indica che la percentuale di coloro che credono al “lasciar accadere” è scesa ulteriormente all'11% (dettagli).


1.1.4. Quali esperti sono favorevoli alla “versione ufficiale”?


Premesso che gli esperti non sono favorevoli a una versione ufficiale dispensata dall'alto, ma a una ricostruzione tecnica accuratamente documentata, ecco un elenco alfabetico parziale di addetti ai lavori che si sono espressi esplicitamente e pubblicamente, con articoli, ricerche, conferenze o dichiarazioni, a conferma della ricostruzione tecnica comunemente accettata degli eventi, dopo aver studiato con attenzione la questione, spesso con sopralluoghi specifici, senza confermare nessuna delle presunte anomalie segnalate dai cospirazionisti:
  1. Abolhassan Astaneh, docente presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell'Università di Berkeley, esperto di strutture in acciaio; autore di studi sui collassi ed i rottami del WTC (link; link).
  2. William Baker, P.E., S.E. Partner, Skidmore Owings & Merrill LLP; esperto in progettazione di grattacieli (consulente per il rapporto ASCE sull'11/9).
  3. Jonathan Barnett, Ph.D., Professor, Center for Fire Safety Studies, Worcester Polytechnic Institute, Worcester, Massachusetts; esperto in progettazione delle sicurezze antincendio degli edifici e nella modellazione computerizzata degli incendi (consulente per il rapporto ASCE sull'11/9).
  4. Zdenek Bazant, professore di ingegneria civile e scienza dei materiali alla Northwestern University in Illinois: curriculum, articolo.
  5. David T. Biggs, ingegnere strutturista ed esperto in facciate della Ryan-Biggs Associates, Troy, NY: consultato da Popular Mechanics per Debunking 9/11 Myths e consulente per il rapporto ASCE sull'11/9.
  6. Giulio Bernacchia, pilota professionista con 27 anni di esperienza di volo militare e civile: credenziali, articolo.
  7. Charles Clifton, ingegnere strutturale dell'HERA (Nuova Zelanda), autore di uno studio molto particolareggiato, con ricostruzioni computerizzate, sul collasso delle Twin Towers.
  8. Danilo Coppe, Presidente dell'IRE, Istituto Ricerche Esplosivistiche (smentita delle teorie di demolizione delle Torri Gemelle).
  9. W. Gene Corley, Ph.D., P.E., Lead Senior Vice President, Construction Technologies Laboratories, Skokie, Illinois, esperto in indagini sui crolli di edifici (consulente per il rapporto ASCE sull'11/9).
  10. Bill Coulbourne, P.E., S.E., Principal, URS Corporation, Gaithersburg, Maryland (consulente per il rapporto ASCE sull'11/9).
  11. Edward M. DePaola, P.E., Partner, Severud Associates Consulting Engineers, New York, New York; esperto in ingegneria strutturale (consulente per il rapporto ASCE sull'11/9).
  12. Robert F. Duval, Senior Fire Investigator, National Fire Protection Association; esperto d'indagini sugli incendi (consulente per il rapporto ASCE sull'11/9).
  13. Dan Eschenasy, Chief, Structural Engineering, City of New York Dept of Design and Construction (consulente per il rapporto ASCE sull'11/9).
  14. John T. Fisher, P.E., Joseph T. Stuart Professor of Civil and Environmental Engineering, Lehigh University, Bethlehem, Pennsylvania; esperto in metallurgia e collegamenti (consulente per il rapporto ASCE sull'11/9).
  15. Richard G. Gewain, Senior Engineer, Hughes Associates, Inc., Baltimore; esperto in ingegneria antincendio (consulente per il rapporto ASCE sull'11/9).
  16. Ramon Gilsanz, Managing Partner, Gilsanz Murray Steficek, New York, New York; esperto in ingegneria strutturale (consulente per il rapporto ASCE sull'11/9).
  17. John L. Gross, Ph.D., P.E., Leader, Structural Systems and Design Group Building and Fire Research Laboratory, National Institute of Standards and Technology, Gaithersburg, Maryland; esperto in progettazione in acciaio e in interazioni fra incendi e strutture (consulente per il rapporto ASCE sull'11/9).
  18. Ronald Hamburger, P.E., S.E., Senior Vice President, EQE Structural Engineers Division, ABS Consulting, Belmont, California; esperto in analisi e progettazione strutturale (consulente per il rapporto ASCE sull'11/9).
  19. Nestor Iwankiw, Vice President, Engineering and Research, American Institute for Steel Construction, Chicago, Illinois; esperto in progettazione in acciaio (consulente per il rapporto ASCE sull'11/9).
  20. Venkatesh Kodur, Ph.D., P.E., Institute for Research in Construction, National Research Council of Canada, Ottawa, Ontario; esperto negli effetti degli incendi sui materiali (consulente per il rapporto ASCE sull'11/9).
  21. Matthys Levy, ingegnere civile (architectural engineer), vincitore dell'AIA Institute Honor Award, Weidlinger Associates (coautore del libro Why Buildings Fall Down, che si occupa anche del crollo delle Torri Gemelle).
  22. Arthur Lerner-Lam, osservatorio geofisico Lamont-Doherty della Columbia University a Palisades, NY: consultato da Popular Mechanics per Debunking 9/11 Myths.
  23. Eric Letvin, Department Head, Hazards Engineering Group, Greenhorne and O'Mara, Greenbelt, Maryland (consulente per il rapporto ASCE sull'11/9).
  24. Mark Loizeaux, Controlled Demolition Inc., Phoenix, Maryland.
  25. Jon Magnusson, P.E., ingegnere strutturista, esperto in analisi strutturale e progettazione di grattacieli, Magnusson Klemencic Associates (consulente per il rapporto ASCE sull'11/9).
  26. Christopher E. Marrion, P.E., Fire Strategist, Arup Fire, New York, New York; esperto in ingegneria degli incendi (consulente per il rapporto ASCE sull'11/9).
  27. Therese P. McAllister, Ph.D., P.E., Senior Structural Engineer, Greenhorne and O'Mara, Greenbelt, Maryland (consulente per il rapporto ASCE sull'11/9).
  28. James Milke, Ph. D., P.E., Professor, Department of Fire Protection Engineering
    University of Maryland; esperto in analisi della resistenza agli incendi (consulente per il rapporto ASCE sull'11/9).
  29. Harold E. "Bud" Nelson, Senior Research Engineer, Hughes Associates, Inc. (consulente per il rapporto ASCE sull'11/9).
  30. James A. Rossberg, P.E., Director, Structural Engineering Institute, American Society of Civil Engineers (ASCE), Reston, Virginia (consulente per il rapporto ASCE sull'11/9).
  31. Saw-Teen See, P.E., Managing Partner, Leslie E. Robertson Associates, New York, New York; esperto in analisi strutturale e progettazione di grattacieli (consulente per il rapporto ASCE sull'11/9).
  32. Keith Seffen, Senior Lecturer nel Gruppo Strutture del Dipartimento di Ingegneria dell'Università di Cambridge (Regno Unito): credenziali, articolo.
  33. Robert Smilowitz, Principal, Weidlinger Associates, New York, New York; Esperto in effetti delle detonazioni (consulente per il rapporto ASCE sull'11/9).
  34. Shyam Sunder, ingegnere civile, Director del Building and Fire Research Laboratory (BFRL) presso il National Institute of Standards and Technology (NIST); Indian Institute of Technology, Delhi, B. Tech., (Honors), Civil Engineering, 1977; Massachusetts Institute of Technology, S.M., Civil Engineering, 1979; Massachusetts Institute of Technology, Sc.D., Structural Engineering, 1981: altre credenziali.
  35. Bruce Swiren, Hurricane Program Manager, Region II, Federal Emergency Management Agency, New York, New York (consulente per il rapporto ASCE sull'11/9).
  36. Paul Tertell, P.E., Program Manager, Building Performance Assessment Team
    Federal Emergency Management Agency, Washington, D.C (consulente per il rapporto ASCE sull'11/9).
  37. Lu Xinzheng e Jjang Janjing, Dipartimento di Ingegneria Civile, Università Tsinghua di Beijing (Cina) (autori di una ricostruzione del collasso del WTC, con una simulazione computerizzata).
  38. Tim Wilkinson, ingegnere civile, Dipartimento di Ingegneria Civile dell'Università di Sydney (Australia); autore di studi sul WTC (uno; due) che rispondono esplicitamente alle teorie cospirazioniste.
  39. Cristina Zanini Barzaghi, ingegnere civile: credenziali, atti del convegno sull'11/9 a Lugano (settembre 2008).


Vi sono inoltre numerosi istituti ed enti pubblici e privati specialistici che hanno pubblicato ricerche ed articoli sugli attentati dell'11/9 e non hanno trovato alcuna delle anomalie rivendicate dai cospirazionisti:

  1. Il Council on Tall Buildings, un'organizzazione che riunisce i progettisti di grattacieli nel mondo, che sottolineano l'effetto del calore sulla resistenza dell'acciaio (link).
  2. Il National Council of Structural Engineering Associations, che individua la causa del crollo delle Torri nell'indebolimento dell'acciaio per effetto del calore (link).
  3. La McGraw Hill Construction, che commenta lo studio della Weidlinger sul collasso delle Twin Towers, commissionato nell'ambito della battaglia legale contro le società assicuratrici del WTC.
  4. Il portale "I Civil Engineer", che ha dedicato una sezione al WTC, alle cause del collasso, alle problematiche ingegneristiche connesse e agli studi in corso in tutto il mondo ingegneristico.
  5. Il MIT (Massachusetts Institute of Technology), il cui Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale ha analizzato i collassi (link non più attivo).
  6. L'Istituto per le Infrastrutture e l'Ambiente della Scuola di Ingegneria ed Elettronica dell'Università di Edimburgo (ricerche).


1.1.5. Ci sono errori, imprecisioni o lacune nella “versione ufficiale”?


Sì. In qualunque evento complesso come gli attentati dell'11 settembre 2001 ci sono inevitabilmente dettagli irrisolti o scarsamente documentati (o la cui documentazione non viene resa pubblica per ragioni giuridiche). Per esempio:
  • Ci sono dichiarazioni contrastanti sull'orario di arrivo del ministro Mineta nel bunker sotto la Casa Bianca. 
  • Alcuni rapporti preliminari degli inquirenti descrivono erroneamente le telefonate provenienti dagli aerei dicendo che furono effettuate usando i telefoni cellulari (furono invece usati i telefono di bordo).
  • Le verifiche di Undicisettembre hanno scoperto un errore tecnico significativo (l'inesatta indicazione, nel rapporto NIST, di un gruppo di continuità che spiega la colata di materiale incandescente che per alcuni cospirazionisti sarebbe prova di sabotaggio delle Torri Gemelle).
  • Le indagini della Commissione 11/9 hanno appurato che i generali dell'aviazione Arnold e Scott resero testimonianze errate e fuorvianti sulla possibilità di intercettare il Volo 93 e che la FAA (Federal Aviation Administration) fu reticente nel fornire informazioni importanti alla Commissione, tanto che fu emessa una subpoena (intimazione) nei suoi confronti.
Ma il quadro generale (dirottamenti, impatti, crolli) è coerente e sufficientemente documentato in termini tecnici.