2006/10/31

Le telefonate dai quattro voli dirottati

di John (www.crono911.org), con il contributo di Paolo Attivissimo. L'articolo, pubblicato inizialmente a ottobre del 2006, è stato ampiamente aggiornato nel 2011 grazie alla pubblicazione di nuovi documenti d'indagine.

Come è noto, l'11 settembre del 2001 partirono dai quattro aerei dirottati numerose telefonate di passeggeri e membri dell'equipaggio che chiamarono gli uffici delle due compagnie aeree cui appartenevano i velivoli (American Airlines e United Airlines) nonché parenti, amici e servizi d'emergenza.

Queste telefonate furono fondamentali per ricostruire i tragici momenti che caratterizzarono i dirottamenti e fornirono utilissime indicazioni agli investigatori: grazie ad esse fu possibile individuare rapidamente i nominativi dei terroristi sulle liste di imbarco, conoscere le modalità con cui si erano svolti i dirottamenti e le armi utilizzate.

Per molto tempo si è diffusa la convinzione che queste telefonate fossero partite dai telefoni cellulari in possesso dei passeggeri, convinzione alimentata dal fatto che giornalisti e commentatori generalmente hanno parlato di “cell phones”, anche se alcuni giornali avevano chiarito sin da subito come stavano le cose (per esempio Newsweek, già il 16 settembre 2001).

In effetti è perfettamente normale che quando si riferisce il drammatico contenuto di una telefonata effettuata in circostanze altrettanto drammatiche, non interessi a nessuno conoscere la marca, il modello o il tipo del telefono utilizzato.

Il particolare, però, interessa ai cospirazionisti, i quali, per evidentissime ragioni, hanno tutta la convenienza a dimostrare che quelle telefonate sono fasulle e fanno parte del complotto.

È nato così il mito delle telefonate cellulari, accompagnato dalle critiche secondo le quali un telefono cellulare non può essere utilizzato alle quote e velocità tipiche degli aerei di linea.

La realtà, però, è ben diversa da quella che i cospirazionisti amano raccontare, ed è che quasi tutte le telefonate furono effettuate utilizzando i telefoni di bordo degli aerei, denominati Airphone o Airfone e concepiti proprio per essere utilizzati alle quote e velocità tipiche dei velivoli passeggeri.

Nel 2001, sui velivoli della American Airlines erano installati, tra le poltrone dei passeggeri, i telefoni Airphone forniti dalla società telefonica AT&T (CNET News), mentre la United Airlines utilizzava quelli forniti dalla GTE Airfone del gruppo Verizon (GTE Verizon). Un esemplare di Airfone è mostrato qui accanto.

Questi telefoni di bordo erano concepiti per funzionare a tutte le quote e velocità, in qualsiasi punto si trovasse un aereo sopra il territorio americano (Verizon).

Se esaminiamo attentamente tutte le telefonate partite dai quattro voli dirottati, scopriamo che quasi tutte furono effettuate utilizzando gli Airphone/Airfone di bordo.

In particolare, secondo il 9/11 Commission Report, lo Staff Report, gli atti del Processo Moussaoui, i documenti FBI e le fonti giornalistiche citate qui sotto:
  • dal volo AA11 chiamarono solo le due assistenti di volo Betty Ong e Amy Sweeney, ed entrambe usarono i telefoni di bordo;
  • dal volo UA175 chiamarono tre passeggeri ed un assistente di volo, e tutti usarono i telefoni di bordo;
  • dal volo AA77 chiamarono una assistente di volo e un passeggero, ed entrambi usarono i telefoni di bordo;
  • solo dal volo UA93, nel quale una dozzina tra passeggeri e membri dell'equipaggio effettuarono ben 37 telefonate, partirono due telefonate da telefoni cellulari.
Abbiamo analizzato, volo per volo, passeggero per passeggero, le chiamate e le fonti che ci consentono di attribuirle ad Airphone/Airfone o a telefoni cellulari, per offrire un rapporto dettagliato e definitivo sull'argomento.

Aggiornamento (2011): l'analisi è stata ampliata per includere i documenti FBI rilasciati dopo la pubblicazione iniziale e in particolare i documenti T7 B12 Flight 93 Calls- General Fdr- Report on UA 93- Use of Cell vs Airphones 406, T7 B13 Flight 11 Calls Fdr- Response from DOJ to Doc Req 14- Calls- AA 11 and 77- UA 175 and 93 e T7 B13 Flights-phone calls Fdr- Table- Communications to and from UA 93.

VOLO AA11


1) Betty Ong, assistente di volo AA11


Chiamò gli uffici dell'American Airlines e rimase in collegamento praticamente fino all'impatto (dalle 08:19 fino alle 08:44 circa). Utilizzò un Airphone AT&T.

9/11 Commission Report, Capitolo 1, pagina 5:

“Betty Ong contacted the American Airlines Southeastern Reservations Office in Cary, North Carolina, via an AT&T airphone to report an emergency aboard the flight.”

Audizione del 27/01/2004 innanzi alla Commissione di Inchiesta indipendente:

“Ms. Ong was able to make contact with Ms. Nydia Gonzalez, an employee at the American Airlines facility, via air phone after the terrorists had taken over the aircraft.”

Parte della telefonata, peraltro, fu registrata dal sistema telefonico dell'American Airlines: eccola.

2) Amy Sweeney, assistente di volo AA11


Chiamò gli uffici dell'American Airlines e rimase in collegamento praticamente fino all'impatto (dalle 08:25 fino alle 08:44 circa). Utilizzò un Airphone AT&T.

The New York Observer, 16/2/2004, pagina 10:

“Sweeney slid into a passenger seat in the next-to-last row of coach and used an Airfone to call American Airlines Flight Service at Boston’s Logan airport”.


VOLO UA175


3) Robert Fangman, assistente di volo UA175


Chiamò gli uffici della United Airlines. La telefonata ebbe luogo alle ore 08:52 e durò due minuti circa. Utilizzò un Airfone GTE.

9/11 Commission Report, Capitolo 1, pagine 7/8 e nota n. 46 di pagina 454:

“Also at 8:52, a male flight attendant called a United office in San Francisco, reaching Marc Policastro. The flight attendant reported that the flight had been hijacked, both pilots had been killed, a flight attendant had been stabbed, and he hijackers were probably flying the plane.The call lasted about two minutes, after which Policastro and a colleague tried unsuccessfully to contact the flight (46)”

“(46): Flight crew on board UAL aircraft could contact the United office in San Francisco (SAMC) simply by dialing *349 on an airphone. See FBI report of investigation, interview of David Price, Jan. 24, 2002. At some point before 9:00, SAMC notified United’s headquarters of the emergency call from the flight attendant. See Marc Policastro interview (Nov. 21, 2003)”

Ulteriore conferma si ha dallo Staff Report del 26/08/2004, rimasto a lungo classificato: a pagina 21 il documento riporta la telefonata di Fangman e alla nota 166 di pag. 90/91 precisa: “The time of 8:52 AM is based on GTE Airfone records...”

Si noti che il Commission Report non fornisce l'identità dell'assistente di volo, che è invece specificata nello Staff Statement n. 4, pagina 2, che nell'elencare le principali telefonate dai voli dirottati riporta:

“From Flight 175, Flight Attendant Robert Fangman, and passengers Peter Burton Hanson and Brian David Sweeney”.

4) Peter Hanson, passeggero UA175


Chiamò il padre, effettuando due telefonate: una alle ore 08:52 e l'altra alle ore 09:00. Utilizzò un Airfone GTE.

Sul 9/11 Commission Report, a pag. 7 e a pag. 8 leggiamo:

“At 8:52, in Easton, Connecticut, a man named Lee Hanson received a phone call from his son Peter, a passenger on United 175.... At 9:00, Lee Hanson received a second call from his son Peter...”

Sul già citato Staff Report del 26.8.2004, a pag. 21 e a pag. 22/23 vengono riportate le due telefonate di Peter Hanson, e nelle relative note 164 (pag. 90) e 186 (pag. 91) viene specificato che si tratta di “air phone records”.

5) Brian David Sweeney, passeggero UA175


Chiamò la moglie alle 08:59, lasciando un messaggio sulla segreteria telefonica. Subito dopo (ore 09:00) chiamò la madre. Usò un Airfone GTE.

Il 9/11 Commission Report cita le due telefonate a pag. 8. Lo Staff Report del 26.08.2004 le cita a pag. 22, e alle relative note 176 e 184 (pag. 91) precisa che si tratta di “air phone records”.

6) Garnet Bailey, passeggero UA175


Fece alcune telefonate alla moglie, tra le 08:52 e le 08:59. È citato negli atti del processo Moussauoi, del quale parliamo più sotto (Exhibit P200055). Usò un Airphone GTE ubicato nella fila 32/CDE dell'aereo.

VOLO AA77


7) Renee May, assistente di volo AA77


Chiamò la madre, alle 09:12. Usò un Airphone AT&T.

9/11 Commission Report, pag. 9, e nota 56 di pag. 473:

“At 9:12, Renee May called her mother, Nancy May, in Las Vegas... (56)”

“56. FBI report, “American Airlines Airphone Usage,” Sept. 20, 2001; FBI report of investigation, interview of Ronald and Nancy May, Sept. 12, 2001”.

Staff Report del 26.08.2004, pag. 31 e nota 260 di pag. 94:

“Renee May, a flight attendant, attempted to call her parents but the call did not connect. A second call to the same number at 9:12 a.m. Did go through (260)”
“260. FBI report,“American Airlines Airphone Usage,” Sept. 20, 2001”

8) Barbara Olson, passeggera AA77


Effettuò quattro chiamate tra le 09:15 e le 09:30, di cui almeno due raggiunsero il marito Ted Olson nel suo ufficio. Usò un Airphone AT&T.

9/11 Commission Report pag. 9 e note 57 e 58 di pag. 455:

“Barbara Olson called her husband, Ted Olson... She further indicated that the hijackers were not aware of her phone call... (57)”
“Shortly after the first call, Barbara Olson reached her husband again (58).

Nelle note 57 e 58 vengono precisati gli orari delle quattro telefonate fatte da Barbara Olson dagli Airphone del volo AA77: alle 09:15:34 (durata 1 minuto e 42 secondi), alle 09:20:15 (durata 4 minuti e 34 secondi), alle 09:25:48 (durata 2 minuti e 34 secondi) e alle 09:30:56 (durata 4 minuti e 20 secondi). L'Exhibit P200054 del processo Moussaoui elenca queste chiamate della Olson classificandole come "Unknown Caller" (chiamante sconosciuto).

Anche lo Staff Report del 26.08.2004, a pag. 32 e nelle note 265-266 di pag. 94, conferma questi dati e precisa:

“A witness in Theodore Olson's office recalled that at approximately 9:00 AM she received a series of six to eight collect calls from an unknown caller that did not go through. These were followed by a collect call from Barbara Olson, via an operator, which the witness accepted and transferred to Ted Olson. According to the witness, this call was followed a few (perhaps five) minutes later by a direct call from Barbara Olson, which the witness put through to Ted Olson.”

VOLO UA93

Il volo United 93 è l'unico dei quattro dal quale risulta che siano state effettuate alcune telefonate cellulari.

9/11 Commission Report pag. 12, note 77 e 80 di pag. 456:

“...the passengers and flight crew began a series of calls from GTE airphones and cellular phones”
"77. All calls placed on airphones were from the rear of the aircraft. There was one airphone installed in each row of seats on both sides of the aisle. The airphone system was capable of transmitting only eight calls at any one time. See FBI report of investigation, airphone records for flights UAL 93 and UAL 175 on Sept. 11, 2001, Sept. 18, 2001.”

"80. We have relied mainly on the record of FBI interviews with the people who received calls.The FBI interviews were conducted while memories were still fresh and were less likely to have been affected by reading the accounts of others or hearing stories in the media. In some cases we have conducted our own interviews to supplement or verify the record. See FBI reports of investigation, interviews of recipients of calls from Todd Beamer, Mark Bingham, Sandy Bradshaw, Marion Britton, Thomas Burnett, Joseph DeLuca, Edward Felt, Jeremy Glick, Lauren Grandcolas, Linda Gronlund, CeeCee Lyles, Honor Wainio.”

Lo Staff Report del 26/08/2004, a pag. 40, conferma che ci furono telefonate sia dagli Airfone che da telefoni cellulari. La nota 344 di pag. 99 conferma che le telefonate degli Airfone furono effettuate da apparecchi GTE. Il Sacramento Bee del 13 aprile 2006, nel descrivere alcuni momenti del processo Moussaoui, spiegò:

“In the back of the plane, 13 of the terrified passengers and crew members made 35 air phone calls and two cell phone calls to family members and airline dispatchers, a member of an FBI Joint Terrorism Task Force testified Tuesday”

Quindi dal volo United 93 furono fatte solo due chiamate con telefoni cellulari, su un totale di ben 37 chiamate da parte di 13 persone.

Il citato Commission Report cita i nomi di 12 chiamanti, nei confronti dei quali si è proceduto a rintracciare e interrogare le persone chiamate per conoscere il contenuto delle conversazioni (una tredicesima persona, Waleska Martinez, ha fatto una chiamata che non è riuscita).

Vediamo se riusciamo a fare di meglio, analizzando i dati contenuti nel Commission Report, i dati contenuti nello Staff Report, alcune fonti giornalistiche, documenti FBI e i dati presentati nel corso del processo Moussaoui.

Tabulato delle telefonate effettuate tramite telefoni di bordo e telefoni cellulari dai passeggeri del Volo UA93. Dal documento FBI “T7 B13 Flight 11 Calls Fdr- Response from DOJ to Doc Req 14- Calls- AA 11 and 77- UA 175 and 93”



9) Todd Beamer, passeggero UA93


Chiamò alle 09:43 un operatore GTE, con il quale rimase al telefono per circa 13 minuti. È lui che avrebbe pronunciato la famosa frase “Let's roll!”. Usò un Airfone GTE.

Pittsburgh Gazette del 16/09/2001:

“That's Todd," his wife, Lisa, said yesterday of the "Let's roll!" command, which he made over the plane's in-flight telephone. A GTE supervisor talked with him for about 13 minutes before the plane crashed...

Beamer, 32, told the GTE supervisor, Lisa D. Jefferson, that he and others on the plane had decided they would not be pawns in the hijackers' suicidal plot...

Beamer's call connected at 9:45 a.m. He told Jefferson there were three hijackers, armed with knives. He did not know their nationalities or their intentions.”

Newsweek del 22/09/2001:

“From the back of the plane, Todd Beamer tries to use his credit card on an Airfone installed in one of the seatbacks, but cannot get authorization. His call is automatically routed to the Verizon customer-service center in Oakbrook, Ill. Although operators are used to crank calls from seatback phones, it is clear to the operator that Beamer’s report of a hijacking is genuine. His call is immediately sent to Verizon supervisor Lisa Jefferson who alerts the FBI”.

Processo Moussaoui, Exhibit P200055:

Fece varie chiamate, di cui solo l'ultima, alle ore 09:43, andò a buon fine, riuscendo a parlare con un operatore GTE. Usò un Airfone GTE situato nella fila 32/DEF della classe Economy.

Documento FBI T7 B12 Flight 93 Calls- Todd Beamer Fdr- 5-11-04 MFR- Lisa Jefferson 416:

Beamer parlò inizialmente con l'operatore GTE Phyllis Johnson e poi con l'operatore GTE Lisa Jefferson. La Jefferson udì un assistente di volo dire a Beamer che le due persone che giacevano a terra sanguinanti erano il pilota e il copilota. La Jefferson rimase in linea per 15 minuti dopo le ultime parole di Beamer (“Let's roll”). La chiamata fu terminata solo quando giunse notizia della caduta dell'aereo.

Documento FBI T7 B13 Flight GTE Phone Records:

Questo documento riporta integralmente i numeri chiamati, che nell'Exhibit P200055 erano parzialmente oscurati: 800-225-5288 o 5268 (due tentativi falliti alle 9:42:44; documento FBI poco leggibile); 609-860-8533 (chiamata fallita alla residenza); 200-200-9999 (chiamata completata con successo all'operatore GTE).

10) Mark Bingham, passeggero UA93


Chiamò la madre alle 09:37. Usò un Airfone GTE.

Pittsburgh Gazette del 28/10/2001:

“Alice Hoglan was visiting her sister-in-law, Kathy Hoglan, in Saratoga, Calif., when the phone rang. It was 9:42 Eastern time. Kathy's nephew, Mark Bingham was on the line”.

Newsweek del 22/09/2001:

“Mark Bingham uses an Airfone to call his mother, Alice Hoglan...”

Processo Moussaoui, Exhibit P200055:

Fece 4 chiamate in tutto, di cui solo una riuscita. Utilizzò un Airfone GTE situato nella fila 25/DEF della classe Economy.

11) Sandy Bradshaw, assistente di volo UA93


Chiamò la United Airlines alle ore 09:35 ed il marito alle 09:50. Usò un Airfone GTE.

Pittsburgh Gazette del 28/10/2001:

“Phil Bradshaw was home in Greensboro, N.C., on the telephone, talking with a friend about the horrors on television. The line clicked. He asked his friend to hold.
It was Sandy Bradshaw, his wife, the flight attendant.
"Have you heard what's going on? My flight has been hijacked. My flight has been hijacked by three guys with knives," she said....

"I see a river." Sandy Bradshaw couldn't name it. It suggested, though, that Flight 93 was somewhere over Western Pennsylvania.”

Staff Report del 26/08/2004, pag. 44:

"A flight attendant called her husband... the call lasted approximately eight minutes... She said that she thought the plane may have been over the Mississippi because they were passing over a large river...”

Processo Moussaoui, Exhibit P200055:

Fece 3 chiamate in tutto, di cui una fallita. Nella prima, alle ore 09:35, utilizzò la chiamata rapida per telefonare alla United Airlines (il numero è impostato sui telefoni GTE, vedi nota 46 di pagina 454 del Commission Report). È specificato che chiamò dalla fila 33/DEF.

12) Marion Britton, passeggera UA93


Chiamò un amico alle 09:49. Usò un Airfone GTE.

Pittsburgh Gazette del 28/10/2001:

“Marion Britton, 53, assistant director of the Census Bureau's New York office, phoned a longtime friend, Fred Fiumano. All he can remember is that it was "sometime after 9:30.”

Staff Report del 26.08.2004, pag. 44 e nota 371 a pag. 99:

“09:49 A passenger called her boyfriend... (371)”
"371. FBI report of investigation, recipient of call from Marion Britton”

Processo Moussaoui, Exhibit P200055:

Fece 1 sola chiamata alle ore 09:49, dalla fila 33/ABC della classe Economy.

13) Thomas Burnett, passeggero UA93


Effettuò una serie di chiamate alla moglie, a partire dalle 09:30. Utilizzò gli Airfone GTE.

Staff Report del 26/08/2004, pag. 42 e nota 356 a pag. 99.

“09:37 A passenger made the first of several calls to his wife... (356)”
"356. FBI report of investigation, interview of recipient of calls from Thomas Burnett...”

Processo Moussaoui, Exhibit P200055:

Fece 3 chiamate, la prima alle 09.30, da due diverse postazioni: la fila 24/ABC e la fila 25/ABC. Anche se non è precisato che si tratta di Airfone, è evidente che la localizzazione della chiamate (con individuazione delle due file da cui sono partite) significa che sono partite dagli Airfone situati in quelle file.

14) Joseph De Luca, passeggero UA93


Chiamò il padre alle ore 09:43. Era in compagnia della sua fidanzata, Linda Gronlund (vedi sotto). Utilizzò un Airfone GTE.

Staff Report del 26/08/2004, pag. 43 e nota 366 a pag. 99:

“9:43 A.M. A passenger contacted his father to inform him that his flight had been hijacked (366)”
"366. FBI report of investigation, recipient of communication from Joseph DeLuca”

Post Gazette del 28/10/2001:

“DeLuca was flying to San Francisco with his new girlfriend, Linda Gronlund...”

Processo Moussaoui, Exhibit P200055:

Fece 3 chiamate in tutto, di cui la seconda riuscita, alle ore 09:43. È specificato che chiamò dalla fila 26/DEF della classe Economy, la stessa fila dalla quale la sua fidanzata usò un Airfone GTE.

15) Edward Felt, passeggero UA93


Chiamò il 911 (il numero telefonico per le emergenze) alle ore 09:58. L'uomo chiamò dalla toilette del velivolo; la telefonata fu registrata dal 911 e la trascrizione è pubblica (in FBI Vault - Interviews Sep 2001 02 of 08, pag. 6-8. Usò un telefono cellulare.

Staff Report del 26/08/2004, pag. 45 e nota 381 a pag. 100.

“9:58 A.M. A passenger called 911 in Westmoreland County, Pennsylvania, from his cell
phone to report a hijacking in progress (381)”
"381. FBI report of investigation “interview of recipient of call from Edward Felt”, Sept. 11, 2001; FBI transcript, “call from Edward Felt”, Sept. 11, 2001.”

SFGate News dell'11/09/2001:

“Minutes before the 10 a.m. crash, an emergency dispatcher in Pennsylvania received a cell phone call from a man who said he was a passenger locked in a bathroom aboard United Flight 93.”

Processo Moussaoui, Exhibit P200055:

Fece una sola chiamata alle ore 09:58, dal bagno posteriore del velivolo. Parlò con l'operatore del 911. Usò un telefono cellulare: questo non è indicato esplicitamente, ma è sottinteso perché l'Exhibit scrive “call placed from bathroom”).

16) Jeremy Glick, passeggero UA93


Chiamò la moglie, alle 09:37. Usò un Airfone GTE.

Pittsburgh Gazette del 28/10/2001:

“Jeremy Glick picked up a GTE Airfone just before 9:30 a.m. and called his mother in-laws in the Catskills...”

Staff Report del 26/08/2004, pag. 42, e nota 357 a pag. 99:

“Between 9:37 A.M. and 9:57 A.M., a passenger was in contact his wife and his mother-in-law (357)”
"357. FBI report of investigation, interview of recipients of call from Jeremy Glick”

Processo Moussaoui, Exhibit P200055:

Fece 1 sola chiamata alle 09:37 dalla fila 27/DEF della classe Economy.

17) Lauren Grandcolas, passeggera UA93


Telefonò al marito alle 09:39, lasciando un messaggio sulla segreteria telefonica. Usò un Airphone GTE.

Pittsburgh Gazette del 28/10/2001:

“Lauren Catuzzi Grandcolas, 38, phoned her husband Jack in San Rafael, Calif. ...
She asked him to tell her parents and family how much she loved them, too. Then she passed the Airfone to the woman seated next to her.”

Staff Report del 26/08/2004, pag. 42, e nota 360 a pag. 99:

“9:39 A.M. A passenger called her husband and left a message that the flight had been hijacked (360)”
"360. FBI report of investigation, interview of recipients of call from Lauren Grandcolas.”

Processo Moussaoui, Exhibit P200055:

Effettuò numerose chiamate, ma solo la prima, alle ore 09:39, ebbe una durata significativa (46 secondi). Le altre fallirono. Usò un Airfone GTE situato nella fila 23/DEF della classe Economy.

18) Linda Gronlund, passeggera UA93


Telefonò alla sorella, alle 09:46, lasciando un messaggio in segreteria. Usò un Airfone GTE.

Staff Report del 26/08/2004, pag. 44, e nota 368 a pag. 99:

“Also at 9:46 A.M., a passenger contacted her sister and left a voice mail message... (368)”
"368. FBI report of investigation, recipient of communication from Linda Gronlund”

Processo Moussaoui, Exhibit P200055:

Fece una sola chiamata alle ore 09:46, lasciando un messaggio in segreteria. Utilizzò il telefono Airfone GTE dalla fila 26/DEF della classe Economy.

19) CeeCee Lyles, assistente di volo UA93


Telefonò al marito alle ore 09:48 e alle 09:58. Usò un Airfone GTE nella prima chiamata, un telefono cellulare nella seconda.

Staff Report del 26/08/2004, pag. 44-45, e nota 370 a pag. 99.

“9:48 A.M. A flight attendant called her husband, using an air phone, and left a message: the aircraft had been hijacked; there were three hijackers; the plane had turned around; and she'd heard that planes had flown into the World Trade Center.(370)...”
“Also at 9:58 A.M., a flight attendant contacted her husband by cell phone. She told him again that the plane had been hijacked and they were forcing their way into the cockpit.”
"370. FBI report of investigation, recipient of communications from CeeCee Lyles”

FBI Interview File #256D-NY-280350-TP del 12/9/2001, che è il verbale del colloquio con il marito della Lyles, identificato come “LL”:

“At 9:58 AM, [LL] received a call at home from her [riferito a CeeCee] cellular telephone. LYLES [il marito] was in a deep sleep at the time and he awoke. [omissis] commented that CECE LYLES' telephone number [omissis] was the number on the caller ID. [omissis] subscribes to the SPRINT cellular telephone network. [segue riassunto della breve chiamata]”

Processo Moussaoui, Exhibit P200055:

Fece due chiamate. La prima alle ore 09:47 e 57 secondi, lasciando un messaggio in segreteria (il messaggio può essere ascoltato dal link), utilizzando il telefono Airfone GTE dalla fila 32/ABC della classe Economy. La seconda, alle ore 09:58, da un telefono cellulare (questa chiamata è esplicitamente descritta come “cell phone call” nell'Exhibit).

20) Honor Wainio, passeggera UA93


Telefonò alla madre alle 09:53. Usò un Airfone GTE.

Staff Report del 26/08/2004, pag. 44, e nota 375 a pag. 100:

“9:54 A.M. A passenger phoned her stepmother and told her that the plane had been hijacked. The call lasted approximately four and a half minutes.(375)”
"375. FBI report of investigation, recipient of call from Honor Wainio”

Pittsburgh Gazette del 28/10/2001:

“Then she passed the Airfone to the woman seated next to her.” "Now you call your people," Grandcolas told her. Honor Elizabeth Wainio, 27, took the phone from Grandcolas and dialed her stepmother, Esther Heymann, in Baltimore.”

Processo Moussaoui, Exhibit P200055:

Fece 1 sola chiamata alle ore 09:53 e 43 secondi, dalla fila 33/ABC della classe Economy.

21) Waleska Martinez, passeggera UA93


Dal più volte citato Exhibit P200055 del processo Moussaoui apprendiamo che la Martinez tentò una sola chiamata alle ore 09:45 e 37 secondi, dalla fila 34/ABC, ma la chiamata non andò a buon fine.

Questa è la ragione per cui l'FBI parla di 13 persone che hanno chiamato dal volo United 93, mentre il Commission Report cita solo 12 nominativi per i quali si è proceduto ad interrogare le persone raggiunte dalle loro chiamate.


CONCLUSIONI


È evidente che la “verità ufficiale”, costituita dal Rapporto Finale della Commissione di Inchiesta Indipendente, dallo Staff Report del 26 agosto 2004, e dagli atti del processo Moussaoui, parla di Airphone/Airfone nella quasi totalità dei casi.

I cospirazionisti, come spesso capita, hanno fatto finta di non saperlo, preferendo appigliarsi a qualche quotidiano o a qualche dichiarazione in cui si è parlato genericamente di “cell phone” perché l'interlocutore non stava certo badando al tipo di telefono utilizzato.

Si evince invece in maniera molto chiara, proprio dalle note del Rapporto Finale, che l'FBI analizzò attentamente i “record” delle compagnie telefoniche, effettuando dettagliati studi e riportando con estrema precisione orario e durata di ciascuna chiamata, e nei giorni immediatamente successivi agli attentati interrogarono tutti i destinatari delle telefonate, per ricostruire il contenuto delle conversazioni e capire cosa fosse accaduto a bordo degli aerei.

Quando le telefonate sono partite da telefoni cellulari, la “verità ufficiale” lo dice tranquillamente, come abbiamo visto nel caso delle telefonate partite dal volo United 93, come quella di Edward Felt (numero 15 dell'elenco) e di CeeCee Lyles (numero 19 dell'elenco).

Queste ultimi due, a quanto risulta dall'esame dei documenti, furono gli unici passeggeri o membri dell'equipaggio ad utilizzare telefoni cellulari (in particolare CeeCee Lyles usò prima un Airphone e poi un telefono cellulare).

Ma se guardiamo questi due casi, notiamo che sia la telefonata di Felt che quella di CeeCee Lyles sono delle 09:58, ossia pochi minuti prima dell'impatto, avvenuto alle 10:03, e quindi quando l'aereo era a bassa quota (tanto è vero che Sandy Bradshaw, numero 11 dell'elenco, già alle 09:50 riferisce di vedere il fiume Mississippi sotto di sé).

Questa bassa quota può aver contribuito a rendere possibile un breve uso dei telefoni cellulari.


Aggiornamento (2011/10/16-25): i documenti FBI che indicano altre chiamate cellulari


Un video realizzato da Massimo Mazzucco mostra (da 25:00 in poi) alcuni documenti FBI che sembrebbero indicare che anche altri passeggeri fecero chiamate cellulari. I passeggeri sarebbero Peter Hanson sul volo UA175 e Thomas Burnett, Jeremy Glick, Lauren Grandcolas e Marion Britton sul volo UA93.

In almeno un caso, quello di Hanson, la scelta dei documenti mostrati è ingannevole, dato che un altro documento FBI (T7 B13 DOJ Doc Req 35-13 Packet 8 Fdr - Entire Contents, pagina 8) chiarisce che il destinatario della chiamata di Hanson (suo padre) non era affatto sicuro che si trattasse di una telefonata da cellulare, come dichiara invece nel documento mostrato da Mazzucco.

In un altro caso, quello di Grandcolas, il documento presentato da Mazzucco dice che si ritiene si tratti di una chiamata cellulare (“is believed to have allowed a fellow passenger, Honor Wainio, to use the cellular phone”). Non si tratta, insomma, di una dichiarazione di certezza.

Inoltre i documenti mostrati sono dichiarazioni dei destinatari raccolte immediatamente dopo gli attentati, prima che fossero disponibili i tabulati delle reti cellulari e dei telefoni di bordo e che venissero effettuati i riscontri incrociati che portarono alle dichiarazioni del Commission Report e del Processo Moussaoui.

In ogni caso, che le telefonate cellulari siano due o cinque o sette non cambia il concetto di fondo che la stragrande maggioranza delle chiamate dai voli dirottati fu effettuata usando i telefoni di bordo.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao, volevo chiedervi alcune cose sulle chiamate di Barbara Olson. La prima è questa: ho letto che David Ray Griffin afferma che durante il processo del 2006 a Zacarias Moussaoui, l'FBI ha dichiarato che ci fu solo un tentativo di chiamata da parte di Barbara Olson, con il risultato "unconnected", e durato zero secondi. E' invece noto che Theodore Olson ha dichiarato (come riportato dal "9-11 Commission Report") che riuscì a parlare con la moglie per due volte durante le due rispettive chiamate, di circa un minuto l'una. Voi sapete se è vero quello che afferma Griffin? Esistono degli atti pubblici di quel processo? Inoltre, ho notato un'inconsistenza nelle dichiarazioni di Ted Olson sulle telefonate stesse. In un'intervista rilasciata alla CNN l'11 settembre 2001, Ted Olson ha affermato che riteneva che la moglie l'avesse chiamato tramite cellulare e per questo era caduta la linea, a causa appunto della difficoltà di fare chiamate con il cellulare da un aereo ad alta quota. In un'intervista rilasciata a Hannity and Colmes di Fox News il 14 settembre 2001, ha invece dichiarato che Barbara aveva dovuto, per qualche ragione, telefonare con addebito al destinatario, quindi usando l'airphone di bordo e non il suo cellulare. La spiegazione da lui fornita per questo è che probabilmente non aveva accesso alle sue carte di credito. Quindi, mi sembra, questo implica che la Olson abbia dovuto telefonare usando la carta di qualcun altro. Non vi sembra strano che in quelle circostanze, lei, o chi le aveva prestato la carta, si siano preoccupati di fare un addebito al destinatario per non consumare, ipoteticamente, il credito della carta stessa? A meno che, ovviamente, non sia possibile telefonare dall'airphone senza usare una carta di credito e facendo appunto un addebito, che quindi spiegherebbe l'apparente difficoltà. Griffin aggiunge che in un'altra intervista alla CNN sempre del 14/9/2001, Olson ha nuovamente parlato di chiamate effettuate da cellulare. Due mesi dopo, infine, Ted ha invece definitivamente confermato la versione dell'airphone.
Voi cosa ne pensate di tutto questo? E' affidabile quello che dice Griffin? Se non lo è, perché? Grazie, ciao.

Paolo Attivissimo ha detto...

Nicolò,

"ho letto che David Ray Griffin afferma che [...] l'FBI ha dichiarato che..." non è quel che si dice informazione di prima mano.

Ti suggerisco di andare alle fonti dirette delle varie affermazioni, verificarle una per una e vedere cosa ne viene fuori.

Quello che dice Griffin non è affidabile perché è una persona che ha un approccio, come dire, molto creativo nel riferire i fatti.

Ne trovi molti esempi documentati in questo blog.

Gli atti del processo Moussaoui sono pubblici e sono segnalati sempre in questo blog.

Studiali e raccontaci cosa trovi.

Nel frattempo, poniti una domanda di fondo: e se ci fosse davvero la contraddizione, cosa cambierebbe?

I passeggeri del Volo 77 ricomparirebbero vivi e vegeti? I testimoni che lo videro schiantarsi al Pentagono svanirebbero? I pompieri che raccattarono i pezzi dei corpi dei passeggeri dentro il Pentagono non esisterebbero più? Le altre telefonate sarebbero tutte cancellate?

Questo è il modus operandi di gente come Griffin: accanirsi su un miserrimo, infinitesimo aspetto non perfettamente chiarito o vagamente contraddittorio e da lì partire per insinuare che tutta la ricostruzione degli eventi sia falsa. Non funziona così: è necessario invalidare ogni singolo elemento di prova che conferma la ricostruzione comunemente accettata.

E' un errore logico di fondo, che un teologo quale è Griffin dovrebbe conoscere bene. Trovo quindi difficile pensare che lo commetta inconsapevolmente.

Errori di metodo di Griffin a parte, fai la tua ricerca sulla base delle coordinate documentali che trovi in questo blog, vai alla radice delle singole asserzioni, e poi raccontaci cos'hai trovato.

Ciao da Paolo.

Anonimo ha detto...

Riguardo le presunte o effettive chiamate effettuate da Barbara Olson ho trovato nel sito della U.S. District Court (http://www.vaed.uscourts.gov/notablecases/moussaoui/exhibits/prosecution.html, Trial exhibit numero P200054) che l'accusa nel processo Moussaoui ha riportato prova che la Olson ha effettuato solo una chiamata (unconnected call) di 0 secondi al dipartimento di giustizia.
Ciò risulta in contrasto con il rapporto della 9/11 commission che riporta invece che la Olson ha effettuato 4 chiamate, di due delle quali riferisce anche il contenuto. Ciò ovviamente non prova la cospirazione, anche perché è insensato pensare, come fa invece Griffin, che il governo americano sia stato così sciocco e sprovveduto da contraddirsi in modo così evidente. Tuttavia ci deve essere una valida ragione per cui esiste tale inconsistenza che non considero trascurabile visto che implica che uno o più tra la 9/11 Commission, Ted Olson e l'FBI, ha mentito con un preciso scopo in mente, al momento oscuro.

Paolo Attivissimo ha detto...

Nicolò,

proprio l'Exhibit P200054 elenca le altre chiamate della Olson, classificandole come "Unknown Caller".

Se leggi l'articolo di John nel quale stai commentando, noterai che sia il 9/11 Commission Report e i rapporti dell'FBI collimano.

Come vedi, quindi, non c'è nessun intento di mentire da parte di nessuno, se non da parte di Griffin: perché o è il più inetto dei ricercatori, o ha nascosto appositamente quest'informazione che io ho trovato in quattro minuti grazie al magnifico lavoro di John.

Non ti sorprenderà sapere che con i complottisti l'andazzo è sempre quello: i loro "misteri" si risolvono sempre facendo un pochino di ricerca diligente.

E se ci riusciamo noi, perché non ci riescono loro? O sono inetti, o sono in malafede.


Aggiungo la precisazione all'articolo di John a riferimento per future domande.

Anonimo ha detto...

Di certo Griffin non ha compreso il senso del rapporto sulle conversazioni. Tuttavia non capisco in base a quali considerazioni nel 9/11 report si dice nella nota 57:
The records available for the phone calls from American 77 do not allow for a determination of which of
four “connected calls to unknown numbers” represent the two between Barbara and Ted Olson, although the FBI
and DOJ believe that all four represent communications between Barbara Olson and her husband’s office (all family
members of the Flight 77 passengers and crew were canvassed to see if they had received any phone calls from
the hijacked flight, and only Renee May’s parents and Ted Olson indicated that they had received such calls).

Perché l'FBI e DOJ affermano che tutte e 4 le chiamate (di più di 2 minuti di durata ognuna) sono state fatte dalla Olson, dato che suo marito dice di averne ricevute solo 2? E inoltre perché non si riporta quella da 0 secondi fatta sempre dalla Olson?

Paolo Attivissimo ha detto...

Nicolò,

non è che Griffin ha semplicemente "non compreso". Mica s'è limitato a dire "Boh, non capisco, ma pazienza". Ci ha imbastito sopra delle accuse infami. E' arrivato a dire che i familiari sono tutti cretini perché non si sono accorti delle telefonate falsificate. E magari le "vittime" sono ancora vive e se la spassano altrove. Non minimizziamo le sue colpe.

Per quanto riguarda le tue domande, ti rispondo con una domanda mia: che importanza ha?

Pensi davvero che in un evento enormemente complesso tutti i ricordi di tutti i partecipanti collimino perfettamente? Senza la minima contraddizione?

Se le telefonate di Barbara Olson furono due, tre o sei, che cosa cambia?

Vorrei capire il perché del tuo interesse decisamente bizantino su questo minuscolo dettaglio della tragedia dell'11/9.

Secondo me sei il solito complottista che fa l'innocentino dicendo "ehi, io non sono un complottista, ma ho letto questa cosa, me la spiegate?" e poi salta fuori che ha una conoscenza enciclopedica delle minutissime cosa alle quali s'attaccano i guru cospirazionisti.

La tua è una tattica vecchissima: si chiama la Logica del Cuneo (the Wedge, in inglese). L'hanno inventata i creazionisti. Di fronte a una ricostruzione immensa, dettagliatissima e coerente degli eventi, la Logica del Cuneo dice "Sì, ma c'è questo microscopico dettaglio che non è stato spiegato, quindi tutta la ricostruzione è sbagliata". Piantano il cuneo e pensano di usarlo per spaccare l'intera struttura.

Oh, no, Nicolò. Questo è il giochetto "no holes, no Holocaust" tanto caro ai negazionisti alla David Irving. Se non sai cosa vuol dire, cerca questa frase e poi vatti a lavare la coscienza quando avrai capito in quale squisita compagnia ti aggiri.

Qui certi giochetti non attaccano. Getta pure la mascherina, Carnevale è finito da un pezzo.

E a noi non piace essere presi per il cuneo.

Anonimo ha detto...

Guarda ti sbagli, non sono né un complottista né uno che appoggia la versione ufficiale, a me interessa capire dov'è il vero. Per me non ci sono dettagli trascurabili nella vicenda se questi implicano incongruenze. Ciò non vuol dire che sia un cospirazionista, perché non lo sono. Nonostante ciò non credo che non si debbano discutere le eventuali incongruenze che risultano dai rapporti ufficiali, in quanto penso che non ha senso prendere per buone a priori le conclusioni ufficiali dato che sono quelle che uno deve verificare e valutare. Ciò vale anche per le ipotesi di "complotto" sensate.
Credo che un'indagine valida vada fatta senza partire da una conclusione, e soprattutto senza offendere nessuno, dato che la verità, qualunque essa sia, si fa giustizia da sola.
Considera che ho fatto delle domande anche a pilots for 911 e loro come te mi hanno insultato sin da subito pensando che io fossi un intruso che voleva ridicolizzarli.
Ma perché non vi chiedete quale è il motivo del vostro "stare sul filo del rasoio" (voi e pilots for 911)? Ma perché coloro che si schierano con una parte o con l'altra sono sempre pronti ad attaccarsi reciprocamente?
Credo che la risposta a tali domande porti a comprendere che in fondo non c'è in giro una vera ricerca del vero, ma solo la ricerca dell'appagamento del proprio io, dato che la scoperta viene invece intesa come un conflitto personale.
Ciò per me non ha senso.
Come ho fatto per pilots for 911 anche qui sarò costretto a non inviare più domande. Spero di trovare altrove un aiuto vero per capire effettivamente la verità sul 9/11. Spero che non ti offendi per questo che ho detto dato che non è mia intenzione ferire nessuno, ma pensavo fosse necessario cercare di farti capire l'errore che stai commettendo nel giudicare a priori la mia ricerca.

Paolo Attivissimo ha detto...

non sono né un complottista né uno che appoggia la versione ufficiale

Uno che esordisce dicendo "non sono un complottista" è come il bambino scoperto con la bocca sporca di marmellata che dice "non sono stato io".

Suvvia, siamo fra adulti, non ti vergognare. Se per te "non ci sono dettagli trascurabili nella vicenda se questi implicano incongruenze" e a otto anni di distanza ti arrabatti ossessivamente su quante furono le telefonate di una passeggera di uno dei voli, c'è poco da menare il can per l'aia.


Ciò vale anche per le ipotesi di "complotto" sensate.

Perché, ce ne sono? Me ne indicheresti una? Così, per curiosità, visto che in questi otto anni non m'è ancora capitato d'incontrarne una.


Considera che ho fatto delle domande anche a pilots for 911 e loro come te mi hanno insultato sin da subito

Vedi? Te l'avevo detto che i complottisti sono persone simpatiche e affabili.


perché non vi chiedete quale è il motivo del vostro "stare sul filo del rasoio"

Prego? Non stiamo sul filo di nessun rasoio. Noi facciamo la nostra ricerca serena, con calma, senza fretta. Sono i complottisti a incazzarsi e insultarci. Chiediti perché.



perché coloro che si schierano con una parte o con l'altra sono sempre pronti ad attaccarsi reciprocamente?

Chiedilo a loro. Noi non attacchiamo nessuno. Se qualcuno dice una cosa giusta, lo segnaliamo. Se qualcuno dice una colossale fesseria, segnaliamo che ha detto una colossale fesseria. Non diciamo mai che è un fesso.


pensavo fosse necessario cercare di farti capire l'errore che stai commettendo nel giudicare a priori la mia ricerca.

Qualunque persona di buon senso, dopo otto inchieste, dopo otto anni di indagini giornalistiche, dopo montagne di documenti (misurati a metri cubi), dopo migliaia di testimonianze che confermano quello che è successo, avrebbe capito che le cose sono andate come risulta dalla ricostruzione comunemente accettata (che non è una "versione ufficiale", Nicolò; è stata fatta e confermata dai tecnici, dai periti e dai giornalisti di tutto il mondo).

E non sarebbe qui a scervellarsi se Barbara Olson ha telefonato due volte, tre volte o seicento volte.

Avrebbe il buon gusto di commuoversi di fronte all'ultimo gesto di una persona che sta per morire.