2018/06/11

I terroristi reclutati da al Qaeda che non presero parte all'11/9

di Hammer

Secondo quanto riportato dal 9/11 Commission Report, Khalid Sheikh Mohammed (spesso indicato con il solo acronimo KSM) confessò in un interrogatorio nel 2004 che nei piani iniziali di al Qaeda il commando suicida impiegato l'11/9 avrebbe dovuto essere composto da 25 o 26 persone. Come è ben noto, però, alla fine i terroristi furono solo 19; al Qaeda quindi reclutò altre persone che non riuscirono a far parte del gruppo per svariati motivi o che furono esclusi dagli stessi organizzatori.

I più famosi tra gli esclusi sono sicuramente Zacarias Moussaoui, che era stato selezionato come possibile sostituto di Ziad Jarrah nel caso in cui questi avesse deciso di abbandonare il gruppo a causa di malumori nei confronti di Mohamed Atta, e Mohammed al-Qahtani, che con ogni probabilità avrebbe dovuto essere il vero ventesimo dirottatore nella composizione finale del gruppo ma che fu fermato alla frontiera degli USA.

Oltre a questi due, al Qaeda ne reclutò numerosi altri e il 9/11 Commission Report chiarisce in una nota quali sarebbero stati gli altri potenziali dirottatori che non presero parte alla missione, chiarendone anche il motivo.

Oltre a quelle che abbiamo già citato, le persone reclutate e poi escluse furono:

  • Khalid al Zahrani: Viaggiò dall'Arabia Saudita, suo paese natale, all'Afghanistan illegalmente perché il suo nome compariva nella lista delle persone pericolose che non avrebbero potuto espatriare. Per lo stesso motivo non ottenne il visto per gli USA. Al Zaharani è stato detenuto a Guantanamo dal 2002 al 2007, anno in cui è stato rimpatriato.
  • Ali Abd al Rahman al Faqasi al Ghamdi (foto accanto, noto anche con il nome di Abu Bakr al Azdi): Saudita, avrebbe dovuto prendere parte all'11/9, ma lo stesso bin Laden lo escluse dal gruppo per impiegarlo in un attentato successivo che non si è mai verificato. Secondo l'intelligence americana, al Ghamdi prese parte alla battaglia di Tora Bora nel dicembre del 2001 e fu uno degli organizzatori di un triplice attentato suicida a Riyadh nel maggio del 2003. A seguito di quest'ultimo evento fu arrestato nel suo paese natale.
  • Saeed al Baluchi e Qutaybah al Najdi: Entrambi sauditi, furono rimandati in patria dall'Afghanistan per chiedere il visto per gli USA, ma durante uno scalo in Bahrein al Najdi fu fermato per un controllo di sicurezza. L'evento spaventò i due al punto che si ritirarono dalla missione, nonostante le pressioni di Khalid Sheikh Mohammed su al Baluchi.
  • Zuhair al Thubaiti: Saudita, si vantava di essere un membro di al Qaeda e di godere della stima di bin Laden; fu escluso dall'operazione in quanto ritenuto troppo nervoso e non dotato del necessario temperamento.
  • Saeed Abdullah Saeed al Ghamdi (soprannominato "Jihad"): Saudita e omonimo di uno dei muscle hijacker del volo United 93. Dopo aver partecipato all'addestramento di al Qaeda in Afghanistan nel marzo del 2000, tornò in Arabia Saudita insieme ad Ahmed al Haznawi (muscle hijacker del volo United 93) per chiedere il visto per gli USA, ma non lo ottenne perché nella richiesta aveva scritto di voler rimanere per dodici mesi, mentre al tempo il visto turistico consentiva sei mesi di permanenza. Inoltre non aveva un lavoro e questo fece pensare all'ufficiale del consolato che volesse immigrare negli USA.
  • Saud al Rashid: Khalid Sheikh Mohammed lo descrisse come cocciuto e immaturo; dopo essere ritornato in patria dall'Afghanistan per chiedere il visto per gli USA non prese più contatti con al Qaeda, forse per un ripensamento o per pressioni della famiglia. Alcune foto tessera di al Rashid, insieme a quelle dei dirottatori Nawaf al Hazmi, Khalid al Mihdhar, e Abdulaziz al Omari, furono trovate nel maggio del 2002 durante un raid a Karachi. Dopo questo episodio si consegnò alle autorità saudite e durante un interrogatorio disse di non sapere perché la sua foto si trovava insieme a quelle di tre dei dirottatori.
  • Mushabib al Hamlan: Tornò in Arabia Saudita dall'Afghanistan insieme ad Ahmed al Nami (muscle hijacker del volo United 93); insieme i due chiesero il visto per gli USA il 28 ottobre del 2000. Ottenne il visto, ma non tornò mai in Afghanistan, forse a causa di un ripensamento.

Oltre a questi nove, la monografia 9/11 and Terrorist Travel (che spiega in dettaglio i viaggi e gli spostamenti compiuti dai terroristi coinvolti nell'organizzazione dell'11/9) elenca altri miliziani di al Qaeda che chiesero il visto per gli USA senza riuscire ad entrarvi. L'elenco include i già citati al Ghamdi e al Hamlan, e oltre a loro indica:

  • Ramzi Binalshibh: Chiese il visto per gli USA, ma gli fu negato quattro volte (il 17 maggio, il 15 giugno, il 14 agosto e il 15 settembre del 2000). Secondo il 9/11 Commission Report il motivo del diniego risiede nello scetticismo nei confronti dei cittadini yemeniti, in particolare quando la richiesta veniva fatta da un altro stato (la Germania, in questo caso). Secondo il 9/11 and Terrorist Travel, invece, il motivo è da ricercarsi nel fatto che Binalshibh non aveva né un reddito né un lavoro e nei suoi frequenti viaggi in Medio Oriente. Venne catturato a Karachi nel settembre 2002 e attualmente è detenuto a Guantanamo.
  • Tawfiq bin Attash: Noto anche con il nome di Khallad, chiese il visto per gli USA in Yemen, ma gli fu negato. L'uomo comunque portava una protesi a una gamba dal 1997 dopo aver perso la propria in una battaglia in Afghanistan contro l'Alleanza del Nord, quindi non avrebbe potuto prendere parte ai dirottamenti in ogni caso. Con ogni probabilità il suo ruolo avrebbe dovuto essere di coordinamento e ausilio ai terroristi, avendo partecipato anche al summit del terrore di Kuala Lumpur. Fu catturato a Karachi nel 2003 e ad oggi è detenuto a Guantanamo.
  • Zakariya Essabar (foto accanto): Chiese il visto per gli USA a Berlino due volte, ma gli fu negato perché non aveva un lavoro o legami stabili in Germania. Secondo quando riferito da Khalid Sheikh Mohammed, fu proprio Essabar a comunicargli la data scelta per gli attentati consegnandogli una lettera proveniente da Binalshibh; tuttavia il racconto di quest'ultimo è diverso, in quanto sostiene di aver comunicato la data al telefono a KSM dopo averla appresa da Atta. Essabar non fu mai catturato, e secondo quanto riportato dal sito Making Sense of Jihad della ricercatrice Marisa Urgo, è morto in Afghanistan dopo la caduta dei Talebani (di questa affermazione non abbiamo trovato un riscontro più affidabile).
  • Ali Abdul Aziz Ali: Secondo la biografia stilata dal governo americano sarebbe un nipote di KSM e di conseguenza cugino di Ramzi Yousef (perpetratore del primo attentato al World Trade Center del 1993). Chiese il visto per gli USA a Dubai, ma gli fu negato. Fu catturato a Karachi insieme a Tawfiq bin Attash, mentre era nelle fasi finali dell'organizzazione di un attentato con aerei dirottati in partenza da Heathrow che avrebbero dovuto schiantarsi contro il consolato americano nella medesima città pachistana.

Purtroppo ad oggi non è chiaro quale sarebbe stato il ruolo di ciascuna di queste persone reclutate da al Qaeda e che non riuscirono ad entrare negli USA. In parte la spiegazione risiede nel fatto che, come detto da KSM, i terroristi volevano squadre più numerose su ciascun aereo; in parte forse anche perché nei piani originali avrebbe potuto esserci una quinta cellula che avrebbe dovuto entrare in azione; e in parte sicuramente per il fatto che i vertici di al Qaeda sapevano che si sarebbero trovati a fronteggiare difficoltà con i visti ma anche rinunce e pentimenti.

Quest'ultima considerazione dovrebbe fare riflettere quelli che pensano che vi sia qualcosa di sospetto nel fatto che per i terroristi è andato tutto troppo bene.

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