2010/01/26

Chiuso il processo militare a KSM e complici

di John - www.crono911.org

Anche se la notizia non ha nulla di eccezionale, perché rappresenta un passaggio obbligato nel trasferimento dei processi militari contro i terroristi dell'11 settembre ai tribunali ordinari, è bene spendere qualche parola sui titoli apparsi nei giorni scorsi sui media americani, per evitare che i soliti noti ne approfittino per spargere ulteriore disinformazione.

Abbiamo già visto in innumerevoli occasioni, infatti, che i complottisti amano sfruttare la superficialità e l'approssimazione con cui frequentemente giornali e televisioni riportano fatti e notizie.

Così, un titolo come quello di Fox News, "Ritirate le accuse nei processi militari contro i presunti autori degli attentati dell'11 settembre", ben si presta a essere utilizzato per distorcere la notizia e trasmettere un messaggio del tutto diverso da quello reale.

Com'è noto, il Dipartimento della Giustizia americano, in esecuzione delle direttive impartite dal presidente Obama, ha stabilito che Khalid Sheikh Mohammed (abbreviato in KSM, nella foto) e gli altri complici accusati di aver organizzato gli attentati dell'11 settembre 2001 saranno processati da una Corte Federale dello Stato di New York.

La decisione comporta, ovviamente, l'interruzione dei processi militari in corso presso la base di Guantanamo e si innesta sul programma di chiusura del carcere militare speciale istituito in quella base e di trasferimento dei detenuti in prigioni comuni americane ed estere.

Il carcere militare speciale di Guantanamo, si ricorderà, fu creato per ospitare le centinaia di terroristi e combattenti (o presunti tali) catturati dalle forze americane nel corso di operazioni militari e spionistiche avviate in risposta agli attentati dell'11 settembre, considerati atto di guerra.

Nel carcere finirono anche un certo numero di terroristi implicati nell'organizzazione degli attentati del 2001, tra i quali KSM, considerato il cervello dell'operazione (un ruolo che lo stesso KSM aveva ammesso prima ancora di essere catturato).

L'amministrazione Bush istituì speciali tribunali militari per processare questi individui, ma l'opinione pubblica americana e quella internazionale si mostrarono sempre più insofferenti e critiche nei confronti di un meccanismo di detenzione e di giustizia la cui straordinarietà non era più giustificata dalla particolare situazione di emergenza che si era creata dopo gli attentati del 2001.

Nel corso degli anni, infatti, c'era stato tempo in abbondanza per identificare i detenuti e accertare per ciascuno di essi la sussistenza di elementi idonei a sostenere un'incriminazione penale di fronte a una corte ordinaria.

Durante la campagna elettorale per le presidenziali, Obama aveva assicurato che la chiusura del carcere di Guantanamo sarebbe stata in cima alle sue priorità di governo, e dopo aver risolto una serie di difficoltà di carattere logistico e procedurale, il neoeletto presidente ha finalmente sciolto le ultime riserve, avviando il processo di chiusura definitiva della struttura e di trasferimento dei detenuti presso istituti di detenzione civili, per essere sottoposti a processi ordinari presso le corti federali americane. Un certo numero di detenuti è stato invece estradato in prigioni estere, Italia compresa.

Questo comporta l'estinzione dei processi militari in corso, e l'atto di cui parlano i media americani è quello con il quale il procuratore militare ha ritirato le proprie accuse per consentire al giudice militare di dichiarare estinto il processo.

Un mero meccanismo procedurale, quindi, propedeutico a riesumare il processo in sede ordinaria, che per KSM e complici è costituita dalla Corte Federale competente per il distretto meridionale dello Stato di New York.

Particolarmente significativa è la locuzione "without prejudice" iscritta nel provvedimento con il quale è stato estinto il processo militare a carico degli imputati: con essa il giudice ha inteso specificare che la decisione non produce alcun altro effetto né a favore né contro l'imputato.
 
Da un lato ciò implica il diritto del Dipartimento di Giustizia a perseguire gli imputati in altra sede (che è per l'appunto ciò che avverrà) come se non fossero mai stati sottoposti a un precedente processo; dall'altro comporta che le eventuali prove (a carico o a discarico) emerse nel corso del procedimento militare non potranno considerarsi precostituite e pertanto i nuovi giudici dovranno valutare "ex novo" ogni posizione e i relativi elementi probatori.

Il processo, in concreto, è stato quindi azzerato a tutela sia dei diritti degli imputati che di quelli dell'accusa federale.