2013/04/09

Intervista con il pompiere di New York Larry Monachelli

di Hammer. L'originale in inglese è disponibile qui.

Sono passati quasi dodici anni dagli attentati dell'11/9 e nel costante sforzo di mantenerne viva la memoria, il gruppo Undicisettembre prosegue la sua raccolta di testimonianze dirette.

In questa occasione offriamo ai nostri lettori l'intervista realizzata al pompiere di New York Larry Monachelli, citato con il suo permesso, che intevenne sulla scena poco prima del crollo della Torre Sud.

Ringraziamo Larry Monachelli per la sua cortesia e disponibilità.


Undicisettembre: Ci puoi fare un breve racconto della tua esperienza? Cosa ricordi, in generale?

Larry Monachelli: Ricordo di essere arrivato lì circa dodici minuti prima che il primo palazzo crollasse. Sono andato sul retro della nostra auto per prendere il respiratore e quindi mi sono diretto verso il Posto di Comando che era nella Lobby della Torre 1. Mentre ci dirigevamo lì cominciammo a vedere persone che si gettavano dalla finestre. Eravamo all'angolo di Vesey e Church Street e sentivamo il calore che arrivava dalla Torre: questo per dire quanto fosse intenso! Quando eravamo a circa 30 metri di stanza, la prima torre iniziò a crollare, quindi il nostro istinto naturale fu di correre verso dove avevamo parcheggiato l'auto. Se fossi andato verso il lato occidentale, probabilmente non sarei seduto qui a fare questa intervista con te.

Riuscii a trovare un riparo nella lobby del numero 30 di Vesey Street, che era proprio di fianco alla nostra auto. Rimasi lì circa 15 minuti, quindi provai a uscire, ma non ci riuscii per via delle macerie di fronte alla porta a vetri. Quindi dovetti uscire da una delle finestre del retro al piano interrato. Eravamo in quattro e ci riunimmo di nuovo dove era parcheggiata la nostra auto. Il Capitano disse: “Andiamo a vedere quanta gente riusciamo a portare fuori!”

Sentivamo solo il suono dei PERS Alarms. E' un dispositivo usato dai pompieri che, se resti fermo per 30 secondi, emette un suono come il cinguettio di un uccello e aumenta costantemente di volume, poi quando ti muovi smette di suonare. Sentivamo solo questi cinguettii, quindi non sapevamo da che parte cominciare.

Andammo verso una delle prima cataste di macerie che vedemmo e mentre eravamo lì il secondo palazzo crollò. Il mio Capitano disse: “Corriamo via!” E corremmo quasi fino a Broadway. Il secondo crollo fu molto peggiore del primo perché la polvere che era già depositata al suolo sollevò una nuvola molto più grande della prima. Questo è un dettaglio che molta gente che non era lì non immagina: il crollo del secondo palazzo ha sollevato molta più polvere e macerie del primo crollo.

Ci radunammo di nuovo, la mia unità non perse nessuno, e per il resto della giornata facemmo ricerca e soccorso.

Fummo la prima squadra a scendere nei sotterranei della metropolitana, il motivo per cui so che eravamo i primi è che la polvere era come neve fresca e quando scendemmo verso la metropolitana non c'erano altre impronte. C'erano persone nelle cabine di pilotaggio e alle casse che non sapevano nemmeno cosa stesse succedendo. Li portammo in salvo e li facemmo uscire verso Broadway perché era impossibile uscire su Vesey Street.

Circa alle 5 del pomeriggio crollò il terzo palazzo. Sapevamo che sarebbe crollato, era il World Trade Center 7. Sapevamo che sarebbe venuto giù, i Comandanti avevano ritirato tutti e abbiamo semplicemente aspettato che crollasse. Quel palazzo era andato a fuoco per tutta la giornata, ogni piano era in fiamme e non c'era modo di spegnerlo, quindi sapevamo che sarebbe crollato.

Trascorremmo il resto della giornata a cercare persone e pompieri intrappolati. Le radio non funzionano molto bene, ma cercavamo di andare in ogni posto da cui ricevevamo delle segnalazioni. Comunque a quel punto c'erano molti soccorritori che stavano arrivando che non avevano partecipato nel primo crollo.


Undicisettembre: Sei tornato a Ground Zero nei giorni seguenti per le attività di ricerca e soccorso?

Larry Monachelli: Il giorno seguente tornammo dove eravamo e iniziammo a cercare sopravvissuti nella catasta. Cercavamo e coprivamo aree che non erano ancora state coperte. E continuammo nei giorni seguenti.

Fummo incaricati di spegnere gli incendi che bruciavano nei sotterranei. C'era una società chiamata Pyrocool, con sede in Virginia, che produce un additivo che si aggiunge all'acqua e raffredda l'acciaio molto più velocemente di quanto faccia l'acqua da sola. Quindi chiamammo questa società e loro vennero a lavorare con noi. Mettemmo più di 200 litri dell'additivo di Pyrocool e lo mischiammo con acqua. Gli operai lo misero su una prima trave incandescente e si raffreddò. Quindi prendemmo un grosso tubo e lo spargemmo ovunque per spegnere gli incendi nei sotterranei.


Undicisettembre: Tu eri per strada durante entrambi i crolli. Hai notato qualcosa di strano come esplosioni o secondo te erano troppo veloci per essere crolli naturali?

Larry Monachelli: Non notai esplosioni. E non fu veloce come mi aspettavo che sarebbe stato. Sentivamo i piani che cadevano, uno sull'altro, e avemmo il tempo di scappare. Quindi non ci furono esplosioni ma solo il rumore dei piani che crollano uno sull'altro. Guardai indietro molte volte per vedere se stesse cadendo di lato.

Non ci fu assolutamente nulla di strano. Eravamo shockati ma non ci fu nulla di strano.


Undicisettembre: Dopo ciascun crollo hai avuto modo di vedere quanto fossero danneggiati gli edifici circostanti? In particolare vorresti aggiungere qualcosa riguardo all'edificio 7?

Larry Monachelli: Ricordo di essermi trovato con un Comandante di Battaglione davanti al WTC7 dopo il secondo crollo e ci guardammo l'un l'altro, poi lui guardò il palazzo e disse: “Non c'è modo di spegnere questo incendio” Era mattina e c'erano 15 piani con grossi incendi. Fermandoci li davanti ci chiedevamo: “Da dove iniziamo a spegnere quell'incidendo?” Era completamente avvolto dalle fiamme. Nemmeno un tower ladder avrebbe potuto estinguerlo. Capisco il motivo per cui decisero di evacuare l'area. Quel palazzo sarebbe crollato, era completamente avvolto.


Undicisettembre: Prima di crollare le torri diedero segno di essere sul punto di crollare o semplicemente crollarono all'improvviso?

Larry Monachelli: Crollarono all'improvviso. Non ci furono segnali. L'unico segnale fu che i primi piani iniziarono a scendere, cedettero.


Undicisettembre: Cosa pensi dei tuoi colleghi che si arrampicarono lungo le scale nelle Torri 1 e 2 del WTC durante l'evacuazione? La maggior parte di loro è morta, ma lo ha fatto mentre tentava di salvare delle persone che sarebbero morte al posto loro.

Larry Monachelli: Molti di loro erano miei amici. Credo che non abbiano esitato. Credo che lo rifarebbero se dovessero. Il Dipartimento dei Vigili del Fuoco reagirebbe oggi come ha fatto quel giorno.

La mia squadra ha anche creato una radio per il Dipartimento. Si chiama Post Radio ed è menzionata nel “9/11 Commission Report”. L'abbiamo sviluppata noi da soli. E' una buona radio. E’ l'unione di una batteria da 12 volt con una radio che risiede sui camion. Mi ricordo quando ne ottenemmo un prototipo funzionante, tutti dissero: “Non funzionerà, non funzionerà”, anche la Motorola disse: “Non funzionerà mai”. Adesso ogni battaglione di pompieri in città la usa. Funziona anche per parlare alle unità a terra dall'elicottero.


Undicisettembre: Questa esperienza ti ha dato una nuova visione del tuo lavoro come pompiere?

Larry Monachelli: Oh, sì! Considera che sono sempre stato un pompiere e anche mio padre era un pompiere. Amavo il mio lavoro, lavoravo in una Stazione dei Vigili del Fuoco in cui c'era molto lavoro. Tuttora considero eroi le persone con cui lavoravo e quel giorno hanno fatto tutto il possibile. Dio mi ha risparmiato, non so perché. Sono andato a destra anziché a sinistra e se fossi andato a sinistra adesso non sarei qui. E' un'esperienza che non dimenticherò mai, non capivo di essere di fronte alla storia che si stava svolgendo davanti a me. Credo che le persone che erano davanti alla TV possano aver visto cose più drammatiche di quelle che ho visto io, per questo credo che le persone che stavano guardando possano essere state più toccate di me perché per me era il mio lavoro. Non sapevamo cosa stava succedendo, non sapevamo che il Pentagono era stato colpito.

Ora ho qualche problema, ho dei problemi ai polmoni ma sono ancora qui.


Undicisettembre: Cosa pensi delle teorie del complotto che sostengono che l'11/9 sia stato un "inside job"? La maggior parte di queste teorie sostiene che le Torri furono demolite intenzionalmente con esplosivi. Qual è la tua opinione?

Larry Monachelli: Sono sicuramente false. Non ci sono state esplosioni. Non c'erano esplosivi nel palazzo. E' stato solo un crollo. Se ci fossero stati esplosivi nel palazzo li avremmo sentiti; ce ne sarebbe l'evidenza.

Da un certo punto di vista le teorie del complotto mi divertono, ma una parte di me è arrabbiata per il fatto che qualcuno possa inventarsi qualcosa di così fasullo. Ho visto delle cose con i miei occhi quel giorno e qualcuno ha tentato di dirmi: “No, non è ciò che hai visto.” Fa quasi ridere. Per un certo verso mi fa arrabbiare ma principalmente credo che sia solo stupido, è ridicolo con tutte le prove che abbiamo.


Undicisettembre: I tuoi colleghi cosa pensano delle teorie del complotto? Sono irritati, indifferenti? Molti cospirazionisti sostengono che gran parte dei pompieri di New York creda che fosse un complotto del Governo.

Larry Monachelli: Non credo di aver mai incontrato un pompiere che creda a un complotto di qualunque tipo. Non ci crede nessuno, e sono sicuro che il Dipartimento di Polizia la pensa allo stesso modo. E così tutti quelli che erano lì'.


Undicisettembre: Hai mai provato a discutere con qualche complottista?

Larry Monachelli: No. Non credo che un complottista potrebbe guardarmi in faccia e sostenere la sua teoria. Gli risponderei: “C'eri? Io sì!” Tu hai mai incontrato un complottista che fosse stato presente? Non credo, e neanche io.

No, non ne ho mai affrontato uno, ma non credo che nessuno di loro si confronterebbe con me. Avrei solo da digli: “Hai torto. Torto al 100%. E ciò che fai è sbagliato perché stai screditando le persone che erano lì. Ciò che fai è sbagliato perché non è la verità. La stai distorcendo.”


Undicisettembre: L'11/9 come ha cambiato la tua vita quotidiana?

Larry Monachelli: Per il primo anno è stato molto duro andare e venire dalla catasta. Ci andammo da Settembre a Giugno, ogni giorno. Da Giugno iniziai a lavorare al progetto della radio. Ebbi un disturbo post traumatico e cercai assistenza psicologica e mi aiutò molto. Tutto ciò che vidi l'11/9 l'avevo già visto nella mia carriera. Lavoravo ad Harlem in una Stazione dove c'era molto lavoro. Avevo già visto gente gettarsi dalle finestra, avevo visto persone colpite da treni, avevo visto brutti incidenti automobilistici, avevo visto crolli. Ma l'11/9 ciò che mi ha colpito di più era la grandezza di ciò che era successo, la quantità di pompieri e di civili morti. La grandezza di tutto ciò mi colpì per molto tempo.

Dovetti affrontare un periodo duro per via dello stress post traumatico e alle volte mi dà ancora fastidio. Ma ho una famiglia meravigliosa che mi ha aiutato a superarlo.


Undicisettembre: Com'è la vita a New York 12 anni dopo l'accaduto?

Larry Monachelli: Abbiamo avuto la nostra dose di uragani e di problemi. Io mi sono ritirato nel 2006 ma io e mia moglie fummo invitati dal Dipartimento dei Vigili del Fuoco a vedere la Freedom Tower e ci fu questa bellissima cerimonia quella sera, per me fu quasi come chiudere con il passato e lasciarmelo alle spalle.

Fu come una piccola chiusura per me. C'era la torre nuova. Non dico che voglio dimenticare perché molti miei amici sono morti quel giorno, ma dico che la città sta guarendo le proprie ferite.


Undicisettembre: Credi che la nazione viva ancora nella paura, o ha recuperato la sua posizione nel mondo?

Larry Monachelli: Non credo che ci sia ancora paura ma viviamo cautamente. Ogni volta che si chiude un anno, ogni ultimo dell'anno a Times Square che passa senza che accada nulla, ci dà una pacca sulla spalla perché da allora non è successo nulla.

Credo che l'espressione migliore sia che siamo cautamente ottimisti.

12 commenti:

Giuliano47 ha detto...

La scorsa estate ero a New York ed e' stata un'emozione, una commozione, camminare accanto ai gruppi di pompieri che stazionano nelle piazze con i loro automezzi. La loro presenza e' diffusa nella citta', si trovano gia' nei punti strategici pronti ad intervenire.

Mauro ha detto...

Prima o poi tutti i vostri articoli, ma soprattutto le interviste! - dovreste raccoglierli in volume.
Sarebbe di un'utilità spaventosa.
Saluti,
Mauro.

Unknown ha detto...

Un altro puzzle significativo che si aggiunge alle interviste raccolte qui. Grazie Hammer.

Leonardo Salvaggio ha detto...

Gabriele, grazie a te per l'apprezzamento.

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Unknown ha detto...

Perchè non sono intervenuti sul wtc7 ma lo hanno fatto per le torri? In che modo pensavano di spegnerlo quell'inferno, e soprattutto non mettere a rischio la possibilità del crollo.

Altra domanda, non si poteva intervenire con degli elicotteri?

Grazie e complimenti.

Unknown ha detto...

Due domande:

Pur conoscendo la gravitá della situazione e un eventuale crollo perchè hanno mandato i pompieri fino all' 80th piano?
Questa decisione è stata presa solamente da una persona e se si con quali conseguenze..

Non si poteva agire in modo differente esempio con degli elicotteri?

Unknown ha detto...

Grazie Hammer, come sempre. E' sempre toccante sentire la testimonianza di chi c'era.

Paolo Attivissimo ha detto...

Andrea,

perchè hanno mandato i pompieri fino all' 80th piano?
Questa decisione è stata presa solamente da una persona e se si con quali conseguenze..


Il compito dei pompieri è correre verso gli incendi dai quali tutti stanno scappando. A rischio della propria vita, per salvare gli altri. Quindi mandarli su sapendo del possibile crollo era normale.


Non si poteva agire in modo differente esempio con degli elicotteri?

Purtroppo no. Il tetto era inaccessibile e il vento in quota (siamo a 400 m) a New York, sopra un incendio (che produce colonne di fumo e correnti ascensionali) è pericolosissimo per gli elicotteri.


Perchè non sono intervenuti sul wtc7 ma lo hanno fatto per le torri?

Nel WTC7 non c'era più nessuno da salvare. Era stato evacuato.

Come mai sulle immagini del cadavere c'è stata riservatezza mentre in molti altri casi in passato no?

Sono scelte variabili a seconda dei casi. Dipende dalle singole circostanze.

Unknown ha detto...

scusami la domanda sull'occultamento era riferita per l'altro post su Osama.

Altra domanda, dopo il crollo della prima torre, non sono stati richiamati i pompieri nelle torre Nord?

Esiste qualche video che mostra gli aerei dall'interno dell'edificio?

grazie

Paolo Attivissimo ha detto...

Andrea,

scusami la domanda sull'occultamento era riferita per l'altro post su Osama.

Il concetto non cambia: sono scelte che dipendono dalle circostanze. Se per esempio non si vuole regalare all'avversario o all'opinione pubblica immagini macabre sulle quali accanirsi o indignarsi.


Altra domanda, dopo il crollo della prima torre, non sono stati richiamati i pompieri nelle torre Nord?

Fu tentato, ma a causa della cattiva qualità dei sistemi radio dei vigili del fuoco e della schermatura all'interno dell'edificio molti pompieri non sentirono l'ordine. E comunque, essendo in alto nell'edificio, non avrebbero avuto tempo per scendere.


Esiste qualche video che mostra gli aerei dall'interno dell'edificio?

Che io sappia, dall'interno delle Torri Gemelle non furono fatte riprese; o se furono fatte, non sono disponibili.

Leonardo Salvaggio ha detto...

Grazie dell'apprezzamento, Manu Ucce.