2012/04/11

Riprendono i processi a Guantanamo Bay

di Brain_use

"It has been more than 10 years since 9/11 and the President is committed to ensuring that those who were accused of perpetrating the attacks against the United States be brought to justice."

"Sono ormai trascorsi oltre dieci anni dall'11 settembre e il Presidente si impegna a garantire che coloro che sono stati accusati di aver perpetrato gli attacchi contro gli Stati Uniti siano consegnati alla giustizia".

Sono le parole del portavoce della Casa Bianca Jay Carney a commento della notizia, diffusa mercoledì 4 aprile (Washington Post, BBC, CBS, ABC), che sono stati formalmente rinviati a giudizio cinque presunti militanti di al-Qaeda ritenuti i pianificatori degli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001, che causarono complessivamente 2.976 vittime.

I cinque, Khalid Sheikh Mohammed, Waleed bin Attash, Ramzi Binalshibh, Ali Abd al-Aziz Ali e Mustafa Ahmad al-Hawsawi, sono detenuti a Guantanamo Bay e saranno giudicati congiuntamente da una commissione militare. L'avvio della fase dibattimentale è prevista entro trenta giorni dalla notifica.

Le accuse sono pesantissime: terrorismo, dirottamento aereo, omicidio, attacchi a civili, attività cospiratorie e distruzione di proprietà ed è possibile che si arrivi anche ad una sentenza di morte.

La giuria è composta da 12 ufficiali militari provenienti da tutte le forze armate americane. Secondo la legge militare degli Stati Uniti deve essere raggiunta l'unanimità per poter giungere alla sentenza capitale.

La decisione di affidare il processo a un tribunale militare è stata presa dopo un lungo dibattito di natura sia politica che giuridica sull'opportunità di considerare gli imputati dei semplici criminali e giudicarli di conseguenza in un tribunale civile, oppure portarli davanti ai tribunali militari in qualità di combattenti nemici (ricordiamo che gli attacchi dell'11 settembre sono stati giuridicamente inquadrati come "atti di guerra").

Il presidente Obama, infatti, aveva basato parte della propria campagna elettorale sull'ipotesi di chiudere Guantanamo Bay e di trasferire la competenza sui terroristi ai tribunali civili. Aveva infatti sospeso l'attività del tribunale militare istituito nel 2008, cercando di trasferire il dibattimento alla corte federale di New York nel corso del 2009. Obama, tuttavia, si è trovato costretto a cambiare posizione di fronte all'oggettiva difficoltà di collocazione sul territorio nazionale dei sospetti terroristi detenuti a Guantanamo Bay e alla fortissima opposizione del partito repubblicano nell'ambito del Congresso e della stessa popolazione di New York al trasferimento dei processi alle corti civili, proprio accanto al luogo colpito dagli attentatori.

Il principale imputato, Khalid Sheikh Mohammed, kuwaitiano, è ritenuto l'ideatore e pianificatore degli attentati dell'11 settembre. Si era già dichiarato colpevole e pronto ad affrontare il "martirio" nel corso del 2008.

Si ritiene che Khalid Sheikh Mohammed sia coinvolto anche nell'attentato del 1993 al World Trade Center, in quello del 2002 a un nightclub a Bali, in Indonesia, nell'omicidio del giornalista americano Daniel Pearl e nel tentativo fallito del 2001 di far esplodere in volo un aereo con una bomba nascosta in una calzatura.

Già nel 2002 affermò il proprio ruolo di ideatore degli attentati a Yosri Fouda, un giornalista di Al-Jazeera, che pubblicò il libro "Masterminds of Terror". Catturato nel 2003 in Pakistan, è detenuto a Guantanamo dal 2006, dove documenti della CIA confermano che è stato sottoposto alla tortura conosciuta come "waterboarding" (annegamento simulato) per 183 volte, pratica oggi vietata dall'amministrazione Obama.

Le rivelazioni ottenute con la tortura non saranno ammesse come prova e l'attività del tribunale dovrà ripartire da zero, senza tener conto di quanto già emerso nel corso del precedente avvio dibattimentale del 2008, compresa la dichiarazione di colpevolezza di Khalid Sheikh Mohammed, l'intenzione manifestata dagli altri imputati di seguirne l'esempio e affrontare il "martirio" e la scelta di due altri imputati di difendersi da soli.

Per quanto riguarda gli altri quattro imputati (qui un rapido profilo su Al-Jazeera), ricordiamo che sono tutti accusati di essere coinvolti nella pianificazione e organizzazione degli attentati dell'11/9.
Si tratta di:
  • Walid bin Attash, yemenita, accusato di aver addestrato due dei terroristi nei campi di al-Queda in Afghanistan, di aver preparato tecnicamente i dirottamenti e di essere coinvolto nell'attentato al cacciatorpediniere USS Cole del 2000 e in quello all'ambasciata statunitense in Kenia del 1998.
  • Ramzi Binalshibh, yemenita, accusato di aver contribuito ad organizzare la formazione dei piloti, di aver fornito copertura finanziaria, di essersi occupato del collegamento fra al-Qaeda e i terroristi e di essere stato scelto per far parte del gruppo dei dirottatori prima di essere fermato dall'impossibilità di ottenere il visto per entrare in territorio statunitense.
  • Ali Abd al-Aziz Ali, pakistano, nipote di KSM, accusato di aver aiutato a far entrare negli Stati Uniti nove dei dirottatori e di aver fornito sostegno finanziario all'operazione.
  • Mustafa Ahmad al-Hawsawi, saudita, accusato di aver preso parte alla pianificazione degli attentati e di aver fornito denaro e appoggio logistico ai terroristi.

6 commenti:

Giuliano47 ha detto...

Qui un breve video di History Channel Italia con le testimonianze di alcuni italiani presenti nelle Torri WTC:
http://www.youtube.com/watch?v=H1j_DvsWL2c

Leonardo Salvaggio ha detto...

Grazie Giuliano,

qui c'è il documentario intero:

http://www.youtube.com/watch?v=Ante_2Gta5Q

hai visto che anche noi abbiamo intervistato Gina Lippis (la signora del documentario)? L'intervista è ora in homepage.

Massi ha detto...

"dichiarazione di colpevolezza" estorta a suon di waterboarding. In qualsiasi tribunale civile una barzelletta del genere non verrebbe nemmeno presa in considerazione. Ecco perché si fa il processo in un tribunale militare.

Paolo Attivissimo ha detto...

Massi,

forse non hai considerato che KSM ha volontariamente ammesso le proprie responsabilità quando era ancora uomo libero, di fronte al giornalista Yosri Fouda di Al Jazeera.

In quel caso non è stata necessaria alcuna estorsione.

Questo dato di fatto è citato e linkato nell'articolo che stai commentando.

Sul fatto che il waterboarding sia una tortura e che il suo uso abbia tolto ogni dignità al processo sono d'accordo. Ma l'idea che KSM si sia dichiarato colpevole solo perché è stato torturato non corrisponde ai fatti.

Massi ha detto...

Si, però nel processo viene utilizzata la testimonianza estorta con la tortura, e indipendentemente da questo autoaccusarsi di un crimine ha comunque una valenza relativa (vedi un certo scarantino e la vecchia sentenza di cassazione per la strage di via d'amelio). Il dramma sta nel fatto che non si e' voluto svolgere un vero processo per i fatti dell'11 settembre. Quello che abbiamo e' una barzelletta di commissione criticata aspramente dagli stessi membri che ne hanno fatto parte, indagini governative, perizie non fatte con scuse agghiaccianti (vedi la prova per i residui d'esplosivo)... Davvero un bel lavoretto. Tutto questo non lo dico per difendere ksm (un personaggio che si commenta da solo), questo lo dico perché la realtà lapidaria che si e' cercato di costruire negli ultimi anni ha ben poco di reale.

Paolo Attivissimo ha detto...

Massi,

personalmente condivido le tue critiche all'aspetto processuale e all'uso della tortura. Ma questo non cambia il fatto fondamentale che KSM si è spontaneamente dichiarato responsabile dell'11/9 quando era uomo libero davanti a Yosri Fouda. Possiamo cavillare sugli aspetti giuridici, ma i fatti non cambiano e il paragone con Scarantino non è calzante per mille motivi.


Il dramma sta nel fatto che non si e' voluto svolgere un vero processo per i fatti dell'11 settembre

Hai considerato il processo Moussaoui? Processo civile, che ha portato al pubblico una quantità immensa di dati sull'11/9.


una barzelletta di commissione criticata aspramente dagli stessi membri che ne hanno fatto parte

Ma che nonostante le critiche è arrivata a una ricostruzione dei fatti coerente e tecnicamente valida. Cosa che non si può dire di tutte le altre ipotesi di svolgimento degli eventi.


indagini governative

Non ti stupire. Di solito le indagini si affidano alle autorità. Chi altro le poteva fare?


, perizie non fatte con scuse agghiaccianti (vedi la prova per i residui d'esplosivo).

Forse non hai letto bene tutti i fatti tecnici, ma la scusa non è affatto "agghiacciante". Non c'è nessun motivo tecnico per ipotizzare l'uso di esplosivi e quindi cercarne i residui sarebbe stato inutile e avrebbe sprecato i soldi dei contribuenti. La dinamica degli impatti e dei crolli non è compatibile con l'uso di esplosivi, per cui è inutile cercarli, così come quando senti rumore di zoccoli e vedi un cavallo non perdi tempo a chiederti se per caso il cavallo è una zebra travestita. L'idea degli esplosivi è stata partorita e sostenuta esclusivamente da persone che non hanno alcuna esperienza di esplosivistica e di demolizioni esplosive. Non è sostenuta da nessun esperto in questi campi.


la realtà lapidaria che si e' cercato di costruire negli ultimi anni ha ben poco di reale.

Se hai così tante certezze, non hai che da documentarle rigorosamente e presentarle agli esperti. Finora non c'è riuscito nessuno. Vinceresti il Pulitzer.