2008/12/15

Intervista a un testimone oculare dell'attacco al World Trade Center

di Hammer

Il gruppo Undicisettembre ha avuto recentemente la fortuna di entrare in contatto con un testimone oculare degli attacchi alle Torri Gemelle che si trovava nell'edificio numero 7 del World Trade Center (quello crollato nel pomeriggio e che tanto stimola la fantasia dei cospirazionisti). Il testimone, che ci ha chiesto l'anonimato, ha risposto ad alcune nostre domande sull'accaduto.

Il suo racconto contribuisce a conoscere meglio la tragica vicenda dell'11 settembre e fornisce una testimonianza importantissima per chiunque voglia capire emozioni e pensieri di chi si è trovato nel mezzo del più grave attacco terroristico della storia.

Ringraziamo il testimone per la sua disponibilità e cortesia.



Undicisettembre: Cosa ricordi di ciò che è successo quella mattina? Ci puoi dare un quadro generale della tua esperienza?

Testimone: Lo ricordo come se fosse ieri. Ricordo ogni minuto di ciò che è successo e che ho visto. Era l'11 settembre, ed ero appena arrivato al lavoro intorno alle 8 del mattino. Ho fatto colazione come al solito e stavo per sedermi per cominciare a lavorare. All'epoca ero impiegato come contabile fiscalista per la Salomon Smith Barney. Lavoravo al 28° piano del World Trade Center 7, il grande edificio marrone a nord-est della Torre 1, la prima ad essere colpita. L'aereo che l'ha colpita è passato proprio sopra l'edificio dove stavo: mi sono reso conto, tempo dopo, che se avesse volato un po' più basso, potrei non essere qui ora.

Pochi minuti più tardi ho sentito una enorme esplosione, seguita da quella che ho pensato fosse la mia prima esperienza di un terremoto: il palazzo tremava violentemente. Io e i miei colleghi abbiamo guardato subito fuori dalla finestra che dava a sud, verso la Torre 1, e abbiamo visto quella che sembrava essere una nevicata di macerie, carte e qualunque cosa fosse scoppiata. Guardando fuori e in su dalla mia finestra al 28° piano – e credo che il primo aereo aveva colpito il 98° – il buco nella Torre 1 sembrava molto piccolo dal quel punto d'osservazione. Tutti abbiamo pensato che un piccolo aereo biposto avesse colpito la Torre 1. La Torre 1 era costruita con travi verticali in acciaio, quindi era difficile valutare quanto il buco nell'edificio fosse grande in realtà.


Undicisettembre: Dopo lo schianto del primo aereo contro la Torre Nord, hai pensato a un terribile incidente o hai capito subito che si trattava di un attacco terroristico?

Testimone: All'inizio non ho pensato a un attacco terroristico. Nel mio edificio, molti pensavamo all'incidente di un piccolo aereo. Alcuni erano spaventati, altri hanno lasciato l'edificio e altri ancora sono addirittura tornati al lavoro. Io d'istinto ho deciso di andarmene.


Undicisettembre: Dopo il secondo schianto, era chiaro che si trattava di un atto intenzionale. Come è cambiata la situazione a quel punto?

Testimone: A quel punto confermo che molti hanno pensato a un attacco terroristico. Io, personalmente, non ho avuto tempo di assorbire l'intera situazione e mi preoccupavo soltanto di scendere in strada e andarmene. Mentre ero nell'atrio d'ingresso, il secondo aereo ha colpito: alcune finestre sono andate in frantumi e il palazzo ha tremato [il testimone si trovava quindi al piano terra del WTC7 alle 9:03, N.d.T.]. A quel punto, quella che era un'evacuazione tranquilla è diventata un po' frenetica, perché molti piangevano e avevano paura. Si è trasformata in una fuga di massa.


Undicisettembre: Il tuo ufficio, come ci hai detto, era nell'edificio numero 7. Ricordi a che ora è stato evacuato e se è stato dato un ordine ufficiale di abbandonare l'edificio? Quanto ci è voluto prima che non ci fosse più nessuno all'interno?

Testimone: Fortunatamente, quando è stato dato l'ordine ufficiale di evacuazione io me ne ero già andato da tempo. Quindi non so se, quando o cosa sia stato detto. Non so nemmeno se e quando sono state evacuate tutte le persone.


Undicisettembre: Mentre abbandonavi l'edificio 7, hai notato nulla di strano? Come esplosioni, feriti o cadaveri?

Testimone: Fino a quel punto avevo udito soltanto due esplosioni: una quand'ero al 28° piano (il primo aereo), la seconda quando ero nell'atrio d'ingresso ed è stata colpita la Torre 2.

Quando ero al 28° piano ho potuto guardare fuori e in su dal lato sud e ho visto quelle che sembravano essere delle persone che si sporgevano dalle finestre e agitavano dei drappi in richiesta di aiuto. Poi ho visto un uomo (forse un padre o un figlio o un fratello) lanciarsi in "caduta libera" – non trovo parole migliori – agitando le braccia per tutta la durata della caduta, fino a terra. Sono rimasto a guardare mentre cadeva. Quando è arrivato a terra, anche se il suo punto d'impatto mi era nascosto da degli alberi o statue di qualche genere, ho visto il suo corpo esplodere come un palloncino pieno d'acqua. Si è praticamente spappolato. Non è stato piacevole, dopo averlo visto me ne sono andato immediatamente.


Undicisettembre: Dopo che sei uscito dal palazzo, com'era la situazione nelle strade? Cosa puoi dirci delle persone che uscivano dalle Torri Gemelle?

Testimone: Sono stato uno dei primi ad andarsene verso nord in direzione di Greenwich Street. La gente piangeva, tentava di chiamare i propri cari. Alcune persone erano per strada e nei ristoranti ad ascoltare i notiziari locali e nei bar a cercare di avere le ultime notizie. La situazione era caotica, ma credo che non fosse neanche lontanamente caotica quanto lo è diventata quando è crollato l'edificio. A quel punto, però, me ne ero andato da molto tempo.



Undicisettembre:
Hai visto qualche rottame di aereo a terra?

Testimone: No, non ce n'era neanche uno, da quando sono partito fino a quando sono rientrato nel mio appartamento nell'Upper East Side.


Unicisettembre: Prima che le Torri crollassero, avevano dato segni di instabilità o sono crollate all'improvviso? In qualche modo, il crollo era atteso?

Testimone: Ho assistito soltanto al primo crollo. In quel momento non ero stato messo al corrente di eventuali sintomi che fossero instabili. Per essere sincero, non pensavo che potessero crollare; ma allora non non avevo la conoscenza dei fatti che ho adesso.

Mi trovavo a 10 o 15 isolati a nord lungo Greenwich Street, l'ho vista crollare fino al suolo, un piano dopo l'altro. E' stata un'emozione fortissima. Quasi nessuno, nella folla in fuga, ha retto allo shock. Io ho continuato a camminare, ancora più in fretta, verso casa per raggiungere la mia ragazza e i miei compagni di appartamento.



Undicisettembre:
Parliamo dell'edificio numero 7. Hai potuto vedere quanto fosse danneggiato e quanto fossero violenti gli incendi al suo interno prima che crollasse?

Testimone: Quando me ne sono andato dall'edificio 7, non mi sono accorto di danni fisici visibili. Soltanto quando sono arrivato all'Upper East Side, 3 o 4 ore dopo, ho visto in televisione che l'edificio era in fiamme.


Undicisettembre: Cosa si prova a vedere lo skyline più celebre del mondo cambiato per sempre?

Testimone: Mi sconvolge. Sono cresciuto con quello skyline. Compariva in alcuni dei film più belli della storia. E la piazza al centro del complesso era uno dei miei posti preferiti per pranzare.

Forse perché ci lavoravo, mi rattrista vedere che quello skyline storico non ci sarà mai più; né i miei figli, né altri non lo vedranno mai. Vorrei davvero che le ricostruissero così com'erano. Quei due edifici erano il centro del distretto finanziario di Wall Street. Erano monumenti di importanza internazionale all'orgoglio e al successo dell'America (almeno a quell'epoca, considerando i tempi duri di oggi).


Undicisettembre: Cosa te ne pare del nuovo World Trade Center attualmente in costruzione? Avresti preferito le Torri Gemelle ricostruite così com'erano?

Testimone: Le voglio ricostruite esattamente come prima, magari un po' più robuste; i nuovi palazzi non saranno mai come i precedenti. Non rappresenteranno ciò che rappresentavano le Torri Gemelle. So che molti avrebbero paura di rimettere piede in quegli edifici, e rispetto questa posizione, ma l'unico modo per preservare i valori della cultura economica americana e tutti gli anni di duro lavoro di questa nazione è ricostruirle esattamente com'erano. Lo skyline di New York ha perso uno dei suoi aspetti più preziosi. Chi verrà dopo di noi deve sapere cosa simboleggiavano le Torri.


Undicisettembre: Come hanno reagito la città e i suoi abitanti? Sentite ancora New York come la città più importante del mondo o la ferita è troppo dolorosa?

Testimone: Hmm... domanda difficile. Dall'11 settembre è passato così tanto tempo. E' molto difficile valutare come ciascuno si sentisse all'inizio e come si sente ora. Subito dopo gli attacchi c'erano commemorazioni, volantini delle persone scomparse, candele accese. Credo che in un certo senso alcuni newyorchesi sentissero il "bisogno" di essere uniti, di stabilire legami. Però questa è l'America, terra che ama i grandi drammi. Quindi, senza mancare di rispetto a nessuno, è davvero impossibile a dirsi.

Credo comunque che ogni newyorchese, e io ci ho abitato per 7 anni, dica tuttora che è la più grande città del mondo. Non conosco nessun altro posto al mondo che funzioni 24 ore al giorno e dove chiunque possa fare o trovare qualunque cosa voglia. Sicuramente ci sono persone che tuttora portano ferite emotive, ma voglio sperare che credano ancora che questa sia la più grande città del mondo e non abbiano risentimento nei suoi confronti.



Undicisettembre:
Cosa pensi delle teorie del complotto che sostengono che l'11 settembre sia stato un autoattentato? La gran parte dei cospirazionisti crede che le Torri siano state demolite intenzionalmente con esplosivi; alcuni credono anche che nessun aereo si sia schiantato contro di esse e che tutti i video che li mostrano siano falsi. Cosa ne pensi?

Testimone: Gran bella domanda! E il problema più grande è che siamo una nazione ingenua. Gli Stati Uniti sono celebri per la varietà delle culture, ma è in un certo senso questa diversità che causa questi problemi. Per esempio, nel Midwest potremmo trovare persone di scarsa cultura che credono che è stato un atto di terrorismo e che si debba entrare in guerra immediatamente. Ci sono anche gli scettici che trovano qualunque scusa per incolparne il governo. E poi ci sono i ricchi, ai quali non gliene frega proprio niente, a meno che qualcuno dei loro cari sia morto nell'attentato.

All'inizio ho creduto al 100% che si trattasse di un attacco terroristico, senza alcun dubbio. Qualche anno dopo, mio fratello mi ha detto di cercare su Google "Loose Change", un video piuttosto famoso che è di parte e presenta i fatti, ma non tutti i fatti. E' stato piuttosto convincente, e le sue argomentazioni/prove sono state abbastanza forti da convincere alcuni americani che l'11/9 fu opera del governo. E' stato diretto molto bene.

Io non ci ho creduto (anche se avevo un piccolo dubbio che potesse essere vero, ma molto, molto piccolo). Ma per tornare agli americani ingenui, ci scommetterei che migliaia di persone, guardando quel video, si sono lasciate convincere. Più recentemente c'è stato un ottimo documentario su History Channel, intitolato "The 9/11 Conspiracy: Fact of Fiction", che ha preso in considerazione ogni teoria cospirazionista: dapprima mostrava come sembrasse più o meno plausibile e poi la smentiva completamente e scientificamente. Tra queste anche il famigerato aereo che colpì il Pentagono.

La domanda che mi viene da pormi è: quanta gente ha visto quel documentario? La vita, i fatti e ogni altra cosa si basano sull'informazione; che sia giusta o sbagliata, costringe la gente a scegliere da che parte stare.

La domanda è: tutti gli Americani sono capaci di non farsi influenzare? Assolutamente no! Sono gli stessi mattoni che costruiscono l'America che ci rendono nel contempo tanto grandi e tanto deboli.

In ultimo: perché mai il nostro governo avrebbe avuto bisogno dell'11/9? Per avere una scusa per la guerra, dicono. Beh, mi spiace doverlo dire, e leggetevi i libri di storia, ma non abbiamo bisogno di un motivo, di uccidere 2000 dei nostri concittadini innocenti, per cominciare una guerra. Mi vengono in mente molti casi in cui ci siamo lanciati a testa bassa e abbiamo deciso di intraprendere una guerra con giustificazioni molto scarse: per esempio, il Vietnam o l'Iraq, dove abbiamo attaccato ma non abbiamo trovato armi di distruzione di massa, e la lista potrebbe continuare. L'11 settembre non è stato un complotto governativo, ma un attacco terroristico. Se solo si potessero far sapere i veri fatti a tutti gli americani... ma credo che in questa vita questo sia impossibile in qualunque paese.


Undicisettembre: I cospirazionisti sostengono anche che l'edificio numero 7 sia stato riempito di esplosivo per essere demolito intenzionalmente. Secondo loro, il motivo per farlo sarebbe stato che nel palazzo c'erano uffici dell'FBI o della CIA e quindi c'erano segreti che dovevano essere distrutti definitivamente. Credi che questa teoria sia plausibile?

Testimone: E' falso. L'unica cosa che so è che uno o due piani erano adibiti a uffici governativi. Non so bene quali attività venissero svolte in quegli uffici, ma CIA ed FBI sono molto più svegli nel nascondere le cose (ammesso che ci siano) che non così. Non esistono fotocopie di queste "informazioni segrete", sempre se esistono. E anche se così fosse, sarebbero nascoste molto bene, ve lo garantisco.


Undicisettembre: Un'ultima domanda, tanto per conoscerti meglio. Hai origini italiane, come suggerisce il tuo cognome?

Testimone:
Si, sono al 100% italiano d'origine. In parte dalla Sicilia e in parte da Positano e zone limitrofe (mia madre conosce i dettagli).

22 commenti:

Alfred Borden ha detto...

Come mai a distanza di tanti anni chiede ancora l'anonimato?

Leonardo Salvaggio ha detto...

Sinceramente non ho ritenuto opportuno chiederglielo.

Gli ho proposto questa possibilità e lui mi ha detto che preferiva rimanere anonimo. Ho accettato la sua decisione e basta.

Immagino che abbia avuto qualche fastidio con i cospirazionisti in passato. Ma è solo una mia deduzione.

Paolo Attivissimo ha detto...

Concordo con l'ipotesi di Hammer. Anche il pilota che abbiamo avuto come consulente alla conferenza di Lugano ha chiesto l'anonimato semplicemente perché c'è sempre il cretino che accusa di volersi mettere in mostra o di essere politicamente schierato, e non vuole rogne.

Molti collaboratori di Undicisettembre non hanno nulla da nascondere, ma preferiscono vivere in pace, perché hanno capito di che fine pasta sono fatti i complottisti. Sono ossessivi, maleducati, arroganti, intolleranti e privi di ogni rispetto. Ma soprattutto stupidi, e questo li rende pericolosi per gli altri oltre che per se stessi.

Il testimone, per esempio, magari preferisce non essere molestato telefonicamente di notte, come è capitato a me ieri, da parte del genio di turno che si è dimenticato di mascherare il suo numero di telefonino. E' stato molto divertente richiamarlo e ascoltare i suoi contorcimenti imbarazzati, dettati dal terrore consapevole di essere stato identificato mentre credeva di essere al sicuro nell'anonimato.

Ero ancora sveglio, per cui la vicenda mi ha fatto addormentare con un sorriso. Non credo che fosse questo l'intento dell'Einstein della molestia cellulare.

Alfred Borden ha detto...

Sì, in effetti, sarebbe la spiegazione più plausibile: con tutti gli svitati che sono a piede libero, non sai mai con chi potresti avere a che fare.

Giusto per curiosità: che ti ha detto il poco anonimo molestatore telefonico?

Paolo Attivissimo ha detto...

Quando l'ho richiamato, ha detto che la chiamata era partita per sbaglio e che era stato suo cugino a giocare con la tastiera.

Considerato che il mio numero è svizzero, quindi con un 00 davanti, e beccarne tutte le cifre è equiprobabile al lotto, questa è la scusa più patetica che potesse trovare. Einstein della molestia, appunto.

Non mi ha detto se suo cugino era sottufficiale di marina :-)

Comunque ho il suo numero in memoria, può sempre venire utile.

Giuliano47 ha detto...

"Comunque ho il suo numero in memoria, può sempre venire utile".

Dai, che gli telefoniamo.
Facciamogli sentire la nostra amorevole presenza come caldi angioletti durante i suoi sognid'oro :-)

omar ha detto...

Paolo, forse questi geniacci meriterebbero una bella citazione in tribunale, visto che il rispetto per le persone non sanno proprio cosa sia.

Ad iniziare dal Mago Otelma delle scie comiche, alias Rosario Marcianò.

http://www.tankerenemy.com/2008/12/range-finder-come-si-sono-svolti-i.html

Paolo Attivissimo ha detto...

forse questi geniacci meriterebbero una bella citazione in tribunale

No, sarebbe il riconoscimento che desiderano così tanto.

La peggior punizione, per loro, è non essere presi sul serio ed essere sepolti dagli sberleffi.

Alfred Borden ha detto...

Quando l'ho richiamato, ha detto che la chiamata era partita per sbaglio e che era stato suo cugino a giocare con la tastiera.

Considerato che il mio numero è svizzero, quindi con un 00 davanti, e beccarne tutte le cifre è equiprobabile al lotto, questa è la scusa più patetica che potesse trovare. Einstein della molestia, appunto.


Mi domando cosa spinga delle persone che immagino del tutto normali a comportamenti di una tale stupidità.

brain_use ha detto...

Io comincio a pensare che l'errore stia proprio nel considerarli "del tutto normali".
Un po' di nomi di complottisti da psicanalisi l'avrei.

Rado il Figo ha detto...

"No, sarebbe il riconoscimento che desiderano così tanto."

Non per polemizzare, ma basta solo che dopo qualche tempo non si dica "bisogna agire prima, quando non erano ancora pericolosi".

Paolo Attivissimo ha detto...

Rado,

scusami, chiarisco il mio pensiero. Non voglio dire che non si deve agire: dico solo che citarli in tribunale non è il modo giusto di agire.

Un bel debunking, una messa alla berlina che faccia emergere le assurdità del pensiero cospiranoico, è il modo giusto di agire, secondo me. Una citazione in tribunale offrirebbe loro l'occasione per atteggiarsi a perseguitati.

Hanmar ha detto...

Concordo con Paolo.

Saluti
Hanmar

Stepan Mussorgsky ha detto...

Un piccolo appunto ad Hammer senza alcun intento polemico.

All'inizio della traduzione hai scelto di rendere "explosion" con "scoppio",mentre in seguito hai usato il termine "esplosione": credo che quest'ultimo sia il più corretto.

Un aereo che si schianta a più di 800 all'ora contro un solido bersaglio statico esplode, nel senso letterale del termine.

Sono solo i complottisti più beceri che pensano all'esplosivo non appena odono il termine "esplosione" ;)

Grazie comunque per la testimonianza riportata, molto genuina come del resto non poteva non essere.

Stepan Mussorgsky ha detto...

PS sono anch'io d'accordo con Paolo.

Paolo Attivissimo ha detto...

Colpa mia, la revisione finale l'ho fatta io. Provvedo subito, grazie.

Paolo Attivissimo ha detto...

Un altro bell'esempio dell'ottusità complottista: c'è uno che continua a mandare insulti nei commenti a questo e altri articoli.

Possibile che non si renda conto che vengono bloccati dalla moderazione preventiva?

Mi sembra di vedere quelle mosche semiappisolate tipiche dell'autunno, che continuano a sbattere contro il vetro delle finestre.

Stepan Mussorgsky ha detto...

Il fatto è che il complottismo ti fa "incarognire": se non ti rendi conto in tempi utili di aver preso una cantonata (capita a tutti!) e lo ammetti a te stesso, ricadi in una spirale che ti fa diventare sempre più paranoico ed incompreso: quelli che non la pensano come te nel migliore dei casi diventano dei rimbambiti, nel peggiore dei disinformatori assassini che vogliono farti la pelle.

Quindi la tua frustrazione sfocia nell'odio e quindi nel turpiloquio.

A loro non interessa farsi pubblicare, a loro interessa farti sapere quanto ti disprezzano.

Che ci vuoi fare, pazienza ;)

Paolo Attivissimo ha detto...

a loro interessa farti sapere quanto ti disprezzano

Forse non hanno ancora capito che essere disprezzati da un complottista è una conferma di aver colto nel segno.

E per tornare al paragone della mosca: quanto me ne può fregare del disprezzo di una mosca che sbatte incessantemente contro la mia finestra? Disprezzo o non disprezzo, alla fine chi sbatte contro la finestra perché non ha abbastanza neuroni da capire il concetto di "vetro" è sempre la mosca.

Io al limite intervengo con una ciabatta :-)

omar ha detto...

Paolo, comprendo il tuo punto di vista, e parzialmente sono d'accordo.

Aggiungo però, che il fatto di essere dei defi-complottisti non può portare a riservare per loro una legislazione a parte.

L' ignoranza è una colpa, non una scusante.

Dipende, quindi, fino a ciò che il loro intelletto li spinge a fare:-)

Paolo Attivissimo ha detto...

Omar,

finché i loro rantoli si limitano ad insulti nei commenti o ad accuse talmente fantascientifiche da essere manifestamente parto di menti malate ("attivissimo e compagnia bella come minimo sono stati microchippati, non penso siano degli automi", per esempio), la legislazione non serve. La pena se la sono già data da soli :-)

Altro discorso sarebbe un'eventuale evoluzione verso atti più concreti o diffamatori.

Tu dici che l'ignoranza è una colpa, ma nel caso dei cospiranoici, in molti casi l'ignoranza è invece un sintomo di una malattia. Non sono in malafede: il loro mondo bizzarro gira davvero così.

Mi riferisco ai seguaci, naturalmente, non ai capi, che sono invece perfettamente consapevoli dell'inganno.

Richard G. ha detto...

solo perchè cercano soldi sono consapevoli?
no.. secondo me ci credono davvero anche loro e poi.. bè da qualche parte li dovranno pur prendere i soldi :-)