La trasmissione Matrix di Canale 5 dell'11 settembre 2006 avrà Maurizio Blondet come ospite sostenitore delle ipotesi di complotto. Prima di dare per buone le affermazioni che farà durante il programma, vale la pena di valutare alcune delle cose che fin qui Blondet ha scritto sul tema 11 settembre. Ne emerge un personaggio non solo tecnicamente impreparato, ma anche afflitto da un'intolleranza religiosa che lascia perlomeno perplessi sulla sua obiettività.
Tanto interesse per gli ebrei, Larry Silverstein e Odigo
"Due grosse immobiliari, la Silverstein Properties (1) di Larry Silverstein (ebreo) [...] La transazione è autorizzata dal presidente della Port Authority, Lewis M. Eisenberg (ebreo) [...] E con lui Frank Lowy (ebreo), amministratore delegato della Westfield Inc. [...] L'amministratore delegato del Blackstone Group si chiama Stephen Schwarzman (ebreo) [...] Il Blackstone Group ha una alleanza definita «strategica» con la Kissinger McLarty Associates, che è una delle ditte di consulenza di Henry Kissinger (membro del CFR ed ebreo)."
Fonte: I Buoni Affari dell'11 settembre, 6/5/2006
Il filone del complotto israeliano-ebraico di Blondet prosegue:
"L'11 settembre impiegati della Odigo, una ditta israeliana di messaggeria elettronica con sede presso le Twin Tower, furono avvisati in anticipo da sms a sloggiare da quella zona."
Fonte: Israele «prevede» attentato a Berlino, 28/5/2006
La Odigo non ha mai avuto né uffici né sedi nelle Torri Gemelle (stavano a ben quattro isolati di distanza). Inoltre il messaggio non era un SMS, ma un messaggio via computer (tipo quelli di MSN Messenger); non diceva affatto di sloggiare dal WTC, ma era assolutamente generico; e fu inviato alla sede israeliana di Odigo, che non ne avvisò nessuno, neppure i colleghi di New York, fino a dopo gli attentati, perché era talmente vago che lo ritennero significativo soltanto dopo aver saputo degli attentati. L'indagine completa, basata su fonti giornalistiche che Blondet poteva benissimo consultare come ho fatto io, è qui.
WTC, crolli impossibili, speculazioni in Borsa, telefonate cellulari
"E' normale che due grattacieli d'acciaio alti mezzo chilometro, colpiti «lateralmente» da aerei, cadano in modo perfettamente «verticale»; e che ne cada un terzo, l'edificio 7, mai colpito da alcun aereo, nella stessa perfetta verticalità. E' normale che qualcuno, sei o sette giorni prima dell'11 settembre, abbia speculato al ribasso sulle azioni delle due linee aeree che sarebbero state colpite dal disastro - di fatto scommettendo che sarebbero crollate in Borsa - con un volume di scambi superiore del 700% rispetto al consueto. [...] "Il mondo che ci descrivono i «grandi media» è un mondo fantastico, dove non esistono le leggi della fisica, dove le cose «accadono» senza bisogno di progettazione, dove si possono dirottare aerei armati di taglierini, dove si può telefonare coi cellulari in volo…"
Fonte: C'è un complotto per negare complotti, 2/6/2006

Blondet ignora volutamente i movimenti di borsa opposti fatti da un gruppo di operatori che è stato tracciato e identificato. Non vi è nulla di anomalo in quei movimenti, come documentato dalle indagini del San Francisco Chronicle. I dettagli sono in questo blog, è sufficiente cercare "put option".
Nessuna telefonata cruciale è stata fatta con i cellulari; sono stati usati gli Airfone, gli speciali telefoni di bordo, fatti apposta per telefonare in volo. Le poche chiamate fatte coi cellulari furono frammentarie e fatte durante il volo a bassa quota degli aerei, quindi perfettamente fattibili.
WTC, le Torri erano due focherelli
Sempre a proposito delle Torri Gemelle, Blondet nega che gli incendi siano stati caldi. Un focherello passeggero, stando alla sua descrizione: una vampata che passa e va."Chi ha memoria, ricorderà l'enorme, tragica bolla di fuoco al momento dell'impatto: quello era il kerosene che bruciava: all'esterno. Per la gran parte, la vampata si è prodotta nell'aria, fuori dalle Twin Towers. [...] Quel fumo così nero dice che l'incendio all'interno stava soffocando, già pochi minuti dopo l'impatto, per mancanza d'aria. Ciò significa che il fuoco era spento, o almeno che si stava spegnendo; e che le sue lingue non erano così "calde" come la vampata rossa della fiammata esterna."
Fonte: I grattacieli, prima, non cadevano, 6/12/2005
Chissà cosa ne penserebbero le persone che si gettavano dalle torri per sfuggire al rogo che Blondet nega. Chissà come ne sarebbero consolate le persone che telefonavano disperate, gridando che stavano arrostendo per il caldo, fino al momento del crollo delle torri. Le cita persino Massimo Mazzucco nel suo Inganno Globale (00:55: "Fa molto caldo. Non vedo più aria, ormai. Vedo soltanto del fumo... Sto per morire, vero? [...] Sono vicino alla finestra. Respiro a malapena. Non riesco più a vedere. [...] Fa un caldo... mi sto bruciando. Hey!!! Aiutooo!!!" (la traduzione è sua, non mia)).
La "stazione di benzina" davanti al Pentagono
Blondet tocca il fondo con questa perla:
"Si tratta di un paio di fotogrammi in più della solita telecamera di sorveglianza della vicina stazione di benzina."
Fonte: Quel video del Pentagono, 17/5/2006
Incredibile. Blondet non sa neppure che i fotogrammi del filmato al Pentagono provengono da uno degli ingressi carrai del Pentagono, non da una stazione di benzina, come s'è ripetuto fino alla nausea.
Questa è una foto che mostra la posizione dell'ingresso carraio (in alto a sinistra):
E questo è un dettaglio della zona che permette di vedere meglio il gabbiotto d'ingresso dove si trovano le telecamere che hanno ripreso l'impatto:
Resta un mistero come possa essere venuto in mente a Blondet che ci sia un distributore di benzina sul prato antistante il Pentagono. Possibile che un giornalista investigativo non abbia mai guardato una piantina della zona alla quale ha dedicato addirittura una quadrilogia?
Le fonti manipolate: dirottatori addestrati presso basi USA
Quando non bastano la negligenza nel controllare le fonti e la non competenza tecnica, arriva la manipolazione:"Il settimanale Newsweek scrisse nel 2002, citando «un’alta fonte della marina militare», che almeno tre dei presunti dirottatori erano stati addestrati nella Naval Air Station di Pensacola, la base della US Navy dove si addestrano i piloti delle portaerei (1)."
Fonte: Quel video del Pentagono, 17/5/2006
L'articolo di Newsweek citato da Blondet, archiviato per esempio qui, è intitolato "Alleged hijackers may have trained at US bases". Sottolineo il "may": "potrebbero". L'articolo ipotizza che possano aver frequentato, come molti altri piloti militari stranieri, i corsi di addestramento offerti a pagamento dalle basi militari USA, ma segnala il forte rischio di omonimie o di furto d'identità. Un'ipotesi che invece diventa granitica certezza nelle mani di Blondet, quando è utile alla sua tesi.
B-25 vs B-52 all'Empire State Building
La litania di negazioni e strafalcioni prosegue: Blondet fa lo stesso errore clamoroso e distorcente fatto da Fracassi in una puntata precedente di Matrix, fingendo che l'Empire State Building sia stato colpito da un gigantesco bombardiere (B-52) senza però crollare."Il 28 giugno 1945 un B-52, nientemeno che una "fortezza volante" con tre piloti militari a bordo, lo colpì all'altezza del 78mo piano, alla velocità di 300 miglia all'ora, sul lato che guarda verso la 34ma Strada. Un enorme buco. Uno dei motori imbucò dritto una colonna degli ascensori e precipitò, innescando un incendio, che i giornali descrissero "furioso", nei sotterranei. Parti di motore e del carrello (colossale nei B-25)..."
Fonte: I grattacieli, prima, non cadevano, 6/12/2005
In realtà l'Empire State Building fu colpito da un B-25, non un B-52. C'è una leggera differenza, guarda caso in senso pro-complotto. Infatti questo qui sotto è un B-52, otto motori a getto, 225 tonnellate di peso massimo:
E questo è un B-25 al museo di Duxford, in Inghilterra, dove sono stato di recente: dieci tonnellate, due motori. A elica.
Ma suvvia, Paolo, Blondet ha semplicemente sbagliato a scrivere, s'è confuso fra B-25 e B-52, direte voi. Un semplice lapsus. Strano: è un lapsus assai popolare fra i complottisti. Sarà contagioso? Infatti non solo l'ha fatto Fracassi, ma la stessa stupidaggine è dichiarata dal celeberrimo video complottista Loose Change. Lo ammettono anche i suoi autori.
Che non sia un lapsus lo testimonia il fatto che Blondet dice che il carrello è "colossale". Orbene, questo qui sotto è il carrello di un B-25 Mitchell: non ha del colossale, vero? Anzi, è un po' anoressico. Quindi non è a questo carrello che sta pensando Blondet.
Questo (qui sotto) è invece il carrello di un B-52, sempre a Duxford. L'aereo riempiva l'hangar da quanto era grande, ed era impossibile fotografarlo per intero. Mi sono accontentato del carrello:
Un B-52 ne ha quattro così, più altri due secondari sulle ali. Questo si che è un carrello "colossale".
Niente arabi nelle liste passeggeri
La superficialità delle indagini di Blondet è dimostrata ulteriormente dalla sua teoria degli arabi mancanti:"Oggi Thomas R. Olmsted, un medico psichiatra ed ex ufficiale della Marina Usa che vive a New Orleans, ha ottenuto la prova definitiva che non c’era a bordo nessun arabo (1)."
Fonte: Non c'erano arabi sull'aereo AA77, 30/3/2005
Come descritto nella mia indagine, Olmsted ha attinto alle liste parziali pubblicate dalla CNN, non a quella ufficiale della American Airlines, e la CNN ha intenzionalmente omesso i nomi dei dirottatori. C'è anche scritto, basta togliersi le fette di salame complottista dagli occhi. I test del DNA non hanno potuto identificare i resti dei dirottatori perché i familiari dei dirottatori, guarda caso, non si sono fatti avanti a fornire campioni di DNA, a differenza dei familiari delle vittime. Tutto qui. Basta guardare più in là dei propri preconcetti.
Nella tana del lupo
Questo, insomma, il quadro del giornalista Blondet. Speriamo che durante la trasmissione (che si svolgerà in quello che lui chiama un network "colonizzato da neocon") gli venga chiesto di giustificare questi errori e di commentare, per esempio, le testimonianze dei pompieri (tutti corrotti? Tutti bugiardi?) sui danni al WTC7, il blocco di trenta piani della Torre Sud che cade storto (altro che in perfetta verticale), e il filmato dello squarcio alto dieci piani al WTC7.Ma come mai Blondet si presta ad andare nella "colonia dei neocon"? Ecco come la mette il sito Effedieffe di cui è direttore responsabile:
Blondet è l'unico giornalista/scrittore italiano che si [è] occupato a fondo - e fuori da un pensiero unico orwelliano - dell'argomento, scrivendo una quadrilogia («11 settembre colpo di Stato in USA», «Chi comanda in America», «Osama bin Mossad», «Israele, USA, il terrorismo islamico») e centinaia di articoli su questo sito e su altri quotidiani e riviste.
Meno male che se ne è occupato a fondo. Un ricercatore meno attento avrebbe potuto scambiare l'ingresso di un parcheggio per un distributore di benzina. O un bombardiere nucleare per un residuato bellico a pistoni.
Ci sarebbero molti altri esempi di questo calibro nella sterminata produzione di Blondet, ma per ora mi fermo qui per evitare (ed evitarvi) l'indigestione. Ci saranno altre occasioni.
La morale di questa storia è duplice: si va anche nella tana del lupo pur di vendere qualche libro in più di panzane stantie sull'11 settembre. E l'unica demolizione controllata dell'11 settembre è quella delle teorie di complotto: basta controllarle un attimo per demolirle.