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2006/09/10

Blondet a Matrix, due o tre cose da sapere

di Paolo Attivissimo (con il contributo di Altair e Mother). L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

La trasmissione Matrix di Canale 5 dell'11 settembre 2006 avrà Maurizio Blondet come ospite sostenitore delle ipotesi di complotto. Prima di dare per buone le affermazioni che farà durante il programma, vale la pena di valutare alcune delle cose che fin qui Blondet ha scritto sul tema 11 settembre. Ne emerge un personaggio non solo tecnicamente impreparato, ma anche afflitto da un'intolleranza religiosa che lascia perlomeno perplessi sulla sua obiettività.

Tanto interesse per gli ebrei, Larry Silverstein e Odigo

"Due grosse immobiliari, la Silverstein Properties (1) di Larry Silverstein (ebreo) [...] La transazione è autorizzata dal presidente della Port Authority, Lewis M. Eisenberg (ebreo) [...] E con lui Frank Lowy (ebreo), amministratore delegato della Westfield Inc. [...] L'amministratore delegato del Blackstone Group si chiama Stephen Schwarzman (ebreo) [...] Il Blackstone Group ha una alleanza definita «strategica» con la Kissinger McLarty Associates, che è una delle ditte di consulenza di Henry Kissinger (membro del CFR ed ebreo)."
Fonte: I Buoni Affari dell'11 settembre, 6/5/2006

Il filone del complotto israeliano-ebraico di Blondet prosegue:

"L'11 settembre impiegati della Odigo, una ditta israeliana di messaggeria elettronica con sede presso le Twin Tower, furono avvisati in anticipo da sms a sloggiare da quella zona."
Fonte: Israele «prevede» attentato a Berlino, 28/5/2006

La Odigo non ha mai avuto né uffici né sedi nelle Torri Gemelle (stavano a ben quattro isolati di distanza). Inoltre il messaggio non era un SMS, ma un messaggio via computer (tipo quelli di MSN Messenger); non diceva affatto di sloggiare dal WTC, ma era assolutamente generico; e fu inviato alla sede israeliana di Odigo, che non ne avvisò nessuno, neppure i colleghi di New York, fino a dopo gli attentati, perché era talmente vago che lo ritennero significativo soltanto dopo aver saputo degli attentati. L'indagine completa, basata su fonti giornalistiche che Blondet poteva benissimo consultare come ho fatto io, è qui.

WTC, crolli impossibili, speculazioni in Borsa, telefonate cellulari

"E' normale che due grattacieli d'acciaio alti mezzo chilometro, colpiti «lateralmente» da aerei, cadano in modo perfettamente «verticale»; e che ne cada un terzo, l'edificio 7, mai colpito da alcun aereo, nella stessa perfetta verticalità. E' normale che qualcuno, sei o sette giorni prima dell'11 settembre, abbia speculato al ribasso sulle azioni delle due linee aeree che sarebbero state colpite dal disastro - di fatto scommettendo che sarebbero crollate in Borsa - con un volume di scambi superiore del 700% rispetto al consueto. [...] "Il mondo che ci descrivono i «grandi media» è un mondo fantastico, dove non esistono le leggi della fisica, dove le cose «accadono» senza bisogno di progettazione, dove si possono dirottare aerei armati di taglierini, dove si può telefonare coi cellulari in volo…"
Fonte: C'è un complotto per negare complotti, 2/6/2006

Basta guardare le foto e i filmati per rendersi conto che i grattacieli non sono caduti in verticale ma hanno proiettato intere porzioni di facciata fino a 220 metri di distanza (pezzi alti tre piani hanno raggiunto il Winter Garden e il World Financial Center) e sono crollati come dovevano crollare secondo natura. I grattacieli non crollano riversandosi interi di lato come tronchi d'albero. Non è mai successo.

Blondet ignora volutamente i movimenti di borsa opposti fatti da un gruppo di operatori che è stato tracciato e identificato. Non vi è nulla di anomalo in quei movimenti, come documentato dalle indagini del San Francisco Chronicle. I dettagli sono in questo blog, è sufficiente cercare "put option".

Nessuna telefonata cruciale è stata fatta con i cellulari; sono stati usati gli Airfone, gli speciali telefoni di bordo, fatti apposta per telefonare in volo. Le poche chiamate fatte coi cellulari furono frammentarie e fatte durante il volo a bassa quota degli aerei, quindi perfettamente fattibili.

WTC, le Torri erano due focherelli

Sempre a proposito delle Torri Gemelle, Blondet nega che gli incendi siano stati caldi. Un focherello passeggero, stando alla sua descrizione: una vampata che passa e va.

"Chi ha memoria, ricorderà l'enorme, tragica bolla di fuoco al momento dell'impatto: quello era il kerosene che bruciava: all'esterno. Per la gran parte, la vampata si è prodotta nell'aria, fuori dalle Twin Towers. [...] Quel fumo così nero dice che l'incendio all'interno stava soffocando, già pochi minuti dopo l'impatto, per mancanza d'aria. Ciò significa che il fuoco era spento, o almeno che si stava spegnendo; e che le sue lingue non erano così "calde" come la vampata rossa della fiammata esterna."
Fonte: I grattacieli, prima, non cadevano, 6/12/2005

Chissà cosa ne penserebbero le persone che si gettavano dalle torri per sfuggire al rogo che Blondet nega. Chissà come ne sarebbero consolate le persone che telefonavano disperate, gridando che stavano arrostendo per il caldo, fino al momento del crollo delle torri. Le cita persino Massimo Mazzucco nel suo Inganno Globale (00:55: "Fa molto caldo. Non vedo più aria, ormai. Vedo soltanto del fumo... Sto per morire, vero? [...] Sono vicino alla finestra. Respiro a malapena. Non riesco più a vedere. [...] Fa un caldo... mi sto bruciando. Hey!!! Aiutooo!!!" (la traduzione è sua, non mia)).

La "stazione di benzina" davanti al Pentagono


Blondet tocca il fondo con questa perla:

"Si tratta di un paio di fotogrammi in più della solita telecamera di sorveglianza della vicina stazione di benzina."
Fonte: Quel video del Pentagono, 17/5/2006

Incredibile. Blondet non sa neppure che i fotogrammi del filmato al Pentagono provengono da uno degli ingressi carrai del Pentagono, non da una stazione di benzina, come s'è ripetuto fino alla nausea.

Questa è una foto che mostra la posizione dell'ingresso carraio (in alto a sinistra):

cam2.jpg

E questo è un dettaglio della zona che permette di vedere meglio il gabbiotto d'ingresso dove si trovano le telecamere che hanno ripreso l'impatto:

cam1.jpg

Resta un mistero come possa essere venuto in mente a Blondet che ci sia un distributore di benzina sul prato antistante il Pentagono. Possibile che un giornalista investigativo non abbia mai guardato una piantina della zona alla quale ha dedicato addirittura una quadrilogia?

Le fonti manipolate: dirottatori addestrati presso basi USA

Quando non bastano la negligenza nel controllare le fonti e la non competenza tecnica, arriva la manipolazione:

"Il settimanale Newsweek scrisse nel 2002, citando «un’alta fonte della marina militare», che almeno tre dei presunti dirottatori erano stati addestrati nella Naval Air Station di Pensacola, la base della US Navy dove si addestrano i piloti delle portaerei (1)."
Fonte: Quel video del Pentagono, 17/5/2006

L'articolo di Newsweek citato da Blondet, archiviato per esempio qui, è intitolato "Alleged hijackers may have trained at US bases". Sottolineo il "may": "potrebbero". L'articolo ipotizza che possano aver frequentato, come molti altri piloti militari stranieri, i corsi di addestramento offerti a pagamento dalle basi militari USA, ma segnala il forte rischio di omonimie o di furto d'identità. Un'ipotesi che invece diventa granitica certezza nelle mani di Blondet, quando è utile alla sua tesi.

B-25 vs B-52 all'Empire State Building

La litania di negazioni e strafalcioni prosegue: Blondet fa lo stesso errore clamoroso e distorcente fatto da Fracassi in una puntata precedente di Matrix, fingendo che l'Empire State Building sia stato colpito da un gigantesco bombardiere (B-52) senza però crollare.

"Il 28 giugno 1945 un B-52, nientemeno che una "fortezza volante" con tre piloti militari a bordo, lo colpì all'altezza del 78mo piano, alla velocità di 300 miglia all'ora, sul lato che guarda verso la 34ma Strada. Un enorme buco. Uno dei motori imbucò dritto una colonna degli ascensori e precipitò, innescando un incendio, che i giornali descrissero "furioso", nei sotterranei. Parti di motore e del carrello (colossale nei B-25)..."
Fonte: I grattacieli, prima, non cadevano, 6/12/2005

In realtà l'Empire State Building fu colpito da un B-25, non un B-52. C'è una leggera differenza, guarda caso in senso pro-complotto. Infatti questo qui sotto è un B-52, otto motori a getto, 225 tonnellate di peso massimo:

B-52_Stratofortress_wallpaper12.jpg

E questo è un B-25 al museo di Duxford, in Inghilterra, dove sono stato di recente: dieci tonnellate, due motori. A elica.

KIF_2470.JPG

Ma suvvia, Paolo, Blondet ha semplicemente sbagliato a scrivere, s'è confuso fra B-25 e B-52, direte voi. Un semplice lapsus. Strano: è un lapsus assai popolare fra i complottisti. Sarà contagioso? Infatti non solo l'ha fatto Fracassi, ma la stessa stupidaggine è dichiarata dal celeberrimo video complottista Loose Change. Lo ammettono anche i suoi autori.

Che non sia un lapsus lo testimonia il fatto che Blondet dice che il carrello è "colossale". Orbene, questo qui sotto è il carrello di un B-25 Mitchell: non ha del colossale, vero? Anzi, è un po' anoressico. Quindi non è a questo carrello che sta pensando Blondet.


Questo (qui sotto) è invece il carrello di un B-52, sempre a Duxford. L'aereo riempiva l'hangar da quanto era grande, ed era impossibile fotografarlo per intero. Mi sono accontentato del carrello:

KIF_2520.JPG

Un B-52 ne ha quattro così, più altri due secondari sulle ali. Questo si che è un carrello "colossale".

Niente arabi nelle liste passeggeri

La superficialità delle indagini di Blondet è dimostrata ulteriormente dalla sua teoria degli arabi mancanti:

"Oggi Thomas R. Olmsted, un medico psichiatra ed ex ufficiale della Marina Usa che vive a New Orleans, ha ottenuto la prova definitiva che non c’era a bordo nessun arabo (1)."
Fonte: Non c'erano arabi sull'aereo AA77, 30/3/2005

Come descritto nella mia indagine, Olmsted ha attinto alle liste parziali pubblicate dalla CNN, non a quella ufficiale della American Airlines, e la CNN ha intenzionalmente omesso i nomi dei dirottatori. C'è anche scritto, basta togliersi le fette di salame complottista dagli occhi. I test del DNA non hanno potuto identificare i resti dei dirottatori perché i familiari dei dirottatori, guarda caso, non si sono fatti avanti a fornire campioni di DNA, a differenza dei familiari delle vittime. Tutto qui. Basta guardare più in là dei propri preconcetti.

Nella tana del lupo

Questo, insomma, il quadro del giornalista Blondet. Speriamo che durante la trasmissione (che si svolgerà in quello che lui chiama un network "colonizzato da neocon") gli venga chiesto di giustificare questi errori e di commentare, per esempio, le testimonianze dei pompieri (tutti corrotti? Tutti bugiardi?) sui danni al WTC7, il blocco di trenta piani della Torre Sud che cade storto (altro che in perfetta verticale), e il filmato dello squarcio alto dieci piani al WTC7.

Ma come mai Blondet si presta ad andare nella "colonia dei neocon"? Ecco come la mette il sito Effedieffe di cui è direttore responsabile:

Blondet è l'unico giornalista/scrittore italiano che si [è] occupato a fondo - e fuori da un pensiero unico orwelliano - dell'argomento, scrivendo una quadrilogia («11 settembre colpo di Stato in USA», «Chi comanda in America», «Osama bin Mossad», «Israele, USA, il terrorismo islamico») e centinaia di articoli su questo sito e su altri quotidiani e riviste.

Meno male che se ne è occupato a fondo. Un ricercatore meno attento avrebbe potuto scambiare l'ingresso di un parcheggio per un distributore di benzina. O un bombardiere nucleare per un residuato bellico a pistoni.

Ci sarebbero molti altri esempi di questo calibro nella sterminata produzione di Blondet, ma per ora mi fermo qui per evitare (ed evitarvi) l'indigestione. Ci saranno altre occasioni.

La morale di questa storia è duplice: si va anche nella tana del lupo pur di vendere qualche libro in più di panzane stantie sull'11 settembre. E l'unica demolizione controllata dell'11 settembre è quella delle teorie di complotto: basta controllarle un attimo per demolirle.

2006/08/22

“Loose Change”? Contiene errori, lo ammette uno degli autori

di Paolo Attivissimo

La rivista online Alternet ha pubblicato oggi un'intervista a Korey Rowe, uno degli autori e produttori di Loose Change, considerato dai complottisti come una delle più alte vette del documentario d'indagine sull'11 settembre. Nell'intervista, Rowe ammette candidamente che Loose Change contiene errori. Ma va tutto bene, perché sono errori fatti apposta.

We know there are errors in the documentary, and we've actually left them in there so that people discredit us and do the research for themselves -- the B52 (remarked to have flown into the Empire State Building), the use of Wikipedia, things like that. We left them in there so people will want to discredit us and go out and research the events yourself and come up with your own conclusions. That's our whole goal, to make Americans think.

Traduco:

Sappiamo che ci sono errori nel documentario, e in realtà li abbiamo lasciati lì così la gente ci scredita e si fa le ricerche da sola – il B52 (che diciamo che è finito contro l'Empire State Building), l'uso della Wikipedia, cose di quel genere. Li abbiamo lasciati così alla gente verrà voglia di screditarci e andar fuori a indagare voi stessi [sic] sugli eventi e arrivare alle vostre [sic] conclusioni personali. Questo è l'intero nostro obiettivo, far riflettere gli americani.

Pensare di far riflettere correttamente gli americani fornendo loro dati falsi e sperando che se ne accorgano è una tecnica giornalistica decisamente originale quanto contorta (dare loro i dati giusti in partenza pareva forse banale). La prossima volta che fate un errore in un articolo, insomma, seguite l'esempio di Loose Change: dite che l'avete fatto apposta per vedere se i lettori erano attenti.

Giustificare i propri errori grossolani (un B-52 è un bestione di bombardiere nucleare con otto motori a getto, mentre l'Empire State Building fu colpito da un B-25, bimotore a elica della Seconda Guerra Mondiale, potete vedere la differenza enorme qui sotto) dicendo "li ho fatti apposta" è veramente un colpo da maestro. Di arrampicate sugli specchi.

b52-vs-b25.JPG

Il cerchio piccolo in alto a destra è un B-25, quello che ha realmente colpito l'Empire State Building. Il cerchio grande è un B-52. Foto fatta di corsa a un pannello esplicativo all'Imperial War Museum di Duxford.

2006/07/13

Il bombardiere che colpì l'Empire State Building

di Hammer

Lo schianto di un velivolo contro un grattacielo ha, purtroppo, un precedente illustre rispetto agli attentati dell' 11/9: l'impatto di un bombardiere B-25 Mitchell contro l'Empire State Building il 28 luglio 1945. Questo episodio è spesso portato come prova dai complottisti a favore della tesi che un palazzo non può crollare per l'impatto di un aeromobile; l'ESB è infatti ancora lì a farsi ammirare nel suo splendore. Perché allora le torri del World Trade Center sono crollate?

Un paragone del genere dimostra, ancora una volta, che chi avanza certe teorie è spesso male e poco informato.

I due edifici sono anzitutto profondamente diversi dal punto di vista strutturale. Il WTC aveva infatti una struttura tubolare con facciate portanti, un fascio centrale di colonne portanti e nessun altro supporto in mezzo. Al contrario l'ESB è un edificio a struttura reticolare; infatti anche al suo interno la presenza delle molte colonne lo rende molto meno spazioso delle compiante Torri.

Ma la differenza maggiore tra i due casi sta nei due velivoli impattanti. Il B-25 ha un peso minimo di 9580 kg e un peso massimo di 18960 kg, come confermato da questo sito. La sua velocità massima varia da 443 a 506 km/h a seconda del modello.

Al contrario, i Boeing 767, come quelli che si schiantarono contro il WTC, hanno un peso minimo di 75000 kg, un peso massimo di 180000 kg e velocità massima di 900 km/h.

Prendendo in considerazione le stime FEMA, i Boeing che impattarono sul WTC avevano massa di circa 130000 kg e si schiantarono a circa 800 km/h. Stando all'Appendice A dello stesso documento, il B-25 che colpì l'Empire State Building aveva massa di 12 tonnellate e impattò a circa 400 km/h.

Con qualche semplice calcolo si scopre quindi che l'energia cinetica dissipata nell'urto contro il World Trade Center fu oltre 40 volte superiore a quella che interessò l'impatto contro l'Empire State Building.

Si trattò, insomma, di un incidente enormemente meno distruttivo degli attentati contro le Torri Gemelle.

Purtroppo l'esempio dell'aereo che colpì l'Empire State Building fu portato come paragone anche da Giulietto Chiesa e Franco Fracassi nelle puntate di Matrix sull'11/9 andate in onda nel Maggio 2006.

Sarebbe interessante chiedere ai due personaggi in questione se documentarsi sarebbe costato troppo tempo. In particolare è degno di nota che Fracassi confuse il B-25 con un B-52 (bollandolo addirittura come "l'aereo più grande che ci sia") per essere poi corretto in diretta da Mentana. Speriamo che l'episodio abbia insegnato a Fracassi che documentarsi serve anche a risparmiarsi colossali figuracce.