2021/01/03

L'incendio al One New York Plaza

di Leonardo Salvaggio

Tra gli incendi nei grattacieli di New York precedenti all'11 settembre ce n'è uno particolarmente rilevante che mostrò quanto fosse difficile per i soccorritori intervenire per spegnere le fiamme ai piani alti. Il 5 agosto del 1970 un incendio scoppiò al trentatreesimo piano del One New York Plaza, aperto solo poche settimane prima nella punta meridionale di Manhattan. Il palazzo, alto cinquanta piani per centonovantacinque metri, è realizzato in acciaio e vetro ed è facilmente identificabile nello skyline della città per via dell'atipica forma "a gradino" e del motivo reticolare delle facciate.


I primi ad accorgersi dell'incendio furono due addetti alla sicurezza della società immobiliare Cushman and Wakefield, Salvador Martinez e Robert Little il quale era al suo primo giorno di lavoro al One New York Plaza, che si trovavano al trentaduesimo piano. Intorno alle 18 sentirono odore di fumo e di materiale bruciato; i due urlarono attraverso la tromba delle scale al collega Gus Ballas che si trovava al piano di sotto che c'era un incendio, quest'ultimo tentò di andare a verificare di persona ma non poté salire per le scale per via del fumo fitto. L'uomo quindi scese a piedi dieci piani e dal ventiduesimo prese un ascensore fino a terra dove avvisò i responsabili della sicurezza del palazzo. Intanto anche un gruppo di operatori delle linee telefoniche che stavano lavorando al trentanovesimo piano si accorsero dell'incendio. Non potendo usare le scale per via del fumo che le invadeva, la squadra prese uno degli ascensori per scendere al piano terreno, ma durante la discesa l'ascensore fece numerose fermate perché molti altri occupanti dell'edificio tentavano di scappare dall'incendio allo stesso modo, e si fermò anche al trentatreesimo piano dove, secondo quanto gli operatori riportarono al New York Times, sentirono un caldo insopportabile e videro che tutto il piano era avvolto da fumo nero nel quale era impossibile respirare.

I pompieri inviarono un totale di centocinquanta uomini che dovettero combattere contro le fiamme fino a pochi minuti prima di mezzanotte, quando dichinarono che il fuoco era ridotto ad alcune zone ed era sotto controllo. Sulla scena intervenne anche la polizia di New York che dovette gestire il traffico della zona e allontanare la folla di centinaia di curiosi che era radunata all'ingresso dell'edificio e che creava problemi e ritardi ai pompieri. Inoltre la polizia intervenne anche con due elicotteri, perché fu riportata la presenza di persone sul tetto dell'edificio; in realtà gli uomini sul tetto non stavano scappando dalle fiamme, ma erano operatori del sistema di ascensori che stavano intervenendo per garantire la continuità del servizio. Gli elicotteri quindi si fermarono all'eliporto di Wall Street, che si trova proprio accanto al One New York Plaza e non entrarono mai in azione.

La città di New York istituì una commissione di indagine sull'accaduto che stabilì che la causa dell'incendio fu un incidente elettrico a uno dei vani tecnici degli ascensori al trentatreesimo piano. Le fiamme devastarono i piani compresi tra il trentaduesimo e il trentaseiesimo, il fumo e il calore si diffusero anche oltre questi piani propagandosi per le scale e nell'impianto di condizionamento. Nell'incidente persero la vita due persone e ne rimasero ferite trentuno, di cui ventiquattro pompieri. I due che trovarono la morte furono proprio Salvador e Little, i quali tentarono di scendere con un ascensore, ma le pulsantiere ai piani rilevavano il calore delle dita, e non la pressione, la pulsantiera del trentatreesimo piano rilevò il calore delle fiamme e portò la cabina a quel piano, dove i due inalarono fumi tossici che li uccisero.

I danni non furono sono agli oggetti contenuti nel palazzo, come macchinari o mobilio, ma anche alla struttura stessa dell'edificio: i soffitti ai piani interessati dalle fiamme cedettero e anche alcune travi d'acciaio, nonostante avessero la protezione ignifuga, furono contorte dal calore e uscirono dalla loro sede.

Le indagini stabilirono anche che l'incendio era divampato circa mezz'ora prima che venissero chiamati i soccorsi. Con il decesso di Little e Salvador fu impossibile sapere perché attesero così tanto prima di dare l'allarme, è possibile che i due abbiano tentato di aiutare qualcuno a fuggire prima di informare Ballas.

Il comandante dei pompieri John O'Hagan fece anche notare che il design del palazzo contribuì a peggiorare la situazione, perché l'impianto di condizionamento diffuse fumo e calore e l'assenza di finestre apribili impedì al calore di essere dissipato. I pompieri incontrarono anche problemi nello sfondare le finestre fisse per via della loro estrema resistenza, che in condizioni normali garantisce la sicurezza degli occupanti ma che in caso di incendio si può trasformare in una trappola mortale. In ultimo il palazzo non aveva un sistema antincendio a pioggia e il vice comandante dei pompieri Arthur Laufer aggiunse che il 90% dei grandi incendi iniziano come piccoli incendi che possono essere contenuti, se non spenti del tutto, da un sistema antincendio a pioggia.

In seguito all'incendio al One New York Plaza, la città di New York emise nel 1974 un nuovo regolamento che rendeva obbligatori nei grattacieli l'impianto di allarme con rilevamento del fumo, un sistema antincendio a pioggia e un sistema di aerazione che in caso di incendio immetta aria dall'esterno nelle trombe delle scale, in modo da far uscire il fumo. In seguito all'entrata in vigore della nuova normativa anche il One New York Plaza venne adeguato.

Commentando l'incendio al One New York Plaza, O'Hagan aggiunse anche che avrebbe dormito più tranquillo se anche il World Trade Center, che nel 1970 era in costruzione e avrebbe aperto pochi anni dopo, avesse avuto un sistema antincendio; tuttavia le Torri Gemelle non rispondevano alle normative di sicurezza della città, ma a quelle della Port Authority e all'apertura non avevano l'impianto antincendio che fu installato solo a seguito dell'incendio del 1975. Anche se oggi sappiamo che purtroppo nei casi più estremi non è sufficiente neanche quello.



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