Alcuni testimoni videro un "jet bianco" aggirarsi nelle vicinanze dell'area d'impatto del Volo 93, e la circostanza è stata ritenuta sospetta dai cospirazionisti.
Come spiegato a suo tempo nel libro 11 settembre: i miti da smontare, traduzione italiana di Debunking 9/11 Myths di Popular Mechanics, si trattò di un aereo privato che passava in quella zona e al quale fu chiesto di scendere di quota per vedere cosa era successo al Boeing 757 dirottato. L'aereo passò più volte sulla verticale del punto d'impatto per acquisirne le coordinate geografiche esatte e comunicarle ai controllori di volo, che le fornirono poi ai soccorritori. Ecco come ne parla appunto I miti da smontare:
Almeno sei testimoni oculari affermano di aver visto un piccolo jet bianco che volava a bassa quota sopra l’area d’impatto pochi istanti dopo che era precipitato il Volo 93... C’era davvero un jet di questo genere nelle vicinanze: un jet privato commerciale Dassault Falcon 20, di proprietà della VF Corporation, una società operante nel settore dell’abbigliamento, che commercia marche come Wrangler, The North Face e altre.
L’aereo della VF, con 8 posti a bordo e di colore principalmente bianco con insegne dorate, stava volando dal quartier generale della società nella Carolina del Nord verso Johnstown, in Pennsylvania, dove la società aveva all’epoca una fabbrica. L’aeroporto di Johnstown-Cambria si trova a poco più di 30 chilometri a nord di Shanksville.
Secondo David Newell, il responsabile per i voli e i viaggi della VF, il centro della FAA di Cleveland contattò il copilota, Yates Gladwell, quando il Falcon era a una quota “di circa 3-4000 piedi”... “Stavano già scendendo in direzione di Johnstown” aggiunge Newell. “La FAA chiese loro d’indagare e così fecero. Scesero fino a 1500 piedi [circa 500 metri] dal suolo e iniziarono a volare in cerchio. Videro nel terreno una buca dalla quale usciva del fumo.” Newell afferma inoltre che l’aereo girò due volte intorno al luogo dello schianto e poi lo sorvolò direttamente per segnare l’esatta latitudine e longitudine sul sistema di navigazione del velivolo.
Il Falcon 20 è un velivolo di fabbricazione francese: la casa produttrice è attualmente nota come Dassault Aviation dal 1990, ma in precedenza era denominata Avions Marcel Dassault-Breguet Aviation. Per questo talvolta l'aereo è denominato Dassault-Breguet Falcon.
A sua volta, il nome Falcon 20 non è l'unico utilizzato per identificare il velivolo. E' infatti noto anche come Mystère 20, e le versioni per il mercato statunitense sono chiamate Fan Jet Falcon oppure, appunto, Falcon 20, per distinguerlo dalle varianti Falcon 10 (più piccola) e Falcon 50 (trigetto, più grande). La versione utilizzata dalla Guardia Costiera statunitense ha un altro nome ancora: HU-25 Guardian. Per brevità, comunque, qui verrà usato soltanto il nome Falcon 20.
Il Falcon 20 è un aereo con ala bassa a freccia, impennaggio a croce (stabilizzatore orizzontale collocato a metà della deriva) e due motori a getto collocati in gondole sporgenti dalla fusoliera verso la coda, come visibile nella foto qui accanto (fonte: Wikipedia).
La società VF Corporation ha sede a Greensboro, nella Carolina del Nord, come documentato da Indeed.com. Secondo i dati di North-carolina.aircraftdata.net e di Aircraftone.com, il tail number (numero di identificazione) del Falcon 20 della VF Corporation è attualmente N3VF363. Più precisamente, N3VF è l'FAA Registration Number e 363 è il serial number.
Immettendo questo tail number nel database della FAA, il registration number risulta confermato; lo è anche il serial number, in una pagina a parte. Il database della FAA indica inoltre che la VF Corporation non ha altri Falcon 20: possiede a proprio nome solo l'N3VF363.
In altre parole, sembra proprio che N3VF363 sia l'identificativo del "jet bianco" che i testimoni videro sorvolare il cratere d'impatto del Volo 93. Questo identificativo ci permette di trovare una foto di quello specifico Falcon 20 della VF Corporation qui. Eccola: risale al 4 marzo 2008.
Il mistero delle due pinne verticali: Susan McElwaine
I testimoni (per esempio quelli raccolti presso Historycommons.org) descrivono alcuni elementi dell'aereo che corrispondono al Falcon 20 della VF: il colore bianco con sostanziale assenza d'insegne (Brandt, Spinelli, Decker, Chaney, McElwaine, Purbaugh) e i motori situati in coda (McElwaine, Decker, Chaney).
C'è però una testimonianza, quella di Susan McElwaine pubblicata dal Mirror inglese, che descrive un particolare molto curioso, di quelli che spiccano e sembrano difficili da fraintendere: due pinne verticali ai lati.
It had two rear engines, a big fin on the back like a spoiler on the back of a car and with two upright fins at the side. I haven’t found one like it on the Internet.
Aveva due motori posteriori, una grossa pinna sul dorso, come uno spoiler sul retro di un'auto, e con due pinne verticali di lato. Non ne ho trovato uno simile su Internet.
La signora McElwaine dice, nell'articolo, di aver cercato invano su Internet un aereo corrispondente alla sua descrizione. I teorici della cospirazione hanno invece avuto più fortuna, a quanto dicono, e hanno trovato un aereo militare che ha due motori in coda e due pinne verticali ai lati: l'A-10 Thunderbolt II, denominato familiarmente Warthog dai suoi piloti.
La teoria del Thunderbolt II è caldeggiata dal sito American Free Press e proposta da Luogocomune:
Poco importa, ai cospirazionisti, che l'A-10 non abbia la grande pinna sul dorso descritta dalla McElwaine, abbia ali diritte anziché a freccia (come quelle descritte da altri testimoni), e sia un aereo da attacco al suolo anziché un caccia atto ad abbattere altri velivoli. E' un aereo militare, perdinci, e qualche suo dettaglio quadra con la teoria cospirazionista; basta ignorare quelli che non quadrano, e si ottiene l'ennesima prova incontrovertibile del complotto.
Una volta tanto, tuttavia, sono i complottisti stessi a sbufalarsi da soli. In questo video, un complottista intervista la signora McElwaine. A 1:02, l'intervistatore mostra alla McElwaine la foto di un Falcon 20 e le chiede se ha visto qualcosa del genere. Lei risponde "No". Ma anche quando l'intervistatore le mostra la foto di un A-10, lei risponde ancora "No". Il complottista ci rimane maluccio, e la signora precisa che gli aerei che ha visto lei erano "molto alti... sembravano come quelli... io li avrei chiamati caccia perché così sembravano...". La signora conferma le ali a freccia e dice che era "semplicemente un triangolo nel cielo... era molto alto."
L'intervistatore le chiede poi conferma delle parole che le vengono attribuite in un articolo della American Free Press (che le fa dire di aver visto un A-10), e la McElwaine si mette a ridere. Descrive un oggetto "piccolo come un furgone", senza rivettature e tutto liscio, che lei in qualche modo avrebbe misurato (non è chiaro come).
La signora prosegue poi con una descrizione davvero strana della propria esperienza: dice che l'aereo precipitato le ha sfiorato l'auto, è passato sotto i fili elettrici dei pali ai lati della strada, e non faceva rumore. Non solo: lei l'ha visto schiantarsi, ma ha sentito il rumore dello schianto "due giorni dopo".
A questo punto, è abbastanza chiaro che la signora non è certo un'esperta d'aviazione, né si pretende che lo debba essere, e che la sua testimonianza non è particolarmente rigorosa. Nel video si vede che è tuttora molto commossa dal ricordo, pur essendo passati anni, e quindi non sarebbe corretto pretendere da lei una totale lucidità.
Inoltre la sua descrizione delle pinne compare, a quanto risulta, soltanto nell'articolo del Mirror, testata britannica che non brilla per rigore giornalistico, e non compare nelle altre interviste rilasciate dalla signora McElwaine. Anzi, come nota una fonte piuttosto insospettabile come il forum di Loose Change, alla signora è stato mostrato l'articolo del Mirror durante un'intervista video, e la signora ha negato di aver mai usato le parole attribuitele dall'articolo. Tutta la storia delle pinne, insomma, non ha un fondamento preciso.
C'è tuttavia una possibile spiegazione per la descrizione delle pinne verticali, sempre che la McElwaine l'abbia fatta (in sette anni di interviste, è anche possibile che l'abbia fatta e non se ne ricordi). Questa spiegazione è stata suggerita da un lettore di Undicisettembre, Ice Rocket, e potrebbe anche spiegare perché la signora, quando le viene mostrato un Falcon 20, non lo riconosce.
La signora potrebbe aver letto l'identificativo N3VF, scritto in grandi lettere sulla coda del "jet bianco", e averlo cercato su Internet. Oppure, avendo saputo che l'aereo della "versione ufficiale" era un Falcon 20 della VF Corporation, potrebbe averne cercato e trovato su Internet i dati di identificazione, come ho fatto io nella prima parte di quest'articolo.
Ma una ricerca su Internet della sigla N3VF (senza il serial number 363 aggiuntivo) produce immagini come questa:
E questa:
Queste immagini mostrano un piccolo jet bianco, con due motori in coda e ali a freccia, esattamente come descritto dai testimoni, e con la sigla N3VF e due pinne laterali (denominate winglet in gergo). Due pinne che sembrano combaciare con la descrizione della signora McElwaine.
Ma l'aereo mostrato in queste due foto non è un Dassault Falcon 20: è un Westwind della Israel Aerospace Industries. L'equivoco è dovuto al fatto che i due velivoli hanno lo stesso FAA registration number, N3VF, ma serial number differenti: 363 nel caso del Falcon 20 della VF Corporation, 324 nel caso del Westwind. Inoltre le foto del Westwind risalgono rispettivamente al 1995 e al 1997, come indicato nelle rispettive pagine Web.
La confusione fra i due modelli di velivolo è abbastanza facile: tant'è vero che questa pagina mostra la foto del Westwind, sigla N3VF, e la presenta come Falcon 20, nonostante si tratti di un sito specializzato in immagini di aerei.
Se sbagliano gli appassionati e gli addetti ai lavori, è perlomeno plausibile che si sia sbagliata la signora McElwaine.
L'ipotesi che si delinea, sia pure con prudenza, a questo punto è che la signora McElwaine abbia visto il Falcon 20, senza riconoscerlo come tale e senza memorizzarne i dettagli, e abbia poi saputo che il Falcon 20 intestato alla VF Corporation era sul posto l'11 settembre. Cercando su Internet, avrebbe trovato che l'aereo della VF Corporation aveva la sigla N3VF. Cercando questa sigla, avrebbe trovato foto di un N3VF, che però in realtà ritraevano il Westwind, e ne avrebbe notato le due pinne verticali e lo stabilizzatore orizzontale, decisamente più grande e meno a freccia di quello del Falcon e quindi facilmente interpretabile come uno spoiler.
A questo punto, secondo un processo di sovrapposizione e rinforzo retroattivo dei ricordi ben noto a chi si occupa di testimonianze, potrebbe aver applicato ai propri ricordi emotivi e confusi l'immagine nitida del Westwind e delle sue pinne. La sua descrizione, insomma, sarebbe il frutto di una rielaborazione dei ricordi falsata dalla visione di una fotografia ingannevole.
In effetti l'intervista del Mirror che cita le sue parole a proposito delle due pinne verticali risale a un anno dopo gli eventi (è datata 12 settembre 2002), per cui vi sarebbe stato il tempo per una rielaborazione di questo genere.
Le complesse dinamiche di formazione e rielaborazione dei ricordi sono descritte molto efficacemente da un articolo della BBC, che ne descrive un esempio notevole: dieci mesi dopo un incidente aereo in Olanda (quello di Bijlmer, documentato in questo articolo di Hammer), a un gruppo di persone fu chiesto se avevano visto in TV il filmato che mostrava l'impatto dell'aereo: oltre la metà del gruppo rispose affermativamente. In un sondaggio successivo, i due terzi degli intervistati confermarono di aver visto il video. Ma in realtà non esiste alcun filmato dell'impatto.
Se tutto questo è accaduto, allora ha senso che la signora non riconosca né la foto del Falcon 20, né quella dell'A-10, perché ha in mente quella del Westwind con le sue vistose pinne laterali.
Sia ben chiaro che si tratta di una congettura e non di una certezza, ma in considerazione delle stranezze del processo di generazione e mantenimento dei ricordi, non è implausibile.
10 commenti:
Durante desert storm, se non ricordo male, un A-10 abbattè un elicottero a colpi di GAU-8A.
Ma nessun pianificatore militare si sognerebbe mai di usare un A-10 come intercettore.
Neanche nel complottone da operetta che si immaginano le fervide fantasie dei complottisti.
Tra parentesi: ma non dicevano che a Shanksville non si era schiantato nessun aereo e il volo 93 era sparito nel nulla?
Interessante e ben fatto , Paolo e Ice rocket, ma ovviamente un complottista non prenderà mai in considerazione congetture di questo genere.
Sicuramente più plausibili di quella che sia stato un A10 ad abbattere UA93 :)
"Sicuramente più plausibili di quella che sia stato un A10 ad abbattere UA93 :)"
Però questa palusibilità è verificabile. Sarebbe interessante intervistare uno o più piloti di warthog, in cieco, e chiedergli se è possibile ingaggiare un aereo.
Ancora una volta una falla logica nelle idee complottiste.
Non mandiamo un Eagle, un Raptor, un Hornet...no...mandiamo un Warthog: Ennesima citazione di Antonio De Curtis.
Comunque giudicherei questa testimono poco affidabile: si contraddice.
Prima parla che l'aereo le ha sfiorato la macchina, poi dice che era alto in cielo.
C'è un sito (non ho il link sotto mano) dove Susan dichiara che l'aereo non aveva ali. C'è un debunker che fa notare la quantità di mail ricevute da Susan, da complottisti, per convincerla che lei ha visto un missile o un drone.
ma non dicevano che a Shanksville non si era schiantato nessun aereo e il volo 93 era sparito nel nulla?
E' la Sindrome del Maiale: nel complottismo, non si butta via niente.
C'è chi dice che UA93 è stato abbattuto e afferma di averne le prove.
C'è chi dice che UA93 NON è stato abbattuto e afferma di averne le prove.
Le due tesi si contraddicono fra loro? Fa niente, tanto SICURAMENTE il governo americano mente!
Non fa una grinza.
"Comunque giudicherei questa testimono..."
Scusatemi :-)
Una nota per dimostrare ancora una volta quanto poco lavoro fanno i complottisti.
La loro idea � che sul posto vi fosse un A-10, bene;
Nessuno di loro ha mai portato un dato che, tra virgolette, potrebbe aiutarli a sostenere questa ipotesi; il dato di cui parlo � che nella base di Willow Grove, PA, a 350 Km dal crash site di United93, c'� di base il 111th Fighter Wing della Air National Guard, la cui unit� 103d Fighter Squadron "Balck hogs", vola sugli A-10 Thuderbolt II. Se cercate la base con Google earth (o meglio con live maps, dove c'� il bird's eye) li potete vedere in stock nel parcheggio a loro dedicato a nord della pista 32.
Tempo di ricerca: < 15 min
USAFree: "Interessante e ben fatto , Paolo e Ice rocket, ma ovviamente un complottista non prenderà mai in considerazione congetture di questo genere.">
Aspetta a dirlo... il velivolo menzionato da Paolo e Ice è un executive di fabbricazione ISRAELIANA!
Vuoi mettere?
Stava trasportando gli israeliani danzanti di Blondet, e passando nei pressi di Shanksville ha visto lo United 93.
E si sono detti: "E quello che ci fa ancora qui? Non doveva essere finito contro il Campidoglio già da un pezzo?"
E allora lo hanno abbattuto.
;-)
Usare un A-10 come intercettore?
Ma non diciamo bestialita', per cortesia.
Il solo pensiero mi fa sbellicare dalla risate. :D
Fa il pari con "Independence Day" e con i Maverick usati per colpire le astronavi aliene :D
Saluti
Hanmar
"Ma non diciamo bestialita', per cortesia.
Il solo pensiero mi fa sbellicare dalla risate. :D"
Sapessi a me! :D
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