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Finalmente, dopo più di due mesi dall'annuncio, è arrivata in distribuzione l'edizione riveduta e corretta del libro Inganno Globale di Massimo Mazzucco. Devo ringraziare la segnalazione di un nostro attento lettore, perché onestamente la cosa era passata del tutto sotto silenzio anche presso il sito Luogocomune.net di Mazzucco.
Come nella prima edizione, anche questa aggiornata al 2007 ha allegato il DVD in omaggio col film omonimo. Chi ha prenotato presso il proprio libraio questa seconda edizione ha però avuto una piccola sorpresa, perché il libro non risulta ancora disponibile nelle librerie, ma è invece diffuso come gadget allegato ad una rivista della Macro Edizioni, in genere venduta al prezzo di 4 euro e per l'occasione disponibile al prezzo maggiorato di 9,90 euro.
La distribuzione della rivista sembra essere estremamente limitata, perché per trovarla ho dovuto girare per una quindicina di edicole, dove alla fine ho recuperato l'unica copia che era stata inviata.
La rivista si chiama "Il/La Consapevole – Stili di vita – Modi di pensare". Dovrebbe trattarsi di un bimestrale, ma non ne sono certo, perché riporta "Anno 4 Numero 9, Febbraio-Marzo 2007"; quello che è certo è che degli 8 numeri precedenti è possibile ordinare gli arretrati al prezzo speciale di promozione di un numero omaggio se se ne ordinano più di 4 numeri.
Già la scelta della distribuzione in edicola è significativa dell'approccio dell'editore e dell'autore, perché bisogna dare loro atto che si tratta di una scelta coraggiosa, ma vorrei segnalare anche la presenza di un'intervista a Mazzucco nella rivista e, cosa alquanto strana, una interessante postfazione nel libro a difesa del lavoro da parte dell'editore che, secondo me giustamente, difende la scelta di campo fatta.
Perché parlo di scelta di campo? Perché, come vedremo, nei fatti di questo si tratta, cioè di diffusione di un'opera di propaganda che a priori ha scelto quali ipotesi sostenere e che trascura di citare tutte le prove che sono contrarie alle idee (o meglio, opinioni personali) dell'autore. Questo metodo non è quello della ricerca della verità ma, più propriamente, quello della propaganda o, se preferite, della controinformazione.
Sia chiaro che tutto ciò è lecito e legittimo, ma non completamente condivisibile se definito pomposamente "Sconvolgente! Il primo libro italiano sull'11 Settembre. Avvincente, inoppugnabile, documentatissimo" (scritta riportata in evidenza sulla confezione di vendita).
Si potrebbe pensare alla pubblicità ingannevole, ma confidiamo nel buon senso dei lettori che sapranno valutare da soli queste roboanti affermazioni: mai come in questo caso vale l'antico adagio "chi si loda…". E il libro Inganno Globale non è affatto "inoppugnabile", anzi, e vedremo quanto sia "documentatissimo".
Del resto è a tutti chiaro che non si tratta del primo libro italiano sull'11 Settembre: qualcuno ricorderà certamente, per esempio, le rampogne di Mentana a Chiesa che faceva pubblicità ai suoi libri sull'11 settembre durante una puntata di Matrix, e lo stesso Blondet scrisse sull'11 settembre ben prima di Mazzucco. Ma si sa, per vendere tutto è lecito.
Questa nuova edizione, resasi praticamente obbligatoria per correggere i numerosi e gravi errori della prima, si presenta di facile lettura e ancora rivolta al pubblico non specializzato: si tratta in pratica della prima edizione cui sono state apposte alcune correzioni ed è stata aggiunta un'intervista a Danilo Coppe, specialista italiano di demolizioni controllate.
Un po' furbescamente, ma senza possibilità di trarre in inganno chi segue questo nostro blog, l'edizione viene definita in copertina del libro "Edizione ampliata e aggiornata Gennaio 2007", perché definirla "corretta" sarebbe stata un'ammissione forse troppo umiliante; ma per il poco che conosco Mazzucco non credo sia stata una sua specifica scelta, quanto un'esigenza commerciale di marketing.
Mazzucco sa perfettamente che gli errori da me segnalati erano effettivamente tali, e non credo che si possa parlare propriamente di "aggiornamento 2007" quando le correzioni riguardano dati già noti da tempo, quali, per esempio, il numero di piani delle Torri o la natura bistatale e non municipale della Port Authority di New York.
Comunque sia, non per me ma per rispetto ai lettori, mi sarei aspettato due parole sulle correzioni apportate rispetto alla prima edizione, ma così non è stato. Evidentemente dà ancora molto fastidio ammettere i propri limiti, soprattutto se tali limiti emergono chiaramente da una discussione pubblica cui non si sa dare altra risposta che montare (per stessa ammissione di Mazzucco) nella home page di Luogocomune una gogna mediatica con cui esporre al pubblico ludibrio il critico resosi reo di lesa maestà.
L'impianto del libro è praticamente inalterato e pone le solite domande cui ormai siamo abituati, quelle stesse domande alle quali sono state date risposte sia dal lavoro d'inchiesta del team di Popular Mechanics (di imminente uscita in edizione italiana) sia, in tempi più recenti, dal lavoro "Inganno", curato da John e recentemente approdato su Canale 5 nella trasmissione Matrix di Enrico Mentana.
Vediamo ora di capire le correzioni fatte e valutare quindi il contenuto esclusivamente in merito ai fatti citati dal libro, visto che per nessun motivo intendo replicare alle personali opinioni complottiste dell'autore. Vorrei analizzare solamente il suo metodo di ricerca della verità.
Come detto, avevo a suo tempo aperto una discussione su Luogocomune, sito di cui Mazzucco è webmaster, proprio sugli errori del libro Inganno Globale. La cosa non fu certo gradita dall'autore, che in breve chiuse di forza la discussione ed espulse il sottoscritto dal suo sito, come si può vedere qui.
Conclusione prevedibile e da me accettata senza problemi, sebbene il mio scopo fosse quello di segnalare alcuni errori del libro e farli così correggere: devo dire che anche in questo sono riuscito solo parzialmente, perché il buon Mazzucco nel suo "inoppugnabile" e "documentatissimo" lavoro è riuscito comunque a infilare errori, almeno uno dei quali è una vera e propria perla.
L'elenco degli errori corretti da Mazzucco è, purtroppo, solamente quello che avevo segnalato pubblicamente: ringrazio della fiducia riposta in me da Mazzucco, ma gli devo segnalare che volutamente non li avevo segnalati tutti, proprio per valutare la bontà dell'opera di revisione dell'autore. Per cui devo constatare che quelli che non ho citato esplicitamente si ritrovano anche nella seconda edizione.
In alcuni casi le correzioni apportate da Mazzucco risentono della sua partigianeria, quindi sono di fatto delle semplici variazioni lessicali di concetti del tutto errati.
Faccio un esempio per chiarire: laddove a pag. 16 di IG1 parlava esplicitamente di termite, in IG2 parla di generici materiali esplodenti. Peccato che la termite non sia un esplodente e, soprattutto, non siano state trovate assolutamente tracce della sua presenza. Illazioni e ipotesi sostenute in primis da Jones, ma prove zero (e non mi riferisco al film di Chiesa).
Lo stesso discorso vale per l'affermazione di IG2 che l'edificio WTC7 sarebbe crollato solamente a causa di un incendio.
Secondo l'autore, in facciata al Pentagono continua ad esserci solamente un piccolo buco di 3-4 metri, più un'ulteriore spaccatura frutto di una inesistente esplosione della parete verso l'esterno (IG2, pag. 46).
Il Pentagono, nonostante le ampie discussioni in merito, viene sempre da Mazzucco ritenuto protetto da inesistenti batterie antiaeree (IG2, pag. 49).
Un ipotetico Boeing che andasse ad impattare contro l'edificio ad una velocità di 850 km/h avrebbe dovuto rimbalzare, secondo Mazzucco (IG2, pag. 51). Non so quali siano le nozioni di fisica che sottendano a queste valutazioni, ma certamente non si può imputare all'autore la mancanza di fantasia.
In merito all'analisi Purdue (IG2 pag. 53), lascio a voi immaginare dove arrivi l'"inoppugnabile" e "documentatissima" ricerca.
Il timone dell'aereo, che in IG1 era d'acciaio, diviene in IG2 una "spessa lama metallica alta più di 6 metri", sostituendo un generico metallo laddove, come ovvio, si trovano invece materiali compositi su travatura in lega leggera.
L'autore sembra poi avere una particolare attenzione per le finestre del Pentagono, della cui incolumità, per le finestre non direttamente impattate, non riesce proprio a capacitarsi, tanto da lasciarsi andare (IG2. pag. 56) a ironiche battute che suonano fuori luogo sia nei modi che nella sostanza. Probabilmente l'autore non ricorda che non stiamo parlando di comuni finestre, ma di speciali infissi anti-esplosione con lastre trasparenti multistrato (ciascuna del peso di alcuni quintali...) montate su particolari serramenti in acciaio imbragati alla struttura della facciata.
Dal documentario
Inside the Pentagon, National
Geographic.
Si noti l'uso di un veicolo sollevatore di grande portata per trasportare la finestra.
Si noti l'uso di un veicolo sollevatore di grande portata per trasportare la finestra.
Naturalmente, parlando sia del volo AA77 al Pentagono che del volo UA93, Mazzucco dimentica di citare l'esistenza delle scatole nere e delle identificazioni delle vittime, dei passeggeri e dell'equipaggio, ma questo è un dettaglio che l'autore non ritiene significativo e degno di menzione, mentre accenna, naturalmente sfrondata delle parti non gradite, all'intervista del sindaco di Shanksville (IG2, pag. 71) nella quale si negherebbe la presenza di rottami dell'aereo caduto.
Venendo invece alle Twin Towers, Mazzucco continua a diffondere l'ipotesi, ormai obsoleta, ripudiata e dimenticata da tutti, del collasso a pancake (pag. 98), che risalente al 2002 e che nemmeno compare nel report definitivo del NIST del 2005. Ma questo è funzionale per poter continuare imperterrito a scrivere che con tale ipotesi (che non si accorge di sostenere solamente lui, ormai), si violerebbero delle leggi di natura in riferimento ai tempi del crollo. Evidentemente non è chiara la distinzione fra collasso e crollo, ma avendolo più volte spiegato proprio sulle pagine di Luogocomune, invito Mazzucco a leggersi il suo sito e ad aggiornare le sue teorie.
Lo stesso discorso vale per la spiegazione di come abbiano potuto 18 persone salvarsi dalla Torre Sud (pag. 104). Le contraddizioni sono, come al solito, all'ordine del giorno: prima si dice che le Torri sono cadute sulla propria pianta, poi ci si chiede come pezzi delle Torri possano essere stati scagliati a distanze di decine e decine di metri: delle due, l'una… l'autore faccia la sua scelta e poi ne riparleremo, perché non è possibile commentare ipotesi antitetiche esposte nello stesso libro come se niente fosse.
In merito alla vicenda della presenza di amianto nelle Twin Towers siamo arrivati al ridicolo: ricordo che Mazzucco pretendeva da me la documentazione con cui lui potesse correggere il suo clamoroso errore della prima edizione, e su questo ingaggiò un ingenuo quanto per me divertente tormentone di messaggi in cui, praticamente, denunciava di fatto la sua completa incapacità nel chiarire questa vicenda, talmente importante per l'autore da presentarla invece all'interno di un paragrafo dal titolo evocatore di "Alla ricerca di un movente".
Nella seconda edizione la soluzione è stata salomonica: prendendo spunto da valutazioni "spannometriche" fatte da qualcuno in post anonimi della discussione da me aperta su Luogocomune, le tonnellate di amianto diventano circa 5.000. Nella discussione, questo numero usciva come stima della percentuale di amianto presente nel materiale isolante, ma l'autore anonimo del post fece questa valutazione basandosi su percentuali in pesi, mentre le percentuali di composizione del materiale antincendio spruzzato al WTC venivano generalmente fatte in volume. L'uso di cifre scaturite da fonti del tutto prive di verifica e di autorevolezza come un post anonimo è sintomatico della cosiddetta approfondita e inoppugnabile ricerca condotta per questo libro.
Vale la pena di ricordare, per chi vuole informarsi correttamente, che la realtà è che l'amianto, reso non pericoloso per rimozione o incapsulamento, era presente solamente nei primi 38 piani della Torre Nord e completamente assente in tutti gli altri edifici. Eppure anche in Inganno Globale Aggiornamento 2007 l'errore continua a rimanere. Confidiamo nell'aggiornamento 2008.
In merito all'intervista a Danilo Coppe, rispetto troppo l'opera di Danilo per affiancarlo al resto dell'opera mazzucchiana, per cui lascio a lui, se vuole, la possibilità di dire la sua da queste pagine.
Non vorrei dilungarmi oltre, ma avevo promesso una perla, già presente nella prima edizione, che volutamente non era stata segnalata pubblicamente per poter valutare il "frutto dell'eccezionale lavoro di raccolta documentale di Massimo Mazzucco" (citazione di Giorgio Gustavo Rosso, editore di Inganno Globale, dalla postfazione pag. 149): il povero Mark Bingham, vittima del volo UA93 e autore della famosa e contestata telefonata alla madre in cui si presentava con nome e cognome, per Mazzucco diventa Scott Bingham (pag. 79) e la telefonata diventa letteralmente "Hi mom, this is Scott, Scott Bingham" (stessa pagina, quarta riga dall'alto), con tanto di virgolette per la citazione testuale.
Peccato che Scott Bingham esista veramente e non sia il ragazzo appassionato di rugby morto a Shanksville: è uno dei più importanti e veri ricercatori sull'11 settembre, titolare del sito Flight77[.]info e autore delle richieste che hanno portato al rilascio dei filmati del Pentagono.
Caro Mazzucco, capisco il fuso orario e l'assonanza dei cognomi, ma verificare ciò che si scrive è davvero così difficile? Un pensiero va anche a lei, signor Rosso, editore di questa pietra miliare italiana della ricerca sull'11 settembre, cui va tutta la nostra sincera solidarietà quando afferma (pag. 153) che un suo secondo autore che scrive di 11 settembre, David Icke, "sicuramente non è in grado, come Mazzucco, di documentare ogni cosa che scrive".
E' indubbio che un sostenitore della presenza nella famiglia reale inglese di alieni rettiliformi travestiti quale è Icke possa incontrare qualche difficoltà nel documentare queste affermazioni, ma lodare Mazzucco dicendo che è più documentato di David Icke non credo sia un gran complimento.