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2009/09/05

E' vero che la FEMA era già in posizione a New York il giorno prima degli attacchi?

di Paolo Attivissimo

Le dichiarazioni del fotografo Kurt Sonnenfeld riportate da alcuni siti cospirazionisti (Megachipdue.info; Voltairenet.org) hanno riesumato una tesi che languiva da tempo: quella che la FEMA, uno degli enti governativi statunitensi per la gestione dei disastri e delle emergenze, fosse già sul posto, a New York, il giorno prima degli attacchi alle Torri Gemelle.

Dice per esempio Sonnenfeld: "Mi è parso molto strano scoprire che la FEMA e molte altre agenzie federali erano già in posizione al loro centro di comando al Molo 92 il 10 settembre, un giorno prima degli attacchi!"

La spiegazione molto banale di questa tesi risale addirittura a quasi otto anni fa (novembre 2001), eppure non sembra ancora essere stata acquisita dai sostenitori delle teorie alternative. Fu pubblicata da World Net Daily, che vi fece seguire un supplemento d'indagine nel 2002 tramite Devvy Kidd del Wallace Institute.

L'unico elemento di prova di questa tesi è un'intervista di Dan Rather, all'epoca conduttore della CBS, a Tom Kenney, un dipendente della FEMA. Kenney disse:

"Siamo al momento una delle prime squadre mandate a supporto della Città di New York per questo disastro. Siamo arrivati lunedì sera tardi e siamo entrati in azione martedì mattina, e soltanto oggi abbiamo avuto la possibilità di lavorare sull'intero sito."

"We're currently one of the first teams that was deployed to support the City of New York for this disaster. We arrived on late Monday night and went into action on Tuesday morning, and not until today did we get a full opportunity to work the entire site."


Uno spezzone dell'intervista è visibile all'inizio di questo video:


L'11 settembre fu un martedì, per cui le parole di Kenney sembrano indicare che la FEMA arrivò a New York la sera prima degli attacchi. Ma la FEMA disse che Kenney s'era confuso, e in effetti Devvy Kidd descrive Kenney nell'intervista dicendo che era "a corto di fiato, come se si fosse affaticato" e sottolinea l'intervista fu fatta "il 13, due giorni dopo che s'era scatenato l'inferno". Per cui a suo dire "è più che probabile che Kenney, avendo lavorato praticamente senza sosta dal suo arrivo a New York, abbia perso la cognizione del tempo e abbia semplicemente detto una frase sbagliata."

Devvy Kidd ha comunque proseguito l'indagine e, tramite richiesta FOIA, ha ottenuto dalla FEMA l'ordine di attivazione di Kenney: risulta datata 12 settembre 2001, come si vede nell'immagine qui accanto, che mostra la prima pagina dell'ordine.

A quanto risulta, non ci sono altre prove o indizi che confermino la tesi cospirazionista dell'arrivo anticipato della FEMA. Anche le tesi che citano l'esercitazione TRIPOD della FEMA a New York si scontrano con il fatto che l'esercitazione era prevista per il 12 settembre, non per l'11 o men che meno il 10.

Devvy Kidd sottolinea di aver speso tempo per la richiesta FOIA perché le false informazioni "dipingono l'intero movimento per ripristinare il nostro paese a una repubblica costituzionale come un gruppo di svitati disorganizzati". Parole non certo filogovernative.


2007/03/18

Nessun edificio in acciaio era mai crollato prima. O sì?

di Paolo Attivissimo, con il contributo di Debunking911.com. L'articolo è stato ampliato e aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

"Nessun grande edificio a struttura in acciaio è mai crollato a causa di un incendio". Lo sostengono molti siti complottisti, come Truthmove.org: "No large steel-frame building has ever collapsed due to fire".

Altri, come Prisonplanet.com di Alex Jones, ribadiscono il concetto: "Il WTC 7 fu il primo grande edificio mai crollato esclusivamente a causa di un incendio" ("WTC 7: First large building ever to collapse from fire alone (no debris impact)").

Lo ribadisce anche David Ray Griffin, altro esponente di rilievo dell'autoproclamato "movimento per la verità" sull'11 settembre, in questo articolo intitolato The Destruction of the World Trade Center: Why the Official Account Cannot Be True, con queste parole (i corsivi rafforzativi sono presenti nell'originale):

"La teoria ufficiale è resa implausibile da due problemi importanti. Il primo è il fatto semplice che un incendio non ha mai – prima né dopo l'11 settembre – causato il crollo di edifici alti con struttura in acciaio. I difensori della versione ufficiale citano raramente questo semplice fatto o lo tacciono del tutto. Anzi, il rapporto teoricamente definitivo pubblicato dal NIST – il National Institute for Standards and Technology (2005) – sottintende addirittura che i crolli indotti dagli incendi di grandi edifici con struttura in acciaio sono eventi normali (Hoffman, 2005). Lungi dall'essere normali, invece, tali crolli non sono mai avvenuti, eccetto che nei presunti casi dell'11 settembre."

In originale:

"The official theory is rendered implausible by two major problems. The first is the simple fact that fire has never---prior to or after 9/11---caused steel-frame high-rise buildings to collapse. Defenders of the official story seldom if ever mention this simple fact. Indeed, the supposedly definitive report put out by NIST---the National Institute for Standards and Technology (2005)---even implies that fire-induced collapses of large steel-frame buildings are normal events (Hoffman, 2005). Far from being normal, however, such collapses have never occurred, except for the alleged cases of 9/11."

Giusto per chiarire che non lo sta dicendo en passant, Griffin ripete e rafforza il concetto poco più avanti, e senza mezzi termini (anche qui, i corsivi rafforzativi sono presenti nell'originale):

"non è mai troppa l'enfasi nel far notare che gli incendi non hanno mai causato il crollo di grandi edifici a struttura in acciaio – mai, né prima dell'11 settembre, né dopo l'11 settembre, e in nessuna parte del mondo in quel giorno tranne, si asserisce, a New York City – mai."

In originale:

"it cannot be emphasized too much that fire has never caused large steel-frame buildings to collapse---never, whether before 9/11, or after 9/11, or anywhere in the world on 9/11 except allegedly New York City---never."

Ma nonostante il suo tono così categorico e sicuro, David Ray Griffin, insieme a tutta la compagnia complottista che gli fa eco con quest'affermazione, ha semplicemente torto.

Infatti è sufficiente una semplice ricerca su Internet, senza neppure scomodare gli archivi e le riviste di settore, per trovare almeno tre grandi controesempi, pubblicati da Debunking911.com. Le grandi strutture in acciaio collassano e crollano eccome, se esposte agli incendi. Per cui il collasso e crollo delle Torri Gemelle a causa degli impatti degli aerei e dei successivi incendi non deve stupire nessuno: o perlomeno nessuno che si prenda la briga d'informarsi prima di cedere allo stupor cospiratorio.

Il McCormick Center di Chicago


Bastarono trenta minuti d'incendio per far crollare l'intero McCormick Center di Chicago il 16 gennaio 1967. L'edificio, il più grande centro espositivo al mondo dell'epoca, era stato inaugurato solo sette anni prima. La sua struttura, interamente in acciaio, utilizzava grandi travature per creare ampi volumi ininterrotti, proprio come il WTC.

Intorno alle due del mattino, un custode notò del fumo che scaturiva da dietro di uno degli stand espositivi: cinque minuti dopo, l'intero stand era in fiamme. I soccorsi arrivarono in forze, mobilitando 500 persone, ma il rifornimento idrico s'interruppe quasi subito. Fu ristabilito, ma troppo tardi: le fiamme erano ormai ovunque e le travature d'acciaio del tetto avevano già iniziato a collassare irreparabilmente, come mostrato nella foto all'inizio dell'articolo. Fu necessario ricostruire l'intero edificio (fonti: Wconline.com (solo su abbonamento), Tadesite.com, ChiPubLib.org).

Come riferisce il commento degli esperti dell'International Association of Electrical Inspectors in questo articolo, fu un disastro "significativo perché dimostra il fatto che gli edifici con struttura in acciaio possono collassare a causa dell'esposizione agli incendi."

Il Sight and Sound Theater di Strasburg


Il 28 gennaio 1997, la cittadina di Strasburg, in Pennsylvania, fu funestata dall'incendio del modernissimo Sight and Sound Theater, inaugurato sette anni prima e valutato oltre 15 milioni di dollari.

La struttura del teatro, un telaio d'acciaio che racchiudeva l'ampio spazio dell'auditorium, crollò nell'incendio, causando danni strutturali anche agli edifici adiacenti. L'edificio andò completamente distrutto.

Gli elementi strutturali d'acciaio erano dotati di rivestimento antincendio applicato a spruzzo, con una resistenza prevista agli incendi di due ore, ma il rivestimento era stato in parte asportato dai ripetuti colpi prodotti dai lavori di modifica al palcoscenico. Il rapporto della FEMA è molto chiaro in proposito:

Temperature di 540 °C posso causare imbozzamento, e temperature di 820 °C posso far perdere all'acciaio la propria resistenza e causarne il collasso. Quando il calore e i gas roventi raggiunsero il soffitto del palcoscenico, si distribuirono orizzontalmente nell'auditorium, producendo il cedimento del tetto... Quando il calore dell'incendio produsse il cedimento dell'acciaio strutturale nel magazzino, l'azione di contrasto divenne troppo pericolosa per poter essere continuata.

Le raccomandazioni FEMA sono lapidarie, smentendo categoricamente quel "mai avvenuti" di Griffin:

Gli edifici con struttura in acciaio, in sostanza, devono essere considerati privi di protezione e in grado di collassare a seguito di incendi anche in soli dieci minuti. I rivestimenti antincendio applicati a spruzzo all'acciaio strutturale possono subire danni provocati dai lavori di costruzione... L'effetto degli incendi e del calore sugli elementi strutturali in acciaio impone estrema cautela ai vigili del fuoco... A meno che gli elementi strutturali in acciaio vengano raffreddati con getti d'acqua di grande portata, il calore degli incendi può causare rapidamente la perdita di resistenza dell'acciaio e contribuire al collasso dell'edificio.

Tutto questo, si noti, è scritto nel 1997, quindi in tempi certamente non sospetti.

Il Crystal Palace di Londra


C'è poi un esempio storico che è talmente celebre, soprattutto nella cultura anglosassone, che rende difficile invocare la semplice dimenticanza da parte di Griffin e soci e suggerisce la volontà di nascondere i fatti proprio da parte di coloro che affermano di voler rivelare una presunta verità che i cospiratori tengono nascosta. Considerato che Griffin è, come si diceva, un teologo, è proprio il caso di chiedersi da che pulpito venga la predica.

L'esempio in questione è il Crystal Palace, costruito a Londra per ospitare la Great Exhibition, l'esposizione mondiale del 1851 che doveva dimostrare la grandeur dell'impero britannico. La sua struttura in ferro e vetro era lunga 560 metri e alta 33. La struttura era così grandiosa e ardita per l'epoca che il suo creatore, Joseph Paxton, fu nominato baronetto dalla regina Vittoria. L'edificio fu adibito a vari scopi negli anni successivi e fu addirittura smontato e rimontato in un'altra zona della capitale britannica.

Il 30 novembre 1936, un incendio consumò in poche ore e fece crollare questo simbolo di un ex impero. Churchill disse che il disastro rappresentava "la fine di un'era".

Il Crystal Palace distrutto da un incendio nel 1936. Fonte: Wikipedia.


Altri esempi


Anche strutture in acciaio meno sollecitate di quelle di un grattacielo crollano se incendiate.
  • Nel 1993, una fabbrica di giocattoli della Kader Industrial in Tailandia, un edificio di quattro piani con struttura interamente in acciaio, prese fuoco e crollò in venti minuti, causando 188 morti e 469 feriti (fonte; fonte).
  • Nel 2005, la piattaforma petrolifera Mumbai High North, una struttura alta sette piani, interamente in acciaio, situata al largo delle coste indiane, prese fuoco dopo una collisione con una nave. Fu completamente distrutta in meno di due ore, causando la morte di dieci persone (fonte; fonte).
  • Nel 2006, una cartiera presso Malvern, Worcestershire, nel Regno Unito, subì un incendio che la fece crollare completamente. I pompieri riferirono che il calore intenso aveva causato il cedimento delle travi d'acciaio del tetto (fonte).
Questi sono collassi completi di edifici bassi e meno esasperati; ma anche vari grattacieli hanno subito incendi tali da farne temere il collasso, evitato solo grazie all'intervento assiduo dei vigili del fuoco.

A proposito dell'incendio dell'One Meridian Plaza di Philadelphia nel 1991, esempio spesso citato impropriamente dai complottisti (come descritto in questo articolo), la FEMA ha alcune considerazioni interessanti: lungi dal resistere disinvoltamente all'incendio prolungato come sottolineano i complottisti, l'edificio di 38 piani avente struttura in acciaio fu talmente lesionato che le autorità ne temettero il collasso strutturale.

Nel 1992, l'esplosione e l'incendio prodotti da una fuga di gas in un edificio di 12 piani a New York causarono il collasso parziale della struttura in acciaio e si temette il crollo completo dell'edificio, secondo questo rapporto FEMA.

Mai successo?


Certo si tratta di edifici più modesti rispetto alle Torri Gemelle, ma praticamente qualsiasi edificio è più modesto di quei giganti. Sono comunque strutture di dimensioni assolutamente ragguardevoli, più che sufficienti a dimostrare che il rischio di cedimento di una struttura interamente in acciaio in caso d'incendio è forse poco noto ai teologi come Griffin, ma ben noto agli addetti ai lavori, che per colpa di questo rischio "mai avvenuto" vedono spesso morire i colleghi: è proprio per questo che vengono adottati rivestimenti ignifughi su tutti gli elementi strutturali in acciaio.

I Vigili del Fuoco volontari italiani parlano* molto chiaro (le evidenziazioni sono mie):

"L'acciaio è un buon conduttore di calore e con il riscaldamento subisce dilatazioni e deformazioni, che oltre 300 - 350°C riducono gradualmente la resistenza alla rottura, per temperature oltre i 500 - 550°C la resistenza della struttura si riduce ad un valore inferiore a quello ammissibile, con conseguente crollo della struttura in acciaio.

Il crollo può avvenire anche quando la struttura in acciaio viene attaccata dal fuoco non completamente, ma solo in una limitata zona quale una trave o un pilastro; è necessario anche valutare, ai fini della stabilità dell'edificio, i fenomeni di allungamento della struttura legati alle temperature.

Il tempo occorrente per raggiungere la temperatura di 550°C dipende da vari fattori, ma soprattutto dalla superficie e dalla massa della struttura in acciaio investita dal fuoco; il tempo è infatti proporzionale al rapporto tra il peso della struttura e la superficie esposta al fuoco.

Quando sia necessario garantire determinati livelli di resistenza al fuoco le strutture in acciaio devono essere protette con rivestimenti isolanti di tipo, per esempio, intumescente e la protezione deve essere estesa a tutto la superficie della struttura, in quanto un difetto locale di protezione è sufficiente per consentire il riscaldamento di tutta la struttura e quindi provocarne il cedimento."


*(2008/09/04) Il link non è più attivo e il testo non risulta disponibile online altrove.

Ma l'ha detto anche la FEMA!


Alcuni sostenitori delle ipotesi alternative potrebbero essere tentati di obiettare che è proprio il rapporto FEMA sugli attentati dell'11/9 che afferma che gli edifici in acciaio non crollano a causa degli incendi. Vale la pena, allora, di ricordare cosa dice in realtà la FEMA in proposito nel Capitolo 5, parlando dell'Edificio 7:

"Prior to September 11, 2001, there was little, if any, record of fire-induced collapse of large fire-protected steel buildings."

Traduco:

"Prima dell'11 settembre 2001, i casi registrati di collassi indotti da incendi di grandi edifici in acciaio con protezione ignifuga erano pochi o nulli."

"Pochi o nulli"; non "mai avvenuti". Va notata inoltre la precisazione "con protezione ignifuga". Nei casi citati, infatti, la protezione era assente o era stata asportata da danni meccanici. La stessa modalità di asportazione che si è verificata nelle Torri Gemelle a seguito dell'impatto degli aerei.