2007/02/27

La BBC è nel complotto: un suo video "anticipa" il crollo del WTC7. Complottisti in fibrillazione

di Paolo Attivissimo. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Subbuglio nel mondo dei complottisti. Alex Jones, esponente di spicco di coloro che credono alle teorie di cospirazione riguardanti l'11 settembre, ha annunciato su Prisonplanet, un sito dotato guarda caso di una ricca sezione a pagamento, di aver scoperto qualcosa di sensazionale, descritto con aggettivi come "scioccante, stupefacente, incredibile, sorprendente" ("shocking... astounding... incredible... amazing"): l'11 settembre, la BBC annunciò il crollo del WTC7 con una ventina di minuti d'anticipo.

Se state trattenendo a stento uno sbadiglio deluso, non siete i soli. Ma di questi tempi, il complottismo deve raschiare il fondo del barile per continuare ad alimentare l'interesse che genera incassi. La storia è talmente ridicola (persino Luogocomune.net la presenta con formula dubitativa) che vale la pena di raccontarla per mostrare a che livelli di squallore è giunto il complottismo a sei anni dagli attentati.

Cominciamo dall'inizio. Nel suo articolo, Alex Jones presenta un filmato della BBC, specificamente del canale internazionale BBC World, nel quale la giornalista Jane Standley, da New York, parla del crollo del WTC7 (identificato allora come Salomon Brothers Building) mentre il WTC7 è ancora in piedi alle sue spalle.

Secondo Jones, questo errore prova che la BBC sapeva in anticipo del crollo (pardon, demolizione controllata) del WTC7, che quindi era stato pianificato, e ha letto per sbaglio in anticipo sul previsto una velina passatale dai Grandi Cospiratori.

La teoria di Jones, infatti, è riassunta in queste sue parole: "il crollo del WTC7 non fu una sorpresa, perché le emittenti televisive lo annunciarono ancor prima che avvenisse!... Chi ha detto alla BBC che l'edificio stava per crollare prima che questo accadesse, e perché la BBC ha annunciato il crollo prima che si verificasse realmente? Molti hanno ipotizzato che sia stato fatto trapelare troppo presto un comunicato stampa di qualche genere e che le agenzie di stampa, le stazioni radio e le TV abbiano annunciato prematuramente il crollo del WTC7".

"This newly uncovered video confirms that the collapse of WTC 7 was no surprise, because television news stations were reporting on it before it happened!... Who told the BBC that the building was going to collapse before it did and why were they reporting its fall in advance of the event actually taking place? Many have speculated that some kind of press release was leaked too soon and AP wires, radio stations and TV news outlets prematurely reported on WTC 7's collapse.

Jones fa di tutto per imbastire una storia emozionante e drammatica. Dice che il collegamento con la giornalista viene "misteriosamente" interrotto poco prima dell'orario del crollo effettivo ("Minutes before the actual collapse of the building is due, the feed to the reporter mysteriously dies"). Certo, perché i collegamenti intercontinentali non saltano mai, specialmente quando l'infrastruttura di telecomunicazione è sotto sforzo ed è danneggiata (l'area del WTC ospitava vari sistemi vitali di telecomunicazione resi inservibili dagli attacchi (fonte; fonte)).

2008/08/07: E' emerso in seguito che l'interruzione fu dovuta al timer del satellite che regolava il tempo concesso alla BBC, che finiva alle 17.15 precise, come raccontato qui.

Poi Alex Jones tira in ballo la censura dei potenti, perché il filmato viene rimosso da Internet poche ore dopo l'uscita del suo articolo. Niente paura, gli intrepidi complottisti non si arrendono: "Ma centinaia di persone erano già riuscite a scaricare il video che ora è virale su Internet e i censori non riusciranno a chiudere il coperchio stavolta".

"However, hundreds of people had already managed to download the clip and it has gone viral on the Internet and the censors won't be able to shut the lid this time"

E' insomma un complotto nel complotto: Alex Jones ha trovato la prova che incastra la BBC e che la coinvolge nella Grande Cospirazione, ma i cospiratori si annidano ovunque, anche nella Google Inc., tanto da riuscire a far sparire il video incriminante. Anche Google, oltre alla BBC, fa quindi parte del tentacolare complotto.

Il botto provocato da quest'accusa è stato talmente forte (basta vedere i commenti su Digg) che la BBC s'è sentita in dovere di replicare, come potete leggere qui. Ma la replica è peraltro poco chiarificatrice, perché la giornalista non ricorda in che contesto preciso fece l'annuncio ed è stato smarrito (mistero!) il nastro originale che poteva far luce sulle ragioni e sull'orario esatto dell'annuncio anticipato. E come ulteriore ingrediente di mistero, anche il video originale, da oltre un gigabyte, è scomparso: il suo link è inattivo (Undicisettembre ne ha comunque copia).

In realtà l'intero cancan ha una spiegazione veramente banale. La cronista ha semplicemente letto quello che le arrivava da Londra, che a sua volta arrivava dal circuito delle notizie d'agenzia, che quel giorno erano comprensibilmente un po' confuse. Si sapeva dal primo pomeriggio che il WTC7 era pericolante, e un crollo dato per imminente è stato frainteso per la fretta e la concitazione, diventando un crollo avvenuto. Persino la CNN lo ha annunciato erroneamente addirittura un'ora prima che avvenisse. Anche la CNN fa parte del Grande Complotto?

Da quello che dice la cronista della BBC, infatti, è chiarissimo che non ha la più pallida idea di com'è fatto il WTC7 (o Salomon Brothers Building) e che sta improvvisando sulle imbeccate che le arrivano dalla redazione a Londra.

Anche a Londra, comunque, non hanno le idee granché chiare (e chi le aveva, quel giorno?). A 13:35 del filmato integrale (equivalenti alle 17:08 di New York, secondo i calcoli fatti da Jones), Philip Hayton, vecchia conoscenza di chi segue la BBC, ripete ai telespettatori e alla cronista quanto ha annunciato pochi minuti prima dallo studio londinese: "Ci avete sentito parlare pochi minuti fa del crollo del Salomon Building, e in effetti è crollato. A quanto pare si trova a poche centinaia di metri da dove sorgevano le torri del World Trade Center".

Notate che neanche lui sa dov'è di preciso l'edificio. E' anche incerto sulle cause del suo crollo: "E sembra che non sia stato il risultato di un nuovo attacco, ma che sia accaduto perché l'edificio era stato indebolito durante gli attacchi di stamani".

"Now more on the latest building collapse in New York. You might have heard a few moments ago [us?] talking about the Salomon Building collapsing, and indeed it has. Apparently that's only a few hundred yards away from where the World Trade Center Towers were. And it seems that this was not a result of a new attack, it was because the building had been weakened during this morning's attacks"


A questo punto (14:02 del filmato) Hayton passa la parola alla cronista, Jane Standley, in collegamento da New York, e le chiede cos'altro può riferire a proposito del crollo: "What more can you tell us about the Salomon Brothers building and its collapse?"

E come risponde la Standley? Dice "Be', in realtà soltanto quello che già sapete, i dettagli sono molto, molto vaghi..." ("Well, only really what you already know, details are very very sketchy") e cambia discorso. Per i restanti sei minuti del collegamento non accenna più al WTC7, che pure sarebbe il tema centrale per il quale è in video. Lo fa per un'ottima ragione: non sa nulla di più di quanto sappiano i suoi colleghi a Londra (che annunciano il crollo con una scritta in sovrimpressione), e lo fa capire molto chiaramente con quelle parole d'esordio.

Infatti il WTC7 è effettivamente ancora in piedi, fumante, alle sue spalle, anche se lei non lo sa (e neppure in studio lo sanno): la veduta di New York non è una proiezione o una registrazione, come hanno pensato alcuni complottisti, perché le ombre e la direzione della luce sugli edifici sono perfettamente a registro con quelle della giornalista e non c'è traccia dei difetti tipici delle sovrimpressioni fatte con il chromakey o altre tecniche video analoghe.

Ma da dove arriva la notizia sbagliata del crollo avvenuto del WTC7? Di preciso non si sa, ma è indubbio che circolava da diverso tempo. Infatti la CNN ne parlava già alle 16:10 locali, dicendo che l'edificio "è crollato o sta crollando... o sta per crollare". Notate quanto è vaga la notizia. Ed è noto dalle testimonianze dei pompieri che l'edificio era già indicato come pericolante da alcune ore.

Tutto qui. La BBC, come altre emittenti, ha semplicemente diffuso una notizia rivelatasi poi inesatta: qualcuno ha avvisato che l'edificio stava per crollare, nella confusione dei dispacci qualcun altro ha frainteso che il crollo imminente era un crollo già avvenuto, nessuno era in grado di verificare perché l'area era inaccessibile, e così il crollo previsto è stato annunciato per errore un po' prima che avvenisse realmente.

Fine del mistero. Ancora una volta, i complottisti vengono pescati a ricamare trame sulle banalità a qualsiasi costo pur di suscitare puzza d'intrigo. Ma soprattutto emerge chiaramente un luogo comune (ogni riferimento è voluto) del complottismo: nello strano universo in cui vivono i complottisti, i cattivi organizzano con sapienza trame complicatissime ma commettono regolarmente un sacco di errori rivelatori come questo della BBC. E il bello è che nessuno nota tutti questi errori, tranne i complottisti. Chiediamoci perché.

2007/02/26

Emergenza dirottamento: le regole in vigore l'11 settembre del 2001

di John - www.crono911.org

Sovente i sostenitori della teoria del complotto affermano che la mattina dell'11 settembre i controllori del traffico aereo che seguivano i voli dirottati non rispettarono i regolamenti in vigore, che prevedevano di dare immediatamente l'allarme nel caso in cui un velivolo spegnesse il transponder di bordo.

A riprova di questa affermazione, però, citano le direttive in vigore oggi. In questo articolo dimostreremo, invece, che le direttive in vigore l'11 settembre del 2001 erano molto diverse e non disciplinavano la situazione verificatasi quel giorno.

Lo spunto per questo approfondimento viene da una recente discussione sul forum di Luogocomune, nella quale un utente (che si è presentato come controllore di volo), nel censurare il ritardo con il quale i controllori di volo avvertirono i propri supervisori, cita la seguente direttiva:
FAA Order 7110.65R, paragrafo 10-2-6: “When you observe a Mode 3/A Code 7500, an unexplained loss of beacon code, change in direction of flight or altitude, and/or a loss of communications, notify supervisory personnel immediately”

Tradotto:

“Quando si verifica un Codice 7500 Mode 3/A, una inspiegabile scomparsa del segnale [del transponder], un cambio nella direzione di volo o nella quota, e/o una interruzione delle radiocomunicazioni, si devono avvertire immediatamente i supervisori”.

Rammentiamo che il transponder è un dispositivo che risponde agli impulsi dei radar del controllo aereo fornendo alcuni dati (tra i quali un codice a 4 cifre impostato dal pilota e assegnato dal controllo aereo) che servono a ricavare identità e posizione del velivolo sul quale è installato. In caso di dirottamento, il pilota inserisce nel transponder un codice internazionale di 4 cifre (7-5-0-0) per segnalare a terra quel tipo di emergenza. L'11 settembre 2001 i piloti furono uccisi prima di poter inserire il codice ed i dirottatori spensero del tutto i transponder (solo sull'UA175 il trasnsponder rimase acceso ma ne fu cambiato il codice) e non risposero alle comunicazioni radio del controllo aereo.

L'utente - controllore di volo continua il proprio ragionamento nel forum di Luogocomune citando altre due direttive: la FAA 7610.4K e la CJCSI 3610.01A, che disciplinano le competenze nella gestione delle emergenze in caso di dirottamento. Le due direttive stabiliscono la competenza generale della FAA, ma precisano che i caccia incaricati di intercettare e scortare il velivolo dirottato sono posti sotto il controllo FAA se si trovano in una zona gestita dai radar civili, mentre passano sotto il controllo militare se si trovano in una zona gestita dai radar militari.

L'utente, però, ha commesso un grossolano errore. Il FAA Order 7110.65R da lui citato, infatti, è entrato in vigore a partire dal 16 febbraio 2006.

L'11 settembre del 2001 era in vigore una precedente versione di quella direttiva: il FAA Order 7110.65M, adottato il 12 luglio 2001, il cui paragrafo 10-2-6 stabilisce:

When you observe a Mode 3/A Code 7500, do the following:
a. Acknowledge and confirm receipt of Code 7500 by asking the pilot to verify it. If the aircraft is not being subjected to unlawful interference, the pilot should respond to the query by broadcasting in the clear that he/she is not being subjected to unlawful interference. If the reply is in the affirmative or if no reply is received, do not question the pilot further but be responsive to the aircraft requests.
b. Notify supervisory personnel of the situation.

Si noti come la direttiva disciplina solo il caso in cui il controllore riceva un codice di emergenza dirottamento 7500 (il che non è avvenuto l'11 settembre) e gli impone prima di chiedere una conferma al pilota, e solo successivamente di avvertire i propri supervisori. Pertanto, nel momento in cui i controllori di volo in servizio quella mattina hanno affermato di aver dovuto gestire una situazione che non era disciplinata dai regolamenti in vigore, hanno detto il vero.

Anche le altre due direttive citate dal controllore di volo di Luogocomune sono interessanti.

In particolare, la 7610.4K è del 2004, ma nel 2001 era in vigore la 7610.4J.

Rispetto alla gestione delle competenze, non c'è sostanziale differenza tra le due versioni della direttiva, ma è significativo leggere le procedure di intercettazione.

Paragrafo 7-2-1:
The FAA hijack coordinator will advise the appropriate center/control tower of the identification of the military unit and location tasked to provide the hijack escort. The center/control tower shall coordinate with the designated NORAD SOCC/ROCC/military unit advising of the hijack aircraft's location, direction of flight, altitude, type aircraft and recommended flight plan to intercept the hijack aircraft. The center/control tower shall file the coordinated flight plan.

In sintesi: il controllo aereo civile deve coordinarsi con il comando militare e fornirgli posizione, direzione di volo, quota e modello dell'aereo dirottato, e comunicare il piano di volo idoneo affinché i caccia possano intercettarlo.

Esattamente tutto ciò che i controllori di volo non erano in grado di fare, perché i transponder degli aerei erano stati spenti (o il loro codice era stato cambiato).

Paragrafo 7.2.3
Escort aircraft shall be vectored to a position 5 miles directly behind the hijacked aircraft. The vectors shall be planned to approach the hijacked aircraft from the rear to avoid the possibility of being observed and to position the escort aircraft at the same altitude, speed, and heading as the hijacked aircraft.

In sintesi: i caccia di intercettazione devono essere posizionati 5 miglia indietro rispetto al velivolo dirottato e devono evitare di farsi vedere da esso. Non era quindi prevista alcuna azione di forza: i caccia non dovevano affiancare il velivolo e costringerlo ad atterrare, né tanto meno dovevano abbatterlo. La loro era una semplice funzione di scorta discreta.

Paragrafo 7-2-5:
When the hijacked aircraft descends for the purpose of landing at an airport within the continental U.S., the escort aircraft will not follow the hijacked aircraft into airspace delegated to an approach control facility. The FAA facility controlling the aircraft or within whose airspace the aircraft is operating shall issue instructions to the pilot or to the military control facility for the aircraft to hold at a specified altitude and location and wait for further instructions.

Questa è la disposizione più interessante. In sintesi: nel momento in cui l'aereo dirottato scende di quota con lo scopo di atterrare su un aeroporto, i caccia non devono seguirlo, ma devono essere posizionati in una zona e a una quota stabiliti dal controllo aereo e attendere ulteriori istruzioni.

Si rammenta che l'11 settembre del 2001, la prima comunicazione giunta ai controllori di volo sulle frequenze radio fu questa: “We have some planes. Just stay quiet, and you'll be O.K. We are returning to the airport”.

“Stiamo tornando all'aeroporto”. Erano le 08:24 dell'11 settembre 2001, e la trasmissione proveniva dal Volo 11, che 20 minuti più tardi si sarebbe schiantato contro il World Trade Center.

In conclusione, la lettura delle direttive in vigore l'11 settembre del 2001 non lascia dubbio alcuno sulla veridicità e plausibilità del comportamento dei controllori di volo. Essi si ritrovarono a gestire una situazione senza precedenti e per la quale non esistevano istruzioni. Non potevano fornire ai comandi della difesa aerea militare quei dati di cui essi abbisognavano per intercettare i velivoli dirottati.

Avevano motivo di pensare che gli aerei dirottati volessero atterrare su un qualche aeroporto di New York e persino il primo impatto del Volo 11 contro la Torre Nord poteva essere spiegato come un tragico incidente, giacché i controllori non sapevano che i piloti erano stati uccisi e l'aereo era pilotato dagli stessi dirottatori.

I caccia militari non potevano decollare senza avere quei dati di posizione e rotta indispensabili ad intercettare gli aerei, e tutto ciò che potevano fare era di stazionare da qualche parte in cielo “in attesa di ulteriori istruzioni” (“wait for further instructions”).

E' esattamente quello che accadde.

E' comprensibile che questi passaggi tecnici sfuggano alla conoscenza dell'uomo comune. E' comprensibile che, in assenza di queste spiegazioni e ascoltando il martellante frastuono delle teorie dei cospirazionisti, l'uomo comune dubiti della versione dei fatti appresa dai mass media. E' molto meno comprensibile che un controllore di volo professionista scriva su Luogocomune in termini così superficiali e imprecisi.

Enigma di Corrado Augias

di mother. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

La trasmissione condotta da Corrado Augias il 13/07/2006 su Raitre tratta il solo aereo che si è schiantato sul Pentagono. In studio sono presenti Maurizio Blondet e Carlo Panella; viene interpellato come esperto, in intervista, Leonardo Lecce, dell'università di Napoli, e si citano le tesi dietrologiche di Thierry Meyssan.

Scopo della trasmissione, come da presentazione di Augias, non è presentare le certezze, ma i dubbi di quello che avvenne, condensati in un itinerario ragionato. Le tesi citate sono solo quelle complottiste, non è dato spazio ad altre fonti.

Vediamo per punti cosa viene detto e citiamo a seguire con dei link le discussioni di debunking inerenti.

Viene mostrata una serie di video dell'11 settembre, fino a quello del reporter Jamie McIntyre, che parla di pezzi di aereo piccoli fuori del Pentagono (video troncato dopo che il giornalista americano dice che l'aereo è finito dentro il Pentagono).

Augias trascura il finale del video in cui il giornalista parla di aereo finito dentro il Pentagono. Qui il video completo di McIntyre.

Augias parla di presenza di pezzi così piccoli da essere tenuti nella mano.

Qui potete trovare una collezione di foto dei pezzi dell'aereo. Non sono pochi e non sono piccoli. Sono 4 tonnellate di detriti? No, poiché la maggior parte dell'aereo, come dice McIntyre, è finito dentro il Pentagono.

Sezione di un Boeing in studio.

Nessun riferimento al modello utilizzato od alle sue dimensioni.

Barbara Olson fa una telefonata dall'aereo che poi si schianterà al Pentagono; il contenuto della chiamata è noto solo attraverso le dichiarazioni del marito, Theodore Olson, vice procuratore generale di Bush e suo avvocato nella controversia con Al Gore. La Olson era veramente a bordo dell'aereo?

Il riferimento alle elezioni americane non ha nulla a che vedere con l'argomento in questione. Non si spiega come sia sparita dalla circolazione Barbara Olson né come sia stato reperito al Pentagono un cadavere il cui DNA è compatibile con la Olson. Qui si può trovare la notizia della CNN sulla morte di Barbara Olson.

Viene mostrato il trailer del film che ricostruisce il Volo 93 (intitolato "United93"), recentemente uscito.


In studio è presente un modello del Pentagono, presentato ed in seguito utilizzato da Corrado Augias.

Il modello del Pentagono, senza riferimenti precisi, appare comunque sproporzionato (troppo alto rispetto ai suoi lati, larghi circa 280 metri). Il Boeing 757 viene posizionato con il muso sulla facciata con inclinazione di 45°, purtroppo nel punto sbagliato e pure nel verso sbagliato (errore sia nel punto d'impatto sia nell'angolo di 45° dato in un verso anziché nell'altro).

Le vittime dell'incidente sono le 64 persone a bordo; poi, quando crolla la sezione del Pentagono, altre 125 persone che lavoravano nell'edificio perdono la vita.

In realtà le 64 persone dell'aereo muoiono nel colpo e le 125 persone dentro il Pentagono vengono travolte dall'aereo; se anche qualcuno dopo quest'evento fosse rimasto vivo sotto le macerie, i resti carbonizzati ritrovati indicano la più probabile causa del decesso. Nessun accenno alla testimonianza dei sopravvissuti del Pentagono.

Viene citato Thierry Meyssan, il primo ad aver messo in dubbio l'incidente del Pentagono... giornalista francese.

In realtà attualmente è un politico e non più un giornalista, vedere l'effroyable imposteur.

Pubblica due libri, "L'effroyable imposture" e "Le Pentagate", secondo i quali nessun aereo è caduto al Pentagono e ci sono aspetti poco chiari di seguito elencati...

In realtà, Meyssan nel primo libro identifica in un camion bomba il reale danneggiatore del Pentagono e nel secondo libro lo identifica in un missile lanciato dalla vicina baia. Il debunking di Attivissimo in quattro pagine consecutive elenca anche le ipotesi di Meyssan.

Per l'occasione viene di nuovo mostrato in dettaglio il modello del Pentagono, con l'aereo puntato dal basso verso l'alto con il muso sul primo piano.


16.00: viene trasmesso il parere dell'esperto Leonardo Lecce, professore che insegna aeroelasticità applicata all'Università di Napoli e perito che ha indagato sulla tragedia di Ustica. L'esperto dice che ciò che l'ha più colpito è che piloti non addestrati siano stati capaci di eseguire manovre che richiedevano un alto livello di precisione a velocità elevate ed a quote basse.

"L'aspetto un po' particolare che presenta dei dubbi, diciamo, significativi e che mi hanno colpito in particolare è quello relativo alla capacità di piloti non addestrati specificatamente a pilotare aerei di linea... siano stati capaci di effettuare manovre a bassa quota, diciamo, con questo livello di precisione. Quindi, diciamo, il fatto che abbia impattato con velocità così elevate... Io sarei un po' dubbioso, insomma, perché per poter manovrare un velivolo di quelle dimensioni a quote relativamente basse... diciamo... non è possibile avere velocità così elevate. Sicuramente avranno adottato delle procedure tali da ridurre la velocità, magari poi all'ultimo momento hanno, diciamo così, messo piena potenza se volevano, insomma, massimizzare l'effetto."

"A queste velocità la frammentizzazione [sic], diciamo, del... delle parti del velivolo in seguito a tutta l'evoluzione dell'impatto può essere notevole, insomma. Cioè, i pezzi possono essere di relativamente piccole dimensioni e quindi poi, diciamo, la successiva fase di incendio li ha, diciamo, in qualche maniera distrutti."

Qui di seguito c'è l'eterna diatriba sulle capacità di Hanjour. Augias ripete e riassume il professore enfatizzando la spiegazione, l'aereo diviene "bestione" e l'abilità richiesta per la manovra diviene "spaventosa".

Velocità 500 km/h, tonnellate di metallo plastica vetro.... a 4-5 metri dal suolo chiunque può capire quanto sia difficile la guida.


Viene mostrata una sezione del Pentagono che mette in luce i piani inferiori come piani continui... quando nelle ipotesi di Meyssan era detto che l'aereo avrebbe sfondato le sei pareti da un metro dei tre anelli del Pentagono penetrati dall'aereo. Augias conta le sei mura superiori del terzo piano, ed in seguito fa notare che le mura da perforare erano non 6 ma solo 2 e ciò rende un pochino più plausibile la teoria ufficiale, ma rimane il dubbio.

Viene smentita in studio almeno un'ipotesi di Meyssan prima citata, ma ciò per il conduttore non significa molto.

Il giallo del monitoraggio nei cieli che non permise l'intercettazione degli aerei.

Vedere qui, qui, qui e ipotesi missili al Pentagono.

Viene in seguito citato il sistema di sicurezza del Pentagono, riprogettato nel 1994 a causa dello schianto alla Casa Bianca di un folle ai comandi di un Cessna senza che ci sia stata intercettazione.

Per quanto dal 1994 al 2001 i finanziamenti al rinnovamento del sistema di difesa-intercettazione di aerei possano essere cambiati tante volte quanti i mandati presidenziali o forse più, è divertente vedere che per parlare del giallo del monitoraggio e della mancata intercettazione dell'aereo venga citato il caso principe di un eguale fallimento. Qui di seguito c'è un video Youtube in cui si può vedere un aereo sfrecciare a bassa quota senza creare le famose turbolenze.

22.40: Viene presentata una domanda al professor Lecce sul suono dei missili-aerei. Il professore spiega la differenza fra il suono dei missili subsonici, supersonici e il rumore del motore dell'aereo da confrontare con una delle testimonianze raccolte dal Washington Post fra i civili (presenti a grande distanza dal Pentagono, a differenza dei testimoni militari, scartati per malafede):

"Possiamo distinguere i missili, diciamo così, che... volano a velocità supersonica e missili che volano a velocità subsonica. Allora, se un missile vola a velocità supersonica, diciamo, un osservatore che sta prima dell'arrivo del missile non sente il suono, perché arriva prima il missile del.. del rumore, insomma, lo sente quando è passato, diciamo, ma il rumore è un tipico rumore, diciamo, collegato al cosiddetto fenomeno del bang supersonico, che è molto, molto particolare e non può essere confuso con un altro... tipologia di motore. Se è un missile, diciamo, supersonico. Se è un missile subsonico, evidentemente il rumore prodotto dal motore che lo propelle è un rumore collegato alla potenza del... del motore stesso. Ho detto che nel caso di questi missili la potenza è molto bassa e quindi, diciamo, il rumore è sicuramente diverso da quello di un... di quello dei motori di aerei da trasporto, che hanno potenze notevolmente più elevate. Quindi, diciamo, la differenza sta se il missile è supersonico o subsonico. Siccome si era appunto pensato che la probabilità era per un cruise missile, insomma, la cosa non ha, diciamo... non trova corrispondenza, insomma."

Augias fa sentire rumori di aereo e missile subsonico-supersonico.


Viene trasmesso il primo video della telecamera sull'ingresso secondario del Pentagono, rilasciato solo ora perché era prova segretata nel processo Moussaoui. Le immagini rinvigoriscono il partito degli scettici: insieme di frame selezionati con cura e non video; sovraesposizione in momento cruciale, al momento dell' esplosione.

In realtà la sovraesposizione è qualche frame dopo, tanto che si vede la colonna di fumo.

Presenza di telecamere allo Sheraton hotel, la fitta rete di telecamere del Pentagono e aull'autostrada, ma riprese sequestrate. Le uniche immagini diffuse sono poco precise e con data sbagliata: 12 settembre.

In realtà ci sarebbero anche il video della CITGO e il video del Doubletree Hotel.

Meyssan dice che il colore dell'esplosione della palla di fuoco del Pentagono è diverso da quello della palla di fuoco delle Torri (WTC: palla di fuoco gialla, quindi temperatura bassa; Pentagono: rossa, quindi temperatura interna alta). Inoltre il fuoco delle torri si sposta verso il basso, mentre il fuoco del Pentagono si muove velocemente verso l'alto e la detonazione del Pentagono è dall'interno verso l'esterno.

L'incendio del Pentagono, poi, ha un fuoco diverso da quello del WTC, meno intenso poiché non vengono bruciati i piani superiori. Ci sono poi i pompieri con una sola autopompa che spruzzano acqua senza idrocarburi o ritardanti (colore rossastro). Sulla facciata del Pentagono, prima del crollo si nota la schiuma carbonica che per Meyssan non sarebbe servita per il Pentagono ma per un camion generatore esploso vicino per simpatia.

Certo appare strano che la schiuma carbonica sia stata spruzzata fino al terzo piano se in realtà doveva essere spento un camion generatore ben più basso.

Infine viene fatta notare la striscia di fumo bianco, diversa da quella nera che possono fare i motori del Boeing.

Di certo non viene fatto notare il palazzone che appare e scompare poco sopra la colonnina nell'ingresso secondario che alcuni scambiano per la coda di un aereo (poi su quale aereo ovviamente c'è sempre la divisione fra ufficialisti e complottisti).

Ospiti in studio Maurizio Blondet e Carlo Panella. Vengono presentati il libro di Blondet e quello di Panella. Blondet critica Meyssan, che si concentra troppo su un particolare perdendo l'allarmante visione d'insieme: è un colpo di stato, autoattentato che è nella tradizione americana per cominciare una guerra. Comunque guardando i video dà ragione a Meyssan, anche perché lo confronta con una sua esperienza personale, l'incidente del Concorde in Francia (quello che mise fuori linea questo tipo di aereo), in cui aveva notato la diffusione di pezzi di carta (Augias fa un paragone con la Certosa di Parma e Napoleone...), cosa non presente nell'incidente del Pentagono.

Panella, che dovrebbe essere la parte ufficialista, ipotizza che un missile sia partito malamente ed abbia colpito e distrutto l'aereo proprio mentre stava andando contro il Pentagono. Sempre Panella aggiunge che non si spiegherebbe altrimenti la mancanza dell'aereo o come mai esistano realmente i corpi carbonizzati di persone che erano vive proprio lì al Pentagono.

Per Panella la tesi del colpo di stato non è convincente (in seguito accennerà sia per la campagna politica dell'amministrazione Bush che era antiinterventista, al contrario di quella dei democratici, e soprattutto per i pareri espressi dalle forze armate anni prima dell'undici settembre 2001).

In seguito Blondet fa un esempio della tradizione dell'attentato all'America per motivare l'entrata in guerra da qualche parte: per esempio l'affondamento del Lusitania, che però fu mandato allo sbaraglio proprio poi per poter vantare l'affondamento come motivo dell'intervento.

Certo, allora incolpiamo l'America dell'uso dei kamikaze giapponesi (istruiti da agenti CIA, che credete...) contro le navi americane per giustificare la continuazione dell'intervento nella seconda guerra mondiale.

L'incidente del Golfo del Tonchino.

E' un incidente cui ci sarebbe molto da dire sulla versione non ufficiale, ma la cui discussione sarebbe poco inerente col 9/11.

Infine viene indicato l'esempio di un ammiraglio che nel 1972, subito dopo il caso della Baia dei Porci, propose di fare una copia di un aereo civile, di simulare l'abbattimento e di incolpare gli stati cubani....(con ovvio paragone a quanto chiesto da Panella: dove sia finito l'aereo, ma che non spiega i corpi di persone che erano vive). Interviene quindi Augias a difesa della teoria ufficialista e fa notare che in quel periodo fu anche fatto un piano per avvelenare la barba di Fidel Castro e fargliela cadere per indebolirlo, un po' come nella famosa vicenda di Sansone con i capelli...insomma bisogna anche prendere con le pinze certi paragoni.

E se lo dice Augias ...

Blondet porta il discorso sul "Rebuilding America's Defence" del PNAC e ne legge il passo incriminato. Panella cita Bismarck nel 1870 che, volendo fare una guerra contro la Francia e dovendo passare per l'approvazione del parlamento, si inventò un falso telegramma in cui fece fare una certa figura a Napoleone III che non era vera. I pretesti per le guerre ci sono sempre, ma bisogna stare attenti. Comincia a citare le opinioni prima dette di democratici e repubblicani e militari prima dell'11 settembre 2001.

Tralasciando le critiche degli editori del PNAC all'amministrazione Bush, concretizzatesi pesantemente sia in politica economica interna che in politica militare estera dopo meno di un anno dopo l'intervento in Iraq, mi fermo qui. La discussione finale diventa da quest'ultimo punto di Panella una discussione politica fra ospiti e commentatore, parlando della guerra in Iraq e citando i vari Saddam, Bush padre, Bush figlio, Moore, ecc... Non ci sono più riferimenti ai fatti dell'11 settembre. Quindi è inutile continuare.

Aggiornamento (26-2-2007)


Pubblicato un nuovo post sulla questione del PNAC legata al 911.

2007/02/09

World Trade Center, 10 settembre 2001

di mother. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

A note for English-speaking visitors: This article and this entire blog do NOT endorse 9/11 conspiracy theories. The articles in fact debunk those ridiculous theories and provide additional technical information regarding the events of 9/11 from an aviation and engineering standpoint. The author of some of the images shown below wishes to state that she does not share such conspiracy theories in any way. Images are used within the bounds of Fair Use Law and in compliance with Article 10 of the Berne Copyright Convention.

Il 10 settembre 2001 fu un giorno come tanti altri, ma allo stesso tempo fu l'alba dell'apocalisse. Recentemente è stato ritrovato un video che rende questo giorno importante, visto che vi è stato girato l'ultimo momento di vita del World Trade Center.


L'autrice del video Monika Bravo è nata a Bogota in Colombia, vive a Brooklyn, New York. E' un'artista che produce arte contemporanea. Nel suo sito possono essere viste alcune delle sue opere ed alcuni video che ama riprendere, fra i quali c'è quello per noi interessante. Questi video sono stati esposti al Museo di Arte Contemporanea di Santa Fe, e nei musei e galleri di New York, Berlino, Miami, Milano, Philadelphia, Caracas, Puerto Rico e Bangkok (link).

Monika Bravo aveva uno studio nella Torre Nord, sotto il Lower Manhattan Cultural Council. Il 10 settembre, un temporale spettacolare lambiva New York e la Bravo decise di piazzare delle telecamere che ad intervalli regolari scattassero delle foto della vista dal WTC. Dopo ore di registrazione, il suo amico Michael Richards venne in studio alle 9 di sera e le diede il cambio (non aveva ancora mangiato e non poteva fare 24 ore di fila).


Monika stranamente prese parte delle registrazioni e le portò con sé.

Il WTC2 fu colpito fra i piani 77 e 85, molto più in basso del 92°. Michael Richards, il giorno successivo, perse la vita; Monika Bravo, come ad altri artisti del Lower Manhattan Cultural Council, perse non soltanto molte opere, ma anche un amico.

La Bravo in seguito capì l'importanza che assunsero le ultime immagini che aveva ripreso il 10 settembre 2001 e decise di condividere con gli altri artisti queste immagini riprese il giorno precedente all'attentato. Decise inoltre di produrre un video alla memoria di Michael Richards in cui vengono fatte scorrere le immagini con una musica di sottofondo.


Anche se queste immagini assumono una rilevanza storica, essendo le ultime riprese nel World Trade Center, anche se la storia di Michael Richards può dare spunti di riflessione per analizzare gli eventi dell'11 settembre, ed anche se qualche testata giornalistica e varie mostre hanno presentato già da anni questo materiale, molti non sanno dell'esistenza di questo video e nei forum quasi mai se ne parla, come fosse insignificante. Il video può essere visto direttamente da qui utilizzando Quicktime Player.

Osservando alcune immagini si possono trarre degli spunti di riflessione.


  • La giornata fu piovosa, a tal punto che probabilmente gli aerei quel giorno devono aver subito ritardi, problemi di volo e forse anche rinvii delle partenze.
  • Ln genere la visuale è sulla baia ed a malapena si scorgono due colonne perimetrali laterali, non manipolate nella piccola porzione visibile.
  • Vi sono degli scorci da una torre all'altra in cui si notano delle luci accese di uffici situati pochi piani sotto quello dal quale si riprende nell'edificio adiacente.
  • La sera, prima della fine della registrazione, appare un uomo (probabilmente Michael Richards) che accendendo una luce dietro la cam proietta la propria immagine sul vetro.
I dati che fornisce il video non sembrano molti.


Comunque tornando ad un vecchio post possiamo fare qualche nuova considerazione sulle affermazioni di Forbes. Non dimenticando quanto già detto riguardo alla possibilità di minare un edificio in due giorni secondo la valutazione di un esperto di demolizioni come Danny Jowenko, le considerazioni di Forbes erano:
  • Forbes lavorava alla Fiduciary Trust del WTC 2 al 97° piano (la compagnia era situata sui piani 90-94-97)
  • Sarebbe stata tolta l'energia elettrica (power down) nei giorni 8 e 9 settembre 2001 al WTC2 per una durata di 36 ore dal piano 50 in su e vi sarebbero stati dei lavori presunti di aggiornamento della linea (il presunto momento in cui i dietrologi credono siano stati minati gli edifici).

    All systems were shutdown on Saturday morning and the power down condition was in effect from approximately 12 noon on Saturday September 8, 2001. End: Approximately 2PM on Sunday 9/9.
Secondo questo video risulta quindi strano ed in linea con tutte le obiezioni già sollevate notare riguardo la testimonianza di Forbes riportate nel post riguardante Danny Jowenko che per due giorni l'8 ed il 9 si sia provveduto a minare l'edificio con esplosivi quando poi il 10 settembre persone hanno ripreso dalle colonne perimetrali la vista su New York (a solo pochi piani di distanza) e vi siano rimaste persone del tutto estranee (Michael Richards) poi morte negli attentati alle torri.

Risulta strano che nessuno abbia notato alcuna cariche esplosive o termitica o alterazione sulle colonne del core in cui vi erano gli ascensori e le scale o alterazioni sulle colonne perimetrali da cui si vedeva tutta Manhattan.

Il 10 settembre, insomma, sembrava un giorno come tutti gli altri, con gente in ufficio nel WTC1, altri che passavano la notte in studio, ed altri che dopo aver passato la giornata al lavoro tornavano a casa come nulla fosse, senza remore di sorta.

Rimane quindi il dubbio sull'attendibilità della testimonianza di Forbes, come rimane il dubbio se questa sia una testimonianza che in due giorni fantomatici lavoratori segreti siano riusciti a far un lavoro che esperti di demolizione indicano possa esser fatto in un anno temporale o sia in realtà la testimonianza che negli ultimi 3 anni nessuno fece lavori di alcun tipo alla rete elettrica nell'intorno del 90° piano.


Le cam lasciate a riprendere per tutta la notte il temporale che imperversava e l'alba quasi sicuramente avranno ripreso parte degli eventi, ma purtroppo sono andate perdute nelle macerie di Ground Zero.

Un articolo commemorativo di Michael Richards si può trovare a questo link. C'è inoltre un secondo video nel sito della Bravo che può interessare: mostra il WTC visto sullo sfondo dall'altro capo della baia, con il ponte di Brooklyn sulla sinistra. Ancora una volta vi è un'alternanza di luci ed ombre create da un temporale che imperversava nella città, fino al momento in cui uno squarcio nel cielo lascia intravedere sullo sfondo l'intero paesaggio.

Di questo secondo video non si hanno molti dati. Non dovrebbe essere del giorno degli attentati ed è probabilmente solo una serie d' immagini d'archivio registrate in passato, con una nuvola disposta sul WTC a preannunciare il futuro.

2007/02/08

Foto delle scale del WTC

di mother e Paolo Attivissimo

Spesso le trattazioni delle scale del WTC e dell'intervento dei pompieri citano queste immagini:




Queste foto sono autentiche e provengono dai siti dei giornali americani, che per un certo periodo hanno pubblicato la storia degli eroi del WTC, i pompieri, riportando anche dove possibile il materiale multimediale scattato dai sopravvissuti e/o pompieri stessi.

In queste ultime due immagini si può vedere Mike Kehoe, pompiere della Ladder 28, sopravvissuto al disastroso crollo della torre WTC1 (link di riferimento). Le foto furono scattate da John Labriola.

La storia di John può essere letta qui, mentre qui è riassunta la trascrizione dell'intervista che rilasciò. A questo link possono essere viste le altre foto di Labriola di quel tragico giorno.

La storia di Mike Kehoe è ricostruita in due articoli:
I dati che possono essere ricavati dalle immagini sono:
  1. Dimensioni delle scale. Come già descritto qui, vi erano tre ordini di scale, di cui una di dimensioni maggiori delle altre due. Presumibilmente quelle fotografate sopra sono quelle minori. Si può notare come il dimensionamento avesse completamente soddisfatto la normativa, ma risultasse all'atto pratico insufficiente per uno sfollamento fluido della gente, soprattutto per l'incrociarsi fra persone che scendono e pompieri che salgono. La natura direzionata della foto non permette di fare valutazioni sull'alzata-pedata della scala, che appare piuttosto ripida. In futuro sarebbero da riformulare i vincoli normativi riguardanti le scale per prevedere il deflusso della folla dall'edificio senza formazione di code e rallentamenti.
  2. L'uomo bagnato. Si ritrova quindi un elemento delle testimonianze. Poiché l'uomo non presenta lesioni significative ed è bagnato dalle spalle alla cintola, è presumibile che si trovasse ad un piano inferiore a quello d'impatto quando, per l'oscillazione dell'edificio, gli idranti a getto d'acqua del sistema anticendio sono entrati in funzione nei piani senza incendio, inondando i lavoratori degli uffici.
  3. Presenza di pulviscolo bianco sulle scale. Presumendo che vi fosse un sistema di pulizia efficiente, potrebbe quindi risultare che il pulviscolo bianco sia polvere di intonaco, staccatosi a seguito delle fratture che potrebbero essersi verificate sui muri sottoposti a taglio quando l'edificio oscillò a causa dell'impatto dell'aereo.
Non è dato presumere da queste foto o verificare altri dati:
  1. Come affermato dalla testimonianza di Rodriguez i vari dati: porte di accesso a scale bloccate, crollo di piani antecedentemente al collasso generale, acqua che scendeva per le scale, acqua che scendeva per il vano ascensori.
  2. Acqua e fumo che scendevano per il vano scale come testimoniato da altri superstiti, forse per incendi o danni verificatisi in altro loco.

2007/02/01

La dinamica degli attentati secondo Giulietto Chiesa

di Hammer. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale per integrare le considerazioni fornite dai commenti.

E' uscito da pochi mesi anche in Italia l'atto d'accusa di Philip J. Berg, per conto del suo cliente William Rodriguez, nei confronti di George W. Bush. Il presidente degli Stati Uniti, secondo Berg e Rodriguez, sarebbe reo di aver mentito nella versione ufficiale degli attentati dell'11 settembre. La prefazione all'edizione italiana, redatta da Giulietto Chiesa, contiene diverse affermazioni di dubbia attendibilità sulla dinamica degli attentati.

Per esempio, alcuni capoversi della prefazione sono dedicati al funzionamento dei transponder e alla presunta sospetta sincronia delle azioni dei quattro velivoli utilizzati dai terroristi. Afferma l'europarlamentare:

"Il transponder funziona in automatico e non è prevista la sua disattivazione in nessuna circostanza. Disattivarlo richiede dunque conoscenze tecniche molto specifiche e una certa quantità di tempo a disposizione."

Tale asserzione non corrisponde a realtà: disattivare il transponder fa infatti parte delle normali procedure post-volo degli aerei di linea più comuni. Non solo: spegnerlo non richiede nessuna conoscenza specifica e nemmeno molto tempo, come ci è stato confermato da un pilota di linea Alitalia. Basta impugnare l'apposita manopola e girarla su "off".

Continua Chiesa:

"I dirottatori non avevano anch'essi nessun motivo per disattivare i transponder, essendo evidente che in quel preciso momento essi avrebbero comunicato alle difese aeree l'avvenuto dirottamento o, come minimo, una situazione di grave irregolarità."

In realtà, come documentato pubblicamente, in nessun caso lo spegnimento del transponder viene usato come segnale di dirottamento. Per indicare un dirottamento, il transponder viene lasciato acceso ma commutato su un codice specifico (7500). Pertanto lo spegnimento del transponder non indica affatto un avvenuto dirottamento, come afferma invece Chiesa, ma suggerisce un guasto o un incidente e attiva le relative procedure, che sono ovviamente del tutto differenti da quelle adottate in caso di dirottamento: i controllori di volo tentano ripetutamente di riprendere il contatto con il velivolo disperso. Ed è esattamente quello che è successo l'11 settembre.

Questo fatto è confermato dalla dichiarazione di un pilota di linea professionista, Giulio Bernacchia, rilasciata ad Undicisettembre. Secondo Bernacchia, la tecnologia del controllo civile statunitense del traffico aereo prima dell'11 settembre comportava in molti casi che i controllori perdessero completamente il tracciamento dei velivoli che spegnevano i transponder. Questi aerei potevano sparire letteralmente dagli schermi dei controllori:

L'evoluzione della tecnica ha fatto sì che i radar del controllo civile mostrassero soltanto le informazioni testuali del transponder, e non più il blip "grezzo"... Il blip si chiama primario, mentre la rappresentazione sintetica è nota come secondario... Se il [controllore di volo] civile perde il contatto col transponder di un dato aereo, non vede più nulla di quell'aereo. Il controllore potrebbe allora cercare la traccia primaria escludendo i filtri, ma non sempre ciò è possibile. Negli USA, molte console erano soltanto dei ripetitori di segnali secondari, e non erano fisicamente collegate ad antenne radar "tradizionali".

Come testimoniato direttamente dai controllori in servizio l'11 settembre, lo spegnimento dei transponder non attivò alcun sospetto di dirottamento e rese invece estremamente difficile identificare e localizzare i velivoli dirottati. Contrariamente a quanto asserito da Chiesa, i dirottatori avevano quindi un motivo estremamente valido per spegnere il transponder. E lo sappiamo non soltanto dagli esperti di settore italiani, ma direttamente dalla viva voce di coloro che quel giorno erano davanti agli schermi dei radar.

Chiesa prosegue proponendo una propria versione della cronologia degli attacchi che non trova riscontro in nessuno dei testi ufficiali. Secondo l'autore ci sarebbe una strana sincronia tra gli schianti aerei e gli spegnimenti dei transponder.

In particolare, stando a quanto dice Chiesa, quando alle 8:46 il Volo AA11 impatta contro la prima torre, il volo UA175 spegne il transponder; alle 9:02, UA175 centra la seconda torre e AA77 spegne il transponder; alle 9:40, AA77 centra il Pentagono e UA93 spegne il transponder.

Questa sincronia, sostiene sempre Chiesa, sembra indicare la presenza di una regia esterna. Secondo il rapporto della Commissione d'Inchiesta, invece, UA175 non spense il transponder alle 8:46, ma ne cambiò il codice alle 8:47. Inoltre, contrariamente a quanto sostiene Chiesa, AA77 spense il transponder alle 8:56, ben prima del secondo impatto contro il World Trade Center. Lo stesso AA77 centrò il Pentagono alle 9:37 e UA93 spense il transponder alle 9:41.

La strana sincronia non compare nei rapporti ufficiali e non è dato sapere da dove Chiesa abbia attinto i dati che presenta. L'europarlamentare omette, infatti, di indicare le fonti di cui si è avvalso.

La cronologia proposta da Chiesa, però, corrisponde a quella riportata dal film-inchiesta "Inganno Globale" di Massimo Mazzucco, uscito nei mesi precedenti all'edizione italiana del libro di Philip Berg. I dati contenuti in "Inganno Globale" e riportati anche nel sito Luogocomune curato da Mazzucco sarebbero presi, secondo l'autore, dall'emittente televisiva CNN. Ma, come analizzato altrove, i dati di "Inganno Globale" non combaciano con quelli della CNN: tale cronologia risulta quindi inventata dal regista.

Se il film-inchiesta di Mazzucco fosse davvero la fonte delle affermazioni di Chiesa, quest'ultimo avrebbe dato credito a informazioni mediate o, nella peggiore delle ipotesi, manipolate.

C'è da augurarsi che non sia così; ci troveremmo altrimenti davanti all'ennesimo caso che dimostra come le teorie complottiste nascano da presunti misteri che esistono nei dati manomessi ad arte ma non nei rapporti ufficiali.