di Hammer
Il volume No Easy Day pubblicato il 4 settembre del 2012 fu il primo racconto della missione di Abbottabad, che uccise Osama bin Laden, scritto da uno dei militari che presero parte all'operazione. L'autore del testo è l'ex Navy SEAL Matt Bissonnette, che si celò sotto lo pseudonimo di Mark Owen. Fin da prima di essere pubblicato il libro suscitò polemiche perché l'autore decise di darlo alle stampe senza prima sottoporlo alla revisione del Dipartimento della Difesa. E già nell'agosto del 2012 il Pentagono comunicò attraverso i propri portavoce che avrebbe avviato un'azione legale contro l'autore se il libro avesse rivelato dei segreti militari.
Per spingere Bissonnette a sottoporre il proprio testo alla revisione, il Dipartimento della Difesa inviò anche una lettera ufficiale all'autore, sottolineando come questi avesse firmato un accordo di non disclosure (cioè di non divulgazione). Tuttavia Robert Luskin, consulente legale dell'ex militare, rispose che l'accordo firmato non era vincolante.
Negli stessi giorni in cui usciva il libro di Bissonnette fu pubblicato anche l'ebook No Easy Op: The Unclassified Analysis of the Book Detailing the Killing of OBL, scritto da un gruppo di ex Navy SEALs autori anche di numerosi altri volumi su attività militari. Gli autori sostennero che la scelta di Bissonnette di non sottoporre il proprio testo alla revisione ufficiale fosse comprensibile per via dei tempi lunghi dei revisori e perché questi sono sempre più attenti a tagliare che a preservare l'integrità della storia. Secondo la rivista The Atlantic, Bissonnette aveva fretta di pubblicare il proprio testo affinché questo arrivasse nei negozi prima del libro The Finish: The Killing of Osama bin Laden di Marc Bowden sullo stesso argomento. Bowden sottolinea tra l'altro come lo pseudonimo scelto da Bissonnette sia molto simile al suo nome. La stessa posizione è espressa da Bowden nella postfazione alla seconda edizione di The Finish.
Nel 2014 Bissonnette fu effettivamente oggetto di un'indagine da parte del Dipartimento della Difesa, poi sfociata in un'investigazione criminale da parte del Dipartimento di Giustizia, per aver rivelato dettagli che non era autorizzato a rivelare. A seguito della querela, Bissonnette avviò a sua volta un'azione legale nei confronti del suo avvocato Kevin Podlaski, sostenendo che fosse quest'ultimo ad avergli suggerito che non fosse necessario sottoporre il testo a revisione.
L'ex militare apparve anche nella trasmissione televisiva 60 Minutes della CBS il 2 novembre 2014 e in tale occasione Robert Luskin spiegò di non poter rivelare i dettagli della denuncia ma aggiunse che uno degli oggetti della contesa era l'aver rivelato l'esistenza dei visori notturni. Tuttavia di questi aveva già scritto Nicholas Schmidle nel suo articolo Getting Bin Laden pubblicato dell'agosto del 2011, inoltre gli stessi visori si vedono chiaramente nel film Zero Dark Thirty (da cui è tratto il fotogramma sottostante) uscito all'inizio del 2013 e sono disponibili sul sito Internet del produttore e su quello di venditori terzi come questo.
Nel 2016 Bissonnette raggiunse l'accordo di pagare al Pentagono una cifra forfettaria di 6,8 milioni di dollari (pari alle royalty guadagnate dalla vendita del libro) e a seguito dell'accordo il Dipartimento di Giustizia decise di non proseguire nella propria azione legale ma di accettare il risarcimento pattuito. Per lo stesso motivo il Dipartimento abbandonò anche l'intenzione di una seconda azione legale nei confronti di Bissonnette.
Nel 2014 Bissonnette pubblicò un secondo volume intitolato No Hero che narra delle operazioni militari in Afghanistan e Iraq a cui ha preso parte. Questa volta l'autore decise di sottoporre il testo all'approvazione del Pentagono, così da evitare ulteriori problemi.