2007/04/27

Nuove considerazioni sul WTC7

di mother


English abstract: Photographs of WTC7 and eyewitness reports clarify the true extent of the damage wrought to the building by the collapse of the North Tower and by the subsequent fires. Photographic evidence also shows that the damage developed over time. Post-collapse images also show the debris distribution pattern to be far more compatible with a progressive collapse than with a controlled demolition.


Vediamo qualche particolare riguardo al WTC7 basandoci sulle foto disponibili. La teoria complottista prevede che sia stato fatto cedere il "core centrale" per provocare un'implosione così come viene eseguito spesso nelle demolizioni controllate al fine di contenere i detriti. A favore di tutto ciò vengono portati vari indizi, ma soprattutto si considera che l'edificio non ne ha coinvolti altri nel crollo.

In genere viene poi definito come crollo naturale una completa rotazione dell'edificio attorno ad un suo lato al pari di un albero (Steven Jones, Niels Harrit), utilizzando foto di alcuni edifici crollati sotto l'azione di un terremoto.

L'idea che un edificio si comporti come un albero a cui si tolga una fetta, ruotando sul bordo e sbattendo al suolo su di un lato, è sintomo di ignoranza della materia, sia negli aspetti concernenti la rigidezza degli elementi portanti rispetto alla loro distribuzione interna alla struttura, sia per quanto concerne la schematizzazione utilizzata per rappresentare le azioni dei terremoti sulle strutture.

Come prova della teoria complottista di demolizione controllata viene inoltre indicato il crollo della east penthouse (grande locale tecnico situato sul tetto, verso est), anticipato di 4-5 secondi rispetto al resto dell'edificio ed al cedimento della west penthouse (altro locale tecnico situato sul tetto, verso ovest).

Per molto tempo non era ammesso dire che c'erano danni alla facciata sud (quella protesa verso il WTC1-5-6), come era difficile ammettere che l'edificio fosse largamente incendiato, utilizzando foto scattate vicino al WTC7 quando ancora vi era visibilità e apparivano pochi incendi isolati sulle facciate nord e verso l'US Post Office Building). Qui una mappa della zona con i nomi degli edifici (il 30 di West Broadway viene chiamato anche Fiterman Hall).

A favore della tesi del collasso c'erano i cosiddetti squib o sbuffi, tratti da un video ripreso da lontano, dal lato nord, in cui si vedeva del fumo fuoriuscire dalla facciata rivolta verso l'edificio Verizon.

In primo luogo abbiamo una serie di incendi definiti come localizzati. Tuttavia, come visibile nel video di Steve Spak, tali incendi, fissati in un'immagine, si diffondevano nella struttura senza limitazioni di sorta.

Il confronto con le foto indicanti in seguito un maggiore fumo


mette in evidenza come sia facile percepire il cielo oltre il WTC7, in completo disaccordo con le immagini che mostrano un'enorme quantità di fumo fuoriuscire dalla facciata.
Personalmente non capisco cosa ci trovi di straordinario in queste foto. Agli edifici con tre o più incendi all'interno a volte capita di fumare. Senza contare che gli incendi "modesti e localizzati" non vengono affermati dai complottisti, ma dalle foto qui sopra. (fonte: 911 subito, link)
Per gli squib, pensati come una serie di esplosioni dal basso verso l'alto, possiamo fare alcune considerazioni.


In primo luogo gli squib si formano al momento del collasso della struttura (proprio come gli squib del WTC1 e 2) e si verificano in una zona d'angolo della struttura. Prima degli squib vi è il cedimento della parte superiore su cui è appoggiata la west penthouse.

Se per esempio prendiamo il video completo non zoomato si può notare come il cedimento della facciata ed il movimento della west penthouse antecedano gli squib. L'idea di una serie di bombe progressive poste sul lato della torre viene meno visto che cede una parte più interna della facciata portando alla rotazione del blocco della west penthouse. Tuttavia gli sbuffi vi sono, e possono essere provocati sia dai piani che si piegano anticipatamente, rompendo i legami con la facciata nello spigolo, sia dalla polvere che viene liberata e compressa in fuori dalla spinta dell'aria.

Tuttavia viene fatto notare che gli squib di piano in piano si verificano con una velocità superiore a quella della caduta libera di un grave.

La rotazione della facciata west che si abbassa maggiormente nel lato sud sollecita particolaremente una zona già debilitata.
Ciò che garantiva un minimo di stabilità ovvero i solai a sostegno del tratto di facciata a fianco dello squarcio e la giunzione d'angolo con l'altra parete viene a mancare favorendo la rotazione degli elementi della facciata sud sullo spigolo più rigido con la facciata fronte al Verizon.


L'ipotesi di rottura dei legami nello spigolo fra il lato sud e quello affacciato al Verizon Building indicherebbe un taglio agente sulla facciata, che porta alla rotazione di parte del lato sud secondo i punti di massimo sforzo e non secondo una logica pancake.

Da notare che la mancanza di controventi in alzato (NIST NCSTAR 1-1 pag. 96, vi era una fascia di controventamento orizzontale che girava intorno all'edificio ai piani 22-24) non permette di ridistribuire il taglio sulla facciata nel caso di rotazione di blocchi di facciata perimetrale.

A descrivere lo stato di danno della facciata sud dell'edificio vi è questa immagine:


presa da questo video. La presenza di uno squarcio è una buona condizione per permettere ad un tronco di colonne di ruotare trascinato dal cedimento del sostegno di base, e generando nel vicino angolo degli sbuffi di polvere definiti come squib.

Per comprendere meglio la disposizione delle strutture sopra il WTC7 possiamo fare il confronto con questa foto:


Si può così appurare meglio la distanza esistente dalle penthouse al bordo del lato sud, vedere la maglia di travi passanti della facciata sud (simile a quella del lato nord e diversa rispetto alle facciate rivolte verso Verizon Building e US Post Office Building). Si notano inoltre i particolari delle penthouse con le due porte, di cui una rivestita di bianco.

Ritornando alla precedente immagine troviamo nel confronto un altro indizio importante riguardo alle penthouse. Il bordo ben visibile, laddove c'è lo squarcio ed il portone a sinistra dell'immagine (verso lato Verizon), non appare propriamente intatto (manca completamente la vetrata sostituita da una fascia di colore più chiaro irregolare).


L'altro portone, a destra della foto (verso lato US Post Office) appare invece divelto (il bianco dovrebbe risaltare) e sembrano esserci delle travi scoperte. Poco sotto tale squarcio, nell'immagine si nota la meshatura delle travi perimetrali (esattamente come è visibile oltre lo squarcio nero nello spigolo fra il lato sud e quello rivolto verso il Verizon Building). Un secondo squarcio potrebbe essere presente nella parte di facciata sud che nell'immagine viene a trovarsi poco discosta dai danneggiamenti della penthouse. Tuttavia le volute di fumo rendono poco chiaro questo dettaglio. Molto più chiara è invece l'inclinazione delle travi perimetrali, piegate verso il basso sul bordo a sinistra dello squarcio maggiore.

Il bianco sopra la penthouse, che assomiglia ad una parabola ribaltata, è visibilmente compromesso, anche perché una parabola bianca sopra il WTC7 non c'è mai stata.


Se guardiamo le foto viste dall'alto al momento del crollo del WTC1 vediamo che sopra il WTC7, al momento del crollo, era presente un tetto bianco, ricoperto forse di polvere, diversamente dalle immagini prima messe della struttura prima dell'11-9-2001 (si nota inoltre che il tetto non viene coinvolto nel crollo del WTC1, diversamente dalla facciata). La parte danneggiata di colore bianco quindi deve essere riferita alle parti bianche presenti poco prima sulla struttura, ovvero al tetto della east penthouse.

Sono interessanti anche le immagini di Aman Zafar trovate da Henry62 e descritte in questo articolo. Una di queste immagini mostra identici particolari sopra la struttura delle penthouse, similmente al video dello squarcio.


Lo stato di danneggiamento dell'edificio viene inoltre definito dal NIST con questa immagine, che indica un danneggiamento apparentemente superficiale sul lato superiore della facciata sud.


Il confronto con le precedenti foto permette di intuire la diversa situazione in cui si trovava l'edificio al momento dello scatto dell'immagine.

Anche il confronto con il fumo emesso qui dai cosiddetti "incendi localizzati" con le immagini appena presentate indica l'evoluzione della situazione in relazione all'emissione di fumo dalla facciata. Quindi queste risultanze vanno a supporto delle seguenti dichiarazioni:

Chief John Norman
From there, we looked out at 7 World Trade Center again. You could see smoke, but no visible fire, and some damage to the south face. You couldn’t really see from where we were on the west face of the building, but at the edge of the south face you could see that it was very heavily damaged.
Chris Boyle
... sulle facciate nord ed est del 7 non sembrava che ci fosse assolutamente alcun danno, ma poi guardavi la facciata sud del 7 e c'era un buco alto probabilmente venti piani nell'edificio, con incendi a vari piani. Sull'edificio cadevano macerie e non aveva un bell'aspetto... Ci dirigemmo verso il 7, e quando eravamo a circa cento metri arrivò di corsa Butch Brandies e disse "Scordatevelo, nessuno entra nel 7, si sentono scricchiolii, escono rumori da lì", così ci fermammo e basta... C'era uno squarcio enorme e [l'incendio] era diffuso lì dentro. Direi che era probabilmente un terzo, proprio in mezzo. (fonte)
Miller, che ha predetto il collasso del WTC7.

Mark Jacobson
Hours later, I sat down beside another, impossibly weary firefighter. ... Then, almost as a non sequitur, the fireman indicated the building in front of us, maybe 400 yards away. 'That building is coming down,' he said with a drained casualness. 'Really?' I asked. At 47 stories, it would be a skyscraper in most cities, centerpiece of the horizon. But in New York, it was nothing but a nondescript box with fire coming out of the windows. 'When?' 'Tonight ... Maybe tomorrow morning.' This was around 5:15 p.m. I know because five minutes later, at 5:20, the building, 7 World Trade Center, crumbled. link
Si possono vedere anche due fonti pro-dietrologia: 911research.wtc7.net e wtc7.net.

Si può notare nelle testimonianze che la situazione del WTC7 viene descritta come in evoluzione, con macerie che crollavano dalla facciata.

La mappatura del danno, scendendo lungo la facciata, è difficile a causa del fumo, come al momento non ci sono a disposizione immagini del danno sotto la west penthouse; tuttavia le testimonianze orali non sono ottimistiche a riguardo. Vi è comunque un elemento importante: il crollo anticipato di 4-5 secondi della penthouse. Il NIST usa questa foto. L'immagine indica il cedimento della struttura, visibile meglio anche qui.

Il piano di cedimento, indicato lungo una direttrice di taglio a V, coinvolge tutta la east penthouse; il NIST, ponendolo sul lato nord, indica che il cedimento delle colonne portanti (79-80-81) coinvolge in seguito le finestre del lato nord (da cui uscirà polvere verso la fine del crollo), spezzandole, nonché l'inclinazione del tetto al momento del crollo complessivo della struttura.

La difficoltà di questa dinamica consta nello stimare i danni generati da questo cedimento nel resto della struttura, visto che la penthouse crolla anticipatamente rispetto al medesimo punto del piano di taglio sul lato nord dell'edificio. Ancora più difficile risulta modellizzare tutto questo in un programma agli elementi finiti per le problematiche riguardanti la schematizzazione degli urti.

Per i danni alla parte bassa dell'edificio, sullo spigolo fra il lato sud e la facciata che dà sul Verizon Building, Henry62 ha segnalato anche questa immagine:


Pier Paolo Murru invece ha segnalato questo danno nel medesimo angolo di edificio.


Incompatibile con la precedente a meno che si dimostri che elementi di trave caricati da colonne non si siano staccate cedendo nelle giunzioni.
I motivi per cui le giunzioni possono aver ceduto vanno ricavati dall'analisi dei detriti e possono dipendere sia da un cattivo dimensionamento a flessione (in asse o sul piano), sia dall'azione combinata di calore e pressioni non previste.
I danni in prossimità dell'angolo sia per lo squarcio sia per il danneggiamento dell'angolo porterebbero in tutta probabilità nuove tensioni sia agli elementi interni portanti attraverso i solai sia alla vicina facciata rivolta verso il Verizon che verrebbe attirata dalla giunzione d'angolo nelle parti alte dell'edificio ad offrinre un contributo di resistenza per sorreggere le parti esposte.

Vi è inoltre questo post riguardante il Bent Propeller, in cui si valuta quanto presente alla base del WTC7 prima che le emissioni di fumo diventassero di entità tale da non permettere le fotografie, sulla base dei danni subiti dal monumento omonimo sistemato ai piedi dell'edificio sulla passerella rialzata.
















Queste immagini documentano lo sfasciume nelle strade prima del crollo (le trovate nell'articolo dedicato al Bent Propeller).


Il meccanismo di crollo vede i cedimento della east penthouse anticipata di alcuni secondi rispetto al crollo completo della struttura.

I video non mostrano il momento in cui cede la facciata sud (non vengono menzionati video che riprendono questo lato dell'edificio durante il crollo).
Quindi in seguito al crollo della east penthouse vi è il collasso del lato sud ed il collasso della west penthouse assieme al resto della struttura.

Osservando gli angoli dell'edificio si nota un'espansione del lato fra US Post Office (lato nord e east) e un abbassamento del lato fra WTC5-6 e Verizon (lato sud e west) come da questo breve video.
L'angolo fra Fiterman Hall e Verizon invece sembra contrarsi verso l'interno della struttura.


Il lato fra WTC5-6 e US Post Office è nascosto quindi non si può vedere da video che inflessione assume.
Oltre a questo si può però riprendere le immagini dei detriti tratte dal post del Bent Propeller ed osservare un'espansione delle parti sopravvissute verso l'esterno (indicato più avanti nel post).

Da notare che la probabile formazione di una doppia curvatura nella parete nord dell'edificio concretizza una serie di tensioni di taglio visibili durante il crollo.


A sostegno di ciò si può anche notare come l'inflessione della cima del WTC7 su cui poggiavano le due penthouse non appare nei video di uguale misura, poichè a seconda che la visuale sia dal basso o dall'alto appaiono proiettati differentemente i bordi inflessi.













Le foto dei detriti visti dall'alto sono disponibili qui (ma si riferiscono a un avanzato stato di bonifica dell'area).

– angolo lato sud, US Post Office Building a destra e Verizon Building sullo sfondo:


Su consiglio di MPI la larghezza delle finestre suggerirebbe che la parte di angolo fra WTC5-6 e US Post Office integra che può essere vista in quest'immagine sia in corrispondenza dei piani 22-24 in cui la necessità di inserire una cintura di controventi venne segnata con una discontinuità della tessitura della facciata.

Nella foto scattata su Vesey Street si nota inoltre come vi sia una forte discontinuità fra una serie di elementi inclinati verso Irvine Trust e Verizon e gli altri della facciata sud ruotati di circa 90°.
L'aspetto più curioso riguarda la rigidezza dell'angolo in questione, che essendo molto aperti avrebbe dovuto essere trascinato dal crollo dei solai precedente al collasso.
Insomma parte della parete perimetrale a ridosso dell'angolo avrebbe dovuto preservarsi inclinata verso il centro dell'edificio, attirata dai solai crollati, invece appare come distrutta con una serie di elementi disposti caoticamente sulle macerie in barba a quanto affermato dalle teorie complottiste.
Inoltre la presenza della cintura di controventi nel piano avrebbe dovuto impedire un allargamento della sezione verso l'esterno opponendosi con la triangolazione al movimento d'espansione.

– vista da Vesey Street sulle macerie:


– vista dal West Broadway con sfondo su WTC 5 e 6 sul lato del WTC che si affaccia all'US Post Office Building:


– vista sul lato del WTC7 che si affaccia al Verizon Building a fianco dell'edificio al 30 di West Broadway, noto anche come Fiterman Hall:

– una foto di Robert Seagal (sito), che dalle macerie del WTC 5-6 riprende le macerie del WTC7:


L'invasione delle Street da parte delle macerie indica che queste porzioni di telaio perimetrale non sono posizionate esattamente sulla verticale della posizione in cui si trovavano nell'edificio, ma sono "leggermente" all'infuori, ad occupare quel poco spazio che era stato riservato dall'urbanistica alla separazione fra gli edifici (US Post Office Building, WTC7 e Verizon Building da una parte; WTC5 e 6, WTC7 e Fiterman Hall dall'altra).

Si può inoltre notare la differente distanza fra le due street di separazione con il Verizon Building e l'US Post Office Building rispetto allo spazio che separava l'edificio dal WTC4-5 ed al 30 di Broadway. In questa mappa si può avere un'idea della posizione del marciapiede oltre la West Broadway verso cui tende lo spigolo del WTC7 visibile qui.

Abbiamo quindi, sia nel lato nord che nel lato sud, un forte sbandamento delle macerie, presenti in quantità maggiore nella Vesey Street. In questa foto abbiamo altri particolari. Possiamo notare:
  • Un'inclinazione dello spigolo dell'edificio verso l'interno, tuttavia in una posizione spostata verso l'US Post Office Building (il marciapiede appare come continuo). I due lati che definiscono lo spigolo dell'edificio sono aperti sulle macerie. Lo stato delle colonne e delle travi perimetrali è identico a quello negli altri lati visti.
  • A fianco vi è una fascia distrutta, in cui appaiono macerie sciolte e alcuni spezzoni tranciati di travi perimetrali ,senza la presenza del telaio perimetrale ricoprente.
  • La passerella tubolare è schiacciata ed appare rotta anche nell'altro lato della Vesey Street, con rottura più che della campata sospesa (in piedi anche al momento della foto di Cirone) dell'appoggio nel lato sud della strada (vicino WTC 5 e 6).
  • Vi è poi un particolare molto curioso, dai più trascurato, sulla sinistra delle foto: vi è distesa in mezzo parte del telaio perimetrale del lato sud dell'edificio.
Andando a vedere la foto di Robert, possiamo vedere quanto nella precedente foto era disposto sulla sinistra in visuale abbastanza angolata. Nella foto di Robert:
  • Si possono notare in basso delle persone la cui altezza rende la dimensione degli elementi presenti.
  • Si nota la passerella su cui poggiava il monumento Bent Propeller, che risulta in parte integra (in questo caso la parte di struttura rialzata è crollata sopra la strada, probabilmente per rottura improvvisa).
  • Si nota la presenza di un telaio perimetrali di travi passanti del WTC7, in parte ancora legate fra di loro (distinguibili dagli altri lati poiché non presentano una maglia a scacchiera, ma delle fasce di vetro alternate a travi passanti).
I resti della facciata nord, come quelli della sud, sono spostati all'esterno rispetto alla loro verticale nell'edificio con una rotazione, rispettivamente verso Fiterman Hall e Verizon, mentre quelli del lato minore affacciato al US Post Office Building si protendono ruotati verso il Fiterman Hall.

L'angolo fra il lato nord e il Verizon Building rimasto integro (e senza rotazioni) appare invece proteso verso il Verizon Building, ad indicazione che la parte finale della struttura, crollando, in parte si è allargata (come già detto nei due lati più lunghi nel verso di minore resistenza) ed in parte ha portato a ruotare il lato nord, facendolo avvicinare più al Verizon Building che al Fiterman Hall.

Il lato faccia al Verizon appare del tutto distrutto ed a ridosso dell'edificio.
Non esistono video che permettano di osservare la dinamica del crollo della parte inferiore della struttura, tuttavia vi sono queste due immagini

Secondo il rapporto FEMA 403 cp5 si puà stimare che il telaio visibile in questa foto sia parte della parete controventata dei piani 5-7.
Il fatto che i piani del Verizon siano di altezza maggiore rispetto quelli del WTC7 lascia intuire che tale parete si sia spostata quasi orizzontalmente per l'esigua distanza esistente fra i due edifici.
Per maggiori riferimenti sull'altezza dei piani si può osservare anche questa foto e quella che segue

Tuttavia quest'immagine indica anche un altro dato importante.
Scattata di poco discoste dalla precedente (come indicato da medesimi particolari dello squarcio del Verizon) mostra una parte di telaio non controventata (superiore ai piani 5-7 controventati) affiancata ad una parte controventata...un notevole fenomeno rototraslativo compatibile sia con la rotazione generale della struttura in senso antiorario sia con la rotazione della parete in senso orario precedentemente descritta.


L'immagine del telaio controventato indica altri particolari notevoli.


Una rottura per strappo o trazione delle giunzioni fra le colonne di un ordine inferiore e quelle di un ordine superiore.
Il fatto che appaia a circa un terzo dell'altezza del piano mostra elevati carichi a cui le colonne hanno resistito senza problemi al contrario dei fazzoletti (sicuramente sottodimensionati per i carichi subiti durante il crollo)

La presenza di ben tre tipologie di travi differenti nella medesima parete e con variazioni interpiano (1-3) e di tre tipologie differenti di controventi con disposizione poco ovvia.
Vengono evidenziati anche degli irrigidimenti (i pochi sopravvissuti) che sembrano essere alquanto esili per le ali della colonna presenti.

Qualche altro dato disponibile sulla struttura che merita qualche commento è sicuramente la disposizione dei controventi nel core interno dell'edificio (da FEMA 403 cp 5 pag 5)

Come si può notare per i primi 7 piani sono stati utilizzati ben tre tipologie differenti di controventi, più una sottospecie mista nel sud core elevation fra il secondo piano ed il quinto.
Per la precisione i controventi a V per i piani 1-3 del nord core elevation, ed a V aperta per i restanti piani.
Controventi a croce di Sant'Andreas per il transverse core elevations ed un misto per i piani 2-5 per il sud core elevation.
Indubbiamente i controventi a croce di sant'andreas fra i due lati a maggior lunghezza e minore rigidezza hanno contribuito ad evitare lo sbandamento irrigidendo le connessioni (la croce di Sant'Andreas è un sistema iperstatico notevolmente rigido che in presenza di cerniere plastiche sviluppate per sforzi o calore permette comunque la triangolarizzazione delle sollecitazioni).
Ortogonalmente a questi nella direzione di scorrimento della west penthouse vi sono invece dei controventi a V e V aperta.
I primi tendono a sviluppare con il calore delle deformazioni di inflessione sulle travi delle colonne con una minore rigidezza rispetto alle croci di sant'Andreas.
I secondi generano invece sia in campo sollecitativo sia per espansioni da calore una notevole inflessione delle travi con labilità e possibili grandi spostamento con la formazione di cerniere plastiche nei nodi (nella tipologia a croci di sant'Andreas con cerniere plastiche nei nodi, comunque permane un sistema isostatico).
Inoltre costringono un tratto di trave a lavorare con tensioni biassiali o triassiali per flessione, cosa notevolmente a sfavore della sicurezza.
Si ha quindi un sistema di controventi complesso a rischio proprio in quella direzione che poi si è verificata essere la direzione di crollo della west penthouse con possibilità di preservare piani rigidi in direzione ortogonale.
Tuttavia analisi degli elementi reperiti in loco può permettere di determinare che schema di rottura abbiano subito.


Altri aspetti utili da osservare sono una rotazione delle porzioni di parete esterna "integre" del lato sud e del lato east faccia al Verizon rispetto al loro asse.
Nel caso della facciata east tale rotazione ha fatto completamente sbandare il lato verso il Fiterman Hall, anzichè verso il centro dell'edificio come richiede la definizione di implosione di un edificio, provocando i danni ben conosciuti.


Per esempio si può vedere questo video in cui viene evidenziata parte della struttura ruotare nella polvere-fumo andando verso il Fiterman Hall e in tutta probabilità causando un parziale crollo della parte di edificio esposta.


Un tale meccanismo conservatosi dall'inizio del crollo fino al collasso finale non è propriamente un'implosione dell'edificio sulla sua base, quanto un pericoloso elemento vagante che ha fatto danni laddove è arrivato.

Un altro aspetto interessante è lo sbandamento dei piani 22-24 all'angolo di Vesey Street.
Il confronto con la mappa o con la passerella (di poco rientrante rispetto il bordo dell'edificio prima del crollo) indica che parte dell'angolo si sia proteso verso l'esterno, mente il troncone superiore non sarebbe andato a sovrapporsi con l'imbozzamento della parete faccia al US Post Office.
Tutto ciò è curioso poichè proprio quei piani che hanno maggiormente sbandato si trovano nella cintura di controventamento superiore fatta con una serie di croci di Sant'Andreas.
Tale cintura è un utile mezzo usato per creare dei setti rigidi capaci sia di ridurre la luce libera di inflessione globale della struttura (permette inoltre di contenere la freccia orizzontale nel caso delle sollecitazioni da vento) sia di ridistribuire gli effetti di taglio sulla struttura (vento, terremoto) facendo collaborare più elementi nel piano.
Il fatto che tale porzione sia sbandata verso l'esterno indicherebbe quindi una rottura del controventamento con riduzione della capacità di opporsi alle azioni orizzontali.

Spesso la presenza del Kink, inteso come un cedimento della parete nord rispetto ad una colonna sul suo piano, ed il collasso anticipato della east penthouse viene utilizzata per indicare che ciò avrebbe impedito un crollo collettivo della struttura in "sincrono", poichè questa sconnessa in più punti non sarebbe riuscita a trasmettere la fase instabilizzante da una parte all'altra senza che non vi fosse una variazione nel meccanismo di collasso o nella tempistica di reazione.

Due cose sono da dire a riguardo:
  • La reazione della struttura varia in modo notevole da lato a lato ruotando ed inclinandosi in modi differenti come finora visto.
  • La tempistica di crollo è difficile da definire. L'inizio del crollo dovrebbe afferire in primo luogo ai primi elementi che hanno ceduto (quindi si dovrebbe badare allo squarcio). In seguito vi sarebbe il cedimento della east penthouse con danni al resto della struttura poco noti, ma sicuramente una notevole variazione nelle sollecitazioni agli elementi portanti su più piani in entrambi i lati e poi il cedimento della west penthouse più il lato nord con una maggiore velocità di progressione per quanto si trovava più a sud.
L'immagine a seguire indica come una variazione su un piano della struttura comporti necessariamente delle modificazioni anche per gli altri elementi portanti, e come il cedimento di una colonna ad un piano superiore possa comportare il cedimento di più solai per gravità lasciando che parte dei piani inferiori si trovino a dover scaricare a terra una nuova configurazione di sollecitazioni.

Tuttavia nel caso di cedimento di uno dei piani inferiori a quello del precedente collasso dell'east penthouse, comporta inevitabilmente un effetto "sincrono" per tutti i lati dell'edificio.

Riguardo al crollo dell'east penthouse, si tende inoltre a definire il crollo come un effetto del collasso delle colonne 79-80-81 il cui cedimento istantaneo avrebbe fatto flettere i solai sotto la east penthouse facendo sparire anticipatamente la struttura secondaria portata sul tetto dell'edificio.

La distruzione delle colonne viene associata al collasso....tuttavia i danni già evidenziati


indicano un fenomeno progressivo che mal si presta ad un cedimento istantaneo con l'uso di esplosivi delle colonne 79-80-81.
La diminuzione della resistenza progressivamente delle colonne in questione è tale da provocare sempre maggiori lesioni fino al punto estremo in cui non vi sono localmente più elementi che riescano a sorreggere le deformazioni.
Molto probabilmente la progressiva deformazione delle colonne 79-80-81 ha spostato parte dei carichi ai vicini elementi perimetrali, ed il crollo delle colonne nel lato sud in linea con le colonne 79-80-81 ha reso l'estrema rotazione in due solai tale da far sparire anticipatamente la struttura secondaria sul tetto.


Questo concetto è molto importante in scienza delle costruzioni.
Una serie di modificazioni progressive alla resistenza degli elementi strutturali comporta una notevole ridistribzione delle tensioni e sollecitazioni fra gli elementi portanti.
La struttura iperstatica tende sempre a opporre una serie di reazioni tali da mantenersi nello stato di equilibrio previsto nei limiti di resistenza del materiale (campo duttile o peggio ancora a rottura).
Qualora le modifiche alle sollecitazioni non siano sorreggibili, parte degli elementi della struttura finiscono in campi di instabilità (instabilità dell'equilibrio, svergolamento imbozzamento, plateau di duttilità del materiale, rottura per taglio dell'elemento, ecc...) definendo non solo nuove ridistribuzioni delle tensioni con possibili variazioni in genere per grandi spostamenti di parte dell'elemento maggiormente sollecitato (per esempio crolli locali di pareti, sbandamento delle ali della sezione, ecc....), ma anche costituendo una riduzione del grado di iperstaticità della struttura (vedi cerniere plastiche, crepe a pareti, ...) che può essere interpretato anche come una diminuzione della capacità dell'edificio ad adattarsi alle varie sollecitazioni presenti con abbassamento dei gradi di vincolo a dispetto dei gradi di libertà totali sempre costanti.
Inutile ricordare che al raggiungimento dell'isostaticità, il passo che porta a labilità locali o globali è incredibilmente breve.
In quest'ottica di progressione dei danni si inseriscono le immagini prima indicate.

Con le immagini dei detriti, foto presa dal rapporto FEMA 403_cp5 (pag28), si può mettere in risalto la rotazione della facciata faccia al US Post Office


Immagini di confronto sono a questo link ed a quest'altro oppure quest'altra rispetto a questo.

Il crollo quindi appare molto più complesso di un seplice movimento di discesa, o di un implosione simmetrica rispetto al kink, per il semplice fatto che lati diversi hanno ceduto in differenti direzioni andando a lesionare i vicini edifici.
Lo stesso movimento di "implosione" risulta essere tanto incontrollato da creare pareti sottili libere di ruotare proprio laddove vi erano edifici ancora in piedi, e non verso edifici che si sarebbe facilmente previsto fossero distrutti (WTC5-6) in un qualsiasi caso di pianificazione.

Certo la logica viene meno anche nel considerare come sia improbabile che un complotto che non si è preoccupato di distruggere il WTC 1-2-3-4-5-6-7, la Saint Nicolas Church, 4 aerei, ed una metropolitana, nonchè lesionare il Bankers Trust e vari altri edifici uccidendo così migliaia di persone si faccia scrupoli di coscienza per il Verizon e l'US Post Office, per'altro già evacuati.

Ancora più incomprensibile risultano i tagli all'intervista a Danny Jowenko presenti nel video di debunking prodotto dalla Zembla incentrato sul film dietrologico Loose Change.
Il paragone con quanto capitato a Ivan Romero è breve.
Alcuni di coloro che hanno preso posizione in merito sono stati bersagliati da accuse e invettive, come Romero del New Mexico Institute of Mining and Technology, ampiamente citato dagli investigatori di Internet. “Le mie affermazioni sono state riportate in modo errato: non ho detto che credevo ci fossero esplosivi che hanno fatto crollare il palazzo” dice Romero a Popular Mechanics. “Ho detto semplicemente che somigliava a una demolizione con esplosivi.” Romero dice di essere d’accordo con la spiegazione scientifica comunemente accettata e ha già tentato di chiarire la propria posizione. L’Albuquerque Journal pubblicò la rettifica alle sue dichiarazioni il 22 settembre 2001. “Sentivo che era a rischio la mia reputazione di scienziato” racconta. Ma la spiegazione non convinse alcuni cospirazionisti, come il sito www.emperors-clothes.com, che misero in dubbio le vere motivazioni di Romero:
“L’istituto di ricerca di Romero è finanziato dal Pentagono. Direttamente o indirettamente, ci sono state pressioni che hanno costretto Romero a ritrattare
la sua affermazione iniziale.” Romero ritiene che queste affermazioni siano
altrettanto ridicole: “I cospirazionisti se ne sono usciti dicendo che il governo mi
sta facendo tacere. Questo è quanto di più lontano ci possa essere dalla verità.” Anche Mark Loizeaux è stato oggetto di accuse: data l’importanza della
sua società nel campo delle demolizioni, molti cospirazionisti ritengono che
possa essere stata l’artefice materiale della demolizione con esplosivi da loro
teorizzata. Loizeaux racconta di aver ricevuto minacce di morte e dozzine di email,
dirette a lui e alla sua famiglia, che li accusano di essere assassini. “È doloroso
non solo per noi” dice. “È doloroso anche per chi ha perso i propri cari. È doloroso
per gli americani feriti, sensibili e di buon senso. E siamo stati feriti tutti quel giorno.”

da 11 settembre I miti da smontare editore terredimezzo
Traendo da quanto già discusso qui per l'ennesima volta possiamo far notare come si esprima Danny Jowenko nell'intervista completa:
SPEAKER: L'ipotesi di complotto presume che le esplosioni siano iniziate alla sommità. Jowenko dice che è impossibile.
J: Non possono essere stati esplosivi, perché c'era un incendio enorme. Se ci fossero stati esplosivi, sarebbero già bruciati. Oltretutto, prima di bruciarsi, i loro detonatori si sarebbero attivati a 320 °C, per cui sarebbero esplosi prima.
(in riferimento alle varie motivazioni per cui il WTC1 e 2 non sono una demolizione controllata)
Che realmente permette di comprendere come Jowenko inizialmente sicuro della demolizione controllata dopo aver visto il crollo del WTC7 da video su pc, rimanga perplesso appena gli fanno notare la presenza dell'incendio
JOWENKO: Il crollo le sembra venire dall'alto? No, comincia dal basso. Hanno semplicemente demolito le colonne. E poi è crollato.
INTERVISTATORE: Il WTC7 è caduto diversamente dalle torri?
J: Lei crede di no?
I: Sì, si vede che partono per primi i piani in basso.
J: Sì, il resto segue il movimento, è semplice. Questa è una demolizione controllata.
I: Ne è sicuro?
J: Assolutamente, è caduto dopo, era preparato... E' il lavoro di una squadra di esperti.
I: Ma c'erano incendi dappertutto, anche dentro quest'edificio.
J: Non spenti?
I: Non spenti. Coloro che avrebbero preparato la demolizione, l'avrebbero dovuto fare mentre l'edificio bruciava.
J: [pausa] E' strano, è strano. Non so spiegarmelo.
Inutile quindi far notare a chi taglia e cuce le interviste che la FEMA ha dedotto per elementi strutturali il raggiungimento di temperature di 1000°C (1800°F) in base alla corrosione da zolfo tale da creare la disgregazione dei grani di acciaio (World Trade Center Building Performance Study appendice C).




Inutile anche far notare che la più classica affermazione che si apprende appena si cominciano a studiare le basi della chimica (fisica classica) e le leggi di bilancio:
la materia non si crea e non si distrugge
Poichè per il WTC7 la versione complottista richiede un incendio inesistente visto che apparentemente non si vedono le fiamme, con fumo ben visibile dai video che tuttavia proviene dal nulla (l'incendio non c'è) con elementi portanti che analizzati evidenziano un'esplosizione a temperature di circa 1000°C.
Insomma un bilancio chimico in cui esistono i combustibili ed i comburenti, esistono prodotti alterati dal calore con reazioni di corrosione ad alte temperature, esiste il prodotto di scarto fumo....ma non esiste la combustione dell'incendio, con ovvi benefici per gli ipotetici esplosivi che ne avrebbero come prima detto risentito.

A riguardo le foto di Aman Zafar (il sito di riferimento) rendono bene l'idea del fumo prodotto:



Vi è anche fumo prodotto dalla facciata fronte all'US Post Office e fumo proveniente dalla base del WTC7 lato nord, come visibile in questo video.




Inutile accennare al fatto che le prove di laboratorio di esposizione degli incendi abbiano portato il NIST a simulare per il WTC1-2 temperature di almeno 1000°C interne alla struttura.

Tuttavia una teoria alternativa ed in netta contrapposizione con la teoria delle esplosioni parla di utilizzo di termite per demolire il WTC1-2-7.
Il fumo sarebbe quello prodotto dalla reazione termitica.
Il calore prodotto sarebbe quello prodotto dalla reazione termitica, talmente elevato da sciogliere l'acciaio.
La presenza di zolfo nei campioni analizzati presenti nel World Trade Center Building Performance Study sarebbe da relazionare alla presenza di supertermite, composto della termite con zolfo tale da trasformare la reazione esotermica in una reazione esplosiva.

A riguardo sono già stati scritte in questo blog decine di Post (post1, post2, post3, post4 a cui ben si affiancano questi postA, postB), ma ripetiamo almeno le più importanti.

Il fenomeno della corrosione da zolfo è un fenomeno distribuito su sezioni che hanno mantenuto nei peggiori casi parizalmente la loro forma, in totale contrapposizione con un fenomeno localizzato con un certo angolo di taglio così come descritto da Steven Jones.

Giocando sul binomio termite supertermite Jones riesce quindi a prendere lo zolfo da una e le alte temperature dall'altra applicandole dove fa comodo.
E' così che cita il World Trade Center Building Performance Study per sostenere la sua teroia, ignorando le conclusioni dell'ente indicando che nei campioni vi è la presenza di zolfo compatibilmente con la supertermite.
Tuttavia come mostrato nelle varie immagini mostrate si può notare come i campioni mantengano la loro sezione presentando una corrosione da zolfo diffusa e non localizzata.
La diffusione della presenza di zolfo non è attribuibile ad una carica di supertermite che produce effetti localizzati, non produce molten metal e meno che meno è in grado di solubilizzare lo zolfo nei campioni in quantità tale come da bilancio chimico rilevato dalla FEMA.
Lo stesso Jones indica questo video come dimostrazione della supertermite.


Per questo Jones si serve anche della semplice termite, che con una reazione prolungata e fortemente esotermica, è capace di portare a fusione l'acciaio (video della termite in azione segnalato dal blogger Bisqui).
Insomma la possibilità di creare effetti diffusi similmente all'azione della corrosione (non sindachiamo sul fatto che Jones la prevede disposta localizzata su elementi con angoli di 45° e non sull'interezza dell'elemento strutturale per ovvie ragioni di quantità di composto che sarebbe dovuta servire, per ragioni riguardanti l'armamento di tonnellate di composto e per ragiorni di logistica di montaggio invisibile agli occhi di chi quel giorno entrò negli edifici link) è propria della termite che non ha zolfo nella sua reazione nè la capacità di mantenere la sezione degli elementi strutturali! (wikipedia)
Insomma una serie di elementi che per sussistere in modo logico basandosi sulle analisi FEMA dovrebbero inserguirsi creando una miscuglio di situazioni improbabili.




Consiglio anche la lettura di questo post di Henry62 seguito del precedente riguardante il video "Seven is exploding"


Aggiornamento 11 maggio 2007
Sistemazione di alcune parti ed ampliamento di altre.

Aggiornamento 22 settembre 2007
A questo link è possibile vedere le foto scattate dai militari, scaricabili anche in formato PDF (qualità inferiore).
Indicando con il numero di pagina del PDF od il numero di foto abbiamo:
  • pag 23 - immagine del fuoco sul WTC
  • pag 24 - prospettiva del wtc sul wtc7 ancora integro sul tetto
  • pag 26-27-28 Possibilità di zommare sulla Penthouse e fare il confronto con i danni evienziati sopra nel post con apposite immagini
  • pag 37 compaiono i danni laterali WTC7 nello spigolo fra WTC1 e Verizon, nella parte alta della struttura, la stessa che svilupperà in seguito gli squib
  • pag 46 evidente emissione di fumo da parte del WTC7 visto dal lato nord
  • pag 50 visione del lato sud e troppo fumo per distinguere danni alla facciata del WTC7

2007/04/26

WTC7, New Evidence from Old Photos

by Henry62 (http://11-settembre.blogspot.com/ ), with special thanks to Aman Zafar.

Translated and adapted by Paolo Attivissimo with the author's permission.
The original Italian article is available in the author's 11-settembre blog.

Several pieces of photographic and video evidence of the damage to the south face of WTC7, the well-known third skyscraper of the World Trade Center that collapsed on 9/11 despite not being hit directly by an aircraft, have recently emerged.

Highly contradictory theories have developed regarding the collapse of this building, to the point that many conspiracy theorists believe that this might be the smoking gun that will reveal the inside job carried out by corrupt elements within the US administration. According to Professor Steven Jones, the key evidence for the controlled demolition of WTC7 is the finding of "pools" of molten metal in the remains of the building.

It should be noted, incidentally, that up to now nobody has ever seen any pictures of these "pools" and that every time they are discussed they change their nature and increase their size: initially they were pools of molten metal, then they became pools of metal that had once been molten, they they mutated into molten steel, rivers of molten steel flowing like lava in a volcano, and so forth. All this obviously must have been quite a common sight in New York, because nobody even bothered to take any pictures.

I'll spare you all the arguments about Larry Silverstein's "pull it" quote, since the matter is well-known and has been exploited so much that it is now pointless to discuss it further.

The collapse of Building 7 was the subject of video manipulation from the outset, leading to the common (but flawed) opinion, among conspiracy theorists, that such a collapse could only be caused by a controlled demolition. These were the key arguments:

  • The initial opinion of a professional in the demolition field, who without knowing any of the facts and merely after viewing a single video (as discussed later), said that the collapse of WTC7 was a controlled demolition and that the collapse of the Twin Towers was not. He then corrected his guess as soon as he realized that the building was on fire, had not been set up for demolition, and had collapsed on the same day as the Twin Towers in the same attack after being hit by the debris of the North Tower. In his subsequent clarification, which unsurprisingly has not circulated as widely as his initial statement, this professional pointed out that the collapse begins at the bottom in WTC7 but at the top downward in the Twin Towers. The two kinds of collapse are certainly different: I believe this is beyond question and self-evident, and it doesn't take a demolition expert to say so. The nature of the collapse, instead, cannot be discussed as confidently and certainly cannot be determined just by looking at a few seconds of video.
  • The video of the collapse, or rather, the video that shows only the final part of the collapse, i.e., when the building collapses vertically, almost within its own footprint, after forming a kink near the southwest wing (the same video shown to the demolition professional mentioned above). There are other videos, taken from different angles, which clearly show that the collapse was not limited to what that video shows, but developed in a far more complex way. Most importantly, the collapse time is longer.
  • The presence of "secret" offices in the building, ranging from the secure HQ of New York's mayor to a US intelligence station to the offices of the authority which investigates sensitive cases of failure of Wall Street companies (and, consequently, the presence of related documents destroyed in the collapse of the building).
  • The lack of a final NIST report that reconstructs the possible collapse mechanisms of the building.
All this, together with limited (or sometimes non-existent) knowledge of the construction details of the buildings, has allowed myths to develop regarding the collapse of WTC7.

NIST is still writing its final report on WTC7, but released interim reports in June 2004, detailing the structure of the building, the network of piping that carried fuel for the UPS generators and the location of the fuel tanks on the various floors of the building.

The fact that the lower portion of the building straddled a Con Edison power station and that the actual commercial surface of WTC7 was larger than planned initially has made it even harder to analyze the structure of the building.

In order to deal with commercial needs and have a larger commercial floor area, the west and south portions of the building were cantilevered with respect to the load-bearing columns planned originally, with an asymmetrical cantilever structure at the base which redistribuited the loads.

It is very likely that this was the weak point of the building; its failure may have triggered the progressive collapse of the entire building with the characteristics we have observed.

The development of this collapse will be the subject of a later article. What I would like to show here is an example of how one should proceed, in my opinion, in making any assessment of such complex events. The inspiration for this article came from Aman Zafar's website.

Before the WTC7 issue became so controversial, Zafar published a series of photographs of the World Trade Center complex he took from his New Jersey home during the 9/11 attacks. He had an essentially unhindered view, as his home looks onto the Hudson river, right in front of the Twin Towers.




Zafar started taking photographs (on film) less than five minutes after the second tower was hit. He continued to take pictures, creating a visual record of the unfolding of the events. His site presents all his photographs in sequence, clearly showing that the fires increased in intensity and gradually expanded to the region above the impact site of the aircraft.

He took an interesting photograph which shows the South Tower as it begins to tilt and then collapse, forming a cloud of dust which engulfs the city and the river. This is followed by a series of dramatic pictures which document the expansion of the cloud of dust that swallows Manhattan. Then the North Tower, the one closest to WTC7, collapses.




The photograph below is one of the most interesting: it shows the south face of WTC7 framed between the buildings of the World Financial Center. The North Tower has collapsed and WTC7 is on fire, as indicated by the huge cloud of smoke which is spewing out of its south face.




I cropped this photograph to enlarge the details of the south face of WTC7:




I then converted the picture to grayscale to make it clearer and then increased brightness and contrast in the boxed area shown below in order to enhance gray level separation. The result clearly shows the damage to the south face, which has also been documented recently by other photographs and videos.




The south face of WTC7 has important damage close to the southwest corner and extensive damage in the portion visible from Zafar's viewpoint. A comparison of the photographs taken during the collapse (left) and after (right) allows to assess the extent of this damage.




These photographs have been available on the Web for years thanks to the kindness of their author, Aman Zafar. Personally, I felt it would be useful to present this small piece of research I carried out some time ago to demonstrate tangibly that any attempt to reconstruct the events is worthless if it does not analyze carefully the available material and cross-checks it with eyewitness reports, always pointing out the consistencies and inconsistencies of each theory.


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As an addendum to the assessment of WTC7's face damage, I would like to add three frames taken from ABC's 9/11 live broadcast, which clearly show the huge size of the failures affecting the south face.