2006/08/31

L'ordine misterioso di Cheney

di John - www.crono911.org. Questo articolo è stato integrato dopo la sua pubblicazione iniziale.

Una delle tesi più “inquietanti” dei “teorici della cospirazione” è quella secondo cui il volo American Airlines 77 (o qualunque altra cosa essi sostengano trattarsi) che si schiantò contro una facciata del Pentagono alle ore 09:37 dell'11 settembre 2001 riuscì a passare attraverso le maglie della difesa americana grazie a un preciso ordine del vicepresidente Cheney di non abbatterlo.

Il ragionamento che i cospirazionisti portano a sostegno di questa tesi (recentemente ripresa anche in Italia dal video cospirazionista “Inganno Globale”) è il seguente:
  • Il volo AA77 si stava dirigendo verso il Pentagono.
  • Il Ministro dei Trasporti Mineta ha pubblicamente affermato che, mentre si trovava insieme a Cheney nel bunker della Casa Bianca (PEOC), un addetto militare entrò più volte nella stanza per riferire della posizione aggiornata del volo AA77 e per chiedere conferma allo stesso Cheney degli ordini precedentemente impartiti (che Mineta ha dichiarato di non conoscere).
  • Cheney confermò gli ordini impartiti, senza ulteriormente precisare quali fossero.
  • Il volo AA77 si schiantò contro il Pentagono senza essere intercettato dai caccia di Langley già in volo.
Questi dati, secondo i cospirazionisti, comportano queste conseguenze:
  • Prima conseguenza: l'ordine era quello di non abbattere l'aereo.
  • Seconda conseguenza: se l'aereo non andava abbattuto, questo significa che Cheney voleva che il Pentagono fosse colpito oppure non voleva che i caccia si accorgessero che quello che stava arrivando, era un missile e non un aereo civile dirottato.
  • Terza conseguenza: l'11 settembre è stato un auto-attentato del Governo USA.
Il ragionamento sembra filare, finché non verifichiamo come stanno realmente le cose.

Non c'è dubbio che il volo AA77 si sia schiantato alle ore 09:37. L'orario è confermato da tutte le fonti, ufficiali e indipendenti.

Andiamo ora a vedere cosa ha dichiarato il Ministro dei Trasporti Mineta, nella sua testimonianza innanzi alla Commissione d'inchiesta (Testimonianza di Mineta del 23 maggio 2003), che è alla base del ragionamento cospirazionista.

Mineta: “Nel momento in cui giunsi alla Casa Bianca, questa veniva evacuata... Il Secret Service mi scortò giù al Centro Operativo di Emergenza PEOC... pochi minuti dopo l'AA77 si schiantava contro il Pentagono.”
Commissione: “Vorrei solo focalizzare un momento preciso nel PEOC... Ritengo che lei fosse lì con il Vicepresidente, e quando diede l'ordine, credo che fu il Presidente, che autorizzò l'abbattimento di aerei commerciali sospettati di essere pilotati da terroristi... Lei era lì quando fu dato quell'ordine?”
Mineta: “No, non c'ero. Ne sono stato informato al momento in cui l'aereo si avvicinava al Pentagono. C'era un giovane che era entrato e aveva detto al Vicepresidente: l'aereo è a 50 miglia. L'aereo è a 30 miglia. E poi è venuto di nuovo: l'aereo è a dieci miglia. E il giovane chiese al Vicepresidente: gli ordini sono confermati? E il Vicepresidente girò la testa e disse: Certo che sono confermati. Hai sentito qualcuno dire il contrario? Io in quel momento non sapevo cosa significasse tutto ciò”.
Commissione: “Il volo a cui si riferisce è...”
Mineta: “Quello che è finito sul Pentagono.”
Commissione: “Il Pentagono, già...”
Mineta: “... Più tardi ho sentito che i caccia erano decollati da Langley per venire su Washington, ma erano ancora a 10 minuti di distanza... e così, quando ho sentito dell'aereo che era caduto in Pennsylvania, allora ho pensato: Oh mio Dio, lo abbiamo abbattuto noi? E allora, insieme al Vicepresidente, abbiamo chiesto notizie al Pentagono.”
Commissione: “Vediamo se ho capito. L'aereo che era in rotta contro il Pentagono e si trovava a miglia di distanza, è quello per cui fu ordinato l'abbattimento?”
Mineta: “Questo non lo so precisamente, ma so che gli aerei erano decollati da Langley o da Norfolk, ma non so di specifico gli ordini...”
Commissione: “Ma era chiaro che vi era un ordine di abbattimento di aerei commerciali.”
Mineta: “L'ho saputo dopo.”
Commissione: “Ma sul volo 93, che tipo di informazione avevate lei e il Vicepresidente?”
Mineta: “L'unica che abbiamo avuto è stata quando è precipitato.”
Commissione: “Capisco. E prima non ne sapevate nulla?”
Mineta: “No.”
Commissione: “E quindi non c'era un ordine specifico di abbatterlo.”
Mineta: “No, signore.”
Commissione: “Ma c'erano aerei militari in posizione per abbattere aerei commerciali.”
Mineta. “Sì, è corretto. Gli aerei erano decollati... credo da Otis a questo punto.”


Ora, si notino bene tre punti chiave.

1. Mineta dice di essere arrivato alla Casa Bianca, scortato dai servizi segreti, nel momento in cui essa veniva evacuata e dice che pochi minuti dopo, il volo AA77 colpiva il Pentagono. Questo è impossibile. La Casa Bianca fu evacuata alle 9:45 (fonti: CNN; Washington Post). Già questo basta a concludere che Mineta non sta parlando del volo AA77, che si è schiantato alle 9:37, quindi ben 8 minuti prima del suo arrivo alla Casa Bianca.

2. Cheney stesso entrò nel PEOC solo dopo che il volo AA77 si era schiantato. Infatti il Secret Service piombò nell'ufficio di Cheney alle 9:32, lo sollevarono di peso e lo trascinarono letteralmente per 140 metri di corridoio, presero un ascensore, raggiunsero il tunnel che porta al PEOC e infine entrarono nel PEOC. Quanti minuti ci vogliono a portare un uomo di peso lungo tutto quel tragitto? Qualcuno ce ne vuole di sicuro. Quindi è perfettamente compatibile l'annotazione del Secret Service che registra alle 9:37 il momento dell'arrivo di Cheney nel tunnel che dà accesso al PEOC (quindi non ancora nel PEOC). Se Cheney era nel tunnel alle 9:37, e l'aereo si è schiantato alle 9:37, è chiaro che entrò nel PEOC dopo che il velivolo si era schiantato. E difatti Cheney apprese nel tunnel che il volo AA77 si era schiantato sul Pentagono (fonti: Telegraph; Rapporto finale 9/11, p.40-41, e relative note; Washington Post)

3. Mineta raggiunse Cheney all'interno del PEOC e lo trovò già lì. Infatti non udì il famoso ordine: quindi Mineta deve essere arrivato nel bunker dopo Cheney, e Cheney arrivò nel bunker dopo che il volo AA77 si era schiantato.

Allora, tutta la sequenza dell'addetto militare che più volte è entrato nel PEOC e ha segnalato a Cheney la posizione dell'aereo, e di Cheney che ha confermato gli ordini già dati, sequenza che Mineta descrive dettagliatamente, quando si è svolta realmente?

Non può essersi svolta che dopo l'impatto del volo AA77. Pertanto, qual è l'aereo che si stava avvicinando, visto che il volo AA77 si era ormai schiantato contro il Pentagono?

E' il volo UA93.

Confusione e senno di poi


Perché Mineta (e non solo lui, anche molti giornalisti) ha confuso un episodio che riguardava il volo UA93, attribuendolo al volo AA77? La spiegazione è abbastanza semplice.

Mineta arrivò alla Casa Bianca scortato dal Secret Service, che lo portò subito nel tunnel senza tante storie, mentre la Casa Bianca veniva evacuata, alle 9:45.

E' ragionevole pensare che Mineta non sapesse che il volo AA77 aveva colpito il Pentagono appena otto minuti prima: lo seppe solo quando arrivò giù nel bunker, e pertanto è normale che abbia fatto l'associazione mentale fra arrivo nel bunker e impatto del volo AA77.

Mineta si è confuso, e le sue dichiarazioni hanno tratto in inganno persino alcuni giornalisti. Del resto, oggi noi parliamo di voli AA77 e UA93, ma in quei minuti nel bunker nessuno parlava di sigle, solo di aerei che arrivavano e di aerei che si erano schiantati.

Ma non c'è modo di sfuggire a una schiacciante sequenza temporale che non lascia dubbi. Dall'esame delle fonti sopra citate, infatti, è evidente che i fatti andarono nel modo seguente.

Alle 9:32 il Secret Service (che proprio in quel momento era stato informato dal controllo aereo dell'avvicinarsi del volo AA77) prelevò Cheney per portarlo nel bunker. Cheney, mentre si trovava ancora nell'ultimo tunnel che dà accesso al bunker, apprese che il volo AA77 si era schiantato, alle 9:37. Cheney entrò nel bunker e solo dopo le 9:45 fu raggiunto da Mineta.

Quanto dopo? Mineta arrivò alla Casa Bianca alle 9:45, mentre veniva evacuata. E' ragionevole ipotizzare che ci abbia messo qualche minuto anche lui per arrivare nel bunker. Se Cheney ci mise 5 minuti per arrivare nell'ultimo tunnel, Mineta di certo non ne impiegò di meno. Non è difficile immaginare che Mineta sia arrivato nel bunker intorno alle 10:00, ossia nel momento in cui là fuori accadevano due cose assieme: alle 9:59 collassava la South Tower e alle 10:00 i primi caccia di Langley raggiungevano Washington.

Improbabile che qualcuno si sia preso la briga, in quel momento, nel bunker, con le televisioni che mandavano in onda il collasso della South Tower, di badare più di tanto a Mineta.

Ed esattamente alle 10:02 il Secret Service avvisò Cheney che c'era un aereo in avvicinamento (era il volo UA93). Fu solo a questo punto che a Cheney fu richiesto di ordinare l'abbattimento.

Ed è logico che sia andata così: i caccia erano appena arrivati su Washington, un aereo era stato appena segnalato in arrivo e Cheney era l'unica persona in grado di dare quell'ordine tempestivamente.

Ma Mineta dice di non averlo sentito. Ritiene che sia stato dato prima del suo arrivo.

Il Final Report colloca l'ordine di Cheney in un momento “fra prima delle 10:10 e le 10:15” (pag. 40). L'orario collima con tutto quello che abbiamo appena detto, specialmente quel “prima delle 10:10”, perché è pacifico che si collochi subito dopo aver appreso che un altro aereo era in avvicinamento a Washington, alle 10:02.

E quindi, o Mineta stava entrando proprio in quei momenti e non sentì l'ordine, oppure era appena entrato, proprio mentre la South Tower collassava, e non c'è da stupirsi se la sua attenzione si fosse concentrata sui monitor che trasmettevano le immagini televisive.

Non c'è da stupirsi se entrò giusto in tempo per vedere la South Tower crollare, e poi mentre gli schermi TV mostravano solo il fumo grigio del crollo, abbia visto e sentito l'addetto militare che entrava nel bunker per aggiornare sulla posizione dell'aereo in avvicinamento (senza specificare la sigla, oggi sappiamo che era l'UA93) e chiedere conferma dell'ordine (di abbattimento): infatti ciò iniziò ad avvenire subito dopo le 10:12 (fonte: Washington Post).

Di certo alle 10:12 l'aereo in avvicinamento non poteva essere il volo AA77.

Né c'è da meravigliarsi se solo dopo alcuni minuti, Mineta abbia appreso che il Pentagono era stato colpito dal volo AA77, e abbia avuto una percezione distorta dei fatti. Se n'è accorta anche la Commissione, basta leggere le domande che rivolge al Ministro dei Trasporti.

La confusione di Mineta è confermata dal fatto che non sapeva nemmeno da che base fossero decollati i caccia: Langley, Otis, Norfolk... le ha citate tutte.

Avvicinamento stimato, non reale


Il volo UA93, però, è andato giù alle 10:03. Come mai ne comunicavano la posizione a Cheney a partire dalle 10:12?

Come è chiaramente spiegato a pag. 41 del Final Report (e confermato anche da altre fonti tra i quali il Summary of Air Traffic Hijack Events della FAA e le registrazioni delle conversazioni tra FAA e centri militari) la FAA non sapeva che fine avesse fatto il volo UA93, e ne ricostruiva l'ipotetica rotta di avvicinamento a Washington su un display elettronico. La posizione che veniva comunicata a Cheney, quindi, era solo quella stimata partendo dall'ultima posizione nota (risalente a molti minuti prima). Era una posizione simulata. Il vero UA93 era già precipitato.

Da quanto esposto, possiamo trarre le seguenti conclusioni:
  • Mineta è stato impreciso nella sua ricostruzione temporale dei fatti;
  • Gli ordini "misteriosi" erano ordini di abbattimento ed erano relativi all'UA93.
  • Quando si cerca sul serio la verità, la si trova.


Integrazione (3/9/2007)


Una ulteriore conferma alla nostra ricostruzione arriva da ulteriori dichiarazioni rilasciate da Mineta in tempi successivi. Ne citiamo una contenuta in un'intervista resa all'Academy of Achievement, un museo storico ubicato a Washington D.C.:

Mineta: Some young man came in and said to the Vice President, "There's a plane 50 miles out coming towards D.C." So I said to Monty Belger, who is the No. 2 at FAA, I said, "Monty, what do you have on radar on this plane coming in?" He said, "Well, the transponder has been turned off, so we don't know who it is, and we don't know the altitude or speed." I said, "Well, where is it?" He said, "It's somewhere beyond Great Falls right now." Then, the young man came in and said it's 20 miles away.

Traduzione: Un giovane entrò e disse al Vice Presidente: "C'è un aereo a 50 miglia di distanza che punta su Washington D.C." Allora chiesi a Monty Belger, che è il numero due della FAA: "Monty, cos'hai sul radar a proposito di questo aereo in arrivo?" Lui rispose: "Bene, il transponder è stato spento, per cui non sappiamo chi sia e non conosciamo la sua quota o velocità". Io chiesi: "Bene, ma dov'è?". Lui rispose: "E' da qualche parte oltre Great Falls, adesso". In quel momento il giovane entrò e disse che l'aereo era a 20 miglia di distanza.


Ora, se tracciamo una linea (vedi mappa a lato) che congiunge Shanksville (dove si schiantò il volo UA93) e Washington D.C., notiamo che l'area di Great Falls è proprio su questa linea.

Invece la rotta di arrivo del volo AA77 è allineata con tutt'altra direzione e si trova molto più in basso di Great Falls.

Sia le localizzazioni temporali che quelle geografiche, quindi, dimostrano oggettivamente che Mineta parlava del volo UA93, pur ritenendo che si trattasse del volo AA77.

Si ringrazia SirEdward per la segnalazione.

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