2008/08/04

Recensione: "The Third Tower", la BBC affronta il WTC7 (seconda parte)

di Paolo Attivissimo. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Prosegue la recensione del documentario della BBC The Third Tower dedicato alle ipotesi cospirazioniste riguardanti il crollo dell'Edificio 7 del World Trade Center. La prima parte della recensione è pubblicata qui.

29:40. Viene presentato un video in cui si ode chiaramente un boato improvviso nella zona del WTC. Il documentario dice che è stato girato dopo il crollo di entrambe le Torri Gemelle ma prima del crollo del WTC7. Mark Loizeaux fa un'osservazione molto importante. "Che rumore fa un'esplosione? La maggior parte della gente non lo sa, perché non ne ha mai sentita una dal vero. Per cui qualsiasi botto forte e improvviso... [mima la reazione di una persona] 'Quella è probabilmente un'esplosione!'".

Loizeaux ha ragione: siamo fortemente condizionati dagli effetti sonori usati da Hollywood, per cui la nostra percezione del rumore che ci attendiamo che facciano le esplosioni è fortemente alterata. Il cedimento improvviso di una trave portante, per esempio, produce un rumore che qualsiasi persona scambierebbe istintivamente per una detonazione (su questo Undicisettembre presenterà un esempio molto eloquente in un prossimo articolo).

Il documentario fa notare che per strada c'erano auto e camion in fiamme, i cui serbatoi esplodevano, e che non è stato trovato alcun segno della presenza delle ingenti quantità di esplosivo necessarie per abbattere un grande grattacielo come il WTC7.

Per esempio, nota Loizeaux mostrando una carica di esplosivo da demolizione (immagine qui accanto), una detonazione di esplosivo sufficiente a tagliare simultaneamente tutte le colonne portanti del WTC7 avrebbe facilmente infranto i vetri di tutti gli edifici adiacenti. Ma come nota Loizeaux (chiamato a Ground Zero per assistere nei lavori di sgombero), gli edifici adiacenti avevano finestre sfondate soltanto sulle facciate rivolte verso le Torri Gemelle. Le altre facciate erano intatte. Questo è un effetto compatibile con impatti di macerie provenienti dalle Torri, ma non con uno spostamento d'aria, un'onda d'urto prodotta da esplosivi, che avrebbe interessato tutte le facciate e distrutto tutti i vetri.

A riprova di quest'affermazione viene mostrato un filmato (fotogramma qui sotto) nel quale si vede chiaramente che negli edifici vicini al WTC7 crollato (la catasta di macerie al centro), le facciate non rivolte verso il WTC7 sono assolutamente intatte e non c'è un vetro fuori posto.



Loizeaux nota inoltre che in una demolizione con esplosivi, tra le macerie restano oggetti inequivocabili, come quello mostrato qui accanto: inconfondibili tubicini gialli a profusione e la parte dei detonatori che contiene il dispositivo di ritardo. Non risulta che ne siano stati trovati, e pare difficile (oltre che offensivo) argomentare che siano stati corrotti per tacere tutti i soccorritori, nonché gli addetti alla ricerca di resti umani che hanno setacciato a mano le macerie presso Fresh Kills: centinaia di persone, come sottolineerà tra poco anche la BBC.

La parola passa a Gene Corley (immagine qui accanto), ingegnere strutturista da cinquant'anni, principale responsabile delle indagini al World Trade Center: "Abbiamo guardato tutto. La demolizione controllata fu esclusa perché non [fu trovata] alcuna prova di demolizione controllata". Quando l'intervistatore gli chiede se le prove furono attivamente cercate, Corley risponde che "le abbiamo cercate e non abbiamo trovato alcuna prova di demolizione controllata".

32:00. Il documentario intervista Steven Jones, ricordando che ha lasciato il proprio ruolo di professore di fisica per inseguire le proprie teorie. Jones presenta la teoria della termite, di cui afferma di aver trovato tracce nella polvere prodotta dai crolli delle Torri Gemelle. Le sfere metalliche prodotte dalla reazione della termite, dice, corrispondono alle sfere metalliche ritrovate nella polvere di Ground Zero.

33.10. Jones dimostra in pratica l'effetto della termite. La termite fonde il proprio contenitore e trapassa la teglia che ospita l'improvvisato esperimento. Va detto che contenitore e teglia sono entrambi sottili e in alluminio, elemento a basso punto di fusione: una situazione ben diversa dagli spessori delle colonne del World Trade Center, che si misurano in centimetri d'acciaio.

Jones mostra immagini al microscopio elettronico delle sfere che ha trovato nella polvere di Ground Zero. Il documentario dice che Jones ricevette un campione prelevato dallo studente di fotografia Frank Delessio dal ponte di Brooklyn entro un'ora dal crollo delle Torri Gemelle. Delessio mostra come e dove ha prelevato il campione: vicinissimo a una strada ad intenso scorrimento.

E' un dettaglio importante, perché le strade sono una fonte nota e documentata di microsfere metalliche, prodotte dal logorio delle parti metalliche dei veicoli e reperibili in ogni città. Undicisettembre ha condotto un test informale a Milano, reperendo con una semplice calamita da laboratorio una quantità non trascurabile di finissima polvere metallica nell'erba di un parco pubblico. Si ritene improbabile che vi siano state demolizioni controllate mediante termite all'interno delle aree verdi milanesi.

Il documentario nota che secondo Jones, le microsfere sono prova dell'uso di termite e si formano soltanto in presenza di temperature elevate. Gli incendi nelle Torri Gemelle non raggiunsero temperature sufficienti, ma un aereo della NASA che sorvolò Ground Zero per rilevare le temperature delle varie zone scoprì aree caldissime vari giorni dopo i crolli. Il documentario sottolinea un picco di oltre 720 °C proprio nell'area occupata dal WTC7, cinque giorni dopo i crolli, nonostante i pompieri avessero versato sull'area grandi quantità d'acqua.

Vengono mostrate immagini di incendi che persistono all'interno delle macerie del WTC7 anche dopo il crollo dell'edificio e vengono citate le testimonianze di metallo incandescente tra le macerie. Nei fotogrammi qui sotto, le macerie del WTC7 sono al centro. L'edificio a sinistra è la Fiterman Hall, danneggiata dal crollo.




35:20. La BBC nota che esiste però un'altra spiegazione per la presenza delle microsfere metalliche: i lavori di taglio delle macerie metalliche di Ground Zero, effettuati con cannello ad altissima temperatura. Anche qualsiasi altra operazione di taglio a cannello effettuata nella zona in passato avrebbe disseminato microsfere metalliche.

Ma secondo Jones, questo non spiega la presenza di alluminio nella polvere delle Torri Gemelle (si noti che le facciate delle Torri Gemelle erano interamente rivestite in alluminio). Jones dice che nei campioni di polvere ci sono anche delle scaglie rosse (immagine qui accanto), che secondo lui sarebbero termite che non s'è consumata nella reazione chimica.

Loizeaux risponde che anche lui ha visto la termite, una volta, quando frequentava le scuole superiori. "Fa molta scena" dice "ma non ho mai visto nessuno usare una sostanza che fonde l'acciaio per scopi di demolizione. Non vedo come sarebbe possibile fare in modo che tutte le colonne subiscano una fusione passante contemporaneamente".

Il documentario nota che su Internet ci sono accenni a formule segrete per la termite che ne potenzierebbero gli effetti. Jones dice che si può tagliare il metallo usando la termite senza produrre una grande esplosione e che si può formulare la termite per farla bruciare rapidamente o lentamente. Jones parla di "nanotermite" e "supertermite... in forma di sol-gel... altamente esplosivo. Questo sol-gel può essere sagomato". Tutto questo, va precisato, si basa solo su "segnalazioni" di cui Jones non cita la fonte, non su prove sperimentali di Jones. In altre parole, nessuno finora ha presentato un campione di questa "supertermite in forma di sol-gel" e ne ha dimostrato l'uso per troncare di colpo colonne d'acciaio.

Loizeaux risponde: "Immagino che si possa continuare a dire 'Ma se... Ma se... e andare fino al mondo dei sogni e inventarsi tutto quel che si vuole. Ma semplicemente non è reale. Non è reale. I materiali e la tecnologia proprio non esistono. Se esistessero, io lo saprei".

36:55. Ribatte Richard Gage (che sostiene la demolizione tramite esplosivi): "Mark Loizeaux non è obiettivo perché ha una clientela molto ricca. Lavora anche per il governo federale. Lui non può dire pubblicamente 'Questa è una demolizione controllata' se non vuole perdere molti dei suoi migliori clienti." Si noti che Gage non risponde sul merito tecnico della questione. Non sta usando la sua competenza da architetto per dimostrare le proprie tesi. Sta accusando Loizeaux, senza la benché minima prova, di essere corrotto e di partecipare all'omertà della cospirazione.

Il documentario nota che altri hanno usato contro Loizeaux parole ancora più gravi e lo hanno accusato esplicitamente di far parte di un complotto. L'intervistatore riferisce le loro posizioni: Loizeaux ha lavorato a Ground Zero e ha le credenziali perfette come esperto di demolizioni pagato dal governo, quindi è ovvio che dica che non è stato lui a demolire il WTC. Loizeaux risponde senza mezzi termini: "Immagino che sarei un ottimo terrorista, e fortunatamente non ho quel genere di tendenze... Io sono turbato dall'11/9. Sono turbato da tutta questa faccenda. Ma ci sono modi per gestire questa cosa e modi in cui non la si può gestire, e di certo non si devono sottoporre a campagne di terrore... [sottolinea ripetendo] sottoporre a campagne di terrore la brava gente che lavora qui e i membri della mia famiglia." Questo è il lato squallido del complottismo: non si limita alla pacata discussione delle proprie tesi, ma accusa persone specifiche di aver partecipato alla strage di tremila civili, e minaccia attivamente queste persone.

38:00. Immagini del nuovo WTC7, già costruito e completato, più stretto e alto del suo predecessore. Il documentario nota che i lavori di sgombero di Ground Zero hanno fatto emergere, in questi anni, nuovi elementi che avvalorano la ricostruzione tecnica ufficiale delle cause del crollo del WTC7. La causa principale fu la serie d'incendi incontrollati che si sviluppò nell'edificio.

Gli incendi sono documentati dalle immagini del documentario, che mostrano il lato sud del WTC7 avvolto dal fumo e sfondato nella zona centrale. Immagini che rivelano una situazione ben diversa da quelle del lato nord, quello visto finora dalla maggior parte delle persone.

Lato nord intatto (ma osservando lo spigolo destro del WTC7 si nota già la pendenza dell'edificio):



Lato sud:








Qui sotto è mostrato un fotomontaggio dei tre fotogrammi mostrati qui sopra: si nota un solco nero verticale che indica una zona mancante della facciata. Questo dovrebbe essere lo squarcio descritto per esempio dal capo dei vigili del fuoco Chris Boyle in un'intervista a Firehouse: "...sulle facciate nord ed est del 7 non sembrava che ci fosse assolutamente alcun danno, ma poi guardavi la facciata sud del 7 e c'era un buco alto probabilmente venti piani nell'edificio, con incendi a vari piani... C'era uno squarcio enorme e [l'incendio] era diffuso lì dentro. Direi che era probabilmente un terzo, proprio in mezzo."


Richard Rotanz, vicedirettore del centro di coordinamento emergenze di New York, vide di persona questi danni: "Guardavamo i piani alti del WTC7. Si vedevano colonne mancanti, solai crollati, fumo intenso che scaturiva, e incendi. I piani superiori erano un inferno." Rotanz entrò nel WTC7 per valutarne le condizioni. "Si sentiva che l'edificio scricchiolava sopra di noi. Si sentivano oggetti che cadevano. Si sentivano gli incendi. Si vedevano colonne che pendevano dai solai soprastanti, squarci aperti nei solai sopra di noi. C'era una cabina d'ascensore scagliata fuori dalla propria tromba nell'ingresso, a causa dell'impatto della Torre 1 sull'Edificio 7".

39:30. Intervista al fotografo Steve Spak (fotogramma qui accanto), uno dei pochi che ebbe la possibilità di documentare fotograficamente il lato sud del WTC7 perché, nota il documentario, era vicecomandante onorario dei pompieri. Vengono mostrate le sue immagini del WTC7.

"Si vedeva che parte del lato sud... dell'edificio era danneggiata. Gravemente danneggiata. C'era un grande squarcio nell'edificio, nell'intero spigolo dell'edificio, sul lato sud. C'era un grande squarcio che a me è sembrato estendersi dal dodicesimo o quattordicesimo piano fin giù e si allargava man mano che scendeva." dice Spak mostrando la sua foto, visibile qui sotto.



Spak prosegue: "Si vedeva anche che parte dell'edificio era incurvata in fuori. Per me questi sono segni di danni strutturali primari. Si vede un elemento orizzontale conficcato nell'edificio proprio qui. C'è fumo lungo tanti piani sul lato sud dell'edificio. E io ho visto incendi fuoriuscire da queste finestre. Nella mia esperienza come fotografo di incendi per trent'anni, questo indica incendi estremamente intensi."



La terza parte della recensione prosegue la descrizione del documentario.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Che fare con i complottisti che dicono che c'erano piccoli incendi perché molto fumo non vuol dire che ci sia un incendio grande?

Marco

brain_use ha detto...

Ormai la BBC può essere considerata parte del complottone a tutti gli effetti:
aggiornate l'articolo col dialogo tra Bush Cheney e Rumsfeld! ;-P

Paolo Attivissimo ha detto...

Che fare con i complottisti che dicono che c'erano piccoli incendi perché molto fumo non vuol dire che ci sia un incendio grande?

Dire loro che i pompieri di New York hanno descritto incendi grandi e incontrollati. Quindi se un complottista dice che gli incendi erano piccoli, sta dando del bugiardo ai pompieri. Se la sentono di affermare che i pompieri di New York, che hanno perso 343 colleghi quel giorno, sono bugiardi e complici della strage che ha ucciso 3000 persone? Prova a chiederglielo.

Hanmar ha detto...

@ paolo:
credi ti risponderebbero?
Ricorda, loro fanno domande, non danno risposte.

Saluti
Hanmar

mother ha detto...

un giorno anche i dietrologi diranno che i complottisti fanno parte del complotto! A suon di estendere le personalità coinvolte arriveranno all'auto-accusa.

Anonimo ha detto...

I complottisti ripetono come un mantra che i pompieri hanno abbandonato l'edificio perché gli avevano detto che lo stavano facendo saltare in aria e che i fuochi erano un paio facilmente liquidabili.
Ma ci sono testimonianze di pompieri che dicono che l'incendio non era così grave?

Marco

Billy Pilgrim ha detto...

@ Marco,

ciao! Praticamente sei nuovo qui attorno, pertanto ti invito, invece di fare domande a seguito di un post, a farti un giro per il blog.
Le FAQ) dovrebbero esserti eminentemente utili. Ti consiglio di leggere lì, trovare i link agli articoli più approfonditi, e tornare a fare domande solo sui punti più controversi, e non su quelli già ampiamente sviscerati.
Buona ricerca!