2009/07/06

Recensione: Perfect Soldiers

di John - www.Crono911.org

"Quando una persona si muove attraverso il mondo, lascia una traccia che può essere seguita".

Queste parole, tratte dalla prefazione del libro "Perfect Soldiers" (ISBN 978-0060584696), descrivono molto bene il compito che l'autore, Terry McDermott, si è preposto: scandagliare le vite dei terroristi che progettarono ed eseguirono i tragici attentati dell'11 settembre 2001.

McDermott, all'epoca giornalista per il Los Angeles Times, ha scritto questo libro tre anni dopo la tragedia, dopo aver viaggiato attraverso quattro continenti e 20 paesi nel mondo, dal 2001 al 2003, per raccogliere informazioni e testimonianze sugli attentatori e sui loro complici, conoscenti e parenti.

Dal punto di vista del debunking, è evidente il valore di questa ricerca, giacché da sola essa stronca senza possibilità di appello le fandonie di chi afferma che i diciannove dirottatori non siano mai esistiti o siano ancora vivi.

Per di più, le ricerche dell'autore si sono estese anche alle vite dei loro complici e degli organizzatori, e finiscono per costituire l'ennesimo macigno sulle responsabilità di Osama bin Laden, Khalid Sheikh Mohammed e gli altri personaggi implicati, nonché su quelle di al-Qaeda.

McDermott ha raccolto elementi e testimonianze su una cinquantina di personaggi che in qualche modo hanno avuto un ruolo negli attentati, oltre ai dirottatori.

Dal punto di vista storico, la ricerca è importante perché si è svolta a ridosso degli attentati, dal 2001 al 2003, quindi prima che i testimoni intervistati da McDermott potessero essere influenzati dalle informazioni rilasciate dal 2004 in poi a conclusione del lavoro d'inchiesta della Commissione 9/11 o al termine del processo Moussaoui, e si incastra con le indagini, pressoché contemporanee, del giornalista arabo Yosri Fouda (autore del libro "Masterminds of Terror"), a tutto vantaggio della verificabilità e dell'attendibilità di entrambi.

Perfect Soldiers è suddiviso in tre parti: la prima è dedicata ai dirottatori, la seconda agli organizzatori e la terza alla pianificazione ed esecuzione degli attacchi. Le appendici contengono alcuni documenti che è utile tenere a portata di mano (i proclami di bin Laden, il testamento di Atta, le istruzioni per i dirottatori). Il tutto è completato da una esauriente elencazione delle fonti e da un prezioso indice analitico, oltre a un certo numero di fotografie in bianco e nero, alcune delle quali poco note o inedite.

Le ricerche di McDermott sono oggi in gran parte superate dalle ricostruzioni e indagini contenute nelle decine di migliaia di documenti che dal 2004 in poi sono stati oggetto di pubblicazione e desegretazione, rispetto ai quali rappresentano una ulteriore conferma della conoscenza fattuale di cui disponiamo. Nondimeno, da esse emergono spunti di riflessione interessanti.

Il ruolo di bin Laden nell'organizzazione degli attentati, per esempio, si arricchisce di alcuni particolari che lasciano intendere un coinvolgimento che andò ben oltre l'approvazione e il finanziamento del piano proposto da Khalid Sheikh Mohammed. Il leader di al-Qaeda spinse per accelerare i tempi e impose che i dirottatori fossero quasi tutti sauditi. Bin Laden avrebbe voluto anche che il quarto obiettivo fosse la Casa Bianca, ma Atta ritenne che sarebbe stato troppo difficile colpire quel bersaglio e preferì puntare al Campidoglio, in un giorno in cui il Congresso era riunito.

McDermott fa poi notare che la sezione speciale allestita dalla CIA nel 1996 per tracciare bin Laden fu la prima iniziativa del genere compiuta da quell'agenzia nei confronti di un singolo individuo, a testimonianza del fatto che la gravità della minaccia era stata ben percepita.

Un altro elemento, da tempo disponibile al pubblico ma spesso trascurato, sta nelle istruzioni fornite ai dirottatori, che McDermott attribuisce ad Abdulaziz al-Omari e non ad Atta. Dall'esame di questo documento si evince che i terroristi avrebbero dovuto portare con sé, nei propri bagagli caricati sugli aerei, tutti i propri effetti e documenti personali. Non si trattò, quindi, di una circostanza "strana", ma di una precisa decisione operativa.

Inoltre, l'arma di ciascun terrorista è indicata con il termine "coltello". Si tratta anche questo di un particolare molto significativo, perché è d'uso – quando si parla degli attentati – fare riferimento a "19 terroristi armati di taglierini". In realtà quello dei "taglierini" (o peggio "tagliacarte") è un mito che fonda più sulle superficiali cronache dei media che su fatti reali.
Difatti, le telefonate fatte da passeggeri e membri di equipaggio dei voli dirottati parlarono quasi sempre di coltelli: solo in un caso l'interlocutore parlò di taglierini, ma questo è il termine che – immotivatamente – è stato diffuso a livello mediatico.

L'autore si sofferma a considerare il contesto sociale dal quale provennero i dirottatori, in particolare i muscle hijacker: un contesto povero, senza valide prospettive economiche, nel quale le moschee rappresentavano l'unico centro di aggregazione e quindi un punto ideale di indottrinamento e di arruolamento di giovani che non vedevano futuro migliore davanti a sé.
La riflessione è particolarmente importante, perché di tenore analogo a quello di alcune considerazioni contenute nel Rapporto Finale della Commissione d'inchiesta sull'11 settembre, secondo cui la povertà e la depressione sociale ed economica di ampie aree islamiche è il principale bacino che alimenta il terrorismo integralista.

In conclusione, la lettura delle 330 pagine di "Perfect Soldiers" si rivela ancora utile nonostante il tempo trascorso dalla sua stesura (2003-2004) e pubblicazione (2005).

Il costo di copertina dell'edizione che abbiamo recensito (acquistata dall'Inghilterra) è di 12,99 sterline, ma il volume può essere facilmente reperito sul Web per una decina di euro.

19 commenti:

Luca da Osaka (ora in Tokyo) ha detto...

Tanto sappiamo che i complottisti non lo leggeranno, loro leggono solo cio che conferma le loro pazze teorie.

Giuliano47 ha detto...

@ Luca da Osaka

No: sappiamo che i complottisti lo leggeranno e se troveranno una virgola al posto di un punto e virgola, gettata li' come refuso di stampa, allora si appiglieranno a quella per screditare l'intero libro.

Stepan Mussorgsky ha detto...

I complottisti non leggono libri, la loro verità la estrapolano da Internet.

Anonimo ha detto...

"I complottisti non leggono libri, la loro verità la estrapolano da Internet."

Si, da youtube.

brain_use ha detto...

Purtroppo, quoto usa-free e Ice.

Ma non importa: il lavoro di debunking non si fa per i complottisti. Si fa per i normo-pensanti che si affidano alla ricerca storica e scientifica, per formarsi delle idee.

E, indipendentemente dall'aspetto "debunk", un libro da aggiungere alla scaletta delle letture Storiche.

Anonimo ha detto...

non è detto che siano tutti complottisti.
ci potrebbero essere anche dei troll complottisti.
La differenza è sottile. i primi credono (per fede) nelle stupidagioni che scrivono; i secondi fingono di crederci e imbastiscono dialoghi surreali allo scopo di burlarsi di noi.
i troll sono perniciosi e infestanti.

NeoProg ha detto...

Terry McDermott:
Unaltro che vuol far soldi da una tragedia.
Se non ci fosse stato l'11 settembre, molta gente sarebbe andata a zappare la terra.

Complottisti e non.

Henry62 ha detto...

Neoprog,
non discuto sulle motivazioni di McDermott, ma fra il voler far soldi e cercare pubblicità dicendo cose vere, svolgendo analisi e indagini in prima persona, e spacciare falsità scopiazzate in rete restando ben seduti davanti al proprio pc credo che esista anche una bella differenza dal punto di vista etico, o no?

NeoProg ha detto...

guarda che ormai, alla storia dei dirottattori ci crede pochissima gente.

Sergio Bibbò ha detto...

Allora bisognerebbe chiedere a McDermott, dato che ha tutte queste prove schiaccianti su Osama Bin Laden, come mai l'FBI sta ricercando Osama per altri attentati ma proprio quello dell'11 settembre non compare. FONTE:
http://www.fbi.gov/wanted/terrorists/terbinladen.htm
si parla solo che è sospettato di altri attacchi terroristici ma non si parla in particolare di quello che dovrebbe essere il più clamoroso.
No ... così tanto per sapere perché gli Stati Uniti hanno invaso Afghanistan e Iran.

Henry62 ha detto...

Neoprog,
che possa piacere o no, i quattro aerei vennero dirottati e mandati a schiantarsi contro obiettivi civili e militari: ci sono le evidenze dei tracciati, dei rottami, dei testimoni, dei resti dei passeggeri e degli equipaggi, le scatole nere, oltre che i danni agli edifici e i rilievi sulla scena del crimine...

Ovviamente per un sostenitore della teoria no-plane come te si tratta di tutte evidenze falsificate...

Anonimo ha detto...

"guarda che ormai, alla storia dei dirottattori ci crede pochissima gente."

NeoProg, sei giovane e forse nessuno te l'ha detto, ma dopo la nascita è necessario tirare la linguetta di attivazione dell'encefalo.
Fallo.

In certe questioni la fede è superflua. Sono i fatti che contano.
Pensa che mia madre, come molte altre persone, d'inverno dicono "Chiudi le finestre che entra il freddo!". Ovviamente la cosa non significa che William Thomson avesse torto.

Euelpide ha detto...

Neoprog. Che ci crede pochissima gente ne sei sicuro?? io ho notato un crollo di contatti e iscritti nei siti "complottisti" come loose change e luogocomune...e visto l'insuccesso della manifestazione di San Francisco dell'anno scorso del movimento "9-11 truth now" direi proprio il contrario. Se tutti credessero alla teoria no plane per esempio direi che i mondo sta andando a rotoli

Sergio Bibbò ha detto...

Sentite grazie per aver pubblicato il mio post e per la vostra risposta. Censuratori.

John ha detto...

Sergio, il tuo commento non è stato censurato. Ha solo atteso la coda di moderazione.

Gli Stati Uniti hanno invaso l'Iraq, non l'Iran.

Nessun terrorista è stato inserito nella lista dei ricercati, per i fatti dell'11 settembre.
Questi fatti sono considerati atto di guerra e non sono competenza di alcun tribunale civile, per cui non esiste un processo incardinato e i tribunali militari sono competenti a giudicare solo chi è già stato catturato, non chi deve ancora esserlo.
Questa è la ragione per cui l'FBI non l'ha inserito.

Anonimo ha detto...

Ancora con la storia dell'FBI? ma possibile che siete così tarati!?

Gli attentati dell'11/9 sono "ATTO DI GUERRA" e la cosa NON COMPETE i corpi di polizia.

brain_use ha detto...

La storiella dell'FBI che non ha incluso Bin Laden ecc, ecc... ritorna periodicamente.

D'altra parte, non se ne può neppure fare una colpa a un Sergio, lettore di passaggio, se neanche un Giulietto, che ha compiuto "lunghe ed approfondite ricerche" (ROTFL, ndr), ha avuto la compiacenza di leggere gli atti relativi.

E' chiaro che il "cospirazionista da bar" si limita a ripetere più o meno a memoria le teorie insulse che il "cospirazionista professionista" gli ha inculcato in testa a suon di rumors e "sembra", "pare", "si dice".

Giusto per completare il discorso, ricordo il programma Rewards For Justice, gestito direttamente dal Dipartimento di Stato americano, che offre una taglia di 25 milioni di dollari su "Usama Bin
Laden è ricercato in relazione agli attacchi dell’11 settembre 2001 contro
le torri gemelle e il Pentagono".

E che l'FBI ha più volte specificato di ritenere Osama pienamente responsabile degli attentati dell'11/9. Si veda la dichiarazione di Richard
Kolko in proposito.

Leonardo Salvaggio ha detto...

Sergio,

aggiungo che ci vuole un bel coraggio a ripresentarsi, come stai facendo, dopo essere scappato a gambe levate da una discussione nel quale hai preferito sparire piuttosto che ammettere di aver scritto una sciocchezza colossale.

Paolo Attivissimo ha detto...

Sergio,

le tue insinuazioni sulle presunte censure dei tuoi commenti sono estenuanti.

Non ti è ancora chiaro che se scrivi un commento d'insulto, non verrà pubblicato?

Ti verrei incontro pubblicando un disegnino esplicativo, ma purtroppo i commenti di Blogger non consentono di includere grafica.

In quanto alle tue lamentele per la lunghezza dei tempi di moderazione e/o pubblicazione, ripeto quello che ho già scritto altre volte: i commenti restano a volte in coda anche giorni, ossia fino a quando qualcuno ha tempo di occuparsene. Tutto qui.

Comunque, per tenere conto degli ottusangoli che ogni tanto si affacciano qui, lo aggiungo alle info sopra i commenti.