Si ricordano sia questo post riguardante le testimonianze che quest'altro sull'argomento molten metal (per lunghezza e varietà di argomenti sono stati separati).
GeoNews è una pubblicazione del Department of Geography at Hunter College of The City University of New York.
Il primo ottobre del 2001 pubblicò questo PDF in cui vengono indicate le mappe rilevate da Ground Zero.
Last spring, Hunter College's Center for the Analysis and Research of Spatial Information, or CARSI, introduced the NYCMap, an ortho-rectified photograph of the five boroughs of New York City accurate to within 18 inches. On September 11, the geographers at CARSI used this map to aid in the rescue effort at the World Trade Center (WTC) attack site, now commonly referred to as “Ground Zero”. Jeff Bliss, a research associate at the CARSI Lab, gave a timeline of the development, and explained how the visual spectrum, LIDAR (Light Detection and Ranging), and thermal imagery were brought into play to detect areas of possible collapse.
Per effettuare i soccorsi bisognava mappare le macerie dei crolli al fine di determinare i punti in cui ci sarebbero potuti essere degli assestamenti. Inoltre, la grande quantità di fumo prodotta dai vari incendi richiedeva un'accurata stima dei punti in cui dirigere gli idranti per contenere le fiamme.
La mappatura doveva essere eseguita in più giorni, al fine di tenere sott'occhio i progressi e di non mandare soccorritori su zone di pericolo.
This is known as emissive data, or heat being given off from the structure from underlying hot debris or molten steel. Smoldering is yet undetectable, because potential fires appear cold until they are exposed to air. The first thermal images produced began on September 16, and are repeated on two day intervals.
....
"We're also analyzing thermal imagery of the site to determine where fires may still be smoldering, and are monitoring the damage of every building and the progress of
debris removal," says Professor Ahearn.
Dall'immagine dell'evoluzione termica delle macerie salta subito all'occhio un particolare importante: le macchie di calore si sono spostate nell'arco delle settimane.
Per quanto si parli di molten steel, molten metal o termite, in tutti questi casi risulta molto difficile che a distanza di settimane vi sia uno spostamento orizzontale del materiale fuso. Nel tempo si sarebbe solidificato, non permettendo questo movimento, e non esiste forza che spinga in orizzontale un materiale fuso. Inoltre non vi è traccia di immagini che mostrino enormi placche di metallo solidificato traslato in orizzontale.
Notiamo inoltre la formazione di macchie isolate dopo il crollo senza che prima vi fosse rilevamento di calore.
Questo indica che la bonifica dei lavori come indicato nel post di Henry portava il rischio di formazione di nuovi focolai di incendio a causa della materiale combustibile presente.
La tecnica dell'ossitaglio é invece ideale per il taglio dell'acciaio, anche se uno degli effetti collaterali é l'ampia produzione di materiale incandescente, che, se non controllato, può provocare la nascita di focolai di incendio. link
Tale prova risulta contraria a tutte le teorie che prevedono un qualche composto fuso ad alta temperatura.
A maggior ragione sulle considerazioni eseguite si possono notare altre tavole in cui parametro di rappresentazione non è l'evoluzione nel tempo dei punti caldi delle macerie, ma la temperatura di questi.
Il PDF della MCEER, "Multidisciplinary Center for Earthquacke Engineering Research at the University at Buffalo State University of New York", discute dei vari sistemi utilizzati per rilevare dati volumetrici e temperature di Ground Zero, con spiegazione dei metodi di rilevamento adottati.
Riporta oltre alcune tavole indicanti l'evoluzione degli incendi
E una tabella indicante gli enti che hanno potuto sviluppare delle mappe di dati rappresentanti l'area.
Altre tavole sono fornite dall'ente USGS ed indicano le temperature stimate con il sistema AVIRIS il 16 settembre 2001
Vediamo quindi che il 16 settembre (in riferimento alla mappa di evoluzione delle temperature di GeoNews), cinque giorni dopo gli attentati, il sistema AVIRIS stimava l'esistenza di due soli punti oltre i 1000 Kelvin (1000K-273=727°C).
Sotto questa condizione diviene ancora più restrittiva l'ipotesi che vi sia stato uno spostamento di acciaio fuso o termite in orizzontale su Ground Zero (metalli a temperatura di fusione inferiore potevano trovarsi allo stato fuso, tuttavia spostamenti dei rilevamenti termici si hanno anche il 23 ed il 25 settembre).
Viene quindi logico pensare che la mappa realizzata sia un'indicazione precisa dell'evoluzione degli incendi delle macerie e dei Red Hot Debris (link, video).
Tali incendi hanno contribuito a indebolire gli elementi di acciaio, proprio come furono indebolite le strutture dall'incendio nei piani degli edifici, ed a creare le famose foto o video già visti e diffusi nel web.
Altre tavole di minor importanza per questo post sono qui di seguito.
La tavola di Earthdata indica le temperature presenti su Ground Zero il 18 ottobre 2001.
Vediamo che la temperatura massima presente è intorno ai 150°F (66°C circa).
Meno utili risultano le tavole del sito loc.gov, scattate rispettivamente il 16 settembre 2001, il 18 ottobre 2001 e il 12 febbraio 2002 perchè non riportano alcuna scala termica correlata ai colori.
Mi preme far notare che queste informazioni riguardo il molten metal ed i punti caldi nei detriti sono state considerate così pericolose e fastidiose per la cosiddetta spiegazione ufficiale degli avvenimenti dell'11 settembre che, nel febbraio 2002, si pensò di organizzare persino una mostra aperta al pubblico dedicata al tema delle rappresentazioni termiche e volumetriche di Ground Zero.
The Charting Ground Zero: Before and After exhibit opened its doors on February 1, 2002, at the Woodward Gallery, located in the heart of SoHo, New York. Known for specializing in beautiful, contemporary aesthetics and for offering a dynamic variety of unique paintings, sculpture and limited edition prints, for the month of February the gallery will put on view the cartographic efforts of the CARSI Lab at Hunter College. For the past several months since the attack on the World Trade Center, the Center for the Analysis and Research of Spatial Information (heretofore referenced as CARSI), ... by creating a series of maps that were used to forecast areas of possible collapse.
Il 23 settembre 2001 su questo argomento ci fu un articolo scritto da Kenneth Chang e pubblicato sul New York Times:
Other instruments on the EarthData plane are taking photographs and measuring thermal radiation emanating from the surface to track the underground fires. The fires, which warm the surface 30 degrees above surrounding areas, are still burning beneath the rumble of the two towers and 7 World Trade Center. The hot spots can flare up as debris is removed, endangering people at the site.
The fires spread outward on the first couple of days, but have since started to recede. "But they're still extensive," Mr. Logan said. link
Si rimanda al blog di Heny per degli esempi di incendio in tunnel.
Aggiornamento articolo 2-10-2007
Un esempio di come si possano raggiungere alte temperature anche senza una notevole presenza di ossigeno è rappresentato dalla tecnica di produzione del carbone da legna.
Si fa notare che la tabella rappresentante la diffusione dei punti caldi nelle macerie di Ground Zero non riporta i valori delle temperature, ma associa i colori ai giorni di campionamento.
Ciò significa che nelle aree descritte per giorno si sviluppano varie temperature superiori a quella ambiente e non del tutto omogenee come visibile per esempio nella tavola dell'USGS.
Tuttavia la tavola dell'USGS indica già il 16 temperature inferiori od uguali a 1000°C.
La tavola di EarthData mostra invece temperature di circa 66°C il 18 ottobre 2001 (5-6 settimane dopo gli attentati).
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