English abstract: the frequent claims that Al Qaeda is the name of a CIA database and was unknown before 9/11, and that Osama bin Laden was financially backed by the CIA are investigated. It turns out that the original source of these claims, often quoted even by prominent politicians, is a French conspiracy theorist. Legal papers, interviews and other documents dating as far back as 1989 prove instead that Al Qaeda was known well before 9/11 and that its name never stood for a database owned by the CIA or anyone else. CIA backing is denied by Ayman Al-Zawahri himself and other sources not tied to the US Government.
Quando si svolgono attività di studio e di ricerca sui fatti dell'11 settembre 2001, capita sovente di imbattersi in affermazioni ripetute e rilanciate su centinaia di siti, al punto che diventa quasi naturale pensare che le stesse rispondano a verità.
Molto spesso, però, quando si prende la briga di voler verificare tali affermazioni, si finisce per scoprire che la loro fondatezza è inversamente proporzionale alla loro diffusione e notorietà.
E' questo il caso dei presunti rapporti tra Al-Qaeda (la rete terroristica capeggiata da Osama bin Laden, responsabile degli attentati dell'11 settembre) e la CIA.
Un'affermazione frequente sull'argomento è quella secondo cui Al-Qaeda è un database della CIA:
"... Si è poi saputo che "Al-Queda", che infatti significa "la base", fosse il nome del database dato dalla CIA alla lista di guerriglieri arabi che avevano combattuto a fianco di bin Laden per cacciare i russi dall'Afghanistan, in un'operazione apertamente finanziata dalla CIA stessa."
(Massimo Mazzucco, regista, su Luogocomune)
"Al-Qaida, literally "the database", was originally the computer file of the thousands of mujahideen who were recruited and trained with help from the CIA to defeat the Russians..."
(Robin Cook, politico inglese, su The Guardian)
Un'altra affermazione largamente diffusa è quella per cui nessuno aveva mai sentito parlare di Al-Qaeda prima degli attentati del 2001:
"... di Al-Queda, la tentacolare organizzazione terroristica da lui fondata, fino al 12 Settembre 2001 nessuno aveva mai sentito parlare..."
"Dopo qualche giorno [dagli attentati] si scopre finalmente dell'esistenza di Al-Queda..."
(Massimo Mazzucco, regista, su Luogocomune);
"...nel 1998 Al Qaeda non esisteva ancora nemmeno nelle invenzioni del Pentagono"
(Massimo Fini, scrittore, su "Il Gazzettino", riportato da Disinformazione).
Risalendo tra le fonti, si scopre che proprio l'articolo pubblicato nel 2005 da Robin Cook sul giornale inglese The Guardian è quello che ha dato il via alla storia di Al Qaeda intesa come database della CIA.
Robin Cook (foto a destra) è stato ministro degli esteri britannico e si è dimesso in segno di protesta contro la presenza militare inglese in Iraq. E' morto per un infarto poche settimane dopo la pubblicazione dell'articolo, e questa circostanza ha subito attirato l'attenzione dei sostenitori delle teorie del complotto, come Maurizio Blondet, che nel novembre del 2005 riprendeva la vicenda su EffeDiEffe con un proprio articolo intitolato: "Al Qaeda? E' un database".
In realtà Robin Cook aveva a sua volta fatto proprio il contenuto di un testo pubblicato nella primavera del 2004 da Pierre-Henri Bunel sul giornale indiano World Affairs.
Bunel è un ex militare francese, e nel suo articolo egli sostiene che Al Qaeda era inizialmente il nome di un database utilizzato per le comunicazioni con i membri della Conferenza Islamica, organizzazione internazionale che riunisce una cinquantina di nazioni. Questo database sarebbe stato poi utilizzato come strumento di comunicazione fra gruppi terroristici ed enti governativi.
Gli scritti di Bunel possono essere consultati su FreedomForum, su GlobalResearch, su PolitiqueDeVie nonché sul suo sito DesordresMondiaux.
Una veloce ricerca ci porta a scoprire che Bunel ha collaborato con Thierry Meyssan, responsabile del network Voltaire.net e padre del cospirazionismo sull'11 settembre. In particolare, Bunel è autore di un'analisi che sostiene teorie alternative sull'attacco al Pentagono, integrata nel libro Le Pentagate, di Meyssan.
Nulla di nuovo sotto il sole, quindi: le fonti citate dai sostenitori di teorie complottiste risultano partire da... loro stessi.
I fatti sono invece ben diversi.
Già dal 5 novembre 1998 la Corte Distrettuale di New York aveva emesso un atto di accusa ufficiale contro Osama bin Laden, in cui si descrive dettagliatamente Al Qaeda e le sue attività:
Per tutto il periodo all'incirca dal 1989 fino al momento di questo atto d'accusa, ha operato un gruppo terroristico internazionale che si prefiggeva lo scopo di opporsi ai governi non islamici con la forza e la violenza... All'incirca dal 1989 fino ad oggi, il gruppo si autodefiniva "Al Qaeda" ("La base") . Dal 1989 fino al 1991 circa, aveva il proprio quartier generale in Afghanistan e a Peshawar in Pakistan. Intorno al 1992 i capi di Al Qaeda, incluso il suo "emiro" (o principe) Osama bin Laden qui accusato, e il suo comando militare si trasferirono in Sudan.
"At all relevant times from in or about 1989 until the date of the filing of this Indictment, an international terrorist group existed which was dedicated to opposing non-Islamic governments with force and violence... From in or about 1989 until the present, the group called itself "Al Qaeda" ("the Base"). From 1989 until in or about 1991, the group was headquartered in Afghanistan and Peshawar, Pakistan. In or about 1992, the leadership of Al Qaeda, including its "emir" (or prince) USAMA BIN LADEN the defendant, and its military command relocated to the Sudan..."
L'atto di accusa (indictment) traccia la storia dell'organizzazione e la sua diffusione a livello internazionale, nonché il ruolo di Osama bin Laden. L'indictment e altri documenti connessi possono essere scaricati dal sito della FAS.
Sempre nel 1998, Al-Qaeda ed Osama bin Laden sono citati in un decreto presidenziale emesso da Bill Clinton, in quanto elementi costituenti una minaccia nei confronti del processo di pace in Medio Oriente, nonché in un rapporto della CIA.
E' chiaro a questo punto che Al Qaeda era ben conosciuta non solo dai servizi segreti e governativi ma anche dai giudici almeno dal 1998 e non era certo un database, ma una vera e propria organizzazione terroristica.
Né è vero che di essa non si era mai parlato in precedenza: nel 1999 l'Emergency Response and Research Insitute, noto anche come ERRI, pubblicava il libro "Osama Bin Laden and Al-Qaeda: Compendium of Reports by the EmergencyNet News Service" in cui erano raccolti ben 17 articoli diffusi al pubblico sull'argomento tra il febbraio 1997 ed il febbraio 1999.
Semmai, la storia del "database" sembra richiamare l'origine del nome "Al Qaeda".
In lingua araba, Al Qaeda significa "La Base".
In questa intervista diffusa il 13 aprile 1999, il dissidente arabo Saad Al Fagih, poi risultato complice di bin Laden e della sua organizzazione terroristica (come testimoniano questa scheda e questa ordinanza del Consiglio Federale svizzero), ha spiegato che il termine è nato con riferimento alla base logistica di Peshawar (Pakistan) dove venivano registrati i nominativi dei volontari arabi ("20-30.000 persone") che venivano raggruppati in quella stessa base prima di essere avviati ai combattimenti in Afghanistan contro le truppe sovietiche. Al Fagih ha anche escluso che il nome "Al Qaeda", all'epoca, fosse utilizzato per indicare l'organizzazione capeggiata da bin Laden.
Un altro terrorista, Jamal Al-Fadl, arrestato e processato per aver partecipato agli attacchi sferrati da Al Qaeda contro alcune ambasciate americane in Africa, nel ricostruire la storia e la struttura dell'organizzazione, ha rivelato che essa nacque alla fine della guerra in Afghanistan, intorno al 1989. Le dichiarazioni di Al-Fadl possono essere scaricate dal sito CNS.
Il giornalista Peter Bergen (ripreso nella foto a destra, con la casacca blu, in occasione di un'intervista a bin Laden) esperto di terrorismo e di questioni riguardanti Al Qaeda, nel suo libro "The Osama bin Laden I Know: An Oral History of Al Qaeda’s Leader" (Free Press 2006) ha spiegato che alcuni documenti rinvenuti dalle autorità bosniache consentono di collocare la nascita ufficiale di Al Qaeda al 1988. Il giornalista ha confermato che Al-Qaeda era il nome di una base dell'organizzazione, e nel corso di un meeting fu deciso di conservare quello stesso nome per il nuovo gruppo terroristico che avrebbe raccolto l'eredità dei combattenti arabi in Afghanistan. Alcuni passaggi del libro possono essere consultati su TPMcafe.
Bergen scrive:
"Vi sono prove schiaccianti che Al Qaeda fu costituita nel 1988 da bin Laden assieme a un piccolo gruppo di militanti di analogo orientamento, e che quel gruppo si è poi evoluto in quella organizzazione globale riservata, disciplinata e sottoposta a Bin Laden che ha messo a segno gli attacchi dell'11 settembre. Le prove di ciò si rinvengono nei documenti citati in questo capitolo, rinvenuti in Bosnia nel 2002, e anche nelle interviste contenute in questo libro".
"There is overwhelming evidence that al Qaeda was founded in 1988 by bin Laden and a small group of like-minded militants, and that the group would eventually mushroom into the secretive, disciplined, global organization dominated by bin Laden that implemented the 9/11 attacks. That evidence can be found in the documents in this chapter, which were recovered in Bosnia in 2002, and can also be found in the interviews throughout this book".
Del resto, lo stesso Osama bin Laden, in un'intervista al giornalista Tayseer Alouni di Al-Jazeera, ha spiegato:
Il nome "Al Qaeda" fu deciso molto tempo fa in modo del tutto casuale. Lo scomparso Abu Ebeida El-Banashiri aveva organizzato i campi di addestramento per i nostri guerriglieri che andavano a combattere contro il terrorismo della Russia. Noi chiamavamo abitualmente il campo di addestramento con il nome "Al Qaeda" [che si traduce "la base"]. Ed è rimasto quel nome".
"The name "al Qaeda" was established a long time ago by mere chance. The late Abu Ebeida El-Banashiri established the training camps for our mujahedeen against Russia's terrorism. We used to call the training camp al Qaeda [meaning "the base" in English]. And the name stayed".
Abbiamo quindi una serie di fonti, diverse tra loro (esuli, giornalisti americani e arabi, terroristi in libertà e terroristi processati) che riferiscono tutte la stessa cosa: il nome Al-Qaeda nacque per indicare la base logistica creata a Peshawar negli anni '80 per raccogliere i guerriglieri arabi che accorrevano in Afghanistan per combattere contro i sovietici, e rimase a indicare l'organizzazione terroristica capeggiata da bin Laden e creata alla fine di quella guerra.
La storia del "database della CIA" è solo un'invenzione del complottista Bunel, così come è del tutto falso che nessuno sapesse di Al Qaeda prima del 2001.
Anche la convinzione diffusa che Al Qaeda e bin Laden siano stati creati e finanziati dalla CIA è un falso.
Oltre alle smentite ufficiali, lo conferma persino Ayman al-Zawahiri, numero due di Al Qaeda, che nel suo libro Knights Under the Prophet's Banner e in un'intervista rilasciata al giornalista Robert Fisk ha dichiarato:
Mentre gli Stati Uniti hanno appoggiato il Pakistan e le fazioni dei mujahideen [afghani] fornendo loro soldi ed equipaggiamenti, i rapporti fra gli Stati Uniti e i giovani mujahideen arabi erano del tutto diversi... La verità che tutti dovrebbero conoscere è che gli Stati Uniti non hanno dato un solo centesimo in aiuto ai mujahideen [arabi]..."
"While the United States backed Pakistan and the mujahidin factions with money and equipment, the young Arab mujahidin's relationship with the United States was totally different... The truth that everyone should learn is that the United States did not give one penny in aid to the mujahidin..."
Il già citato giornalista Peter Bergen ha dichiarato in un servizio della CNN:
La storia di bin Laden e della CIA - quella secondo cui la CIA ha finanziato o addestrato bin Laden - è semplicemente una leggenda popolare. Non c'è alcun riscontro di ciò. In effetti, ci sono davvero poche cose sulle quali bin Laden, Ayman Al-Zawahiri e il Governo USA concordano. Tutti loro concordano che non ci fu alcuna collaborazione negli anni '80. Del resto non ve n'era necessità. Bin Laden aveva il denaro che gli occorreva, era anti-americano e operava segretamente e in modo indipendente. La verità è che la CIA non aveva realmente cognizione di chi fosse questo personaggio fino al 1996, quando creò un'unità per iniziare davvero a seguirne i movimenti.
The story about bin Laden and the CIA -- that the CIA funded bin Laden or trained bin Laden -- is simply a folk myth. There's no evidence of this. In fact, there are very few things that bin Laden, Ayman al-Zawahiri and the U.S. government agree on. They all agree that they didn't have a relationship in the 1980s. And they wouldn't have needed to. Bin Laden had his own money, he was anti-American and he was operating secretly and independently. The real story here is the CIA didn't really have a clue about who this guy was until 1996 when they set up a unit to really start tracking him.
E' evidente che il mito di Al Qaeda e di bin Laden finanziati dalla CIA si fonda solo sulla confusione tra i Mujahideen (combattenti islamici) afghani e quelli provenienti dai paesi arabi. Mentre i primi furono effettivamente aiutati dalla CIA, i secondi erano reclutati e finanziati da Osama bin Laden.
Sfruttando l'origine del nome di Al Qaeda, la confusione tra mujahideen afghani e arabi, la scarsa familiarità dei mass media e del grande pubblico con queste tematiche prima del 2001 e ricorrendo a "fonti" fasulle, i sostenitori delle teorie complottiste sono riusciti a creare il diffuso convincimento che Al Qaeda sia solo un database creato dalla CIA e che lo stesso Osama bin Laden sia stato sul libro paga della medesima agenzia.
Questo convincimento è poi strumentale a mettere in discussione le rivendicazioni di Al Qaeda e di bin Laden relative ai fatti dell'11 settembre 2001 nonché a sostenere la teoria dell'auto-attentato.
La realtà, come abbiamo visto, è completamente differente.
12 commenti:
Gran bel articolo!
Vi segnalo anche questo articolo interessante e poco conosciuto:
http://media.www.michigandaily.com/media/storage/paper851/news/2003/09/18/News/Spain.Indicts.Bin.Laden.For.Attacks-1418654.shtml
dove emerge che anche fuori dagli USA sono state fatte indagini ed è stato indicato OBL come ispiratore degli attacchi del 9/11.
Ciao
Grazie Henry. Articolo interessante, perchè nella pianificazione dell'11 settembre la Spagna è stata utilizzata come luogo di incontro tra Atta e Binalshibh e già nel novembre del 2001 era stato arrestato Yarkas, poi condannato a 27 anni di prigione (se ne parla su Crono911 nella sezione "Niente Processi").
Interessante anche perchè tra i nomi degli arrestati compare quello del giornalista Tayssir Alouni, che è citato in questo stesso post per la sua intervista a Bin Laden.
Non mi è ancora chiaro se la notizia secondo cui Bin Laden fu addestrato (non finanziato) dalla CIA, in illo tempore, poggia su qualche dato riscontrabile o meno.
Bell' articolo, John.
Essere riuscito a mettere insieme tutte queste fonti poco conosciute è una bella cosa.
TRa l' altro, Al Qaeda era già stata accusata (e in seguito condannata) per il coinvolgimento negli attentati alle ambasciate Usa in Kenya e Tanzania del 1998 e dell' attacco alla nave Uss Cole in Yemen,sempre quell' anno.
Che poi la gente non se lo ricordi (Mazzucco compreso) è un altro discorso.
x axlman
Onestamente è la prima volta che sento parlare di Bin Laden "addestrato" dalla CIA.
Nè penso che Bin Laden sia mai stato addestrato da chicchessia, giacchè non stiamo parlando di un semplice guerrigliero ma di un leader ideologico.
Considerato che ha messo su un'organizzazione che addestrava e addestra i guerriglieri, se proprio aveva necessità di imparare qualcosa poteva tranquillamente fare affidamento sugli istruttori alle proprie dipendenze.
E' persino in dubbio se Bin Laden sia mai stato personalmente in prima linea. I suoi fedelissimi sostengono che più di una volta si è trovato sotto il fuoco nemico scampando miracolosamente ai colpi di artiglieria che gli cadevano a pochi metri di distanza, ma qui siamo nel campo della leggenda, del mito e del misticismo.
È una delle tante sparate che avevo letto, sinceramente non ricordo neanche più dove, ma sono certo di non essermela inventata.
Veramente è la sparata che salta fuori automaticamente ogni qual volta si fa notare ad un complottista che Bin Laden ha più volte rivendicato gli attentati in diversi messaggi.
Scusa axlman, sono stato poco chiaro io. Non mi riferivo a te, ma proprio a quello che dice Bergen nel testo che ho riportato:
"La storia di bin Laden e della CIA - quella secondo cui la CIA ha finanziato o addestrato bin Laden..."
Io ho sentito spesso la storia di Bin Laden finanziato, ma è la prima volta che sento parlare di Bin Laden "addestrato".
:-)
Complimenti per l'articolo John.
Io invece ne avevo sentita un'altra, non ricordo più dove, in cui Osama Bin Laden diceva che Al-Quaeda era un database da lui stesso ideato in cui erano presenti sia i nomi dei guerriglieri che quelli dei nemici dell'islam negli USA e negli stati occidentali filoamericani.
Se ne sentono tante...
In questo articolo, oltre le fonti di Internet non ce ne sono altre?
La guerra in Afghanistan, 1979/1
1989?
Prima di prendere come oro colato le fonti di Internet, sarebbe anche meglio leggere libri cartacei, quale "Una guerra Empia - La CIA e l'estremismo islamico" di John Cooley, soprattutto il capitolo "Reclutatori, istruttori, allievi e spie assortite" (pg. 135)
"Il libro documenta poi come la jihad afgana abbia favorito l'incremento della produzione di droghe e, negli ultimi tempi, fino al 1998, abbia messo nelle mani dei talebani vittoriosi il potere di bloccare o di incrementare questa produzione. Quantità tanto massicce di marijuana, di oppio, di semilavorati del papavero e di eroina non avevano mai raggiunto gli spacciatori, i drogati adulti, i bambini e le popolazioni dell'Occidente come alla fine degli anni Novanta. E questa è in gran parte una conseguenza diretta della «guerra santa» condotta dalla CIA tra il 1979 e il 1989.
La dipendenza da droghe prodotte localmente, favorita da chi, nella CIA e altrove, considerava i profitti di questo commercio una proficua fonte di finanziamento della guerra, ha prodotto devastazioni mai viste tra i ranghi dell'Armata Rossa prima e poi nella società sovietica. Il fenomeno ha avuto forse dimensioni maggiori di quello che ha portato alla dipendenza delle droghe tanti soldati americani durante il conflitto nel Sudest asiatico, in una sorta di contrappasso dopo che la CIA ne aveva favorito in qualche modo il commercio. Con l'aiuto di storici russi, di viaggiatori e giornalisti che hanno scritto sull'argomento negli ultimi vent'anni, l'autore ha cercato di ricostruire le modalità con cui i narcotici sono penetrati e si sono diffusi all'interno dell'ex Unione Sovietica. Gli enti antinarcotici degli Stati Uniti avevano previsto il pericolo che rappresentava per la società occidentale una politica che voleva utilizzare le droghe a fini bellici. Ma la CIA, che finanziava in prima persona la «guerra per procura», ha avuto chiaramente la meglio sui tentativi di mettere un freno al narcotraffico.
Le droghe, i lutti, le diserzioni, i ricordi traumatici delle atrocità commesse e subite: tutto questo ha reso in Russia ancor più amara l'umiliazione della sconfitta, ha contribuito a minare il morale della popolazione civile e dell'esercito, ha accelerato le defezioni e la disgregazione dell'ex impero sovietico nell'Asia centrale e sudorientale, dal Kazakistan al Caucaso. Nell'esercito il dilagare della prepotenza, del nepotismo e della corruzione nel corso della guerra e nel dopoguerra, ha portato alla distruzione di ogni spirito di corpo. Il graduale collasso delle forze armate ha indotto il presidente Boris Eltsin (1991-2000) e i suoi consiglieri a interventi disastrosi, come la guerra contro i separatisti islamici in Cecenia e altri conflitti di minore portata nella regione del Caucaso.
Una volta che i russi se ne sono andati e gli americani hanno voltato le spalle alle rovine dell'Afganistan, le armi e tutto il materiale fornito dalla CIA ai combattenti sono ricomparsi in gran quantità nelle mani dei ribelli del Kashmir che combattono per l'indipendenza dall'India, sostenuti dall'ISI pakistano, e di altri dissidenti in India. Ma dopo la ritirata dei russi, l'obiettivo principale di quanti sostengono la violenza nel movimento islamico è diventata l'America stessa. Questo libro, nel capitolo conclusivo, racconta come il germe della violenza, nato nel Sudest asiatico, si muove ora all'attacco degli Stati Uniti. L'inizio di questo attacco è segnato dall'attentato al World Trade Center di New York nel febbraio 1993, da quello tallito, che avrebbe dovuto fare migliaia di vittime e destabilizzare del tutto la vita nella metropoli americana, nel giugno 1993, dal primo attacco alla sede della CIA a Langley e da un piano che prevedeva di distruggere almeno undici aerei di linea americani in un solo giorno. L'organizzazione di bin Laden, al-Qaida, diretta dalla sua roccaforte in Afganistan dopo il forzato abbandono del Sudan nel 1996, si è poi data ad attacchi massicci al personale e alle sedi estere degli Stati Uniti.
Le due ambasciate americane di Nairobi e di Dar-es-Salaam distrutte il 7 agosto 1998 e gli attentati falliti nel corso dell'estate e dell'autunno di quell'anno a Kampala, Bangkok e Tirana sono indizi della crescente globalizzazione e privatizzazione delle attività terroristiche nei confronti degli Stati Uniti. L'attacco era portato in gran parte dagli ex alleati della jihad afgana e da gente che da questi era stata addestrata e ad essi si ispirava. Il presidente Clinton, evidentemente ansioso di distogliere l'attenzione dalle sue vicende sentimentali, fin troppo pubblicizzate, con la giovane stagista della Casa Bianca Monica Lewinsky (che avevano indotto, nell'inverno di quell'anno, la maggioranza repubblicana del Congresso a chiederne l' empeachment), il 20 agosto 1997 aveva ordinato un attacco missilistico di rappresaglia al campo di addestramento dei talebani in Afganistan, utilizzato degli uomini di bin Laden, e a una fabbrica di prodotti chimici, probabilmente innocua, di Khartoum. Questi raid, partiti da lontano, hanno gettato altra benzina sul fuoco di una situazione internazionale già resa critica dalla recessione economica.
Che relazione c'è tra tutto questo e i primi flirt, la love story e il breve matrimonio tra gli Stati Uniti e gli estremisti islamici? Per un verso gli Stati Uniti e gli altri Paesi occidentali si trovano davanti all'ovvia esigenza di distinguere tra una minoranza di estremisti e l'Islam, una delle principali religioni monoteistiche del mondo, che conta forse un paio di miliardi di credenti. Le forze oscure, settarie e medievali rappresentate esemplarmente da un movimento come quello dei talebani, creato dai pakistani, o dal gelido odio delle reti terroristiche internazionali, sono nate anche dagli errori di giudizio e dalle scelte politiche sbagliate dell'Occidente. Le conseguenze della guerra per procura del 1979-89 nell'Asia meridionale contro la potenza sovietica ormai allo stremo mettono in evidenza gli sbagli grossolani nella progettazione e nella conduzione del conflitto. Non c'è dubbio che gli anni Novanta siano segnati dallo spettacolare arretramento del comunismo. Si può rallegrarsene. Ma il mondo dovrà subire tragedie ancora peggiori se gli Stati Uniti e il resto del mondo occidentale, nel ventunesimo secolo, non saranno più cauti nella scelta degli alleati. Soprattutto, non si dovrà cadere nella trappola nefasta di chi vuole rimpiazzare la fede secolare nel comunismo, ormai morente, con la fede religiosa dell'Islam quale avversario diabolico che deve essere sconfitto."
Vorador, che Stati Uniti abbiano spesso e volentieri scelto di fare una politica estera arrogante e dissennata nessuno lo mette in dubbio, ma non vedo, nel tuo lungo copincolla, un solo fatto che provi che quel giorno di sei anni fa gli attentati non siano andati come descritto dalle fonti "ufficiali".
E cioè con 19 dirottatori che si sono impadroniti di quattro aerei di linea e li hanno usati come missili, riuscendo nello loro impresa in tre casi.
Prima di prendere come oro colato le fonti di Internet, sarebbe anche meglio leggere libri cartacei...
Questa è bella, non l'avevo ancora letta.
Una fonte è una fonte, indipendente dal supporto su cui essa è riportata. Poi bisogna vedere se è valida oppure no, e quelle su carta stampata non hanno diritti di privilegio su quelle via Internet.
Ma se è questa l'obiezione, allora contro-obietto che un libro è solo un parto di chi l'ha scritto, e gli unici documenti e fonti valide sono quelle autenticate con timbri e firma di un pubblico ufficiale o con una dichiarazione giurata.
Oppure potrei contro-obiettare che anche i libri di Popular Mechanics e di Fouda sono libri scritti, e molto meglio referenziati di quello qui copia-incollato.
Cosa scrive tizio o caio ha un valore estremamente relativo. Quello che conta è vedere quali sono le fonti e le documentazioni che supportano quegli scritti.
E da questo punto di vista il libro di Cooley non sembra documentare alcunchè. Peraltro Cooley è autore ben noto per le sue simpatie e i suoi contatti con certi ambienti palestinesi, e in particolare con Fatah, ed è da sempre un accanito "nemico" di Israele.
Non mi pare proprio una fonte molto equilibrata e imparziale.
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