2006/06/30

FAQ 3.1: Le Torri Gemelle - La “versione ufficiale"

di Paolo Attivissimo, con il contributo di tutti gli autori di Undicisettembre. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. La data di pubblicazione è fittizia per esigenze di riordino del blog.

Queste sono le risposte sintetiche ai dubbi più ricorrenti a proposito degli attentati contro le Torri Gemelle del World Trade Center (WTC) dell'11 settembre 2001. Per gli approfondimenti si possono leggere gli articoli indicati nei link qui sotto o si può cercare in questo blog usando la casella di ricerca qui a destra.


3.1. La "versione ufficiale"

3.1.1. Qual è la "versione ufficiale" del crollo delle Torri Gemelle?


È sbagliato parlare di "versione ufficiale": dà l'impressione che si tratti di una velina di governo. Esiste invece una dettagliatissima ricostruzione tecnica dei fatti, svolta dagli esperti del National Institute of Standards and Technology o NIST, firmata da ingegneri strutturisti ed esperti di metallurgia ed accettata dai loro colleghi di tutto il mondo. Questa ricostruzione tecnica documenta quanto segue.

L'impatto degli aerei di linea trapassò la struttura, interamente in acciaio (senza elementi strutturali in cemento armato), e tranciò un numero significativo di colonne portanti, asportò il rivestimento antincendio delle colonne d'acciaio nella zona trapassata e riversò dentro ciascuna delle torri oltre 30.000 litri di carburante.

Le Torri sopportarono l'urto, ma non il successivo incendio. Il carburante prese fuoco ed innescò la combustione del contenuto delle torri su vari piani, colando anche lungo i vani degli ascensori per innescare incendi anche più in basso. Il carburante in sé si esaurì in poco più di una decina di minuti, ma gli incendi proseguirono perché alimentati dal materiale infiammabile all'interno delle Torri Gemelle: arredi, rivestimenti, carta, persone.

Gli incendi (che normalmente, in edifici adibiti a residenza o uffici, raggiungono temperature di 1000°C, come da norma antincendio ISO 834) non fusero le colonne portanti: l'acciaio fonde a temperature superiori (da 1300°C circa in su, a seconda del tipo). Le fecero ammorbidire, facendo perdere loro gran parte della loro capacità di carico: l'acciaio non protetto, infatti, inizia a indebolirsi a circa 400°C e perde circa il 50% della propria resistenza a 600°C. A 980°C ha meno del 10% della resistenza iniziale. Temperature di 500°C sono considerate "critiche" per l'acciaio strutturale dai Vigili del Fuoco italiani. Gli incendi poterono agire direttamente sull'acciaio perché gli impatti degli aerei avevano asportato il suo rivestimento antincendio.

La struttura iniziò a cedere esattamente in corrispondenza degli incendi e degli impatti. Qui il calore degli incendi deformò i solai, facendoli incurvare verso il basso, e i solai tirarono verso l'interno le colonne strutturali delle facciate (fatti documentati fotograficamente). La deformazione delle colonne di facciata superò abbondantemente il metro. Le colonne piegate e surriscaldate non poterono più reggere il carico dei piani sovrastanti e cedettero, innescando il crollo.

Le immagini dimostrano che i solai non si accatastarono prima del crollo, innescandolo, come ipotizzato inizialmente, ma soltanto dopo e parzialmente.

La parte superiore delle torri precipitò su quella sottostante, agendo inizialmente come un maglio ma disgregandosi progressivamente e trasformandosi in una valanga di macerie.

I piani sottostanti opposero resistenza, allungando i tempi del crollo rispetto a quelli di caduta libera (i filmati documentano una durata di almeno 16 secondi, rispetto ai circa 9 di una caduta libera equivalente). Tuttavia la struttura, pensata per reggere un carico statico, non poteva reggere il carico dinamico della massa di macerie in caduta (inizialmente 14 e 29 piani per il WTC1 e 2 rispettivamente), e il crollo proseguì fino a terra.

Le colonne centrali non crollarono subito insieme al resto dell'edificio: rimasero in piedi per qualche decina di secondi dopo il crollo, formando le cosiddette "guglie", alte circa 200 metri.

Come mostra la distribuzione delle macerie, le Torri Gemelle crollarono aprendosi a petalo, non in perfetta verticale, ma con una componente laterale prodotta dalla spinta in fuori della massa di macerie in caduta, e proiettando pezzi fino a 170 metri di distanza.