Queste sono le risposte sintetiche ai dubbi più ricorrenti a proposito del Volo 77, il Boeing 757 dirottato e lanciato contro il Pentagono alle 9:37 dell'11 settembre 2001. Per gli approfondimenti si possono leggere gli articoli indicati nei link qui sotto oppure si può cercare in questo blog usando la casella di ricerca qui a destra.
2.3. La manovra e l’impatto
2.3.1. Thierry Meyssan dice che negli aerei di linea, il carrello scende automaticamente sotto una certa quota; come mai nessun testimone lo ha visto scendere e nel prato del Pentagono non ci sono i solchi dei carrelli o i loro rottami?
Perché il carrello a discesa automatica è una delle tante stupidaggini tecniche inventate dai complottisti: chiedetelo a qualunque pilota di linea (dettagli).
2.3.2. Secondo la versione ufficiale, l'aereo fece una virata strettissima ad alta velocità, in pochi secondi, ma questo è impossibile per un aereo di linea: come la mettiamo?
In realtà la “versione ufficiale” (che non è una velina di governo ma è l’insieme dei tracciati radar, delle testimonianze dei controllori di volo e dei dati delle scatole nere) dice la manovra durò oltre due minuti e fu larga dieci chilometri (dettagli; altri dettagli). I complottisti barano, accelerando i filmati anche di dieci volte, per farla sembrare velocissima (dettagli).
Inoltre un pilota professionista intervistato da Undicisettembre ha confermato che la manovra compiuta da Hanjour non ha nulla di atipico ed è perfettamente plausibile anche per un pilota con la sua scarsa esperienza.
Del resto, perché mai gli organizzatori dell'ipotetica messinscena sarebbero stati così stupidi da includere nella versione ufficiale una manovra impossibile, che qualsiasi pilota avrebbe saputo sbugiardare?
2.3.3. È impossibile per un aereo di linea volare rasoterra: come può essere successo al Pentagono?
Non è affatto vero che è impossibile: i piloti volano rasoterra spessissimo durante le manifestazioni aeree, usando aerei di linea, e non c'è nessun motivo tecnico per non poterlo fare (foto; dettagli; esempi di voli radenti). È ovvio che è una manovra pericolosa, e chi non la sa fare bene si schianta. Che fine ha fatto, appunto, l'aereo al Pentagono?
2.3.4. Va bene, i piloti esperti sanno volare rasoterra con un aereo di linea, ma come è possibile che ci sia riuscito un pilota dilettante?
I piloti esperti volano rasoterra senza sfracellarsi. Il dirottatore del Volo 77, invece, si schiantò. Il suo non fu un volo rasoterra, ma una discesa progressiva fino a schiantarsi. Il tratto radente del suo volo durò circa 1,3 secondi. A 850 km/h ci vollero infatti solo 1,3 secondi per coprire la distanza di 311 metri fra il lampione abbattuto più lontano e la facciata colpita del Pentagono.
2.3.5. Come è possibile che l'aereo abbia volato rasoterra e scavalcato la collina che c'era lungo il percorso, se era pilotato da un dilettante?
In realtà non c'è nessuna collina lungo la traiettoria seguita dall'aereo. L'intera questione della collina è stata partorita da cospirazionisti che non si sono neanche presi la briga di andare sul posto a vedere cosa c'è (nostro sopralluogo del 2009, nostro sopralluogo del 2023).
2.3.6. Come è possibile che un pilota dilettante riesca a colpire con così tanta precisione un edificio?
Non è detto che volesse colpire quel preciso punto del Pentagono. Il Pentagono ha lati di 281 metri e ha una larghezza massima di quasi mezzo chilometro: ai dirottatori andava bene colpirlo in un punto qualsiasi. Se sono riusciti a centrare le Torri Gemelle, ben più strette (64 metri), perché non possono essere riusciti a centrare una struttura enorme come il Pentagono?
E a proposito di precisione, non bisogna dimenticare che l'aereo non ha colpito direttamente la facciata: l'ha raggiunta dopo aver prima colpito cinque lampioni, un generatore, una recinzione, un muretto, un ufficio mobile e un albero.
2.3.7. Allora perché dei piloti di linea italiani hanno detto, in uno Speciale TG1 della Rai, che la manovra al Pentagono era difficilissima?
Perché parlavano della difficoltà di colpire il Pentagono in un punto preciso: cosa che i dirottatori non hanno fatto, colpendo un punto qualsiasi di una facciata larga 281 metri.
Lo Speciale TG1 in questione è quello del 19 febbraio 2006, nel quale i comandanti Claudio Galavotti (Alitalia) e Giancarlo Tedeschi (Blue Panorama) hanno in realtà detto che "il fatto di arrivare su un punto preciso e non avere nessun segno sul terreno prima dell'impatto è veramente una cosa fortunosa" (Galavotti) e che "è stato abbastanza fortunoso colpire il Pentagono in quel punto e che se non fosse per la fortuna, fra virgolette, è stata veramente una cosa difficilissima" (Tedeschi).
Inoltre il comandante Tedeschi dice nella medesima trasmissione: "abbiamo simulato con un tecnico di terra della nostra compagnia, al simulatore, la stessa manovra [...] con un pilota che aveva l'esperienza, grosso modo, di uno degli attentatori; quindi esperienza di piccoli aeroplani [...] Colpirlo lì, ripeto, è un compito veramente abbastanza difficile."
Entrambi, dunque, specificano che sarebbe stato difficile colpire in un punto preciso. Non solo: nessuno dei due dice che sarebbe stato impossibile. Difficile e fortunoso, sì; ma non impossibile (dettagli).
2.3.8. Perché i dirottatori piloti scelsero di colpire una facciata del Pentagono, invece di colpire una sua parte più centrale, più facile da raggiungere, dove avrebbe fatto più danni?
In realtà non sappiamo se i dirottatori piloti scelsero di colpire una facciata: non ci hanno lasciato spiegazioni dettagliate dei loro piani.
Possiamo soltanto fare congetture: per esempio, sappiamo che far precipitare un aereo di linea dall’alto sul Pentagono sarebbe stato più difficile (perché questo tipo di aereo tende ad opporsi aerodinamicamente a questo genere di manovra), mentre una traiettoria lineare quasi orizzontale come quella seguita dai dirottatori sarebbe stata più semplice, dato che si trattò in sostanza di una discesa di atterraggio ad alta velocità che si concluse contro un edificio (dettagli).
Ricostruzione in scala della traiettoria d’impatto (dettagli). |
Un'altra ipotesi è che cercando di colpire il Pentagono al centro avrebbero rischiato di far schiantare l'aereo nel cortile centrale, facendo meno danni e meno vittime di quanti ne abbiano effettivamente fatti colpendo uno dei lati. Del resto ai terroristi interessava centrare un punto qualsiasi del Pentagono, purché abitato, e non è detto che abbiano scelto quella facciata per un motivo specifico: tanto i danni e i morti sarebbero stati comunque tantissimi e lo scopo dell’attentato sarebbe stato raggiunto lo stesso.
2.3.9. Ma Hani Hanjour, il dirottatore pilota, a detta dei suoi istruttori, non era un incapace?
Niente affatto. L'istruttore Eddie G. Shalev, della Congressional Air Charters di Gaithersburg, nel Maryland, ha testimoniato che era un buon pilota, forse con preparazione di tipo militare, per il modo in cui usava i riferimenti a terra (dettagli).
L'istruttore Marcel Bernard, del Freeway Airport, lo definì un pilota nella media o sotto la media, ma in ogni caso sicuramente in grado di puntare un aereo di linea contro un edificio e di colpirlo (dettagli).
Altri suoi istruttori lo giudicarono male, ma occorre tenere presente che i criteri di un istruttore (che mira a creare piloti capaci di gestire decolli e atterraggi, comunicazioni radio, maltempo ed emergenze) sono molto differenti dai criteri di un dirottatore (che deve saper uccidere a sangue freddo i piloti dopo che l'aereo è decollato ed è arrivato in quota, impostare il pilota automatico verso la destinazione e manovrare l'aereo manualmente solo per gli ultimi minuti senza alcuna cura per la sorte dei passeggeri e la propria).
Inoltre Hanjour si addestrò al pilotaggio di aerei di linea presso il CRM Airline Training Center di Scottsdale, la JetTech e la Pan Am International Flight Academy di Phoenix (dettagli). Aveva iniziato a frequentare corsi di pilotaggio negli Stati Uniti nel 1996 (dettagli).
2.3.10. Ma non potrebbe essere stato un missile al posto di un aereo?
No. Nessun testimone ha detto di aver visto un missile. Alcuni hanno paragonato il rumore dell'aereo a quello di un missile. Ma hanno tutti detto di aver visto un aereo (v. la sezione "I testimoni").
Inoltre un missile Cruise, per esempio, è lungo sei metri, contro i 47 di un Boeing 757. Non si può confondere un missile con un aereo di linea, perché la differenza è vistosissima, come si vede in questo grafico in scala:
Non solo: davanti alla breccia d'impatto ci sono un albero decapitato, un palo danneggiato di una telecamera di sorveglianza del traffico e cinque lampioni abbattuti. Sono disposti lungo una fascia larga 26 metri, lungo la traiettoria d'impatto. Come potrebbe un missile colpire lampioni così spaziati?