2007/04/11

11 settembre: i miti da smontare - Informazioni di supporto

di Paolo Attivissimo

Nel primo trimestre del 2007, insieme al gruppo Undicisettembre ho tradotto e adattato in italiano, per la rivista Altreconomia e l'editore Terre di Mezzo, il libro Debunking 9/11 Myths, curato da David Dunbar e Brad Reagan e scritto dalla redazione della nota rivista Popular Mechanics (ne vedete la copertina qui accanto).

L'edizione italiana, intitolata 11 settembre: i miti da smontare, è stata presentata il 15 aprile 2007. Per consentire al lettore italiano il riscontro e l'approfondimento della documentazione presentata nel libro e fornire la massima trasparenza, sono raccolti qui alcuni dati di supporto.

I proventi di questo libro non vanno a Undicisettembre, che ha ricevuto solo il normale compenso di una traduzione tecnico-letteraria.

Immagini esplicative

Certi concetti tecnici espressi nel testo possono risultare poco chiari in assenza di immagini, per cui vengono pubblicate qui alcune fotografie supplementari che facilitano la comprensione del libro.

Schema dei solai compositi delle Torri Gemelle. Fonte: NIST.
Legenda: concrete = calcestruzzo; metal deck = lastra in metallo; bridging truss = travatura reticolare di connessione; main truss = travatura reticolare principale.

Variazioni editoriali e correzioni

L'originale inglese di Debunking 9/11 Myths conteneva una prefazione del senatore americano John McCain, sostituita da una prefazione della redazione di Altreconomia nell'edizione italiana.

Il testo originale conteneva inoltre alcuni errori d'impaginazione e tecnici, che non ne inficiano i concetti generali ma vanno comunque chiariti e corretti. Sono stati inoltre apportati alcuni cambiamenti alla struttura del testo che vanno segnalati per chiarezza e trasparenza.
  • Pagina 20 dell'originale (42 dell'edizione italiana), sezione "No Stand Down Order" ("Nessun ordine di non intervento: lo stand down"): nell'originale, Yates è indicato come unico analista di Jane's, ma in realtà è uno dei tanti. La traduzione italiana rispecchia questo fatto.
  • Pagina 25 dell'originale (46 dell'edizione italiana), sezione "Military Intercepts" ("Le intercettazioni militari"): il testo originale descrive le zone d'intercettazione ADIZ usando il termine "offshore", che letteralmente significa "al largo delle coste". Tuttavia, durante le verifiche effettuate per l'adattamento italiano, si è notato che una di queste ADIZ, peraltro fondamentale nella lotta contro il traffico di droga citata nel testo, comprende il confine tra USA e Messico, che è chiaramente un confine terrestre, per cui si è preferito aggiungere una precisazione in tal senso. I dettagli sono consultabili presso Femppa.org.
  • Pagina 34 dell'originale (53 dell'edizione italiana), sezione "Widespread Damage" ("Danni estesi"): il testo originale afferma che Benetatos fu uno dei primi a intervenire nella Torre Nord e che Jules Naudet lo seguì nell'atrio d'ingresso. In realtà Benetatos ricevette l'ordine di stare di guardia in caserma e andò al WTC soltanto in seguito. Jules Naudet seguì un altro pompiere, il capitano Pfeifer.
  • Pagina 75 dell'originale (85 dell'edizione italiana), capitolo "Flight 93" ("Il Volo 93"): il testo originale parla di un annuncio di una bomba a bordo fatto dal dirottatore pilota alle 9:39, mentre a pag. 19 dell'originale (40 dell'edizione italiana) l'annuncio della bomba è indicato alle 9:32. Non si tratta di un errore: Ziad Jarrah, il dirottatore pilota, fece due annunci distinti. Li fece entrambi per errore: credeva di parlare con i passeggeri tramite l'interfono, ma in realtà parlava sulle frequenze radio del controllo del traffico aereo.
  • Pagina 85 dell'originale (94 dell'edizione italiana), sezione "Cell-Phone Calls" ("Telefonate dai cellulari"): Il testo originale afferma che il passeggero Tom Burnett effettuò tre chiamate dal proprio cellulare. Secondo il libro Among the Heroes di Jere Longman, che è la fonte citata da Popular Mechanics, Burnett fece in totale quattro chiamate dall'aereo, di cui soltanto la prima (ore 9:27, pag. 107) e la terza (ore 9:45, pag. 111) sono specificate come chiamate cellulari; la seconda (ora non precisata) è indicata come chiamata da Airfone (telefono di bordo), mentre per la quarta (9:54) non è specificato il tipo di telefono. E' quindi possibile, ma non documentato dalla fonte citata da Popular Mechanics, che anche la quarta telefonata sia stata effettuata con un cellulare: questo porterebbe il numero di chiamate cellulari di Burnett a tre, come affermato appunto da Popular Mechanics. Per contro, la documentazione del processo Moussaoui elenca soltanto tre telefonate di Burnett, in orari leggermente differenti da quelli citati da Among the Heroes, e sembra attribuirle tutte (almeno a giudicare dall'indicazione della fila di poltrone dalle quali sono partite) agli Airfone.
    Nel dubbio, pertanto, l'affermazione di Popular Mechanics è stata rimossa per evitare il perpetuarsi di un possibile errore.
  • Pagina 85 dell'originale (94 dell'edizione italiana), sezione "Cell-Phone Calls" ("Telefonate dai cellulari"): Il testo originale afferma che la passeggera Lauren Grandcolas fece una o più brevi telefonate con il proprio cellulare. La fonte indicata è il libro Among the Heroes, che però cita una sola telefonata di Grandcolas (pag. 128) e non specifica con che tipo di telefono fu fatta. Il processo Moussaoui attribuisce a Grandcolas 8 chiamate, tutte da Airfone, una sola di durata significativa (46 secondi).
    Il testo originale afferma inoltre che il passeggero Mark Bingham fece una o più brevi telefonate con il proprio cellulare. La fonte indicata è ancora Among the Heroes, che però in realtà cita una sola telefonata di Bingham (pagg. 129-133) e specifica che fu effettuata con un Airfone. Quest'uso dell'Airfone da parte di Bingham è confermato anche dal processo Moussaoui, da Newsweek del 22/9/2001 e dal sito dedicato a Mark Bingham (www.markbingham.org).
    In considerazione di queste incertezze, si è preferito sostituire questi due riferimenti con due esempi di chiamate cellulari confermate da tutte le fonti consultate: quella del passeggero Edward Felt, che chiamò dal proprio cellulare alle 9:58 (secondo i dati del processo Moussaoui e Among the Heroes (pag. 197)), e quella dell'assistente di volo CeeCee Lyles, che fece una chiamata cellulare sempre alle 9:58, come indicato dalla documentazione del processo Moussaoui e da Among the Heroes (pag. 180).
  • Pagina 109 dell'originale (130 dell'edizione italiana), sezione "Experts consulted" ("Gli esperti consultati"): Il testo originale attribuisce erroneamente a Edward Jacoby Jr. un'ulteriore qualifica riguardante la Johnstown-Cambria County Airport Authority; dopo verifica diretta presso questa Authority, la qualifica è stata rimossa.
    Inoltre, per facilitare il riscontro e la verifica, accanto alla traduzione italiana dei nomi delle organizzazioni consultate è riportato il nome originale. Le sigle Ph.D., Ed.D. sono gli equivalenti anglosassoni del titolo accademico di dottorato di ricerca.
  • Pagina 118 dell'originale (141 dell'edizione italiana): l'originale afferma che il valore di 395.000 libbre (179.000 kg) è il peso massimo trasportabile ("the maximum total weight the plane could carry"), ma invece si tratta del peso massimo complessivo al decollo, come riportato dalla Boeing. L'errore è stato corretto nella versione italiana.
  • Pagina 133 dell'originale (160 dell'edizione italiana), sezione "Structural Response and Collapse Analysis" ("Risposta strutturale e analisi del collasso"): l'originale parla di sei piani e poi ne elenca cinque. Manca il 78°: l'errore è stato corretto nella versione italiana.
  • Pag. 139 dell'originale (166 dell'edizione italiana): la velocità di crociera di Mach 0,80 viene indicata come se fosse rigidamente pari a 890 piedi al secondo (circa 217 m/s o 976 km/h), ma la conversione fra numero di Mach e piedi o metri al secondo non è fissa: dipende dalla quota. Al livello del mare, corrisponde a circa 1225 km/h o 340 metri al secondo, e diminuisce con l'aumentare della quota, fino a stabilizzarsi al valore di circa 1063 km/h (295 metri al secondo) da 11.000 metri in su. Il valore di Mach 0,8 è indicato (correttamente) come velocità di crociera, e quindi andrebbe riferito alla normale quota di volo di crociera del Boeing 757, che in genere va da 9.000 a 11.000 metri; e a 9.000 metri (30.000 piedi), Mach 0,8 corrispondono a 242 m/s (796 ft/s), mentre a 11.000 metri corrispondono a 236 m/s (775 ft/s). Popular Mechanics ha convertito usando il valore al livello del suolo invece di quello alle quote tipiche di crociera del velivolo. Il valore corretto è quindi circa 240 m/s (864 km/h) ed è quello usato nell'edizione italiana.
  • Pag. 160 dell'originale (197 dell'edizione italiana), sezione "Big Plane, Small Holes" ("Aereo grande, fori piccoli"): Il testo originale parla impropriamente di "diameter" (diametro) del foro sulla facciata del Pentagono, come se si trattasse di una breccia circolare. Il testo italiano corregge quest'inesattezza.
  • Pag. 161 dell'originale (199 dell'edizione italiana), sezione "Chapter 4: Flight 93" ("Capitolo 4: il Volo 93"): Il testo originale parla impropriamente di "airplane loudspeaker transmissions" (trasmissioni tramite gli altoparlanti dell'aereo) per riferirsi alle trasmissioni radio inviate per errore dai dirottatori credendo di rivolgersi ai passeggeri. Il testo italiano usa un'espressione meno ambigua.

  • Pag. 163 dell'originale (188 dell'edizione italiana), sezione "Recommended 9/11 Web Sites" ("Siti Internet consigliati"): Il testo originale indicava un sito all'indirizzo www.geocities.com/debunking911/index.htm, ma attualmente il sito in questione risiede al nuovo indirizzo indicato nell'edizione italiana, ossia www.debunking911.com.
  • Immagini fuori testo (pag. 115 dell'edizione italiana): Nell'originale, le fotografie di Hanjour e Jarrah sono scambiate. Nell'edizione italiana sono state riassegnate correttamente.
  • Immagini fuori testo (pag. 119 dell'edizione italiana), figura 12: Nell'originale viene indicato un indirizzo Internet errato (www.loed.comlumbia.edu/lcsn/) per i tracciati sismografici. L'indirizzo esatto è quello riportato nel testo italiano, ossia www.ldeo.columbia.edu/lcsn/.

  • Nota 83 del Capitolo 2 (pag. 208 dell'edizione italiana): L'indirizzo esatto è wtc.nist.gov/media/WTC7_Approach_Summary12Dec06.pdf.

Aggiornamenti

Qui vengono pubblicati i riferimenti alle informazioni rilasciate dopo la pubblicazione che costituiscono un aggiornamento o approfondimento dei dati presentati nel libro.
  • Rinvio ulteriore del rapporto finale NIST sul WTC7: il 29 giugno 2007, il NIST ha annunciato che la pubblicazione del rapporto sul crollo dell'Edificio 7 del World Trade Center è stata rinviata a fine 2007. All'epoca della stesura del libro, la pubblicazione era prevista per la primavera del 2007. Maggiori dettagli qui.

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