Visualizzazione post con etichetta esercitazioni. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta esercitazioni. Mostra tutti i post

2016/03/21

Le esercitazioni in corso la mattina dell’11/9

di Leonardo Salvaggio

La mattina dell'11 settembre 2001 nei cieli e sul suolo del Nord America si stavano svolgendo ed erano previste alcune esercitazioni militari che secondo i complottisti sarebbero servite a ritardare gli interventi militari nell'intercettare i voli dirottati e nel reagire agli attentati in corso. In realtà si tratta di operazioni che vengono svolte abitualmente e non hanno nulla di sospetto, come si può capire analizzando alcune delle più importanti che hanno avuto luogo quel giorno o che sono state abbandonate a causa degli attentati.

La principale esercitazione in corso quella mattina era chiamata Operation Northern Vigilance e prevedeva l'invio di aerei caccia in Alaska e nel nord del Canada in concomitanza con un'analoga esercitazione russa che prevedeva l'invio di bombardieri a lungo raggio nel nord della Russia. L'esercitazione del NORAD era quindi in parte a fini esercitativi e in parte serviva a controllare davvero i movimenti russi, infatti come annota lo stesso NORAD sul suo sito sebbene fosse altamente improbabile che la Russia violasse i confini nordamericani la situazione doveva comunque essere tenuta sotto controllo. Un'esercitazione analoga chiamata Northern Denial si era svolta nel dicembre del 2000 in risposta a un'altra esercitazione russa che prevedeva uno scenario simile.

L'Operation Northern Vigilance sarebbe dovuta durare fino al termine di quella russa,  La Russia comunque interruppe la propria esercitazione appena venne informata dei dirottamenti in corso negli USA.

Un'altra esercitazione in corso quella mattina era quella denominata Global Guardian e condotta dallo United States Strategic Command con il supporto del NORAD e dell'Air Force Space Command. Lo scopo dell'esercitazione era verificare le capacità di controllo e di esecuzione delle procedure in caso di attacco nucleare. In concomitanza con questa, il NORAD svolgeva abitualmente anche una seconda esercitazione, chiamata Vigilant Guardian, in cui veniva simulato un bombardamento dall'ex Unione Sovietica sul suolo americano; l'esercitazione veniva svolta solo ai computer, senza l'uso di aerei, e coinvolgeva tutti i livelli di comando. Inoltre tra gli scenari previsti quel giorno per l'esercitazione vi era quello di un dirottamento con le modalità previste fino ad allora, cioè che dei terroristi obbligassero il pilota a un atterraggio in qualche isola nelle vicinanze delle coste americane chiedendo asilo.

La 9/11 Commission (come riportato nella nota 116 al capitolo 1 del 9/11 Commission Report) indagò la possibilità che le esercitazioni avessero rallentato la risposta militare ai dirottamenti e la conclusione a cui giunse, contrariamente a quanto pensano i complottisti, è che queste accelerarono la risposta, perché le procedure già in atto dovettero solo essere adattate alla situazione contingente.

Il dubbio, tra le altre circostanze, nacque perché quando il Centro di Controllo di Boston chiamò il NEADS per segnalare il dirottamento, la prima risposta che ottenne fu "Is it real-world or exercise?", ma il generale Eberhart confermò che ci vollero solo 30 secondi per adeguare le procedure a quanto stava avvenendo nella realtà, non solo perché queste erano già in atto ma anche perché gran parte del personale era già in azione. La stessa circostanza fu confermata nel giugno del 2002 dalla rivista online specialistica AviationNow.

Nel suo libro intitolato Against All Enemies, l’ex Coordinatore Nazionale per la Sicurezza Richard Clarke (foto sotto) riportò che il generale della US Air Force Richard Myers la mattina dell'11/9 gli disse che era in corso l'esercitazione del NORAD Vigilant Warrior, ma non esiste nessuna esercitazione con tale nome. La cosa più probabile è che uno tra Clarke e Myers si sia confuso con Vigilant Guardian.


Oltre alle esercitazioni militari, anche il National Reconnaissance Office stava svolgendo una prova in cui veniva valutata la capacità di fuga del personale in caso di uno schianto aereo contro uno dei suoi edifici a Chantilly, in Virginia. Ovviamente nessun vero aereo fu coinvolto nell'esercitazione ma l'incidente fu simulato chiudendo alcune scale e alcune uscite.

Inoltre per il 12 settembre del 2001 nella città di New York era prevista la seconda fase di un'esercitazione denominata Operation Tripod (abbreviazione di TRIal POint of Distribution) che prevedeva la distribuzione massiccia di antibiotici da parte dell'OEM (Office of Emergency Management) alla popolazione in caso di attacco chimico. Allo scopo erano state convocate più di mille persone tra cadetti della scuola di polizia e allievi dei vigili del fuoco, che avrebbero dovuto fingersi vittime di un attacco chimico con diversi sintomi e recarsi al Pier 92 (uno dei moli della città) di Manhattan per ricevere le medicine. Tripod era la seconda parte di un'esercitazione più vasta iniziata il 21 maggio dello stesso anno e denominata Red X che prevedeva uno scenario analogo.

Anche in questo caso, contrariamente a quanto pensano i complottisti, il fatto che ci fosse un'operazione prevista aiutò le operazioni di soccorso anziché ostacolarle. Infatti secondo l'MTI il personale dell'OEM la mattina dell'11/9 arrivò in ufficio prima del solito per preparare il lavoro del giorno seguente e il Pier 92, che si trovava già allestito, fu effettivamente usato come centro di soccorso e coordinamento dopo che fu evacuato quello nel WTC7.

L'Operation Tripod si svolse comunque il 22 maggio del 2002 secondo le stesse modalità previste inizialmente.