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2008/07/18

Visita all'esposizione commemorativa di Caen / 1

di Paolo Attivissimo su testo e foto di Mattia Butta, citato con il suo permesso. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

English Abstract: This is the first part of a two-part article describing a visit to the 9/11 Memorial Exhibition in Caen, France. The second part is here. If you'd like an English translation, leave a comment below. Please note that comments are subject to moderation and therefore are published with a slight delay.

Come segnalato in un articolo precedente, al Mémorial di Caen, in Normandia, è aperta fino al 31 dicembre 2008 una mostra commemorativa dedicata all'11 settembre, contenente numerosi reperti, immagini, filmati e documenti riguardanti gli attentati e il loro contesto. Un lettore di questo blog, Mattia Butta, lo ha visitato e ci ha mandato questo resoconto.

La presenza di numerosi oggetti provenienti dagli aerei dirottati (rottami, effetti personali dei passeggeri) e dagli edifici distrutti è chiaramente di grande interesse per chi segue le teorie alternative. Ma la mostra va ben oltre queste sciocchezze e offre al visitatore un quadro molto più vasto e un impatto emotivo fortissimo: cosa assai importante, se si considera che a sette anni di distanza il ricordo dello shock planetario di quel giorno e di com'era il mondo prima dell'11 settembre va già affievolendosi.

Vi è inoltre una generazione di giovani maggiorenni che ha di quel giorno soltanto l'impressione confusa che ne poteva trarre un bambino, e come tale è più facilmente plagiabile dalle panzane complottiste.

Per questo il resoconto riportato qui non si limita alle sole immagini pertinenti al debunking delle teorie alternativa, ma include tutto quello che Mattia ha visto, vissuto e fotografato, insieme alle sue impressioni, perché non bisogna mai dimenticare che l'11 settembre è molto, molto più che un argomento di discussione fra complottisti e debunker.

Passo la parola a Mattia Butta, ringraziandolo per la disponibilità e la condivisione delle immagini. Il suo testo originale è stato riveduto in alcuni punti, con il suo permesso, per esigenze d'impaginazione e di chiarezza.

"11 settembre, dove eravate?" di Mattia Butta


L'undici settembre mi trovavo a casa; stavo studiando per un esame che dovevo dare il giorno dopo. Dalla finestra, aperta per il caldo di fine estate, sentii delle notizie allarmanti provenire dall'autoradio di un padroncino parcheggiato sotto casa. Corsi ad accendere la TV, e quello che vidi lo sapete tutti.

Lo shock fu enorme. Non mi era mai capitato di vedere nulla di simile. Poi quelle immagini degli aerei che si schiantano sulle torri gemelle le abbiamo viste centinaia di volte, e ci abbiamo fatto l'abitudine. Ci si accapiglia su dettagli tecnici, e ci dimentichiamo del terrore che abbiamo provato tutti nel guardare le persone che si buttavano da centinaia di metri dal suolo per sfuggire alle fiamme.

La mostra ha un pregio: ci riporta indietro a quel pomeriggio. Ci fa rivivere quelle sensazioni e tiene viva la memoria di quell'evento.

L'esposizione è tenuta in una piccola ala del Memorial di Caen, Normandia.





Il visitatore segue un percorso cronologico che lo accompagna con pannelli, spiegazioni e reperti di quella strage. Si inizia la visita in una sala al primo piano, dove viene spiegato il retroterra dell'attacco dell'11 settembre. Su quattro pannelli vengono raffigurate le facce dei dirottatori dei voli, con le relative biografie. Sul retro dei pannelli vengono raccontati alcuni episodi dei conflitti fra Afghanistan e Stati Uniti prima dell'11 settembre.





Dall'altro lato della sala troviamo una teca con alcuni resti di vetro delle finestre e marmo dei rivestimenti interni del WTC, insieme a un bullone della sua struttura.



Da una parte i terroristi, la loro storia, i loro nomi e cognomi, che ci ricordano come siano effettivamente esistiti, che non sono una invenzione di qualcuno. Dall'altra parte il WTC, con la storia della sua costruzione. Sulla parete della sala una gigantografia raffigura lo skyline di New York, prima dell'11/9.





L'esposizione prosegue al piano superiore, al quale si accede tramite una scala ricoperta di pannelli raffiguranti una delle torri attaccate. E' un po' come entrare nel vivo della scena, salendo le scale della torre prima del crollo. A questa sensazione contribuisce anche un'immagine in cui ci si imbatte, che mostra persone in fuga sulle scale del WTC.





Arrivati al piano superiore ci troviamo di fronte a una fotografia enorme con la torre in fiamme; siamo nel centro dell'attacco.



Girando a sinistra si entra nella prima sala del piano superiore. Ci accoglie subito una bacheca con un cartello di evacuazione e una bombola usata dai soccorritori. Sono i primi veri reperti della mostra, e si prova una grande emozione nel vederli. Perché sono lì, davanti a te e ti ricordano che tutto quello che hai visto in TV non era un film, ma qualcosa di reale e concreto, e quei reperti te lo schiaffano davanti alla faccia, ti prendono e ti tirano dentro l'evento.





Proseguendo nella visita ci troviamo nella sala con i reperti forse più importanti della mostra. E' la sala dell'attentato: c'è un pannello che spiega il piano degli attentatori; una foto mostra Bush che viene informato dell'accaduto. Un'altra foto riporta lo schermo delle partenze da un aeroporto che indica che tutti i voli sono cancellati; è il panico.





Sulla parete è disposta una serie di pannelli che riportano la time line della giornata. E' importante, perché descrive minuto per minuto quello che è successo, e riporta alcune fotografie determinanti come quella di un attentatore che passa i controlli di sicurezza e s'imbarca. E' lì e lo vediamo, non è un'identità inventata da Bush e soci.





In questa sala troviamo alcuni importanti reperti: sono pezzi degli aerei che si sono schiantati negli attentati dell'11 settembre. Abbiamo dei frammenti degli aerei che hanno colpito le torri gemelle:















Un pezzo di un motore degli aerei del WTC:











Un importante reperto è un pezzo dell'aereo UA93, quello che si schiantò in Pennsylvania.










(continua qui)

2008/07/11

Non solo bandane e passaporti di dirottatori

di Paolo Attivissimo. Si ringrazia Mattia Butta per la foto. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Questa (nella foto qui accanto) è la tessera United Mileage Plus Card di Lisa Frost, 22 anni, passeggera del volo United 175 che si schiantò contro la Torre Sud, trapassandola, l'11 settembre 2001.

E' uno degli effetti personali dei passeggeri ritrovati al World Trade Center e citati nel libro La Cospirazione Impossibile. Attualmente si trova in esposizione a Caen, in Francia, nell'ambito di una mostra commemorativa sull'11 settembre.

Alcuni sostenitori delle teorie "alternative" sottolineano con sospetto il ritrovamento di una bandana e di alcuni documenti appartenuti ai dirottatori e pensano a prove piazzate ad arte, ma dimenticano di sottolineare che dai luoghi degli impatti furono recuperati anche effetti personali dei passeggeri e altri oggetti fragili, come del resto avviene in ogni incidente aereo.

Qui sotto viene proposto un elenco non necessariamente completo degli oggetti sinora documentati e specificamente reperiti sui luoghi degli schianti degli aerei dirottati; verrà ampliato progressivamente man mano che vengono reperite testimonianze.

Logicamente, dato che è giuridicamente importante dimostrare l'identità dei dirottatori, mentre quella dei passeggeri è data per scontata ed è d'importanza giuridica del tutto secondaria, gli inquirenti hanno posto molta attenzione nel documentare i reperti riguardanti i dirottatori. Quelli riferiti ai passeggeri sono assai meno documentati e hanno fatto meno notizia. Di conseguenza, non deve sorprendere il numero apparentemente elevato di effetti personali documentati dei dirottatori.

E' importante notare che questo taglierino, spesso chiamato impropriamente "tagliacarte" o "coltellino"), non proviene dai luoghi d'impatto, come asseriscono sovente i complottisti (per esempio Mazzucco qui su Luogocomune), ma dall'auto lasciata dai dirottatori all'aeroporto di Dulles (atti processo Moussaoui, pagina 333).

Voli AA11 (WTC1) e UA175 (WTC1)


  • Il passaporto del dirottatore Satam al-Suqami, dal volo AA11 (foto).
  • Due lettere della posta trasportata dai voli: una contenente un assegno e spedita da Donna Snyder, di Rochester, nel New Hampshire, e una contenente un invito alle prove di un matrimonio, spedita da Jane Gaillard, di Cape Neddick, nel Maine (fonte: New York Times).
  • Un cuscino di sedile del Volo 11, ritrovato ad Albany Street (foto).
  • Un altro cuscino di sedile del Volo 11, trovato sul tetto del 130 di Liberty Plaza (foto).
  • Un giubbetto salvagente del Volo 11, trovato anch'esso sul tetto del 130 di Liberty Plaza (foto).
  • La tessera United Mileage Plus di Lisa Frost (foto qui sopra).


Volo UA93 (Shanksville)


  • Una bandana forse appartenuta a un dirottatore (foto).
  • Il visto del dirottatore pilota Ziad Jarrah (9/11 Terrorist Travel Monograph, pag. 173; atti processo Moussaoui, pag. 339).
  • La carta d'identità saudita del dirottatore Ahmed al-Nami (processo Moussaoui, reperto PA-101).
  • La tessera dell'Associazione Ostelli della Gioventù saudita del dirottatore Ahmed al-Nami (processo Moussaoui, reperto PA-102).
  • Una foto del dirottatore Ahmed al-Nami (processo Moussaoui, reperto PA-103.2).
  • Una foto formato passaporto del dirottatore Ahmed al-Nami (processo Moussaoui, reperto PA-103.3).
  • Una pagina di passaporto del dirottatore Ziad Jarrah (processo Moussaoui, reperto PA-105.8).
  • Il passaporto del dirottatore Saeed al-Ghamdi (processo Moussaoui, reperto PA-108).
  • Un biglietto da visita di Assem Jarrah, parente del dirottatore Ziad Jarrah (processo Moussaoui, reperto PA-109).
  • Un frammento della patente di guida del dirottatore Ahmed al-Nami (processo Moussaoui, reperto PA-110).
  • L'anello nuziale del passeggero Andrew Garcia.
  • Il portafogli del passeggero Andrew Garcia.
  • La tessera d'identificazione dello U.S. Fish and Wildlife Service del passeggero Richard Guadagno.
  • La patente del passeggero John Talignani (foto).
  • La patente dell'assistente di volo CeeCee Lyles (foto).
  • La tessera Marriott Rewards di CeeCee Lyles.
  • La scatoletta-regalo donata al comandante del volo, Jason Dahl, dal figlio; gioielli, fotografie, carte di credito, portafogli, borsette e altro, sufficienti a riempire sette scatole (fonte Pittsburgh Post-Gazette).


Volo AA77 (Pentagono)


  • Un frammento di una tessera d'identificazione del dirottatore Nawaf al-Hazmi (processo Moussaoui, reperto PE-102).
  • Una carta d'identità del dirottatore Majed Moqed (processo Moussaoui, reperto PE-114).
  • La patente di guida della passeggera Leslie Whittington (fonte).
  • L'anello nuziale della passeggera Leslie Whittington (foto).
  • Un'etichetta per bagagli appartenuta a una delle figlie di Leslie Whittington (fonte).
  • L'anello nuziale di Suzanne Calley (fonte).
  • Portafogli, scarpe, gioielli, valigette, libretti di assegni, pezzetti di indumenti, fotografie, valigie (fonte: il libro Firefight).

2008/07/04

Firefight: testimonianze di resti umani ed effetti personali

di Paolo Attivissimo. Questo articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Questo articolo raccoglie in traduzione quasi tutti i brani del libro Firefight: Inside the Battle to Save the Pentagon on 9/11, di Patrick Creed e Rick Newman, che riguardano il ritrovamento di resti umani ed effetti personali riconducibili alle vittime dell'attentato al Pentagono. Le evidenziazioni sono aggiunte.

Lo scopo di questa raccolta non è la macabra elencazione di ciò che rimase dei poveri corpi, ma la documentazione delle condizioni terribili e caotiche in cui i soccorritori si trovarono ad operare, ben diverse dalla versione asettica presentata dalle autorità per ovvie ragioni di rispetto verso i familiari dei morti. Le scelte fatte per evitare che paparazzi e semplici curiosi pubblicassero foto dei cadaveri su Internet sono chiaramente registrate dagli autori del libro.

Un altro elemento significativo descritto dai testimoni è costituto dagli effetti personali dei passeggeri. I soccorritori parlano specificamente di valigie, gioielli e indumenti sparsi ovunque. Anche questo è un elemento che difficilmente si concilia con le tesi alternative.

Le procedure di identificazione dei resti umani, descritte in Firefight, saranno oggetto di un articolo separato.

Le testimonianze di rottami d'aereo sono raccolte in un articolo apposito.

Altri pezzi atterrarono sul tetto, insieme a parti del corpo di almeno una delle vittime. (pagina 29; la nota precisa che la fonte di questo dato è costituita da "testimonianze oculari di numerose fonti")


Il corpo del dirottatore che aveva pilotato l'aereo finì nell'Anello D, a circa 30 metri dal punto d'impatto. I cadaveri dei suoi quattro compagni di dirottamento finirono nelle vicinanze. (pagina 29; la nota precisa che la fonte di questo dato è il Summary Presentation of Damage to Pentagon and Location of Bodies Found Inside, documento preparato dall'FBI per il processo Moussaoui)


... i pezzi dei corpi si sparpagliarono secondo una macabra distribuzione, addensandosi man mano lungo il percorso dell'aereo. Le persone che stavano lavorando all'interno del Pentagono, lungo la traiettoria del velivolo, furono spazzate via e risucchiate nel maelstrom. I loro corpi finirono per mescolarsi con quelli dei passeggeri dell'aereo. (pagina 30)


La maggior parte dei corpi dei passeggeri, che erano stati radunati in coda all'aereo, finì a maggiore profondità dentro il Pentagono. (pagina 29)


[Il vigile del fuoco Bobby] Beer condusse la propria squadra dentro l'edificio, il più vicino possibile alle fiamme, passando dal vano deformato di una porta fra i Corridoi 4 e 5: il punto principale d'accesso all'eliporto... notò qualcosa di particolare: scarpe dappertutto. Pensò che provenissero dai bagagli. (pagina 93)


Appena fuori del foro [d'uscita nell'A-E Drive, il pompiere Jim Anderson] vide due piedi. Avevano la pelle scura, erano privi di scarpe, e non erano neppure bruciati. Nessuno disse nulla mentre osservavano sbigottiti la carneficina". (pagina 149)


[Griffin] disse a Mosely, "Sono sorpreso di non aver ancora visto un cadavere". "Guarda giù" rispose Mosely. Griffin stava in piedi sopra una gamba tranciata, alla cui estremità c'era una scarpa. (pagina 153)


[Brian] Spring avvistò qualcosa che somigliava a un torso bruciato sopra i rottami, fuori dal foro [d'uscita dell'aereo]. Guardò meglio e vide anche delle scarpe, nelle quali c'erano ancora i piedi mozzati. Altri pezzi di cadavere galleggiavano nell'acqua sporca. (pagina 158)


Faceva molto caldo nel corridoio dove erano appena entrati a forza... Spring fece un paio di passi e mise un piede su qualcosa di morbido. "Oh, merda". Con una smorfia, si chinò impugnando una torcia e vide la schiena di un uomo, coperta di fuliggine. Girò l'uomo per assicurarsi che fosse morto prima di lasciarlo dov'era e proseguire. (pagina 159)


...iniziarono a notare vittime sparse per gli uffici. Molte sembravano mummificate al loro posto, come se fossero perite istantaneamente quando l'esplosione iniziale aveva risucchiato dalla stanza tutta l'aria e l'aveva sostituita con gas surriscaldato e tossico. Alcune vittime erano ancora sedute alle proprie scrivanie. Altri corpi erano più vicini alle porte o nei corridoi, dove forse erano caduti nel tentativo di fuggire. (pagina 163)


Al secondo livello, verso il margine esterno di un'area gravemente danneggiata dal fuoco, un uomo giaceva sul pavimento accanto a una porta. Il suo corpo era riverso come se fosse entrato correndo nell'ufficio, con le spalle verso l'uscita. Era impossibile sapere con certezza cosa fosse successo, ma Roberts pensò che quell'uomo fosse entrato nell'area di corsa per cercare di salvare delle persone ma fosse stato sopraffatto dal fumo prima di riuscire ad allontanarsi. Roberts guardò più da vicino e poté leggere la targhetta ancora appuntata sull'uniforme: MAJ. STEPHEN LONG. (pagina 163)


[l'agente speciale Garrett McKenzie, incaricato di fotografare i resti] vide più che altro pezzi di cadavere talmente mutilati che sarebbero stati riconoscibili soltanto a chi aveva dimestichezza con gli effetti di grandi attentati con bombe. Eppure alcuni sembravano talmente normali che avrebbero potuto essere le appendici smontate di un manichino, cadute da una scatola. Fu stupito di vedere, fra le macerie [presso il foro d'uscita] una mano di donna, in condizioni perfette, con unghie rosse che sembravano essere state oggetto di manicure quella stessa mattina. Un grande anello con diamanti luccicava su un dito. (pagina 184)


Dopo un paio di passi, Regan, in testa al gruppo, scorse il corpo di un uomo, gravemente consumato dal fuoco, che era caduto con le spalle alla porta. I resti fortemente carbonizzati testimoniavano il calore intenso all'interno... Prese nota dell'ubicazione del corpo, ma dato che la loro prima priorità erano le vittime vive, non il recupero di resti, fece andare avanti la squadra. (pagina 208)


Steve McFarland s'imbatté in qualcosa, in una stanza, che sembrava spiccare rispetto alle macerie circostanti. Poi scorse le forme di un teschio e di una cassa toracica, rivolti in basso. I resti erano anneriti dal fuoco. Guardò più da vicino e vide un brandello di carne accanto alle ossa.... Chiese a Regan cosa fare. Il capo della squadra gli disse di contrassegnare il corpo con il nastro giallo di delimitazione e di legare il nastro a qualcosa nelle vicinanze, non al corpo stesso. Cinque minuti dopo, McFarland trovò il suo secondo cadavere, fra le macerie sul pavimento. Sembrava che fosse seduto su una poltrona, ma i suoi resti erano fusi insieme alle macerie ed era difficile distinguerli: non riusciva neppure a capire se fosse un uomo o una donna. (pagina 211)


Più vicino alla zona crollata, tuttavia, nelle adiacenze degli incendi ancora in corso, Leatherman trovò quella che gli parve una serie di tre resti. C'erano solo pezzi di scheletri, senza tracce di braccia o gambe. Le ossa sembravano quasi accatastate, come la legna da ardere per il caminetto. (pagina 212)


Cornwell rientrò nel Corridoio 5, diretto verso il cortile interno. Girò a destra, dentro l'AE Drive, dove esaminò attentamente il foro d'uscita e i rottami sparsi all'esterno del foro. Vide la ruota che sembrava far parte del carrello. Pezzi di cadavere galleggiavano nell'acqua oleosa. (pagina 223)


Nell'AE Drive, [Powell] aveva visto un piede con su un calzino nero, del tipo usato con le divise khaki della Marina. Era un calzino della Marina? A chi era appartenuto? Quella persona era stata ridotta in atomi dall'esplosione e quel piede era l'unica traccia rimanente della sua esistenza? (pagina 253)


Voltarono a destra nell'Anello D, verso i resti del Navy Command Center. Le fiamme si levavano ancora da dietro cataste di macerie... "Ehi, fate attenzione laggiù" li avvisò uno dei pompieri, indicando un angolo dove due o tre scheletri, con ossa annerite e completamente spoglie, giacevano come reperti di uno scavo archeologico. "Non disturbateli" disse sommessamente il pompiere. Più avanti trovarono due corpi maggiormente intatti. Un uomo giaceva sulla schiena, la mano alla fronte. La bocca e gli occhi erano spalancati, come se guardasse Kilsheimer e stesse per gridare. L'altro corpo aveva del sangue che colava dalla bocca. Dopo essere rimasto a fissarli per un momento, Strock disse "Non vorresti tanto poter fare qualcosa per questa gente?" "Ricostruiremo questo posto entro un anno" disse Kilsheimer. "Questo è quello che faremo per loro". (pagina 273)


Avendo completato la costruzione dei tre puntelli sotto la parte più vulnerabile dell'Anello E, la priorità successiva era rimuovere i resti che gli addetti della FEMA avevano trovato tra le macerie nel corso della notte. Rimuoverli rapidamente, invece di lasciarli dov'erano, era la cosa dignitosa da fare. C'era anche una fretta ulteriore per via della loro posizione, così vicina al perimetro esterno dell'edificio. Qualche fotografo con un teleobiettivo avrebbe potuto scattare foto dei resti stando sulla collina che guarda sul Pentagono, e l'FBI era decisa ad impedire la pubblicazione non necessaria di immagini macabre. Inoltre i comandanti della FEMA non volevano che i loro uomini lavorassero più dello stretto necessario vicino a cadaveri in vista.
Anche se i resti giacevano pochi metri all'interno dell'edificio, era complicato tirarli fuori. C'erano numerosi pezzi di cadaveri, aggrovigliati alle macerie che le squadre di ricerca avrebbero dovuto portare via. (pagina 324)


C'erano dozzine di bandierine a contrassegnare resti umani, ma videro comunque almeno mezza dozzina di corpi che non erano ancora stati scoperti e non erano contrassegnati. (pagina 327)


I pompieri sul tetto riferirono che lassù c'erano piccoli pezzi di rottami d'aereo, insieme a pezzetti di altro materiale che sembravano poter essere resti umani. (pagina 347)


Martinette indicò tutte le zone all'interno del'edificio che erano considerate ancora insicure. "Ma puoi andare nel Corridoio 4" disse ad Adams. "C'è una zona là con parecchie vittime." ... C'erano corpi intatti, gente che sembrava essere perita per aver inalato il fumo, non per l'incendio o per le esplosioni. Poteva vedere che alcune persone indossavano divise militari, mentre altre sembravano essere in abiti civili. Due erano seduti su delle sedie intorno a un tavolo. Altri erano sul pavimento... era importante prendere nota dell'esatta posizione di ogni resto umano, dato che stavano analizzando un omicidio di massa. (pagina 348-349)


C'era una grande catasta di pezzi d'aereo intorno al foro d'uscita nell'A-E Drive. Agenti, pompieri e soccorritori avevano riferito di aver visto pezzi della cabina di pilotaggio, del carrello e pezzi d'aereo d'ogni sorta in quel posto, insieme a dozzine di pezzi di cadavere. (pagina 352)


[vicino al foro d'uscita, nell'A-E Drive allagato], man mano che il livello dell'acqua calava, si rivelava un grottesco garbuglio di rottami d'aereo e di parti di cadavere... Titus notò l'odore: così rancido da essere indescrivibile... non c'era nulla che somigliasse a pezzi d'aereo, tranne dei piccoli pezzi di metallo fuso e contorto. Era difficile anche individuare parti di cadavere, ma tutti sapevano che c'erano... Man mano che [il medico Ron Sacra] identificava parti di cadavere, alcune più piccole di un dito, gli addetti li contrassegnavano, e in breve tempo vi furono diverse centinaia di bandierine conficcate nelle macerie. Gli agenti dell'FBI iniziarono a fotografare e documentare ogni pezzo di questi resti, rallentando il ritmo del lavoro. (pagina 369)


Appena dentro il foro [d'uscita dell'aereo], qualcuno aveva contrassegnato due serie di resti, che [lo specialista strutturale Titus] non avrebbe notato se non fosse stato per il nastro rosso che li delimitava. (pagina 369)


Quando Titus uscì dal foro, non aveva granché che potesse fare, se non osservare gli specialisti di raccolta delle prove al lavoro... li osservò affascinato mentre disponevano ordinatamente alcune delle cose che stavano recuperando. Una valigetta. Un portafogli. Un libretto di assegni. Scarpe. Pezzetti di indumenti. Fotografie formato tessera. Una valigia. (pagina 370)


...trovarono numerose poltrone d'aereo, accatastate in mezzo ai soliti mucchi di mobili per ufficio rovesciati e macerie eterogenee. Un paio di queste poltrone tratteneva ancora i corpi tramite le cinture. (pagina 373)


Man mano che le squadre di soccorso scavavano più in profondità, c'erano ovunque resti inconfondibili di un aereo passeggeri. Portafogli, scarpe, gioielli e gli oggetti d'uso quotidiano che erano stati stipati in dozzine di valigie erano disseminati dappertutto fra le macerie. Praticamente tutti i soccorritori fecero conoscenza con la sensazione sconcertante di frugare fra i grigi rottami indistinti di metallo e cemento e scoprire qualcosa di piccolo e personale, come un anello o una fotografia. (pagina 426)


[L'odore del carburante d'aereo] sembrava però una fragranza rispetto al fetore dei resti umani dopo alcuni giorni nell'edificio caldo e fradicio. Uno degli addetti lo descrisse come "odore di cane bagnato in fiamme". Altri furono meno delicati. Molti addetti presero l'abitudine di spalmarsi creme al mentolo sotto le narici; altri impararono rapidamente a respirare dalla bocca.
L'odore s'intensificava verso il foro d'uscita, perché lì c'erano così tanti pezzi di cadavere... dato che il contenuto del retro dell'aereo in genere aveva percorso una distanza maggiore rispetto alle parti anteriori, molti dei corpi dei passeggeri si erano fermati in mezzo ai rottami vicino al foro d'uscita... Non erano soltanto i cani a poter trovare con l'olfatto i pezzi di cadavere. (pagina 426)


[Il 15 settembre trovarono] un cadavere nelle macerie [nella catasta formatasi all'esterno dopo il crollo]; era un problema complesso. Il cadavere era in parte esposto e chiaramente visibile, ma un'altra parte era bloccata da diverse tonnellate di cemento a strati... Se avessero cercato di scavare per tirare fuori l'intero corpo e avessero innescato anche un modesto franamento delle macerie, Shughart stimò che avrebbero potuto finire uccisi tre o quattro addetti.
C'era un'altra complicazione: l'intera scena si stava svolgendo sotto gli occhi di tutti e c'era la preoccupazione continua che immagini macabre finissero nei telegiornali o su Internet... Non vi era dubbio che ci fossero teleobiettivi puntati direttamente sull'area dei soccorsi... non era il genere di cosa che si voleva vedere andare in onda nel telegiornale della sera. (pagina 429)

2007/09/25

11/9 La Cospirazione Impossibile: le immagini a colori (seconda parte)

di Paolo Attivissimo, con il contributo di John e degli autori del libro

Prosegue la pubblicazione delle versioni a colori delle immagini contenute nel libro 11/9 La Cospirazione Impossibile (Piemme), che le pubblica in bianco e nero e in dimensioni molto ridotte che ne penalizzano la leggibilità.

La prima parte delle immagini è stata pubblicata in questo articolo.

Tutte le immagini possono essere ingrandite cliccandovi sopra. Alcune hanno una risoluzione molto alta e possono richiedere del tempo per il caricamento.


Attacco al World Trade Center di Paolo Attivissimo


Pag. 84: La sommità delle Torri Gemelle; a sinistra quella visitabile. Dettaglio di un'immagine tratta dal libro World Trade Center, di Peter Skinner.

Pag. 87: Ingrandendo il fotogramma televisivo di sinistra si rivelano gli artefatti di compressione digitale (al centro). Se all'ingrandimento si applica poi anche l'interpolazione (a destra), diventa ancora più vistosa la creazione di dettagli in realtà assenti nell'originale.

Pag. 89 (in alto): Uno dei carrelli del volo AA11. Immagine tratta dalla Figura 7-69, pag. 273 del rapporto NIST NCSTAR 1-2.

Pag. 89 (in basso): Una ruota di un carrello del Volo AA11. Immagine tratta dalla Figura 7-70, pag. 274 del rapporto NIST NCSTAR 1-2. La medesima ruota è visibile da altre angolazioni anche nelle Figure 6-16 e 6-17, pag. 76 e 77, del rapporto NIST NCSTAR 1-5A.

Pag. 90 (in alto): Frammento di fusoliera del Volo AA11. Fonte: 911Review.org.

Pag. 90 (in basso): Un frammento di fusoliera del Volo AA11. Fonte: Echo.cx.

Pag. 91 (in alto): Una porzione di un motore del Volo 175. Immagine di George Marengo, tratta dalla Figura 7-82, pag. 287 del rapporto NIST NCSTAR 1-2.

Pag. 91 (in basso): Frammento della fusoliera del Volo UA175 sul tetto del WTC5. Immagine tratta dalla Figura 2-29 del rapporto FEMA, Capitolo 2, pag. 2-32.

Pag. 92: Mappa della zona del World Trade Center, indicante i livelli degli impatti e i luoghi di ritrovamento dei rottami dei velivoli. Immagine tratta dalla Figura 1-4 del rapporto FEMA, Capitolo 1, pag. 1-6.

Pag. 94 (in alto): La breccia prodotta nel WTC1 dal Volo AA11. Dal rapporto NIST NCSTAR 1-5A, capitolo 8, Figura 8-2, pag. 134.

Pag. 94 (in basso): Ricostruzione della sagoma lasciata dall'impatto contro il WTC1 e confronto con un Boeing 767. Fonte: rapporto NIST NCSTAR 1-2, Figura E-23, pag. lxxi.

Pag. 95: La flessione delle ali generata dalla virata ad alta velocità. Dal rapporto NIST NCSTAR 1-2, Figura 5-32, pag. 120.

Pag. 96: La scena del DVD In Plane Site nella quale una donna (nell'ovale a destra) afferma che l'aereo non apparteneva alla American Airlines.

Pag. 99: Quest'immagine mostrerebbe un oggetto anomalo appeso sotto l'aereo e un tubo
che corre lungo la fusoliera. Photo Credit: Carmen Taylor.

Pag. 112 (in alto): La termografia che proverebbe le basse temperature degli incendi. Immagine citata dal film Inganno Globale e tratta dalla Figura 9-23 del rapporto NIST NCSTAR 1-5A, p.320. Copyright 2001 Jersey Infrared Consultants.

Pag. 112 (in basso): Confronto fra immagine in luce naturale e immagine termica. Dal rapporto NIST NCSTAR 1-5A, Figura 9-22, pagina 320. Copyright 2001 Jersey Infrared Consultants.

Pag. 127: Un bombardiere B-25 come quello che si schiantò nel 1945 contro l'Empire State Building.

Pag. 129: Un bombardiere B-52 e uno dei suoi quattro carrelli primari.

Pag. 139: Dei frammenti di facciata precipitano in caduta libera ai lati del WTC1, precedendo vistosamente il fronte del crollo. Dal "video di Bob e Bri".

Pag. 145: Il grafico sismico che sembra mostrare picchi improvvisi, interpretati da alcuni come segni di esplosioni. Credit: Lamont-Doherty Observatory of Columbia University; Won-Young Kim, Senior Research Scientist; Arthur Lerner-Lam, Associate Director; Mary Tobin, Senior Science Writer; www.ldeo.columbia.edu/lcsn/.

Pag. 155 (in alto): Steven Jones afferma che questo è un blocco di metallo fuso proveniente dal WTC, recante vistose colorazioni rugginose coerenti con una reazione di termite.

Pag. 155 (in basso): Un fotogramma dal video nel quale Steven Jones afferma che i pompieri a Ground Zero si stanno affacciando su una pozza di metallo incandescente.

Pag. 157: Ground Zero fuma ancora il 12 ottobre 2001. Fonte: September11news.com.


Pag. 159: La vera natura del "blocco di metallo fuso": cemento e tondini metallici compattati dalla pressione delle macerie.

Pag. 160 (in alto): Carta all'interno del presunto blocco di metallo fuso.

Pag. 160 (in basso): L'originale della foto presentata dal professor Jones: il bagliore è quello di una lampada calata in una cavità, non quello del metallo fuso.

Pag. 161: Immagine tratta dalla Figura 9-75 del rapporto NIST NCSTAR 1-5A, pag. 382. Copyright 2001 WABC-TV.

Pag. 162: Immagine tratta dalla Figura 6-4 del rapporto NIST NCSTAR 1-3, pagina 47. Copyright 2001 Lyle Owerko Wonderlust.

Pag. 164: Una colonna che sarebbe stata tagliata con la termite nell'ambito della demolizione controllata delle Torri Gemelle.

Pag. 165: Taglio a cannello delle parti restanti della facciata delle Torri Gemelle.

Pag. 168: La griglia permette di apprezzare la diffusione degli incendi e la deformazione versol'interno delle colonne della facciata del WTC1. Dal rapporto NIST NCSTAR1-3, Figura 6-15, p.62.

Pag. 171: Un fotogramma dalla diretta della CNN dell'11/9/2001, intorno alle 17. La didascalia annuncia che "L'edificio 7 al World Trade Center è in fiamme ed è prossimo al crollo".

Pag. 181: Il WTC7 (al centro dell'immagine) mostra segni di lesioni allo spigolo in alto, e fuoriesce fumo da tutta la sua facciata rivolta verso le Torri Gemelle. Dal rapporto FEMA, Capitolo 5, Figura 5-17.

Pag. 182: Un'immagine della diretta della ABC mostra uno squarcio regolare che si estendeverticalmente sulla facciata rivolta verso le Torri Gemelle.

Pag. 183: L'inquadratura del WTC7 nei filmati del crollo ne maschera la reale estensione verticale. Ricostruzione tratta dal rapporto provvisorio del NIST.

Pag. 185: La flessione a V della facciata indica una discontinuità della struttura in corrispondenza della V, proprio dove la struttura ha da poco inghiottito il vano tecnico sul tetto.

Pag. 186: Al centro, la facciata del WTC7 si è distesa a coprire le macerie. Le Torri Gemelle sorgevano a destra, in primo piano. Le macerie del WTC7 si sono riversate anche sull'edificioadiacente, la Fiterman Hall (in alto).

Pag. 190 (in alto): Il passaporto di Satam al Suqami.

Pag. 190 (in basso). Un cuscino di sedile del Volo 11, trovato ad Albany Street. Credit: Peter Burke.

Pag. 191: Un giubbetto di salvataggio e un cuscino del Volo 11. Dal rapporto MCEER, Volume 2.

Pag. 192 (in alto): Effetti personali di CeeCee Lyles sopravvissuti allo schianto del Volo 93. Immagine tratta dagli atti del processo Moussaoui.

Pag. 192 (in basso). La patente di John Talignani, rimasta quasi intatta dopo la distruzione del Volo 93. Immagine tratta dagli atti del processo Moussaoui.

Pag. 195: Un'ingegnere esamina il metallo del WTC. Dal rapporto FEMA.

Le immagini proseguono qui.