2018/11/10

La planimetria del compound di Abbottabad

di Hammer

Il 12 maggio del 2011, dieci giorni dopo la morte di Osama bin Laden, la BBC pubblicò le planimetrie progettuali del compound di Abbottabad in cui il terrorista saudita si nascondeva fino alla notte in cui fu ucciso da una missione speciale dei Navy SEALs. La planimetria mostra un edificio di due piani, con otto stanze da letto, sette bagni, una cucina, un ripostiglio e una scala interna.

Lo stesso anno il giornalista dell'Independent Andrew Buncombe pubblicò due articoli in cui aggiunse importanti informazioni ottenute parlando con i progettisti dello studio Modern Associates, che realizzò il progetto del compound e che ha sede proprio ad Abbottabad, e con il Cantonment Board di Abbottabad (ente locale che sovrintende l'accantonamento di Abbottabad). I due articoli di Buncombe furono pubblicati il 6 maggio e il 20 dicembre rispettivamente.


Buncombe riporta che il committente si presentò allo studio come Arshad Khan (il nome riportato sulla planimetria è Muhammad Arshad Naqab Khan); con ogni probabilità dietro a questo nome si nascondeva Abu Ahmad al-Kuwaiti, il corriere seguendo il quale la CIA scoprì l'ultima residenza di bin Laden. Alcune persone che vivevano nella zona hanno confermato che un uomo che si faceva chiamare Arshad Khan abitava in quella struttura e che questi sembrava un uomo umile e tranquillo.

L'indirizzo del compound come riportato della documentazione del Cantonment Board era House No 3, Street No 8-A, Garga Road, Thanda Chowa, Hashmi Colony, Abbottabad e secondo i medesimi documenti la proprietà non ha mai pagato tasse sulla casa e l'edificio come realizzato violava numerose norme edilizie, tra cui quella che vietava la costruzione di edifici a più di un piano. A tal proposito uno dei soci dello studio ha spiegato che la planimetria è stata realizzata da suo padre e che di solito il loro interesse è rivolto al guadagno e non ad approfondire il background del committente.

Buncombe aggiunge che la progettazione dell'edificio iniziò nel 2004 e che la realizzazione fu completata nel settembre del 2005 e questo mette in dubbio alcune asserzioni dell'ISI (il servizio segreto pakistano) secondo cui la stessa agenzia avrebbe fatto un'incursione nel compound nel 2003 in quanto pensavano che vi si potesse nascondere il terrorista libico Abu Faraj al-Libi legato ad al-Qaeda.

A partire dalla planimetria è anche possibile ipotizzare in quale delle otto stanze dormisse Osama bin Laden con la moglie ventinovenne Amal la notte in cui venne ucciso. Le versioni della sparatoria narrate da Matt Bissonnette e da Robert O'Neill (i due Navy SEALs che hanno raccontato pubblicamente la propria testimonianza) differiscono leggermente, ma entrambi concordano sul fatto che dopo essere saliti per le scale i militari trovarono il terrorista saudita nella stanza appena a destra delle scale stesse. La stanza dovrebbe quindi essere quella evidenziata in azzurro nell'immagine accanto e la sparatoria dovrebbe essere avvenuta nell'ingresso della stessa.

La pubblicazione di documenti come questo dovrebbe far riflettere chi crede che la missione di Abbottabad sia stata una messinscena, perché in tal caso il complotto avrebbe dovuto essere di dimensioni tali da essere ingestibile.

Necessariamente dovrebbero essere parte della cospirazione anche lo studio tecnico Modern Associates, le persone che vivevano nella zona e che hanno confermato di aver visto un uomo che si faceva chiamare Khan e le autorità locali da cui Andrew Buncombe attinse le informazioni. Non a caso, come è ovvio, nessun sito complottista menziona in alcun modo queste planimetrie.

3 commenti:

contekofflo ha detto...

Ciao Hammer,
ho una domanda per te, vista la tua grande conoscenza di queste vicende :-)

Premesso che non ci sono dubbi ragionevoli su quanto accaduto in generale prima, durante e dopo il blitz di Abbottabad, è curioso che ci siano quelle differenze fra i due racconti del momento dell'uccisione di Bin Laden.

Ho pensato ad un paio di possibili spiegazioni:

1) nella concitazione del momento, i due hanno interpretato in modo diverso quanto stava accadendo... ad esempio: "point man" ha sì sparato per primo come racconta Bissonnette, ma senza colpire o ferire in modo significativo, quindi Bin Laden ha avuto il tempo di reagire prima di essere finito da "the shooter"
2) uno dei due od entrambi hanno mentito per coprire un particolare che va tenuto segreto (ad esempio l'uso di una particolare tecnica o arma durante il blitz)
3) "the shooter" ha mentito per enfatizzare il suo ruolo

Tu personalmente hai pensato ad una spiegazione o fra queste quale ti sembra più probabile?

Leonardo Salvaggio ha detto...

Ciao Contekofflo,

la mia opinione personale, per quello che vale è che la spiegazione più plausibile sia la 1.

La stessa spiegazione è stata avanzata anche da Mark Bowden nel 2014 in occasione della prima uscita televisiva di Robert O'Neill, trovi i dettagli qui:

https://undicisettembre.blogspot.com/2014/11/the-man-who-killed-usama-bin-laden-il.html

Tuttavia Peter Bergen sembra propendere per la tua ipotesi 3, anche se "mentito" è una parola forte, al massimo ha "imbellettato". Trovi qualche informazione qui:

https://undicisettembre.blogspot.com/2013/04/le-versioni-discordanti-sulluccisione.html

Comunque secondo me sono entrambi sinceri. Semplicemente hanno un ricordo diverso di quei pochi attimi concitati. Il che è assolutamente normale e umano.

Ciao

contekofflo ha detto...

Grazie, mi ero perso (o forse avevo letto a suo tempo e dimenticato) l'articolo nel tuo primo link, che effettivamente fornisce una spiegazione plausibile.
Anche il particolare che Bin Laden avesse o meno tentato di raggiungere un'arma può essere interpretato in questo senso: O'Neill può aver avuto quell'impressione (e quindi ha sparato) mentre chi è arrivato dopo ed ha controllato con cura la stanza non ha trovato alcuna arma.