Di frequente, quando si parla dei fatti dell'11 settembre, emerge la diffusa convinzione che gli errori commessi dal controllo civile del traffico aereo (i centri ATC gestiti dalla FAA) e dalla difesa aerea (il comando NEADS dell'USAF) furono determinanti nell'impedire ai caccia militari di abbattere almeno una parte dei quattro voli dirottati e di limitare le conseguenze degli attentati.
Ragionare con il senno di poi è sempre un esercizio poco valido per giudicare il comportamento di chi si è ritrovato a dover prendere decisioni drammatiche in pochi minuti ed in una situazione senza precedenti.
Per esempio, far volare caccia militari armati di missili e con l'autorizzazione a far fuoco in mezzo a centinaia di aerei civili è una decisione che potrebbe determinare tragici incidenti. Lo stesso abbattimento di un aereo civile di considerevoli dimensioni e sopra un territorio densamente popolato potrebbe provocare più vittime di quante si pensa di evitarne (specialmente se non si ha la sfera di cristallo per sapere cosa succederà non abbattendolo).
Ma c'è qualcuno che ha pensato di simulare come si sarebbero svolti gli eventi se il controllo aereo non avesse fatto nessun errore e la difesa aerea avesse reagito prontamente (a dire il vero, la difesa aerea non è mai stata "sul banco degli imputati", perché i tracciati radar e le registrazioni delle comunicazioni radio e telefoniche hanno dimostrato che i militari fecero esattamente tutto ciò che dovevano e potevano fare).
La simulazione è stata fatta per verificare cosa sarebbe successo se l'11 settembre 2001 le informazioni fossero state gestite attraverso una rete NCW (Network-Centric Warfare), ossia una moderna rete di distribuzione delle informazioni e di controllo e comunicazione, del tipo utilizzato sui campi di battaglia.
Il resoconto della simulazione si intitola "Measuring the Potential Benefits of NCW: 9/11 as case study" ed è redatto dal Prof. Tim Brant, della Netherland Defence Academy, scuola militare che prepara gli ufficiali delle forze armate olandesi, e si propone lo scopo di caldeggiare l'implementazione di questo tipo di rete informativa, per cui si presume abbia interesse a dimostrare che una migliore gestione dell'emergenza avrebbe conseguito risultati più efficaci.
Come ipotesi di partenza, l'analisi presume che:
- Fosse presente una hijack-network, ossia una rete informativa di tipo NCW ottimizzata per reagire ai casi di dirottamento;
- Tutti gli operatori fossero perfettamente addestrati a servirsi di tale rete;
- Le procedure di risposta all'emergenza dirottamento utilizzassero a fondo tale rete;
- Il NORAD agisse tempestivamente senza attendere autorizzazioni burocratiche (non le attese nemmeno l'11 settembre e Brant ne dà atto);
- I controllori di Boston si rendessero conto immediatamente del dirottamento del volo American 11 e trasmettessero istantaneamente la notizia nella rete;
- Il NEADS allertasse immediatamente i caccia di Langley nel momento in cui veniva scoperto il dirattamento del secondo aereo (ossia United 175; rammentiamo che in risposta al dirottamento di American 11 decollarono i caccia della base di Otis);
- I tempi tecnici per approntare i velivoli al decollo, lanciarli in volo e raggiungere le destinazioni designate restino inalterati (come abbiamo detto, questi tempi rispettarono gli standard operativi e non furono condizionati dalle procedure per ottenere le autorizzazioni previste).
L'analisi evidenzia che la difesa aerea avrebbe guadagnato 12 minuti nella risposta al dirottamento di American 11, 8 minuti nella risposta al dirottamento di United 175, 14 minuti nella risposta al dirottamento di American 77 e ben 27 minuti per rispondere al dirottamento di United 93.
Purtuttavia, Brant conclude che non sarebbe stato possibile – nemmeno se le informazioni fossero state così perfettamente gestite – intercettare i voli American 11, United 175 e American 77. I caccia avrebbero potuto però intercettare United 93 se questi non si fosse schiantato prima di giungere a Washington.
Il documento, però, prova a spingersi oltre, e aggiunge che se tale rete informativa fosse stata in grado di elaborare anche le tracce radar (i voli dirottati restarono inquadrati dai radar primari anche dopo lo spegnimento dei transponder) e quindi di localizzare con precisione la posizione degli aerei dirottati, forse la difesa aerea avrebbe potuto intercettare il volo 77 (che colpì il Pentagono) e il volo 175.
L'analisi di Tim Brant è condivisibile. Pur essendo aggiornata ai dati e documenti disponibili nel 2005 (fu presentata a un simposio tenutosi nel 2006), quelli resi pubblici negli anni successivi (in particolare le registrazioni delle comunicazioni della FAA e dei comandi di difesa aerea, nonché i tracciati radar) hanno confermato che una delle cause principali del fallimento della difesa aerea fu proprio l'incapacità di localizzare i velivoli dirottati, dopo che i terroristi disattivarono i transponder o cambiarono il relativo codice di identificazione.
Una Hijack-Network come quella auspicata da Brant avrebbe potuto, forse, colmare questa grave lacuna tecnica, ma l'11 settembre del 2001 né i controllori di volo né i militari disponevano di uno strumento del genere e non avrebbero potuto cambiare in alcun modo quel tragico epilogo.
Ci sono poi alcuni aspetti che la simulazione sottovaluta o ignora del tutto.
Il primo è quello dell'ordine di abbattimento: quest'ordine fu dato dal vice-presidente Cheney solo alcuni minuti dopo il collasso della South Tower, quando fu evidente l'ordine di grandezza dei danni e delle perdite in vite umane che gli attacchi stavano provocando (tale da rendere accettabili i rischi connessi a un abbattimento su aree densamente popolate). Ma a quel punto il destino dei quattro voli si era già compiuto.
Il secondo è dato dalla necessità dei controllori di volo di sgombrare i cieli dalle decine e decine di aerei civili in volo su New York e Washington, allo scopo di evitare collisioni con i caccia militari e abbattimenti accidentali in caso di impiego delle armi: gli intercettori furono autorizzati a volare nello spazio aereo civile solo dopo che esso fu almeno parzialmente sgomberato, operazione che richiese molti minuti e che nemmeno una Hijack-Network avrebbe potuto evitare.
Infine, visto che siamo in tema di simulazione di "cosa sarebbe successo se", è opportuno ricordare che nemmeno ai terroristi filò tutto liscio.
I quattro voli dirottati, infatti, sarebbero dovuti decollare alle 7:45 (American 11), alle 8:00 (United 175 e United 93) e alle 8:10 (American 77). Se i voli fossero decollati puntualmente e se i terroristi fossero riusciti in tutti e quattro i casi nel loro proposito di prenderne il controllo nel momento stesso in cui veniva raggiunta la quota di crociera, l'intera tragedia si sarebbe consumata nel giro di 25 minuti.
Se prendiamo a riferimento i tempi di American 11, infatti, notiamo che dal momento del decollo al momento in cui i dirottatori ne presero il controllo trascorsero appena 13 minuti e il velivolo si schiantò contro la North Tower 46 minuti dopo il decollo.
Se gli stessi tempi fossero stati rispettati per tutti i voli e i decolli fossero avvenuti nell'orario programmato, American 11 avrebbe impatto la North Tower alle 8:31, United 175 avrebbe colpito la South Tower alle 8.45 nello stesso momento in cui United 93 colpiva Washington, e American 77 si sarebbe schiantato contro il Pentagono alle 8:56.
25 minuti sono una bella differenza rispetto ai 77 minuti trascorsi l'11 settembre (che diventano una novantina ove si consideri il tempo necessario a United 93 per raggiungere Washington) e tempi così stretti avrebbero messo in crisi anche la sofisticata Hijack-Network proposta da Brant.
Nondimeno, il lavoro del Prof. Brant (ne esiste anche una versione in diapositive) è interessante perché consente di cogliere alcuni aspetti essenziali della sequenza temporale degli attacchi e della reazione della difesa aerea e illustra efficacemente le catene di comando interessate nel processo decisionale per reagire all'emergenza.
21 commenti:
Secondo me va considerato che nella situazione reale i complottisti mettono in discussione la presenza di corpi di arabi o la presenza dei passeggeri dentro i voli di linea, la falsificazione di fdr, nastri, telefonate ecc...
Figuriamoci cosa avrebbero detto se i caccia avessero raggiunto tutti e quattro i voli, ed apparentemente senza alcuno schianto, ma solo con minacce di schianto registrate avessero abbattutto in sicurezza 4 voli civili con un circa un migliaio di passeggeri a bordo.
Esattamente. Il sintomo classico di una mentalità cospirazionista (nel senso bacato del termine) è che qualunque sia lo scenario, verrà interpretato come "prova" di un complotto.
I caccia non sono arrivati abbastanza in fretta? E' prova di complotto.
I caccia sono arrivati troppo in fretta? E' prova di complotto.
I caccia abbattono gli aerei dirottati? E' stato fatto apposta per nascondere le prove che in realtà non c'era nessun dirottamento in atto ed è tutta una messinscena.
Con un Vero Complottista non si può ragionare, perché non sta usando la razionalità. Sta partendo dall'assunto che il governo USA / il Mossad / i Rettiliani sono colpevoli e seleziona i fatti di conseguenza.
4 voli civili con un circa un migliaio di passeggeri a bordo
Giusto per amor di precisione, il numero di passeggeri era molto inferiore. Tra passeggeri, dirottatori ed equipaggi erano circa trecento persone.
;-)
Chiss� quale sarebbe l'effetto di un missile aria-aria su di un aereo di linea.
Secondo me, sarebbe sufficiente per danneggiarne qualche particolare, ma il velivolo cadrebbe sostanzialmente intatto: il che � un bel rischio.
Non so poi, se � possibile colpire con pi� di un missile. Spero che qualcuno che s'intenda di aeronautica mi illumini.
Analisi molto interessante.
Se ce ne fosse bisogno, direi che mette la parola fine alle baggianate complottiste sulla difesa aerea.
@Paolo:
il governo USA / il Mossad / i Rettiliani sono colpevoli
Dimentichi sempre il NWO... :P
Ice: "Chissà quale sarebbe l'effetto di un missile aria-aria su di un aereo di linea".
Purtroppo ci sono precedenti in materia, ed uno più noti è l'abbattimento del KAL007 ad opera dell'aviazione sovietica.
In quel caso il velivolo, nonostante colpito da almeno un missile aria-aria riuscì ad arrivare sul mare intatto.
Vero che si trattava di un Boeing 747, ma vero anche che i missili sovietici contengono una carica di esplosivo mediamente molto più grande di quelli occidentali.
La questione presenta tante sfaccettature.
I missili aria-aria sono concepiti per un impiego militare, in ordine al quale non è necessario nè colpire direttamente il bersaglio nè disintegrarlo in volo.
La loro spoletta di prossimità fa esplodere il missile quando il bersaglio entra nel suo raggio letale e lo investe con un certo numero di schegge generate dall'esplosione della testata.
Questa modalità di azione consente di aumentare le probabilità di successo del missile.
L'impatto diretto è possibile ma non è la regola (altrimenti non ci sarebbe bisogno di montare le spolette di prossimità!).
Ovviamente nessuno può prevedere l'effetto delle schegge: può essere che il bersaglio continui a volare nonostante investito da numerose schegge, e può essere che una singola scheggia rovente colpisca un serbatoio e lo faccia esplodere.
Un grosso aereo commerciale è un bersaglio facile e nulla vieta di lanciare una coppia di missili.
Ciò nonostante non c'è garanzia che l'aereo si disintegri in volo ed è anzi molto probabile che precipiti pressochè integro o si spezzi in grossi tronconi.
Dubito però che i caccia avrebbero impiegato i missili, non subito perlomeno.
Si sarebbero avvicinati agli aerei, avrebbero identificato il tail number, avrebbero tentato di convincere i piloti ad atterrare, anche sparando brevi raffiche di cannone e intersecando la rotta per provocare turbolenza davanti ai velivoli.
E' possibile che, dovendo abbatterli, avrebbero utilizzato il cannone. Due o trecento colpi di cannone ben piazzati avrebbero quasi certamente provocato l'esplosione dei serbatoi (di solito i caccia in quel tipo di missione trasportano 500 colpi per il cannone da 20 mm, che consentono di sparare 5 raffiche da cento colpi l'una, al ritmo di 6000 colpi/minuto).
Ottima analisi come sempre, anche quella del commento di john qui sopra.
L'obiezione che mi viene in mente e': cosa sarebbe successo se in prontezza operativa vi fossero stati dei Grumman F-14 Tomcat dotati degli AIM-54 Phoenix? Ovviamente nel caso di corretta e certa identificazione dei bersagli in mezzo a quel bailamme...
Saluti
Hanmar
Ps: punto 6, dirAttamento al posto di dirottamento
I Phoenix erano gli unici missili a lunghissimo raggio... Improbabile che li avrebbero usati. Cannone o Sidewinder, data la necessità di identificare il persaglio in maniera univoca. E poi non mi pare che la US Navy facesse CAP con "Gattoni" armati di Phoenix... Soprattutto in patria. Non penso che i ragazzi dell'USAF l'avrebbero mai consentito, visto come sono sempre stati gelosi del loro ruolo... Avranno imparato da Douhet, Balbo e Goering....
E*
@ emibro:
tutte cose giustissime e che gia' sapevo.
Ma dato che siamo nel campo del "what if" la domanda mi e' venuta spontanea.
E speravo in una risposta, ma credo che John sia in ferie :D
Saluti
Hanmar
Eccomi qua, Hanmar, mi era solo sfuggita la tua osservazione.
Il Tomcat ha un posto speciale nel mio cuore, ma temo che non sarebbe stato di utilità nella situazione, non più degli F-15 ed F-16.
Ritengo infatti che in quel contesto l'utilizzo di armi BVR sarebbe stato escluso a priori.
Il rischio di un "miss" con un missile che si va a schiantare da qualche parte (e il Phoenix è bello grosso) sarebbe stato inaccettabile.
In più non puoi sapere se la legge di Murphy ti porta un aereo che non c'entra nulla a intersecare la traiettoria del missile.
Identificato visivamente l'aereo, a quel punto le distanze avrebbero imposto l'utilizzo del cannone o al massimo di un Sidewinder che è oggi un missile con una KP elevatissima.
Il Phoenix tornerebbe utile se fosse possibile lanciarlo con aggancio radar diretto: lasciare che il missile acquisisca da sè il bersaglio con il proprio radar prima ancora del lancio, anzichè la modalità standard SARH+ACTIVE.
In qual caso i rischi sarebbero ridotti e si avrebbe il vantaggio della testa di guerra decisamente grossa che probabilmente avrebbe distrutto l'aereo al primo colpo.
Questa modalità è implementata sullo Slammer, ma non mi risulta lo sia sul Phoenix, nemmeno nella versione C abbinata alla versione D del Tomcat.
O quanto meno, se questa possibilità teoricamente esiste, non è mai stata sufficientemente testata nemmeno nelle esercitazioni.
;-)
Gia', come immaginavo.
Del resto un sistema d'arma... no, in realta' qualunque sistema d'arma di quel tipo e' sviluppato per essere usato in teatro operativo,in "guerra" se vogliamo semplificare.
Situazione completamente diversa da quella affrontata all'epoca.
Grazie John.
Saluti
Hanmar
e cosa mi dite del Pentagono? Non dovrebbe avere sistemi di difesa propri? Nel senso missilistici?
Antonio
Non dovrebbe avere sistemi di difesa propri? Nel senso missilistici?
No.
Antonio, per favore, leggi le FAQ. Sono lì apposta per evitare di rispondere infinite volte sempre alle stesse domande. La storiella dei missili è spiegata lì in dettaglio. Grazie.
ho letto, e qualcosa non mi convince...dovrebbe essere un edificio protetto ed inattaccabile...anche se i complottisti cercassero le batterie di missili, non le potrebbero trovare...perché spero che il pentagono sia protetto...
sul fatto che gli aerei non possano volare vicino, ti do ragione, l'aeroporto e' proprio vicino!
Antonio
ho letto, e qualcosa non mi convince...dovrebbe essere un edificio protetto ed inattaccabile.
Non importa se non ti convince. Non è quello lo scopo. Noi presentiamo i fatti, poi ognuno è libero di farsi le proprie opinioni e convinzioni.
Seriamente: tu in che modo renderesti "protetto e inattaccabile" anche dal cielo un edificio in mezzo a una città, largo mezzo chilometro e frequentato giornalmente da 20.000 persone, con un aeroporto a 1200 metri di distanza?
Perché se tu sai come si fa, sai cose che neppure i migliori strateghi militari del mondo sanno.
non girare la frittata...chiedendo a me cosa dovrebbero fare, come se tu non lo sapessi...credo che ogni comando militare che si rispetti debba avere un sistema di protezione almeno aereo, non credi?
Il contatto con l'aereo e' stato perso molto prima dell'impatto...e non venirmi a dire, come hai scritto da qualche parte, che gli USA non avevano la possibilità di mandare su una pattuglia aerea...perché non ci crede nessuno, e nemmeno tu.
Se vuoi possiamo dire, per scartare ogni complotto, che c'è stato un errore, ma se cosi' fosse sarebbero dovute cadere diverse teste...ne sono cadute? tu sai qualcosa a riguardo?
Antonio
non girare la frittata
Nessuna frittata. Ti ho fatto una domanda. E' educazione rispondere.
credo che ogni comando militare che si rispetti debba avere un sistema di protezione almeno aereo, non credi?
Come i sovietici che si fecero beffare dal Cessna di Mathias Rust, per esempio. Come i greci che ci misero decine di minuti per trovare il B737 della Helios in avaria.
Forse non ti è chiaro il concetto che ogni difesa è permeabile. Non esiste la protezione assoluta. Basta saperne sfruttare i punti deboli.
Il contatto con l'aereo e' stato perso molto prima dell'impatto...e non venirmi a dire, come hai scritto da qualche parte, che gli USA non avevano la possibilità di mandare su una pattuglia aerea
Mai detta una sciocchezza simile. O me la documenti, o ritiri quello che mi hai attribuito.
se cosi' fosse sarebbero dovute cadere diverse teste...ne sono cadute? tu sai qualcosa a riguardo?
Sì, leggi le FAQ e lo saprai.
@antonio:
dovrebbe essere un edificio protetto ed inattaccabile
Perchè?
Il Pentagono è l'equivalente del nostro ministero della difesa: ti risulta sia un edificio "protetto ed inattacabile"?
I sistemi missilistici, a scomparsa fin che vuoi, non sono invisibili: vedi tracce di silos, radar e aggeggi simili sul prato del Pentagono?
Inoltre, la costruzione di un tale sistema d'arma implica scavi e lavori imponenti: qualcuno ha mai notato niente?
La verità è che i presunti sistemi missilistici antiaerei al pentagono sono documentati solo nei cartoni animati e nella fervida fantasia di qualche complottista nostrano.
Inoltre, fino all'11/9, la difesa era concepita verso un attacco proveniente dall'esterno.
Per quello era disegnato il norad e tutto il sistema di difesa aereo.
Certo non per l'abbattimento di aerei civili dirottati.
@Paolo:
decine di minuti per trovare il B737 della Helios in avaria
In particolare, fra l'allarme iniziale e l'intercettazione del velivolo, passò quasi un'ora!
Ed anche tralasciando la fase iniziale di allarme, fra l'ordine di scramble e l'intercettazione effettiva passarono circa 25 minuti.
Piccolo particolare aggiuntivo: il velivolo aveva il transponder acceso!
Premettendo che, una volta noti i tempi necessari per far decollare i caccia e farli arrivare sull'obbiettivo (NY e Washington), sommandoci inoltre i minuti necessari per decidere e dare gli ordini (e notificare tutto al Neads), risulta impossibile che potessero essere intercettati gli aerei dirottati, durante la lettura del documento "Measuring the Potential Benefits of NCW: 9/11 as case study" mi è venuto un dubbio.
Mi riferisco al volo AA77.
E' stato dirottato alle 8:54, ma il dirottamento è stato segnalato al Neads solo alle 9:36, cioè 3 minuti prima che si schiantasse sul Pentagono (e, è da dire, praticamente mezz'ora prima che gli F16 potessero arrivare su Washington).
Ecco, non capisco il motivo di questo arco di tempo, più lungo di quello (di notifica al Neads) degli altri aerei dirottati.
Una possibile spiegazione è la nota:
09:20 Indianapolis
learns of other hijacked aircraft & doubts AA77 has crashed.
Informs SCC
Che però non ho ben capito. Qualcuno me lo può spiegare?
Poco dopo le 9.00 la AA dava il volo AA77 come il secondo aereo schiantatosi sulle torri.
Indianapolis, ritiene invece sia precipitato.
La confusione tra il volo AA77 e l'AA11 che si era invece schiantato sulle torri, continuò per parecchio, fin dopo le 09.20.
Se dai un occhio a:
http://www.crono911.net/Crono911.pdf
Trovi la cronologia effettiva di quelle ore.
Grazie (soprattutto per il link)!!!
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