2011/09/11

New York, 10 anni dopo il 9/11

di John - www.crono911.org

New York City si prepara a onorare il ricordo delle vittime degli attacchi terroristici dell'11 settembre nel decimo anniversario della tragedia.

Un soggiorno a Manhattan per una decina di giorni nella seconda metà di agosto è una buona occasione per “respirare” gli umori e i pensieri dei suoi cittadini alla luce del tempo trascorso e della recente uccisione di Osama bin Laden, leader di Al Qaeda.

La prima cosa che salta all'occhio, specialmente di chi è stato coinvolto in un modo o nell'altro nell'interminabile sequenza di botta e risposta tra complottisti e debunker che si è dipanata sul Web (e in misura minore su altri media), è la totale assenza di qualsiasi elemento “complottista”.

Dove sono cartelli e magliette con la scritta “9/11 was an inside job”? Che fine hanno fatto i “truthers”? Possibile che nessuno abbia appeso un gagliardetto a una finestra, spruzzato uno slogan su qualche muro, attaccato un adesivo sul cofano di un taxi o alla parete di un vagone della metro, appuntato una spilletta sulla camicia?

Niente.

L'osservazione non è banale, perché a New York City si trova davvero di tutto e chiunque può fare e dire qualsiasi cosa gli salti in mente, purché non infranga la legge.

Il tipo della foto qui a fianco, per esempio, passeggiava per Times Square con un gonnellino fatto di caramelle, nell'indifferenza della gente e dei poliziotti.

È evidente che i complottisti dell'11 settembre sono davvero pochi, proprio nella città che ha pagato il maggior tributo nella tragedia, e quei pochi devono vergognarsi non poco a sostenere pubblicamente le proprie teorie.

Certo che se fossero vere le cifre di certi sondaggi che i complottisti amano sbandierare, la situazione avrebbe dovuto essere ben diversa.

I lavori al World Trade Center procedono invece alacremente, come testimoniato dalla foto in apertura, che riprende lo stato di avanzamento della Freedom Tower (One World Trade Center), il grattacielo che – con i suoi previsti 417 metri di altezza (che arrivano a 541 con l'antenna) – sarà la più alta costruzione negli Stati Uniti.

Sulla pianta delle Twin Towers non sarà edificato alcun nuovo grattacielo: il profilo delle loro fondamenta sarà parte del monumento che ricorderà la tragedia.

Ai margini del cantiere è ubicato un museo dedicato all'11 settembre, visitato ogni giorno da una moltitudine di americani e stranieri.

In esso sono conservati pezzi di aereo (nella foto un finestrino dell'AA11), con buona pace dei sostenitori delle teorie “no-planes”, effetti personali dei passeggeri (anche dei voli che si schiantarono contro il Pentagono e a Shanksville) ed elementi strutturali delle Twin Towers, in barba a chi affermava che i rottami erano stati rimossi ed eliminati in tutta fretta dopo gli attentati.

Una stanza del museo è dedicata a raccogliere gli scritti dei visitatori, che hanno a disposizione tavoli, penne e cartoline che – una volta compilate – sono esibite sulle pareti del museo e inserite in volumi stampati periodicamente.

Migliaia e migliaia di cartoline scritte in decine di lingue diverse testimoniano la grande solidarietà e la commozione di chi si accinge a terminare la visita al museo.

New York City è molto lontana dalle fantasie dei complottisti. La città e i suoi abitanti e lavoratori sono andati avanti in questi dieci anni e guardano al futuro; qualcuno, invece, è rimasto fermo al buco di cinque metri e alla nanotermite.

Un tassista egiziano, Ashraf, fa una considerazione su cui riflettere: “Hanno colpito New York perché l'America è una minaccia all'integralismo islamico. Qui ogni musulmano si rende conto che si può vivere e lavorare in pace nella diversità di culture e religioni, nel rispetto reciproco. Non importa se sei ebreo o musulmano, qui puoi lavorare e se ti impegni e hai un po' di fortuna puoi arrivare ovunque. Dipende tutto da te, non dalla tua religione. Una cosa simile è inaccettabile per un integralista”.

La vera sconfitta di Al Qaeda non sta nell'uccisione di Osama bin Laden, evento ormai puramente simbolico, ma nel fatto che nemmeno a New York è riuscita a tracciare quel solco di odio tra religioni e culture che si proponeva di realizzare con gli attentati.

L'ultima foto mostra un altro elemento strutturale proveniente dai rottami delle Twin Towers. Si trova al Pier 86, sul versante occidentale dell'isola, in una posizione tale per cui – osservandolo da una determinata angolazione – ricorda la skyline con le Twin Towers.

Altro che complottisti.