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2008/09/24

Corsi e ricorsi: i caccia di Andrews

di John - www.Crono911.org

Un recente articolo dell'Herald Tribune intitolato Real Heroes, Fake Stories ("Veri eroi, finte storie") ci offre l'occasione per proporre alcune riflessioni sul modo in cui il trascorrere del tempo induce a far confusione tra fatti e vicende dell'11 settembre e a ripercorrere strade già abbondantemente esplorate anni addietro.

L'Herald Tribune ci racconta la storia di un pilota da caccia della base aerea di Andrews, il Maggiore Billy Hutchison, che al rientro da una missione addestrativa la mattina dell'11 settembre apprese che il volo United 93 stava puntando su Washington D.C. e pertanto decise di tornare in volo per intercettarlo, armato di poche munizioni da esercitazione e con i serbatoi a corto di carburante. La storia vuole anche che Hutchison, pronto a schiantarsi con il proprio caccia contro United 93 se necessario, riuscì a inquadrare il velivolo dirottato sul proprio radar.

Alla fine, l'Herald Tribune rivela la verità: la storia è falsa e quei volponi dei suoi giornalisti l'hanno scoperto leggendo attentamente il Rapporto della Commissione d'Inchiesta sui fatti dell'11 settembre, dal quale si evince che Hutchison decollò dopo che United 93 era già precipitato.

Bene, bravi i giornalisti dell'Herald, ma è davvero difficile credere che Hutchison abbia potuto spacciare una simile corbelleria.

Innanzitutto il Rapporto della Commissione è stato pubblicato nel 2004, quindi la successione cronologica dei fatti è ben documentata da un bel po' di tempo.

Ma la cosa più sconcertante è che Aviation Week, già dai primi di settembre del 2002, pubblicava una dettagliata intervista ai piloti della base aerea di Andrews, dalla quale risultava in maniera molto chiara la sequenza dei fatti. Hutchison fu veramente inviato verso Washington a intercettare United 93, senza munizioni e con pochissimo carburante a bordo, circostanza che non lascia aperte molte ipotesi sul modo in cui avrebbe potuto fermare quell'aereo.

I caccia della base di Andrews (compreso, ma non solo, quello di Hutchison), spiega Aviation Week, arrivarono sulla capitale dopo i caccia di Langley, e quindi dopo le 10.00.

Anche i tracciati radar (recentemente resi pubblici) mostrano che Hutchison e gli altri piloti di Andrews arrivarono su Washington dopo le 10:38, quando United 93 si era da tempo distrutto in una campagna di Shanksville.

Il motivo per cui Hutchison (e molti altri protagonisti di quella giornata) credettero di poter intercettare United 93 sta semplicemente nel fatto che la FAA continuò a tracciare la rotta in avvicinamento del velivolo, ben dopo che questo era precipitato, basandosi su una proiezione grafica e non sull'effettiva posizione dell'aereo.

Probabilmente Hutchison agganciò qualcos'altro sul proprio radar: forse il jet privato inviato dal controllo aereo a sorvolare l'area in cui era sparito United 93.

Hutchison non è stato l'unico a essere stato indotto in errore dalla proiezione di rotta della FAA: il Ministro dei Trasporti Mineta, ad esempio, ha sempre sostenuto che quell'aereo in avvicinamento fosse addirittura il volo American 77, che invece sappiamo essersi schiantato contro il Pentagono ancora prima (link).

E l'Herald pecca di un altro giudizio superficiale quando "scopre" che non fu Mineta a dare l'ordine di far atterrare tutti gli aerei civili in volo sugli Stati Uniti, ma fu il manager della FAA Ben Sliney.

Le due cose sono entrambe vere: la FAA aveva ordinato di far atterrare tutti gli aerei, lasciando però ai piloti un certo margine di discrezionalità in ordine a tempi e modalità per eseguire l'ordine, mentre Mineta intervenne a ordinare che i piloti dovessero atterrare immediatamente senza lasciare loro margini di discrezionalità.

Inoltre Mineta (e solo lui poteva farlo) riuscì a strappare al suo omologo canadese l'autorizzazione a far atterrare sugli aeroporti del Canada i voli intercontinentali in arrivo negli USA: senza questa autorizzazione, i cieli americani non avrebbero potuto essere sgombrati altrettanto efficacemente e tempestivamente.

Le approssimate "rivelazioni" dell'Herald ci rammentano altri episodi: quello di Vanity Fair che annunciò lo scoop delle registrazioni audio delle conversazioni tra militari e centri di controllo aereo (che invece erano state già fedelmente trascritte nel Rapporto della Commissione) o quello della "scoperta" che l'aereo misterioso che sorvolò la Casa Bianca poco dopo l'impatto del Pentagono era un centro di comando volante E-4B (circostanza che invece risulta documentata in articoli e libri pubblicati vari anni prima della "scoperta").

In conclusione: è verosimile che molti testimoni abbiano ritoccato o adattato le proprie storie per millantare comportamenti eroici ed esperienze agghiaccianti... ma prima di sparare a zero su di loro accusandoli di aver mentito deliberatamente, sarebbe opportuno studiarsi a fondo documenti e rapporti, altrimenti si rischia di rimediare figure peggiori.