2008/11/04

Recensione: 1000 Years For Revenge

di John - www.Crono911.org

Dopo le recensioni dei volumi The Looming Tower di Lawrence Wright e Ghost Wars di Steve Coll, è la volta di un altro libro di grande pregio, 1000 Years For Revenge di Peter Lance (ISBN 9780060597252).

Il titolo completa un gruppo di quattro libri (il quarto è Masterminds of Terror di Yosri Fouda) che non dovrebbe mancare nella biblioteca di chiunque voglia approfondire le vicende che portarono alla tragedia dell'11 settembre del 2001.

Peter Lance è uno scrittore e giornalista investigativo che ha accumulato una grande esperienza sul terrorismo internazionale, su al-Qaeda e sull'attività dei servizi anti-terrorismo americani, nei confronti dei quali è probabilmente l'autore più critico.

Questo libro è spesso citato dai sostenitori della teoria dell'Inside Job in quanto dimostrerebbe che la CIA e l'FBI hanno volutamente nascosto prove e documenti che avrebbero potuto consentire di sventare gli attacchi dell'11 settembre.

Anche in questo caso la lettura del libro svela una verità del tutto differente – se non addirittura opposta – al punto che ancora una volta c'è da chiedersi se i complottisti si limitino a leggere la copertina o a riprodurre pedissequamente voci e leggende raccattate sul Web.

Le 539 pagine, suddivise in oltre 40 capitoli, comprendono una bella timeline corredata di numerose fotografie, alcuni documenti in appendice, un utilissimo indice analitico e un dettagliato elenco delle fonti annotate.

Lance parte dalle vicende relative alla cellula terroristica islamica operante a New York che progettò, con l'aiuto di Ramzi Yousef (nipote di Khalid Sheikh Mohammed, organizzatore degli attacchi dell'11 settembre), l'attentato esplosivo del 1993 contro il World Trade Center.

Il giornalista sviscera a fondo il ruolo dell'egiziano Emid Salem, confidente dell'FBI infiltrato nella cellula, e i rapporti tra Salem e gli agenti dell'FBI che lo avevano in carico. Il dettaglio e la precisione della narrazione di Lance sono a dir poco impressionanti.

Scopriamo così che Salem era confidente di Nancy Floyd, un'agente donna dell'FBI che si occupava di controspionaggio russo, e quando iniziò a rivelarsi utile per penetrare la cellula terroristica islamica di New York, fu "passato" alla competente sezione dell'FBI che si occupava di antiterrorismo.

Salem, però, continuava a fare riferimento alla Floyd, ingenerando insofferenza e invidie nei colleghi dell'antiterrorismo, che a un certo punto giunsero a sospettare l'esistenza di una relazione personale tra i due. Anche per questa ragione, l'FBI decise di troncare il rapporto di collaborazione con Salem: una decisione che costò cara, perché se Salem fosse rimasto infiltrato avrebbe potuto far sventare l'attentato del 1993 e probabilmente la storia di questi ultimi 15 anni avrebbe avuto un corso del tutto differente.

Questo è uno dei tanti errori che Lance ha evidenziato nel suo libro: errori dovuti a superficialità, arrivismo, presunzione, invidia e assurda competizione fra servizi e squadre investigative.

Particolare attenzione è dedicata all'Operazione Bojinka (il piano che prevedeva di distruggere in volo una serie di aerei di linea americani) e alle dichiarazioni rese da Abdul Hakim Murad, terrorista arrestato dalla polizia filippina. Murad, interrogato da una squadra di investigatori filippini che faceva capo al colonnello Mendoza, avrebbe rivelato l'esistenza di un altro piano terroristico, che prevedeva di far schiantare aerei di linea contro edifici negli Stati Uniti. L'FBI avrebbe inspiegabilmente ignorato questo dettaglio, che anticipava di anni ciò che sarebbe accaduto l'11 settembre 2001.

Nelle dichiarazioni (allegate in appendice) che Murad ha reso all'FBI, però, non v'è traccia di questa circostanza. La fonte dell'informazione, infatti, è lo stesso colonnello Mendoza, intervistato da Lance. Mendoza, anche in interviste successive, ha dichiarato di aver informato CIA ed FBI su quanto riferito da Murad.

Da Lance apprendiamo (pag. 282) invece che Mendoza, per sua stessa ammissione, trasmise i suoi rapporti all'ambasciata americana a Manila, e non alla CIA né all'FBI. Questa circostanza si lega con quanto dichiarato da un funzionario dei servizi di sicurezza dell'ambasciata americana, Sam Karmilowicz, che ricorda di aver trasmesso alcuni rapporti della polizia filippina al Dipartimento della Giustizia e che essi furono verosimilmente acquisiti dai magistrati incaricati di imbastire il processo contro Murad.

Anche in questo caso Lance ci rivela, quindi, una verità diversa da quella riportata altrove.

Il libro è pieno di queste accurate spiegazioni, riferite a Lance direttamente dai protagonisti di tali vicende, ed è impossibile elencarle tutte. Tra esse c'è anche quella di Mohamed Ali, un egiziano infiltrato da al-Qaeda nei quadri delle forze speciali dell'esercito americano.

Non solo Lance è l'ennesimo giornalista investigativo a smentire clamorosamente le teorie dell'Inside Job e a puntare il dito contro Osama bin Laden e al-Qaeda, ma si spinge anche a ipotizzare – con avvincenti argomentazioni – un ruolo di al-Qaeda anche in altre circostanze: l'attentato di Oklahoma City, la distruzione del volo TWA800, la sottrazione, ad opera di un sospetto infiltrato islamico, dei piani architettonici dei principali edifici di New York custoditi dal comando dei vigili dei fuoco.

Insomma, l'esatto contrario di quello che un complottista vorrebbe leggere.

12 commenti:

yos ha detto...

Mi sa proprio che questo libro sia il prossimo che prenderò.

Anche perché mi ha molto incuriosito la ricostruzione fatta a proposito dell'operazione Bojinka e della comunicazione del colonnello Mendoza.

(Chissà perché mi è venuto in mente una vecchia discussione fatta quasi un anno fa scorso proprio su undicisttembre.blogspot)

yos ha detto...

PS Che strano: ho appena riguardato quelle vecchie discussioni, molti commenti sono stati cancellati dall'autore stesso del commento.

E' proprio una stranezza.

Nevermind1 ha detto...

Mi incuriosisce molto l'ipotesi di una connessione tra Al-Queda e l'attentato di Oklahoma City. Non è che, come dice il proverbio, ad andare con il complottista si impara a complottare? :-D

Scherzi a parte, potete fare qualche breve accenno su questa ipotesi?

Grazie

Mario ha detto...

L'idea che tutti gli attentati siano riconducibili alla sola AlQaeda, compreso quello di Oklahoma la cui ricostruzione mi pare sia stata ben spiegata sebbene l'arresto dell'autore sia stato alquanto fortunoso, ricorda molto da vicino l'idea complottista che gli agenti CIA sono gli autori di tutto il terrorismo del mondo e sonno dietro tutte le bande terroriste dall'america al Giappone (trascurando ovviamente l'esistenza di un servizio segreto attivo per ogni paese MI5, DGSE, ...).

bah

Insomma sapere questo di Lance mi rende più titubante che incuriosito.

Chi è l'autore dell'articolo?

John ha detto...

In effetti, Nevermind1, Lance ha un difetto. Le sue ricostruzioni sono precise (perchè intervista direttamente i protagonisti, a ogni livello) ma ogni tanto si lascia prendere la mano per sostenere la sua tesi principale: che l'FBI si lasciò sfuggire - per inettitudine e arroganza - una serie di elementi che avrebbero potuto portare a scoprire o evitare gli attentati dell'11/9.

Ora, se alcuni passaggi sono evidenti e indiscutibili, altri appaiono forse un po' forzati e pur tuttavia sono interessanti.

E' il caso di Oklahoma City.

Lance sostiene che l'FBI chiuse troppo in fretta il caso e si accontentò della ricostruzione emersa dalle indagini senza indagare la pista islamica che invece c'era.
Non è l'unico episodio: Lance ne cita anche altri.

Questo si trova nel capitolo 30, intitolato "John Doe n. 2", pagg. 308/310.

Lance spiega che oltre ai soggetti arrestati nell'indagine, tutti americani, ce n'era un altro, descritto dai testimoni come un individuo di corporatura massiccia e aspetto mediorientale.
Tutti i testimoni concordano in questa descrizione, ma questa persona non è mai stata trovata nè gli arrestati ne hanno mai parlato.

Il terrorista Murad, all'epoca in carcere, dichiarò che l'attentato "è roba nostra".

La coincidenza singolare è che gli attentati di quel tipo erano specialità di Yousef, "padrino" di Murad.
Yousef, il 3 novembre del 1994, mentre si trovava a Singapore, aveva chiesto un visto per le Filippine.
Ebbene, il 4 novembre del 1994, Nichols, che è uno degli esecutori dell'attentato di Oklahoma City, chiese un visto al consolato filippino a Chicago per recarsi in quella nazione!

E nel dicembre del 1994 sia Yousef che Nichols si trovavano a Cebu City, e anche se non ci sono prove che i due si siano mai incontrati, si tratta di un'altra coincidenza impressionante.

E non è l'unica.
Ma è meglio leggersi il libro...

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Per Mario: occhio che l'arresto di uno degli autori (McVeigh) viene quasi sempre riportato male.
Non è vero che l'FBI arrestò fortunosamente l'uomo e dopo scoprì cosa aveva fatto.
Quando, nel corso delle indagini, l'FBI identificò McVeigh, questi si trovava già in carcere perchè arrestato dalla polizia per un altro reato.
Basta scambiare la sequenza delle due cose, e subito si entra nel complottismo.
Lance spiega molto bene queste circostanze, e le documenta con la massima precisione.

;-)

Anonimo ha detto...

Anche in Masterminds of Terror, in un punto, viene spiegato che furono trovati dei piani che prevedevano l'utlizzo di aerei di linea come missili contro edifici chiave.

marcov ha detto...

Sarà ma a me le tecniche sembrano proprio quelle del complottistismo: è una coincidenza che tizio si trovasse a Dallas il 22 novembre 1963? Perché non si è indagato su caio ? (e chi ha detto che non lo si è fatto?)
La VU sul TWA 800 lascia perplessi. Porta forse le controdeduzioni di ingegneri aeronautici ?

Murad ha rivendicato Oklahoma ? Sbaglio o è stato rivendicato pure il black out del 2003?

Scusate il mio scetticismo, ma in questi anni oltre alle indimostrate ipotesi di complotto abbiamo assistito al florilegio di esperti che dicevano che: c'erano un sacco di ordigni nucleari sovietici sul mercato nero, Al Qaeda stava per acquistare un'arma nucleare, Al Qaeda era sostenuta da Saddam Hussein, ecc ecc

John ha detto...

Ice Rocket, ho letto Masterminds of Terror.
Fouda ne parla, ma spiega che le informazioni provengono da un'intervista a fonte filippina anonima.
Parla di un piano alternativo a Bojinka (e non ulteriore) da usarsi in caso di fallimento del primo.
Parla di vari obiettivi oltre quelli colpiti l'11 settembre.
Dice che Murad ne parlò con KSM (mentre stando a Mendoza, Murad ne parlò con Yousef).
Questa storia è molto vaga ed è davvero difficile stabilire quanto sia vera e quanto costruita con il senno di poi.
KSM l'ha smentita, Yousef e Murad non l'hanno mai confermata innanzi a giudici e investigatori che li hanno interrogati.
La fonte di Fouda è anonima.
Mendoza ora ha detto di aver passato le informazioni all'ambasciata, poi ha detto di averle passate alla CIA ed FBI, poi ha detto di non voler rivelare il nome della persona cui le passò... temo che qualche migliaio di dollari per un'intervista siano un gruzzoletto molto alto nelle Filippine, e probabilmente qualcuno ha voluto gonfiare un po' le cose per ingraziarsi l'interesse dei giornalisti.

MarcoV, c'è una certa differenza tra le "tecniche" di Lance e quelle dei complottisti.
Lance innanzitutto cita le fonti e lo fa con precisione.
Poi non mente sui fatti.
Infine fornisce una propria interpretazione a quei fatti, cui il lettore può aderire o no.
Se i complottisti lavorassero in questo modo, questo blog non esisterebbe.
;-)

Mario ha detto...

John ha detto:
Per Mario: occhio che l'arresto di uno degli autori (McVeigh) viene quasi sempre riportato male.
Non è vero che l'FBI arrestò fortunosamente l'uomo e dopo scoprì cosa aveva fatto.
Quando, nel corso delle indagini, l'FBI identificò McVeigh, questi si trovava già in carcere perchè arrestato dalla polizia per un altro reato.
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Non scambio nulla. Nella ricostruzione che ho visto, McVeigh dopo aver piazzato il camion pieno di esplosivo fuggi in auto.
Nell'allontanarsi in tutta fretta dal luogo dell'attentato fu fermato per un eccesso di velocità ed il poliziotto che era pronto a fargli la multa si accorse che nel sedile passeggeri c'era una pistola. A quel punto fece un controllo più accurato e risultò che McVeigh non aveva il porto d'armi per quella pistola. Indi fu portato alla stazione di polizia e trattenuto, con altra condanna fino a che le indagini lo collegarono all'attentato.
Magari tutti i terroristi fossero fermati così. Secondo me questa è anche fortuna.
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John ha detto
Il terrorista Murad, all'epoca in carcere, dichiarò che l'attentato "è roba nostra". La coincidenza singolare è che gli attentati di quel tipo erano specialità di Yousef, "padrino" di Murad. Yousef, il 3 novembre del 1994, mentre si trovava a Singapore, aveva chiesto un visto per le Filippine. Ebbene, il 4 novembre del 1994, Nichols, che è uno degli esecutori dell'attentato di Oklahoma City, chiese un visto al consolato filippino a Chicago per recarsi in quella nazione!
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Se osservo la condizione italiana esistono molti terroristi che hanno spesso fornito finte testimonianze per far perdere tempo agli investigatori. E' questo il motivo per cui non si diffonde ogni cosa professata, così come fa invece qualche giornalista nostro connazionale, ma si accerta la verità nei processi così come previsto dalla costituzione.
Non ci vuole un bel po' di tempo per preparare il materiale esplosivo da mettere nel camion e per preparare il piano d'attacco?

marcov ha detto...

stavo cercando informazioni su Ramzi Youssef, lo "specialista" in esplosioni (continuo a ritenere l'ipotesi di Lance piuttosto inverosimile, non era più facile per nichols contattare qualcuno dell'IRA?) ed ho scoperto che nelle filippine si imbarcò su un aereo spacciandosi per un italiano di nome "Armaldo Forlani".
Sarebbe interessante fare una ricerca se nel corso degli anni siano stati utilizzati falsi nomi quali Beddino Craxi, Anintore Fanfani, Giriaco De Mita.

weierstrass ha detto...

@marcov

scusa se lascio un commento un pò off topic, ma sostenere che

"Al Qaeda era sostenuta da Saddam Hussein"

non è sbagliato. E' stato dimostrato che Saddam finanziava la Egyptian Islamic Jihad, il cui capo è nientemeno che Al Zawahiri, vice di Bin Laden.

http://www.fas.org/irp/eprint/iraqi/index.html

Iraqi Perspectives Project, Saddam and Terrorism: Emerging Insights from Captured Iraqi Documents

E' emerso inoltre che i gruppi terroristi finanziati da Saddam condividevano gli stessi obbiettivi di Al Qaeda (pag. 42 del rapporto).

La mia è una pignoleria, ma siccome è molto diffusa la diceria sul fatto che Saddam non avrebbe avuto alcun rapporto col terrorismo, è bene che qualcuno inizi a mostrare i veri fatti.

Spinea vivibile ha detto...

Con Saddam sarebbe da contare anche l'attentato a George Bush del 13 aprile 1993 alla Kuwait University in Kuwait.