2011/05/14

Davvero Dick Cheney ammise che non ci sono prove che bin Laden organizzò l'11/9?

di Paolo Attivissimo, con il contributo di Hammer

La trasmissione Matrix di Canale 5 è tornata ad occuparsi delle teorie cospirazioniste in due puntate, trasmesse il 5 e il 10 maggio 2011 in occasione dell'annuncio della morte di Osama bin Laden. Una loro breve descrizione è disponibile qui e qui.

Nella puntata del 5 maggio è stata citata da Massimo Mazzucco questa dichiarazione, fatta da Dick Cheney, all'epoca vicepresidente degli Stati Uniti, nel corso del programma radiofonico Tony Snow Show il 29 marzo 2006: “Noi non abbiamo mai sostenuto che Osama bin Laden sia direttamente coinvolto nell'11 settembre, perché quelle prove non sono mai emerse.”

Questa dichiarazione sembrerebbe un'ammissione schiacciante e autorevole che la tesi governativa statunitense, secondo la quale bin Laden fu il mandante degli attentati dell'11 settembre 2011, era basata su un impianto probatorio inesistente. Tuttavia consultando l'intervista emerge che dalla citazione manca una parte molto importante: il contesto.

Infatti riascoltando l'intera intervista emerge che l'intervistatore, Tony Snow, stava parlando con Cheney di Saddam Hussein e gli stava chiedendo se secondo lui Saddam era direttamente coinvolto nell'11 settembre (le evidenziazioni sono aggiunte):


SNOW: I want to be clear because I've heard you say this, and I've heard the President say it, but I want you to say it for my listeners, which is that the White House has never argued that Saddam was directly involved in September 11th, correct?

CHENEY: That's correct. We had one report early on from another intelligence service that suggested that the lead hijacker, Mohamed Atta, had met with Iraqi intelligence officials in Prague, Czechoslovakia. And that reporting waxed and waned where the degree of confidence in it, and so forth, has been pretty well knocked down now at this stage, that that meeting ever took place. So we've never made the case, or argued the case that somehow Osama bin Laden [sic] was directly involved in 9/11. That evidence has never been forthcoming. But there -- that's a separate proposition from the question of whether or not there was some kind of a relationship between the Iraqi government, Iraqi intelligence services and the al Qaeda organization.

Avendo questo contesto, diventa chiaro Cheney fece il nome di bin Laden al posto di quello di Saddam, tant'è vero che citò gli agenti segreti iracheni, che erano di Saddam Hussein, non di Osama bin Laden. Un semplice lapsus, insomma, tanto che l'intervistatore chiese pochi minuti più tardi una rettifica e Cheney ammise subito l'errore:


SNOW: Okay. A couple of things, I think a couple of minutes ago -- I want to make sure -- you said Osama bin Laden wasn't involved in 9/11 planning. You meant Saddam Hussein, correct? That Saddam Hussein was not involved in September 11th?

CHENEY: Correct. Yes, sir.

SNOW: Okay.

CHENEY: Thanks for straightening that out. I didn't realize I'd done that. (Laughter.)

L'intervista integrale, pubblicata in origine sul sito della Casa Bianca, oggi è archiviata qui presso Archive.org ed è disponibile come file audio e come trascrizione.

La questione del contesto mancante è stata fatta notare da Undicisettembre a Massimo Mazzucco durante la trasmissione Matrix del 10 marzo: Mazzucco ha replicato sul proprio sito, confermando che il riferimento a bin Laden è un lapsus di Cheney e dichiarando che si è fidato della fonte “senza andare a verificarla”:

...confermo quello che ha detto Attivissimo. Mi scuso quindi con gli spettatori e con gli utenti del sito per questa errata informazione che ho diffuso, in completa buona fede, a causa della fretta. Stavo infatti preparando il mio intervento a Matrix, ed ho preso lo spezzone incriminato dal documentario “Alqueda doesn’t exist” [vedi nota in coda] – nel quale ovviamente la correzione di Cheney non compare – fidandomi di quella fonte, senza andare a verificarla.

La sua fonte, secondo quanto ha dichiarato Mazzucco, non è l'intervista originale, ma un documentario di terzi, Al Qaeda doesn't exist. Un'ammissione che mette in luce il profondo e ricorrente errore metodologico del cospirazionismo, che invece di andare alle fonti originali attinge a materiale di seconda mano, guarda caso già tagliato ad arte per conformarsi alle tesi di complotto. Senza mai chiedersi se per caso c'è una spiegazione più semplice che non implichi un complotto.