2012/03/22

Pentagono: intervista con il giornalista Jamie McIntyre

di Hammer. L'intervista originale in inglese è disponibile qui.

Il giornalista Jamie McIntyre è uno dei più noti testimoni oculari della scena dello schianto al Pentagono. Le sue parole pronunciate in diretta alla CNN sono state spesso distorte ed estratte dal loro contesto dai complottisti per sostenere le loro ipotesi secondo cui nessun'aereo di linea si sarebbe schiantato al Pentagono l'11 settembre 2001.

Jamie McIntyre ha acconsentito a rilasciare un'intervista al gruppo Undicisettembre e le sue parole, che offriamo di seguito ai nostri lettori, servono a smentire molti miti riguardo all'attacco al Pentagono.

McIntyre chiarisce, ad esempio, quale fosse il vero senso del suo commento secondo cui nessun aereo si schiantò "vicino al Pentagono" (che è stato estratto dal suo contesto anche dal regista italiano Massimo Mazzucco nel suo video "Inganno Globale") e smentisce l'esistenza di missili antiaerei che avrebbero potuto abbattere un aereo che attaccasse l'edificio (come sostenuto da Giulietto Chiesa nel video "Zero"). Ma soprattutto porta la testimonianza di una persona che ha visto la scena con i propri occhi e che non ha mai dubitato che un aereo di linea si fosse schiantato contro il Pentagono.

Ringraziamo Jamie McIntyre per la sua cortesia e disponibilità.


Undicisettembre: Ciao Jamie, grazie per questa occasione che ci concedi di parlare con te. Siamo certi che i nostri lettori italiani saranno felici di ascoltare il tuo racconto personale. Prima di tutto, puoi farci un breve racconto di ciò che hai visto e vissuto quella mattina? Cosa ricordi in generale?

Jamie McIntyre: Beh, mi ci vorrà un po' per raccontarti tutti gli eventi di quel giorno. In sintesi, ero dentro al Pentagono quando l'aereo colpì il palazzo e non sentii l'aereo colpire il palazzo e non lo vidi colpire il palazzo perché è un palazzo molto grande. Infatti scoprii che un aereo aveva colpito il palazzo vedendolo alla CNN, che era dove lavoravo al tempo come corrispondente senior dal Pentagono. Il mio produttore, che arrivò al lavoro dopo di me, arrivò proprio appena dopo lo schianto dell'aereo e chiamò la CNN per informarli che un aereo di qualche tipo aveva colpito il lato del palazzo. Io ero seduto nel mio ufficio che stavo facendo delle chiamate riguardo a ciò che stava avvenendo a New York quando cominciai a ricevere messaggi dai miei colleghi che si trovavano a Washington e in sede che mi chiedevano se stavo bene. Mi domandavo perché me lo chiedessero visto che gli eventi stavano avvenendo a New York e poi alzai lo sguardo e vidi che effettivamente al Pentagono stava succedendo qualcosa.

A quel punto uscii di corsa dal mio ufficio, camminai fino al cortile centrale dove la gente si stava radunando in seguito all’evacuazione del palazzo. Lì intervistai alcune persone, tornai nel mio ufficio, iniziai un reportage in diretta dal mio ufficio poco prima delle dieci del mattino (l'aereo colpì alle 9:37 o alle 9:38 a seconda di quale orologio si considera) e durante il mio reportage il conduttore mi interruppe e disse "Aspetta un minuto, Jamie, ti devo interrompere perché sta succedendo qualcosa dietro di me". Si volse indietro e la prima delle Torri del World Trade Center crollò. A quel punto sapevo che non sarei tornato in diretta per un po' quindi raccolsi alcuni oggetti dal mio ufficio e me ne andai definitivamente per quel giorno.

Uscii dal palazzo, raggiunsi il luogo dello schianto, lo ispezionai, feci delle foto ad alcuni dei rottami dell'aereo. Infine mi fu chiesto dal personale di soccorso di allontanarmi e di recarmi dove era raccolto il resto della stampa, dall'altro lato della strada. Lì avevano allestito un’area dove avevano posizionato le videocamere per riprendere ciò che stava succedendo e passai lì il resto della giornata raccontando le conseguenze dell'attacco terroristico.


Undicisettembre: La seconda domanda è inevitabilmente su quella frase che pronunciasti e che viene costantemente distorta dai complottisti. Sostengono che tu abbia detto che nessun aereo si è mai schiantato sul Pentagono; puoi spazzare via questa idea folle una volta per tutte? Cosa intendevi dicendo che nessun aereo si schiantò "vicino" al Pentagono?

Jamie McIntyre: Nel corso della mia telecronaca quel giorno pronunciai questa fatidica frase che era qualcosa del tipo "Dalla mia ispezione da vicino, non ci sono tracce di un aereo che si sia schiantato vicino al Pentagono". Questa frase è stata tolta dal suo contesto, e nel giro di circa sei mesi divenne parte di una montante teoria del complotto secondo cui nessun aereo aveva colpito il Pentagono. Fu portata come evidenza che "qui c'è un giornalista della CNN che si trova sulla scena e dice con parole sue che non c'è evidenza di un aereo che abbia colpito da nessuna parte nelle vicinanze del Pentagono". Se cerchi con google "Jamie McIntyre" e "11 settembre" puoi trovare ancora il video in rete, è piuttosto facile da trovare. Se cerchi un po' di più puoi trovare anche il resto di ciò che dissi insieme a quella frase quel giorno e puoi verificare quale fosse in contesto: stavo descrivendo la scena alla conduttrice in studio, Judy Woodruff. Stavo descrivendo la scena, stavo raccontando che ero stato sul lato del Pentagono e avevo visto frammenti dell'aereo, la maggior parte era molto piccola, così piccola che la si poteva prendere e tenere in mano. E lei mi disse "Jamie, cosa puoi dirci riguardo a ciò che ci è stato riportato da un testimone oculare", uno dei suoi cronisti, "cioè che un aereo si sarebbe schiantato vicino al Pentagono, mancandolo?" E io le dissi: "Judy dalla mia ispezione da vicino" intendendo che ero stato a vedere il luogo dello schianto "non c'è alcuna traccia di un aereo che si sia schiantato vicino al Pentagono, l'unico luogo dello schianto è la parte di edificio alle mie spalle che è completamente incavata" (indicavo ciò che c'era alle mie spalle).

Essenzialmente il contesto era che mi stava chiedendo se un aereo si fosse schiantato a una certa distanza dal Pentagono e le stavo rispondendo "No, l'unico aereo che si è schiantato e quello che ha colpito il Pentagono."

Questa una delle tante, tante cose ed eventi che quel giorno sono stati estrapolati dal contesto da persone predisposte a credere che la storia ufficiale sia falsa, e cercano ragioni per non crederci.

Per coincidenza una delle cose che feci quel giorno fu intervistare un testimone oculare che aveva visto l'aereo: il giornalista Mike Walter. Io non avevo visto l'aereo perché, come ho spiegato, ero nel palazzo in quel momento, ma Mike invece lo aveva visto, stava percorrendo la strada che fiancheggia il Pentagono quando l'aereo colpì. Stava descrivendo l'aereo che volava molto molto basso e poté vedere chiaramente che era un aereo dell’American Airlines. E’ quasi riuscito a vedere le persone dentro l’aereo, e descrisse il modo in cui l’aereo si schiantò sul lato del Pentagono: disse che sembrava un missile cruise che si schiantava contro la fiancata del Pentagono, volando come un missile cruise. Quella frase "era come un missile cruise con le ali" fu pure estromessa dal contesto dell'intervista che feci con lui e fu proposta come evidenza che "qui c'è un testimone oculare che dice che non sembrava un aereo ma un missile cruise, quindi è stato un missile cruise a colpire il Pentagono", ma ciò che in realtà stava descrivendo era il modo in cui l'aereo colpì il Pentagono che gli ricordò come colpisce un missile cruise. Se cerchi con google "Mike Walter" e "11 settembre" troverai anche questo video ancora oggi.

E' un fenomeno molto interessante. Una delle ragioni per cui la gente crede a teorie alternative che coinvolgono governi che nascondono la verità o che fanno cose subdole è che alle volte i governi fanno queste cose: alle volte mentono, alle volte hanno piani segreti. Semplicemente bisogna valutare le evidenze e considerare ciò che le evidenze mostrano. Di solito ciò che i complottisti fanno è aggrapparsi ai dettagli più piccoli e discutere su questi, come se non avessimo a disposizione tutta la mole di evidenze che di fatto ci dicono cosa è successo. Quindi uno dei problemi che si hanno con i cospirazionisti è che cercano di generare dubbi su alcune parti di ciò che è successo ma ignorano altre cose.

Ad esempio in tutte le mie discussioni con i complottisti, ossia le persone che non credono che un aereo abbia colpito il Pentagono, chiedo "Se l'aereo non ha colpito il Pentagono, secondo te che fine ha fatto? C'era un vero aereo che è partito dall'aeroporto di Dulles, a bordo c'erano vere persone. Queste persone non ci sono più, l'aereo non c'è più. Se non ha colpito il Pentagono adesso dov'è? E' volato altrove? Queste persone sono state ridotte al silenzio? Dove si trova?" Non sono mai capaci di rispondere a questa domanda. Una delle persone con cui ho parlato mi ha detto "Non posso spiegare tutto, so solo che non ha senso che un aereo abbia colpito il Pentagono."

C'è una trasmissione televisiva negli Stati Uniti intitolata "Conspiracy Theories" presentata dal collega Jesse Ventura, ex governatore del Minnesota ed ex wrestler, che indaga le teorie del complotto. Hanno indagato l'ipotesi che un aereo non abbia colpito il Pentagono e conclusero che non successe basandosi sul fatto che presero un pilota professionista, lo misero in un simulatore di volo e lui ebbe difficoltà a guidare l'aereo come si presume fecero i terroristi l'11 settembre. Quindi basandosi su questo conclusero che non è così che andò. Ma non furono in grado di dare una spiegazione dei testimoni oculari che avevano visto l'aereo, quindi partorirono una teoria alternativa secondo cui un aereo volò sopra al Pentagono (avrebbe volato vicino al Pentagono ma sorvolandolo) e appena dopo un missile o qualcos'altro sparato dall'aviazione americana colpì il Pentagono.

E non hanno mai spiegato cosa sarebbe successo all'aereo. Se l'aereo sorvolò il Pentagono, oggi dov'è? Quindi è interessante che ogni volta che provi a decidere se credi a qualcosa o no, c'è una lunga catena di evidenze che puoi considerare; e devi dare un giudizio. Se consideri solo un paio di pezzi di quell'evidenza potrebbe non essere chiaro, ma se consideri le evidenze nel loro insieme davvero non c'è dubbio che quell'aereo sia decollato e abbia colpito il Pentagono.

Un altro esempio sono le foto scattate da una videocamera di sicurezza dell'aereo che colpisce il Pentagono. Molte persone che credono alle teorie del complotto credono anche che il Pentagono fosse disseminato di videocamere di sicurezza e che quindi ci dovrebbero essere centinaia di foto dell'aereo. Il fatto è che non ci sono centinaia di telecamere. Le telecamere sono ad alcuni degli ingressi e ci solo videocamere ai varchi di controllo degli accessi vicino a dove ha colpito l'aereo. E quelle sono le videocamere, nello specifico due di queste, che hanno fotografato l'aereo. Ma non sono foto di alta qualità. E se non sai cos'era, se non sei sicuro di ciò che sta entrando nell'inquadratura, potresti discutere per giorni interi se sia un aereo o un missile o cos'altro che entra nell'inquadratura; perché è solo una macchia bianca. E se questa fosse l'unica evidenza disponibile, persone ragionevoli potrebbero essere in disaccordo su cos'era. Ma in realtà sappiamo che era un aereo. Sappiamo che era un aereo e questo è completamente coerente con tutti i resoconti di ciò che è successo l'11 settembre. Quindi molte persone guardano queste foto e dicono "Non sono sufficientemente chiare per stabilire se davvero è un aereo". Nonostante sia vero che non sono chiare, sappiamo che era un aereo. Se consideriamo tutti gli altri resoconti, sappiamo cosa è successo, sappiamo anche cosa sono quelle foto.


Undicisettembre: Hai mai sentito parlare della cosiddetta teoria della "Rotta Nord"?

Jamie McIntyre: No, illuminami.


Undicisettembre: La maggior parte dei complottisti, almeno in Italia, sembra che adesso creda che un aereo ha colpito il Pentagono ma non ha percorso la rotta sostenuta dalla versione ufficiale, ma una più a nord. Abbiamo chiesto loro "e quindi?" e loro hanno risposto "Neanche noi lo sappiamo, vogliamo solo sottolineare che la versione ufficiale è falsa perché dal nostro punto di vista l'aereo ha volato secondo una traiettoria diversa."

Jamie McIntyre: Se fossimo a un processo per omicidio, con qualcuno accusato di omicidio, e l'accusa presentasse le sue tesi e la difesa presentasse le sue tesi, negli Stati Uniti tutto ciò che devi fare per essere giudicato "non colpevole" è creare un ragionevole dubbio sui fatti. Anche se molte evidenze puntano in una direzione, creare un ragionevole dubbio su uno dei punti chiavi è sufficiente perché una persona negli Stati Uniti sia giudicata non colpevole. Credo che alle volte i cospirazionisti usino questa tattica, non guardano al peso delle evidenze o alla preponderanza delle evidenze, non dicono "La gran parte delle evidenze punta in questa direzione." Tentano solo di generare un ragionevole dubbio su parte delle evidenze e, come nel caso delle foto, sono cose che prese di per sé possono anche non essere risolutive.

Quindi tutto ciò che ho da dire sulla "Rotta Nord" è, come anche tu fai notare, che è solo una piccola questione in un grande schema di eventi, ma non vedo ragione di non credere alla rotta che è stata calcolata dall'FAA e dagli investigatori che è evidenziata dal "September 11 Commission Report" come la più probabile rotta percorsa dall'aereo.


Undicisettembre: Tu hai potuto vedere con i tuoi occhi i rottami dell'aereo e la facciata danneggiata del Pentagono. Mentre osservavi la scena, tu o altri dubitavate che un aereo si fosse schiantato contro il Pentagono?

Jamie McIntyre: Certamente io non ne dubitavo. Ho visto migliaia di pezzi dell'aereo, frammenti sottili di alluminio sparpagliati ovunque sul terreno vicino al Pentagono. Ho visto parti di rottami dell'aereo su cui si poteva ancora riconoscere la livrea dell'American Airlines. Io non avevo dubbi che un aereo avesse colpito il Pentagono e che io sappia nessuno lì aveva dubbi sul fatto che un aereo avesse colpito il Pentagono.

Queste domande sorsero in seguito, davvero molti mesi dopo quando qualcuno ha cominciato a diffondere queste teorie secondo cui forse non era un aereo. Ma, di nuovo, molte di queste persone semplicemente sono predisposte a credere il peggio sui governi, predisposte a credere il peggio sui militari, predisposte a credere il peggio sui media. Si spostano da un sano scetticismo a un malsano cinismo verso queste istituzioni, pertanto non vogliono accettare nessuna delle evidenze che chiaramente indicano che un aereo ha colpito il Pentagono.


Undicisettembre: Hai potuto vedere bene il buco prima che la sezione dell'edificio crollasse? Se sì, quanto sembrava grande? Secondo te era abbastanza grande per un aereo di linea?

Jamie McIntyre: Quando arrivai sulla scena il lato dell'edificio era appena crollato. Quindi non ho visto il buco prima che la sezione crollasse. Ma devo dire che molte foto del buco che vengono mostrate per sostenere "Questo non è abbastanza grande perché un aereo ci sia passato attraverso" mostrano il buco dall'altra parte del palazzo.

Sostanzialmente c'è un punto di ingresso e un punto di uscita. Il Pentagono ha 5 anelli: quello più esterno è l'anello E e quello più interno è l'anello A. L'aereo attraversò gli anelli E, D e C. Dall'anello B (e conosco persone che erano negli uffici dell'anello B) si poteva vedere solo il punto in cui in naso dell'aereo è arrivato, il punto in cui sono arrivate le macerie. E quel buco nell'anello C, proprio l'ultimo punto danneggiato dall'impatto dell'aereo, è il buco che molti indicano per dire "questo non è abbastanza grande perché ci sia passato un aereo". Ma non è dove l'aereo ha colpito, è dove l'aereo si è fermato e ha prodotto questo piccolo buco finale. E per questo credo che molta gente sia confusa, guardano questo buco e pensano "Non è abbastanza grande per un aereo". Sì, ma non stanno guardando il buco da cui è entrato ma quello in cui ha finito la propria corsa: tre corridoi di palazzo dopo.


Undicisettembre: Come descriveresti i rottami dell'aereo? C'è qualcosa in particolare che ti ha colpito?

Jamie McIntyre: Beh, i pezzi che ho visto non erano molto grandi, non rimaneva molto dell'aereo. La gran parte dei pezzi erano piccoli frammenti di alluminio. Ma c’erano pezzi riconoscibili, infatti ne ho pubblicato alcune foto sul mio blog. Le ho pubblicate molte volte negli anni per mostrare alla gente che aspetto avevano.

C’erano pezzi di rottami più grandi che sono stati asportati a mano, ci sono foto anche di quelli: alcuni membri del personale di emergenza che spostano pezzi dell’aereo.

Non ne restava molto. L’aereo era a pieno carico quando è partito e non ha usato molto carburante durante il volo, è esploso in modo spettacolare come si vede dalle foto. Si può vedere cosa succede quando un aereo colpisce un palazzo dai video dell’aereo a New York. Quindi non restava molto delle macerie, ma era abbastanza per riconoscere che si trattava di un aereo di linea.


Undicisettembre: Sei anche stato arrestato per aver scattato una foto del Pentagono oltre al nastro giallo della polizia da un poliziotto che ha reagito in modo esagerato e che ti ha anche confiscato gli strumenti di lavoro. Ci diresti qualcosa in più su questo strano incidente?

Jamie McIntyre: Di nuovo, questa é una di quelle cose che ben si adattano a una teoria del complotto; se uno ci crede, può anche credere che il Pentagono stesse provando a impedirmi di documentare ciò che stava succedendo. Ma la realtà é che effettivamente c’era un divieto di scattare foto fuori dal Pentagono e questo agente di polizia mi disse che stavo violando il divieto, gli spiegai che ero un giornalista che stava raccontando una storia importante (comunque quella foto veniva trasmessa in diretta dalla CNN).

E come i poliziotti fanno spesso, non prese bene il fatto che qualcuno stesse facendo resistenza a ciò che stava dicendo. Mi arrestò per un breve tempo e mi confiscò la macchina fotografica, il cellulare, il pass per la stampa e il mio registratore. Dopo una decina di minuti, quando capì che era una cosa piuttosto stupida da fare, mi lasciò andare, trattenendo la macchina fotografica e il pass della stampa, ma restituendomi il cellulare e il registratore.

Non ho riavuto la macchina fotografica fino a un paio di giorni dopo, ma quando mi è stata restituita c’erano ancora tutte le foto: nulla era stato cancellato, tutte le foto che avevo scattato erano ancora sulla macchina fotografica e nulla era stato manipolato, nulla era stato modificato. Ricevetti delle scuse dal capo del dipartimento di polizia in cui si dicevano dispiaciuti per avermi arrestato quel giorno. Fu un breve episodio, quasi buffo quando accadde. Era solo un poliziotto nel panico che non sapeva come comportarsi e pensava che avrebbe dovuto far rispettare il consueto divieto di fotografare. E’ tuttora vietato fotografare fuori dal Pentagono comunque, se vai oggi al Pentagono e ti metti a fare foto nel parcheggio potresti essere arrestato.

Solo che arrestare un giornalista che stava raccontando una storia così importante non era la cosa più furba che un poliziotto potesse fare.


Undicisettembre: Cosa pensi delle molte teorie del complotto sull’11/9 e nello specifico quelle che riguardano l’incidente al Pentagono?

Jamie McIntyre: Come ho già detto credo che le perone siano sospettose nei confronti del governo, credo che sia difficile guardare ai fatti e prendere una decisione ragionevole e razionale. Credo che il 99,9% delle persone non siano confuse su ciò che é successo l’11/9 al Pentagono. Ma questo inoltre mostra la potenza dei media in questi giorni (quando dico i media intendo internet in particolare) e mostra anche la potenza della propaganda perché se guardi alcune delle presentazioni che vengono usate per dire che “nessun aereo ha colpito il Pentagono” puoi vedere che alcune sono molto persuasive. Se non si avessero altre informazioni, se non si sapesse nient’altro e ci si limitasse a guardare queste presentazioni su internet, ci si potrebbe davvero chiedere se un aereo abbia colpito il Pentagono, perché sono molto selettive nel modo in cui presentano i fatti. E' giusto essere scettici, purché non si diventi troppo cinici, ma è necessario anche essere scettici verso alcuni degli scettici.

Ciò che è sorprendente è che non sono solo persone che hanno un punto di vista diverso, che guardano le cose con un'angolazione diversa; ma queste sono persone, come nel caso del mistificare ciò che ho detto io l'11 settembre, che sanno che stanno prendendo queste cose fuori contesto. Sanno che stanno mistificando i fatti. Non è qualcosa che viene fatto in modo innocente da persone che hanno una comprensione diversa di ciò che è successo. Queste sono persone che stanno deliberatamente tentando di manipolare le cose in modo da creare sentimenti anti governativi, anti militaristici e anche contro i media. Quindi lo fanno apposta, non è solo una divergenza di opinioni. E credo che la gente debba essere ben informata, soprattutto quando guarda materiale distribuito via internet.

E' come una lama a doppio taglio: è ottima nel distribuire informazioni e teorie alternative e tutte queste cose, ma è anche ottima a demistificare. Molte cose false vengono diffuse velocemente sulla rete e vengono presto smentite e corrette sulla rete. E' un'epoca molto interessante e credo che le teorie del complotto sull'11 settembre e sul Pentagono nello specifico diano evidenza di quanto queste teorie possano durare e quanto affascinino la gente. Le teorie del complotto saranno in mezzo a noi per sempre. E' appena uscito questo film sulla teoria del complotto secondo cui Shakespeare non avrebbe scritto nessuna delle sue opere teatrali: se ne parla da secoli, e contrariamente all'11 settembre non abbiamo ogni piccolo pezzo di evidenza per sapere con certezza cosa è avvenuto. Il punto chiave delle teorie del complotto è creare un sufficiente dubbio affinché la gente creda che forse qualche altra spiegazione è vera.

Siamo fortunati che nel caso dell'11 settembre c'è una miriade di evidenze dirette per sapere cosa è successo. Non dobbiamo dubitare di ciò che è successo l'11 settembre, sappiamo davvero cosa è successo. Possiamo dubitare su chi ha scritto le opere di Shakespeare ma non c'è da preoccuparsi sull'11 settembre.


Undicisettembre: Abbiamo visto il documentario di Mike Walter "Breaking News, Breaking Down", che tratta delle conseguenze psicologiche sui giornalisti che trattano eventi tragici. L'11 settembre come ha cambiato la tua vita quotidiana?

Jamie McIntyre: Sì, l'ho visto anche io e devo dire di non avere avuto particolari conseguenze psicologiche. La mia vita è cambiata drasticamente dopo l'11 settembre ma solo perché ciò di cui mi occupavo come giornalista, cioè l'attività militare degli USA, divenne molto molto attivo e io facevo un lavoro molto stressante e di alto profilo. Ma essere stato testimone della tragedia dell'11 settembre non mi ha causato incubi o flashback. Il mio umore non è cambiato. Credo che sia simile alle esperienze dei soldati che tornano a casa. Alcuni soldati tornano profondamente cambiati e fanno fatica a riadattarsi, altri tornano e riprendono loro la vita senza che questo abbia grandi effetti su di loro.

Qualunque ne sia la ragione, non ho avuto conseguenze psicologiche dopo l'11 settembre. Ero profondamente commosso per ciò che era successo, ero addolorato per ciò che era successo, sapevo che il mondo era cambiato e che questo avrebbe avuto effetti profondi per la mia nazione. Sapevo che ci sarebbe stata una guerra. L'impatto di tutto ciò non si era perso dentro di me, ma psicologicamente ero solo un giornalista che stava riportando una storia importante che si stava sviluppando (mi ha tenuto impegnato per altri dieci anni).

Non ne ho avuto alcun effetto psicologico, almeno di cui mi sia reso conto.


Undicisettembre: Molti italiani hanno l'impressione mitica del Pentagono come di una fortezza inespugnabile come Cheyenne Mountain. Come corrispondente dal Pentagono, avevi confidenza con il palazzo. Senza compromettere la sicurezza, può smentire questo mito?

Jamie McIntyre: Anzitutto posso dire che la sicurezza è molto migliorata oggi rispetto a com'era l'11 settembre. Dall'11 settembre sono stati spesi milioni di dollari per migliorare la sicurezza. Sono state spostate le strade allontanandole dal Pentagono, in modo da renderlo meno esposto ai camion bomba. Sono stati installati nuovi strumenti per rilevare sostanze chimiche ed esplosivi. Sono state poste più guardie armate ad ogni ingresso, dietro a vetri antiproiettile. Sono state installate altre videocamere di sicurezza. Sono state fatte tutte queste cose che non esistevano prima dell'11 settembre.

Ma prima dell'11 settembre, in particolare prima dell'attentato di Oklahoma City, che è stato il momento in cui la sicurezza cominciò a essere incrementata, il Pentagono era solo un grande edificio di uffici. Infatti potevi raggiungerlo a piedi. Per lungo tempo c'è stato un centro commerciale a cui la gente da fuori poteva accedere. Gli autobus passavano all'interno e sotto al Pentagono e facevano scendere le persone. Negli anni la sicurezza è migliorata notevolmente, ma non c'era una gran sicurezza l'11 settembre; al tempo si era appena iniziato a capire che sarebbero state necessarie delle barriere così da non potersi avvicinare con un automezzo così vicino all'edificio. Per lungo tempo bastava esibire un badge per entrare nel palazzo e una volta all'interno ci si poteva spostare ovunque senza doversi identificare. Ora è tutto cambiato, serve identificarsi per accedere a qualunque parte dal Pentagono.

C'è anche questa leggenda secondo cui il Pentagono aveva missili terra-aria e antiaerei sul tetto che avrebbero abbattuto qualunque cosa attaccasse il Pentagono. Non c'è nulla del genere, non ci sono missili sul tetto del Pentagono, tuttora non ci sono.

Era solo un altro palazzo governativo, essenzialmente, un solido edificio costruito in calcestruzzo durante la Seconda Guerra Mondiale. Non è fatto solo di travi e vetro, è un edificio di solido calcestruzzo. In questo senso assomiglia più o meno a una fortezza ma non aveva tutta la sicurezza che c'è adesso. E nemmeno adesso è una fortezza inespugnabile, non ci sono difese al Pentagono contro un altro aereo che volesse schiantarcisi. Alle volte, sinceramente, è spaventoso perché il Pentagono è a breve distanza dell'Aeroporto Nazionale Reagan e si vedono aerei volare sopra il Pentagono costantemente. Dal parcheggio puoi vedere aerei di linea che volano proprio sopra al Pentagono e pensi: "Wow, e se uno di questi aerei fosse dirottato?!". La sicurezza si basa sul tenere i dirottatori giù dagli aerei, non sul proteggere il palazzo dagli aerei dirottati. Ci fu una breve discussione dopo l'11 settembre sull'eventualità di chiudere l'aeroporto che si trova vicino al Pentagono e vicino a Washington. Ma dopo poco l'idea fu scartata. Sarebbe stato un grosso svantaggio perché è il miglior aeroporto per Washington: il Washington National, che è proprio sul Potomac, a poca distanza dal Pentagono.


Undicisettembre: Credi che la tua nazione e il suo popolo si siano ripresi dalla tragedia? Hai l'impressione che il paese viva ancora nella paura o che abbia ripreso il proprio ruolo nel mondo?

Jamie McIntyre: E' molto soggettivo. Credo che la gente abbia superato il trauma. Credo che qualcuno cominci ad avere dubbi su quanto tempo passiamo ogni 11 settembre a commemorare e ricordare quanto successo quel giorno. Ovviamente nessuno vuole dimenticare ciò che è successo l'11 settembre. Ma una parente di uno dei passeggeri morti sul volo al Pentagono disse che le sembrava di dover andare al funerale di suo marito ogni anno, per via di tutte le cerimonie. Credo che la gente inizi a superare queste cose. Non credo che le persone siano ancora così spaventate, credo che ci sia molta più frustrazione per ciò che è stato fatto per la sicurezza. Tutti i soldi che sono stati spesi, tutto ciò che abbiamo fatto per proteggerci dai terroristi. Sembra quasi che i terroristi abbiano raggiunto il loro obiettivo di cambiare le nostre vite. Ovviamente l'esempio più scontato è che viaggiare su un aereo non è più un esperienza tanto piacevole con tutte le misure di sicurezza che sono state messe in piedi e tutti i fastidi che devi affrontare in aeroporto. Prendere un aereo non è più così piacevole.

Ma in sintesi la risposta è che credo che l'abbiamo superato.

4 commenti:

Max Senesi ha detto...

Nell'intervista, il giornalista parla di foto dell'aereo che si è schiantato sul Pentagono, anche se le classifica di infima qualità e non sufficienti a distinguere cosa abbia colpito il Pentagono. Sono disponibili in rete? C'è un link per poterle vedere?

Leonardo Salvaggio ha detto...

Max,

sta parlando delle foto scattate dalle videocamere di sicurezza.

Sono disponibilissime in rete. Cerca su google "Pentagon security cameras".

Ciao

tigre ha detto...

Io ho questa di crono 911 in cui si vede benissimo l'aereo, ve ne sono altre in cui si vede ancora meglio

http://imageshack.us/f/20/aa77v1.jpg/

Unknown ha detto...

Pensavo di aver lasciato un commento con l'iphone...bho avrò sbagliato ad inviarlo. Intervista da un punto di vista interessante che toglie molti dubbi sui fatti del pentagono. Ovviamente per i iellatori dei cospirazionisti penseranno che il giornalista è stato pagato o addirittura fermato dall'FBI come gli altri 50 testimoni.....se ne sentono di tutti i colori... Rinnovo la mia gratitudine per il buon lavoro che fa lo staff di undicisettembre