È data per imminente (CNN) la pubblicazione di 28 pagine del Joint Inquiry finora segretate, che delineerebbero un possibile coinvolgimento saudita nel finanziamento degli attentati dell’11 settembre. In attesa del rilascio al pubblico è opportuno ricordare alcuni fatti su queste 28 pagine:
– non appartengono al 9/11 Commission Report del 2004: provengono da un’altra indagine, intitolata appunto Joint Inquiry into Intelligence Community Activities before and after the Terrorist Attacks of September 11, 2001, i cui risultati sono raccolti in un documento di circa 900 pagine, datato 2002 e disponibile qui oppure qui su Archive.org. Le 28 pagine in questione sono quelle da 416 a 443 del documento originale, corrispondenti alle pagine 396-422 del documento in formato PDF) e non sono le uniche ad essere segretate.
– non sono una rivelazione: Undicisettembre ne aveva già parlato a settembre 2014 e di nuovo a maggio 2016; i media statunitensi ne parlano almeno dall’agosto del 2003, rivelandone molti dettagli (New York Times). Il sito 28pages.org ne ricostruisce in dettaglio la storia.
– le richieste di desegretazione risalgono almeno al 2003: una richiesta del Senato degli Stati Uniti fu presentata a ottobre 2003 ma respinta dal Senato stesso; quarantasei senatori statunitensi scrissero una lettera formale di richiesta all’allora presidente George W. Bush l’1 agosto 2003. Il governo saudita aveva già allora chiesto la desegretazione, ma Bush si era opposto (New York Times).
– il loro contenuto generale è già noto ed è fermo al 2002: si tratta di informazioni, all’epoca non ancora verificate, su fonti specifiche di supporto logistico e di finanziamento di alcuni dei dirottatori dell’11 settembre: le indiscrezioni pubblicate in questi anni indicano che queste fonti siano legate a esponenti del governo e della casa regnante dell’Arabia Saudita. Un coinvolgimento saudita non è una novità: a parte il fatto che Osama bin Laden e 15 dei 19 dirottatori erano sauditi, Undicisettembre ne ha discusso estesamente in un’intervista all’ex agente FBI Mark Rossini (aprile 2016). Il Joint Inquiry sollecitava un approfondimento aggressivo per verificare queste informazioni: se c’è stato, i suoi risultati non possono essere in queste 28 pagine, che fotografano lo stato delle conoscenze di quattordici anni fa.
– non confermano, ma anzi smontano, le tesi di complotto che parlano di nessun aereo al Pentagono o di Torri Gemelle demolite con esplosivi: se, come sembra, le 28 pagine documentano che i dirottatori furono aiutati da esponenti del governo saudita, vuol dire che i dirottatori esistevano e quindi esistevano anche gli aerei da loro dirottati, confermando quindi la cosiddetta “versione ufficiale” e smentendo le teorie che parlano di falsi passeggeri, falsi dirottatori, aerei inesistenti al Pentagono, demolizioni controllate delle Torri Gemelle e dell’Edificio 7, e finto dirottamento del Volo 93, ossia tutti i capisaldi del cospirazionismo. L’unica tesi di complotto che si salva è quella che sostiene (senza prove) che il governo USA sapesse che gli attacchi sarebbero stati effettuati e che li abbia lasciati accadere: una tesi per nulla popolare fra i tanti teorici del complottismo, secondo i sondaggi e le loro dichiarazioni, perché contraddice tutte le tesi spettacolari basate su demolizioni segrete, aerei fantasma e grandi trame occulte.
È interessante notare che proprio pochi giorni fa uno dei principali sostenitori di queste tesi di aerei fantasma e torri demolite ha scritto con entusiasmo di queste 28 pagine da desegretare, dicendo che “se questa ipotesi [il coinvolgimento del governo saudita] sarà resa pubblica e desegretata, da sola potrà demolire l’intera indagine ufficiale in cui quasi tutti ancora credono”. Forse non si è ancora reso conto che auspicare prove del coinvolgimento saudita con i dirottatori dell’11/9 va contro tutto quello che ha predicato ossessivamente in questi anni, ossia nessun aereo al Pentagono e Torri Gemelle ed Edificio 7 crollati misteriosamente.
Non si è ancora reso conto che basarsi su un documento della “versione ufficiale” per demolire la “versione ufficiale” è un controsenso totale. Ed è la dimostrazione che i cospirazionisti non sono stati capaci, in quattordici anni, di tirar fuori nulla di proprio, tanto che sono costretti a elemosinare rivelazioni proprio da quella “versione ufficiale” che tanto disprezzano.
2016/07/15 - Le 28 pagine sono state pubblicate
Le pagine sono state pubblicate poco fa (House.gov; New York Times). Undicisettembre ne ha già preparato una trascrizione, alla quale seguirà nei prossimi giorni una traduzione dei passaggi salienti.
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