2020/05/11

L'aereo che si schiantò contro un grattacielo a Wall Street

di Leonardo Salvaggio (Hammer)

Il bombardiere B-25 che si schiantò contro l'Empire State Building nel luglio del 1945 non fu l'unico velivolo a colpire un grattacielo di New York per errore. Pochi mesi dopo, il 20 maggio del 1946, un Beechcraft C-45 militare si schiantò contro la facciata a nord-ovest del palazzo al numero 40 di Wall Street, al tempo noto semplicemente come 40 Wall Street e oggi chiamato Trump Building (da non confondere con la Trump Tower della Quinta Avenue) da quando nel 1995 l'attuale presidente degli USA comprò la struttura. L'edificio, completato nel 1930, ha 72 piani ed è alto 283 metri.

Il velivolo era decollato dal Chennault International Airport di Lake Charles, in Louisiana, alle 14:16 locali (le 15:16 a New York) ed era diretto all'aeroporto di Newark. Alle 20:10, mentre si trovava in fase di avvicinamento alla propria destinazione, l'aereo colpì il palazzo di Wall Street all'altezza del cinquantottesimo piano. Il Beechcraft C-45 ha una massa a vuoto di circa due tonnellate e mezza e raggiunge una velocità massima di 230 chilometri orari: è quindi ovviamente molto più piccolo e leggero dei Boeing 767 che si schiantarono contro le Torri Gemelle e anche del B-25 che colpì l'Empire State Building.

Lo schianto causò un buco nella facciata di sei metri per tre e parte dei detriti cadde all'esterno: un pezzo del carrello e un pezzo di motore caddero in Pine Street (la strada su cui si affaccia il lato nord-est dell'edificio) mentre un altro pezzo di motore uscì dalla fiancata di sud-est del palazzo e fu trovato nei piani interrati dell'edificio adiacente, al numero 44 di Wall Street. La valigia di uno dei passeggeri fu trovata intatta sul davanzale di una finestra al sedicesimo piano del numero 30 di Pine Street e un paracadute aperto fu trovato sulla pensilina dell'ottavo piano, forse in seguito di un disperato tentativo di fuga di uno degli occupanti resosi conto del tragico destino a cui il velivolo stava andando incontro. Nel palazzo si svilupparono due incendi: uno nella zona dello schianto e uno al ventiquattresimo piano, dove erano atterrati alcuni detriti.

Immagine tratta dal sito di vendita online di giornali storici RareNewspapers.com

Tutti i cinque passeggeri del velivolo, un maggiore, un capitano e tre tenenti dell'esercito, persero la vita nello schianto, mentre nessuno dei duemila occupanti del palazzo fu coinvolto nell'incidente, così come nessuno per strada fu colpito dalle macerie dell'aereo cadute all'esterno, in quanto a quell'ora non passava nessuno per le strade adiacenti al palazzo.

La causa dell'incidente fu la fitta nebbia che quella sera avvolgeva la città di New York, causando scarsa visibilità e costringendo il pilota a volare sotto la nube di foschia. Due incidenti nel giro di meno di un anno confermarono che il rischio di schianti analoghi era concreto ed era infatti proprio questo lo scenario previsto dai progettisti delle Torri Gemelle: lo schianto volontario e a pieno carico di carburante non era immaginabile negli anni 60.

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