C'è un certo clamore per una recente dichiarazione di Dick Cheney nella quale l'ex vicepresidente degli Stati Uniti afferma chiaramente di aver ordinato, l'11 settembre 2001, l'abbattimento del volo United 93, l'aereo dirottato precipitato in Pennsylvania.
Alcuni cospirazionisti hanno accolto con entusiasmo questa dichiarazione, considerandola un'ammissione delle menzogne della “versione ufficiale” da loro teorizzate in questi dieci anni.
Una confessione che smentisce in tronco la versione ufficiale della Casa Bianca rimasta in piedi fino a questa intervista secondo cui, il volo non sarebbe mai arrivato a destinazione grazie alla ribellione dei passeggeri che dopo aver capito la loro sorte decisero di sacrificarsi per evitare altre morti afferrando i comandi e dirigendo l'aereo contro il suolo. Una sorta di favola bella che in quelle ore di panico puro del 2001 fece molto bene all’opinione pubblica rinsaldando spaccature e accrescendo il senso patriottico contro il nemico “terrorismo”.
– Marirosa Barbieri, Primadanoi.it, 6/12/2011
Ieri Cheney ha dichiarato a Fox Tv che è stato lui a dare l'ordine di abbattere il quarto aereo. Segnalalo a quel certo Attivissimo che giura sulla versione ufficiale.
E mettiloo in caldo insieme alle altre tue "prove scientifiche".
– Giulietto Chiesa, Il Fatto Quotidiano, 12/11/2011
Ma va sottolineato, per chi si facesse prendere dalla foga così tanto da dimenticare cose basilari come il significato delle parole, che ordinare l'abbattimento di un aereo non significa abbatterlo. Ordinare non è lo stesso che fare. Per esempio, chiunque può ordinare al Sole di fermarsi, ma questo non implica avere successo nell'impresa (salvo rare eccezioni bibliche).
Nella sua recente dichiarazione a Fox News, citata come presunta prova di menzogna, Cheney afferma semplicemente che diede l'ordine. Non dice affatto che l'ordine fu eseguito con successo. Eccola infatti in originale:
La trascrizione completa dell'intervista, rilasciata a Fox News il 4 settembre scorso, è disponibile sul sito dell'emittente.
Le nuove affermazioni di Cheney, in sostanza, sono ininfluenti per la ricostruzione storica degli eventi. Era già ben noto (e quindi non "smentisce in tronco la versione ufficiale") che Cheney trasmise l'ordine, proveniente a suo dire dal presidente Bush, di abbattere gli aerei di linea civili che non avessero risposto all'ordine di atterrare l'11 settembre.
Chi presenta come “confessione” questa dichiarazione in realtà smentisce in tronco non tanto la “versione ufficiale”, quanto le tesi cospirazioniste di stand-down, secondo le quali Cheney avrebbe dato l'ordine contrario, ossia di non abbattere l'aereo diretto contro il Pentagono.
L'unico aspetto significativo di questa notizia è l'ennesima dimostrazione della disinvoltura dei sostenitori delle tesi alternative nell'interpretare le dichiarazioni per piegarle alle proprie tesi e nel contraddirsi da soli.
19 commenti:
Non sono un pilota da combattimento, ma qualcosina su come funziona una catena di comando e su come lavora un pilota credo di sapere (poi sicuramente altri potranno essere più precisi...). Il fatto che Cheney abbia detto a qualcuno (immagino qualche ufficiale di Stato Maggiore) di abbattere il volo United 93 potrebbe aver avuto, come unico effetto, quello di farlo apparire come un politico 'deciso' e 'duro', ma all'atto pratico non vuol dire nulla. Un pilota è come qualsiasi altro soldato e per sparare a qualcuno gli servono delle regole di ingaggio. Non è una questione di burocrazia, anzi è un aspetto vitale: le regole di ingaggio servono (idealmente) a non sparare al bersaglio sbagliato e a non coinvolgere gente che non c'entra. E l'11 settembre 2001 le regole di ingaggio per attaccare un velivolo civile dirottato in volo su territorio abitato, semplicemente, non esistevano.
Cosa dovevano stabilire le regole di ingaggio, chiederà il complottista? Ma niente di importante, giusto delle cosine tipo:
1) come identifico il bersaglio? (l'USAF non aveva accesso ai radar civili e i piloti non avevano datalink con il controllo di volo civile. Avrebbero dovuto essere guidati sui bersagli a voce dai controllori di volo, e visto che c'erano in quel momento decine di velivoli di quel tipo in volo in quella zona, c'era un'elevata possibilità di errore. L'unico modo per identificare il bersaglio con certezza era avvicinarsi tanto da leggere le marche identificative. Che deve fare il pilota? Accontentarsi di una possibile identificazione a distanza, o perdere minuti per avvicinarsi, identificare il bersaglio a vista e poi riportarsi a distanza di tiro?)
2) Devo seguire la procedura standard per i velivoli fuori rotta, o passare subito all'attacco?
(le norme internazionali sul traffico aereo stabiliscono un protocollo da seguire in casi simili. Si deve provare un certo numero di volte a chiamare il velivolo bersaglio su una frequenza di emergenza e, se non risponde, fare una serie di passaggi ravvicinati per farsi vedere dai piloti. Che deve fare il pilota? Seguire questa procedura (che fa perdere tempo, ma eviterebbe di abbattere il velivolo identificato erroneamente) o passare subito all'attacco?)
(continua...)
3) Devo sparare colpi di avvertimento?
(E' prassi quando si è in dubbio sulle intenzioni dei bersagli sparare almeno un colpo di avvertimento per permettergli di ritirarsi in caso di sconfinamento accidentale. Vale per i fanti e anche per i piloti. Che deve fare il pilota? Sparare qualche colpo di avvertimento con i cannoni o tirare direttamente per uccidere?)
4) Posso sparare appena a tiro o devo aspettare di essere in qualche preciso luogo?
(UA 93 non era su un deserto o sull'oceano. Era in volo su territorio densamente popolato. Colpirlo con un missile non lo avrebbe disintegrato, come nei film, ma fatto precipitare; Ci sono casi di aerei civili colpiti da missili aria-aria che hanno percorso chilometri prima di schiantarsi al suolo. C'era quindi la seria possibilità di colpire centri abitati. Che deve fare il pilota? Sparare a volontà, o aspettare di essere lontano da zone abitate?)
5) Che faccio se mentre sto attaccando il bersaglio cambia rotta?
(Abbastanza semplice da capire, anche per un complottista. Se improvvisamente UA 93 avesse cambiato rotta, dirigendosi magari verso un aeroporto con l'apparente intenzione di atterrare e intavolare trattative, come in tutti i dirottamenti avvenuti fino ad allora, che avrebbe dovuto fare il pilota? Scortarlo come era prassi, o continuare l'attacco?)
6) Che faccio se durante l'attacco il bersaglio comincia a chiamare via radio, dicendo di avere gravi avarie alla navigazione e chiedendo aiuto?
(anche questo abbastanza semplice. Che deve fare il pilota? Tornare al protocollo dei velivoli civili fuori rotta, col rischio che sia tutto un inganno dei terroristi per guadagnare tempo, o portare l'attacco col rischio di uccidere un centinaio di persone a bordo più altre a terra per un errore di valutazione?)
La lista potrebbe andare avanti a lungo, ma spero di aver in parte spiegato quel che volevo dire...
Molto interessante. Pur ritenendomi un non-complottista, riconosco che è molto facile(e non escludo di esserci cascato anch'io) farsi un'idea di un certo argomento basata sulle proprie conoscenze sottostimandole ampiamente e arrivare così a conclusioni "facili", almeno in apparenza.
Testimonianze come quella di Shadowrider mi è servita a ricordarmi che la realtà è quasi sempre molto più complessa di come la si immagina da non addetti ai lavori.
Se può essere utile per completare l'articolo segnalo l'intervista integrale, con la trascrizione dell'audio, apparsa su Fox News:
Dick Cheney Defends Memoir, Mulls Clinton Candidacy
Ps: Che poi tanto recente non è.
Grazie della segnalazione, ho aggiunto il link.
Cito Chiesa: "E’ l’attacco dello 0,01% contro il 99,99%"
Detto da un giornalista notoriamente politcizzato che:
1) con il suo nuovo movimento politico anarcoide mira allo 0.003% di voti (praticamente il voto degli iscritti)
2) ha pure perso le elezioni da europarlamentare in Lettonia, dove rappresentava il popolo russo residente nella nazione ex-urss, a quanto pare oppresso dai cattivi lettoni non simpatizzanti con il regime sovietico.
3) blogger in un giornale online che si dovrebbe proporre con la filosofia informativa del parlare di FATTI senza intromissioni di militanza politica (di qualsiasi tipo, gratuite, sovvenzionate o a contratto editoriale non specificato) o pregiudizi opinionistici che presuppongono il fine opinionistico alla ricerca dei Fatti ed all'informazione proposta
Ammetto che tutto ciò lascia perplessi i non ipocriti, gli imparziali, coloro che credono nel giornalismo e magari credevano nella proposta editoriale del FQ.
Ma poi uno confesserebbe qualcosa che possa provare il complotto in diretta TV?
Una notizia del genere ha fatto scalpore solo negli ambienti tristi del complottismo più integralista. Se fosse stata una vera notizia, ovvero una prova inappuntabile che l'aereo fu abbattuto, sarebbe stata pubblicata sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo. Invece l'ha scritto Giulietto Chiesa. E io mi sto ancora chiedendo quale razza di idiota l'abbia votato per farlo salire al parlamento europeo. Mi è inconcepibile. Scusate l'OT
ma un integralista complottista si fa esplodere con una notizia bomba?
(scusate non ho resistito alla battuta)
Non ho capito dove sarebbe la "pistola fumante", secondo quelli che inneggiano al complotto. Se non ricordo male, l'ordine di abbattimento venne dato - e si sa da anni - qualche minuto dopo che UA93 si schiantò a Shanksville.
I casi sono almeno 4:
1) qualche militare fece di testa sua e, senza attendere ordini, abbatté UA93
2) qualche militare era in possesso di macchina del tempo e teletrasporto e abbatté UA93 prima che fosse ordinato
3) qualche militare con capacià medianiche previde che Cheney avrebbe ordinato l'abbattimento ed eseguì l'ordine preventivamente
4) UA93 non fu abbattuto ma fu condotto allo schianto da dirottatori.
Direi che non c'è bisogno di scomodare Guglielmo da Ockham.
Come sempre, sono dell'idea che guardare troppi film d'azione offuschi l'idea di come vanno davvero le cose reali nel mondo dell'aviazione civile e militare.
Da parte mia ringrazio ShadowRider per la puntuale analisi della situazione. E Attivissimo, ovviamente.
Di quest'ultimo mi rimane in mente un commento fatto durante l'incontro di Bologna del 23/07/11: "Pensate al ministro della difesa italiano che dà l'ordine di abbattere un aereo dell'alitalia"... Opzione che va valutata con le dovute considerazioni...
Saluti, Francesca
@la tigre della malora:
"Direi che non c'è bisogno di scomodare Guglielmo da Ockham."
Concordo, anche se, IMHO, il caso 1 non puo' essere escluso totalmente (improbabile, ma possibile. Dopo tutto, per quanto addestrati, i militari sono uomini, e la situazione di quel triste giorno era decisamente fuori controllo).
Il che non cambia il fatto che "ordinare" e "abbattere" sono cose ben diverse, e che dire "Una confessione che smentisce in tronco la versione ufficiale della Casa Bianca" e' e rimane una "beeeeeeep" (autocensura)!
il problema dell'identificazione dell'aereo non esisteva per un semplice motivo:sapevano già dov'era.
quello che non riesco a capire è:dove sono andati a finire i rottami dell'aereo ua93?ho visto tanti filmati e foto di incidenti aerei di tutti i tipi e ciò che resta,dopo l'impatto col terreno ,
è ben riconoscibile,ma del nostro:niente!quindi,se fosse stato abbattuto in volo,i rottami dell'aereo sarebbero sparsi in un'area molto vasta e ciò,giustificherebbe la scarsità dei resti rinvenuta in quel prato.
se invece,l'aereo fosse precipitato
al suolo a causa dei passeggeri in rivolta,i rottami avrebbero dovuto
trovarsi nei pressi del punto d'impatto.
Avogatto,
ti sbagli sui rottami degli schianti aerei. Guarda questi casi:
http://tinyurl.com/corabyj
http://tinyurl.com/cmgcrgv
http://tinyurl.com/c4s5x7g
Avogatto
Chissà quanti incidenti aerei hai visto in cui il pilota ha accelerato in volo verticale fino al suolo, con la chiara intenzione di suicidarsi e sterminare tutte le persone a bordo.
Ti renderai conto che il paragone non regge. E sono domande trite e ritrite, così come le risposte che puoi trovare nelle FAQ
@avogatto: <<...sapevano già dov'era...>>
A parte il fatto che, se ti vai a leggere le trascrizioni delle comunicazioni tra i vari centri controllo del traffico aereo, militari e civili, i comandanti delle basi dell'USAF e i piloti (sì, sono di pubblico dominio. Puoi trovare indicazioni su questo stesso blog), ti accorgerai che l'identificazione dei velivoli dirottati non è stata affatto semplice, al massimo a "sapere dov'era" potevano essere i controllori di volo civili a terra. Forse non mi sono spiegato bene, ma la mattina dell'11 settembre 2001 nessuna persona appartenente all'USAF poteva vedere alcunchè all'interno degli Stati Uniti. Non per questioni burocratiche, proprio non erano mai stati costruiti i datalink. I controllori di volo civili avrebbero dovuto guidare i piloti militari sui possibili bersagli a voce, e l'esperienza insegna che in questi casi gli errori sono molto facili. Da qui la necessità di identificare il bersaglio. E, in ogni caso, ribadisco il punto: le regole di ingaggio non esistevano e senza regole di ingaggio un soldato non spara.
Sui rottami ti han già risposto altri.
Ho un amico che fa il tiratore.
Fa gare di bench rest che è una specialità di tiro con la carabina che consiste nel piazzare 5 colpi nello stesso foro (quello fatto con il primo colpo) allargandolo il meno possibile a 100, 200 e 300 metri.
Ha cominciato a sparare da giovane, durante il servizio militare, ed è stato di servizio in alcune manifestazioni negli anni 70, prima di abbandonare la carriera militare.
Quando gli ho chiesto come mai avesse smesso, mi ha detto che è molto divertente sparare alle sagome di cartone, ma quando da qualche grammo di pressione sul grilletto del tuo fucile dipende la vita o la morte di un uomo è molto meno divertente.
Stessa cosa per un pilota che si fosse trovato nella possibilità di abbattere uno degli aerei l'11 settembre. È facile parlare, discutere, dire che cosa si sarebbe fatto, o cosa si sarebbe dovuto fare. Molto diverso è trovarsi davvero nella situazione. È sacrosanto rispettare le regole, soprattutto se ne va della vita della gente.
Immaginate cosa sarebbe successo se il pilota (senza rispettare le regole) avesse abbattuto l'aereo e l'aereo fosse risultato non dirottato o fosse caduto su una scuola?
Caro Paolo, ordinare di abbattere un aereo é molto meno difficile (e quindi molto più fattibile) che ordinare al Sole di fermarsi. Infatti, per ordinare la prima cosa non sono necessarie capacità "bibliche", ma é sufficiente avere l'autorità e la possibilità di farlo (e Cheney le ebbe entrambe). Certo, ordinare una cosa non significa, in generale, che essa possa essere sempre puntualmente eseguita, ma l'aviazione militare statunitense aveva e ha un'ottima tecnologia per poter eseguire rapidamente questo specifico ordine, e per l'appunto lo eseguì con successo.
Dunque il paragone ironico che hai fatto é completamente fuori luogo e oggettivamente non sta proprio in piedi.
Andrea,
per l'appunto lo eseguì con successo.
Montagne di testimonianze, perizie tecniche e la distribuzione dei rottami dicono di no.
Se hai prove robuste che l'abbiano eseguito con successo, presentale. Hai un Pulitzer che ti aspetta.
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