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2007/07/06

Il Ritorno del Pod

di Paolo Attivissimo. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

English abstract: A new DVD by Dave VonKleist brings back the "pod" theory from the limbo where most conspiracy theorists seem to have relegated it. This time, the "pod" (or rather, "pods", since at least two and possibly three distinct and mutually exclusive ones are claimed) is endorsed by airline pilot Glen Stanish's "professional opinion". A quick scan of publicly available Boeing 767 photographs shows that the "pods" are merely features which are found in all Boeing 767s.

Proprio quando sembrava che la teoria del "pod" fosse stata ripudiata anche dai complottisti più caparbi (persino Luogocomune.net e Loose Change l'hanno soppressa con discrezione, anche se Maurizio Blondet insiste), ecco che Dave VonKleist torna alla carica con un nuovo film, 9/11 Ripple Effect, nel quale il "pod" campeggia ancora fiero. Il film non è scaricabile da Internet, ma è disponibile soltanto su DVD a pagamento ($19.95 più le spese di spedizione).

La teoria del "pod", per chi se la fosse persa, è che vi sarebbe stato un oggetto appeso sotto il Boeing 767 del Volo United Airlines 175 che colpì la Torre Sud del World Trade Center. La questione è descritta in dettaglio in quest'indagine apposita. Maurizio Blondet descrive così quest'oggetto:

... immagini del secondo aereo sotto la cui pancia pare scorgersi una «gondola» oblunga, che potrebbe essere un apparato di teleguida. (fonte)

A Blondet, che non risulta essere un esperto d'aviazione, si può forse perdonare una certa incompetenza in materia. Ma come si può vedere in uno degli spezzoni di anticipazione del film di VonKleist, c'è persino un pilota, Glen Stanish, membro fondatore di Pilots for 9/11 Truth, che aderisce esplicitamente alla teoria del "pod".

Stanish, secondo quanto riportato dal suo sito, è o è stato pilota presso la American Airlines, la ATA, la TWA e la Continental. Il registro dei piloti statunitensi presso Landings.com indica un Glen Richard Stanish a Greenwood, Indiana.

Il parere di un pilota sembrerebbe conferire autorevolezza a questa teoria. Vediamo allora di fare un po' di chiarezza intorno a questo "pod". O meglio, questi "pod", perché stando ai vari complottisti di questi oggetti ce ne sarebbero addirittura tre.

Pod, prima versione


Un primo "pod" è quello visibile nell'immagine mostrata qui accanto: il rigonfiamento scuro visibile sotto la fusoliera in corrispondenza dell'ala.

Questo "pod" fu presentato appunto nel precedente filmato di Dave VonKleist, In Plane Site.

Risulta francamente incomprensibile, e un po' inquietante, che un pilota di linea certificato possa affermare, come proprio "parere professionale" (così dice), che sotto un aereo si può tranquillamente installare un "pod" collocato esattamente in corrispondenza del vano dal quale dovrebbe uscire il carrello.

Il Boeing 767 del Volo UA175, quello accusato da VonKleist e Blondet di essere in realtà un velivolo dotato del "pod", sarebbe insomma decollato magicamente senza far uso del carrello. Una sfida tecnologica presumibilmente trascurabile, nell'ottica di una cospirazione che prevede raggi spaziali per distruggere le Torri Gemelle (questa è perlomeno la teoria del filosofo Jim Fetzer, altro ospite del nuovo film di VonKleist).

Non solo: questo "pod" è completamente assente nelle altre fotografie del Volo UA175 presentate nell'indagine dettagliata: compare soltanto nella foto mostrata qui accanto. I complottisti non sembrano considerare questo fatto.

Questo "pod" è in realtà semplicemente il normale rigonfiamento del vano del carrello, presente alla radice delle ali in tutti i Boeing 767 come in quasi tutti gli aerei di linea. Spicca più del solito per via dell'illuminazione radente, che esalta le ombre e i volumi, e per via della livrea degli aerei della United Airlines, che nel 2001 era blu lucido sulla metà inferiore della fusoliera e argento sulle ali e sulla parte superiore della fusoliera. Nella parte inferiore della fusoliera, lungo il suo asse, c'era una banda color argento, interrotta all'altezza dell'attaccatura delle ali.

Se si osserva di nuovo la fotografia sapendo questi fatti, il "pod" si rivela tutt'altro che misterioso.

Pod, seconda versione


Ma 9/11 Ripple Effect presenta due teorie del "pod": non soltanto quella "classica", basata sulla famosa fotografia mostrata qui sopra, ma anche quella che scorge un altro oggetto misterioso, situato alla radice dell'ala destra del velivolo.

Questo secondo "pod" è molto più snello del suo predecessore, e si scorge in una fotografia di Rob Howard, mostrata qui sotto in un dettaglio. Una fotografia che non solo mostra chiaramente la livrea United Airlines descritta sopra, ma sbufala il "pod" precedente, che in quest'immagine è infatti del tutto assente. I complottisti hanno insomma un talento non comune nel saper sostenere contemporaneamente due o più asserzioni che si contraddicono a vicenda.


Il "pod", in questa versione, sarebbe l'oggetto sottile e allungato, di colore chiaro, che si vede alla radice dell'ala destra.

In questa versione della teoria, stupisce che un pilota di linea come Glen Stanish non sappia che quell'oggetto è un elemento presente in ogni Boeing 767, come testimoniano moltissime fotografie scattate ad altri velivoli di questo modello.

Prendiamo per esempio questa foto o meglio ancora questa: un Boeing 767 della British Airways, fotografato nel 2006.


Ingrandiamo e ruotiamo un dettaglio di quest'immagine e confrontiamolo con la foto che proverebbe la presenza del "pod". L'immagine è cliccabile per ingrandirla.

La presenza normale di questo dettaglio nei Boeing 767 è documentata anche dalla foto qui a sinistra, tratta nientemeno che da Luogocomune.net: un sito che notoriamente non è incline a smentire le ipotesi di complotto.

Pod, terza e quarta versione


A seguito dei commenti e delle segnalazioni dei lettori, aggiungo che esiste anche un terzo "pod", frutto dell'interpretazione errata di una sgranatissima foto, già documentata all'epoca nell'indagine dettagliata. Questo sembra essere il "pod" sostenuto da Stanish, perlomeno stando alla citazione della foto in un suo sito.

Secondo la già citata pagina dei "pod" di Luogocomune.net, vi sarebbe anche un quarto "pod". Tuttavia, se si osserva la fotografia proposta dal sito (guarda caso in versione sgranatissima anche stavolta) e la si confronta con la versione ben più nitida mostrata qui sopra, risulta chiaro che si tratta del pilone che regge il motore sinistro dell'aereo.

Tanti pod, un mistero


Il vero mistero, a questo punto, è come mai il pilota Glen Stanish non sappia di questi dettagli della forma dei Boeing 767 e non si sia preso la briga di chiedere o di controllare, come ho banalmente fatto io su Internet, prima di mettere in gioco la propria professionalità.

In subordine, viene da chiedersi come mai nessun altro dei colleghi piloti di Pilots for Truth abbia avvisato Stanish del suo errore.

Errori basilari come questi gettano dubbi sulla competenza tecnica dei membri di Pilots for Truth. Nessuno mette in dubbio la loro capacità professionale di pilotaggio: ma un inciampo del genere, su un fatterello peraltro facilmente verificabile, mette a repentaglio la credibilità di altre loro asserzioni tecniche ben più complesse, come la presunta manipolazione delle "scatole nere" del Volo 77.