2010/05/25

Recensione: "Il secondo aereo"

di Hammer

È uscita nel 2009 con il titolo "Il secondo aereo" l'edizione italiana del libro di Martin Amis "The Second Plane", pubblicato in originale nel 2008. Il volume si compone di 14 pezzi scollegati tra loro: 7 articoli di giornale (inspiegabilmente definiti "saggi" dall'autore), 5 recensioni e due racconti di fantasia. Tutti i 14 pezzi sono stati pubblicati in precedenza su diverse testate giornalistiche e sono stati estesi per la pubblicazione nel libro, stando a quanto dichiarato dall'autore nella nota introduttiva.

Il sottotitolo dell'edizione italiana è "11 settembre: 2001-2007" e lascerebbe supporre che si tratti di un volume sugli attentati dell'11 settembre 2001, ma, come vedremo, le aspettative del lettore vengono disattese.

I "saggi" vertono più sulla politica internazionale e l'autore vi riporta solo il proprio pensiero in modo molto superficiale e per nulla circostanziato. Non spiega mai su quali basi o fatti si fondino le sue idee o congetture e si lancia anche in considerazioni sull'opportunità della guerra in Iraq, sulla base di quello che lui ritiene essere il carattere personale di Saddam Hussein, ma non ci risulta che lo abbia mai incontrato, né che Martin Amis sia esperto di politica internazionale.

I racconti sono poco realistici e, proprio per la loro natura fantastica, non aggiungono nulla di utile a chi voglia approfondire la propria conoscenza dell'11 settembre. Nel primo Amis si immagina sosia del figlio di un noto dittatore (il rimando a Saddam è molto chiaro); nel secondo descrive in base alla sua fantasia come siano state le ultime ore di vita di Muhammad Atta.

Le recensioni sono lunghe e ampollose e troppo spesso anche divaganti rispetto all'argomento principale. Inoltre difficilmente un lettore interessato a leggere un testo sull'11 settembre è felice di ritrovarsi tra le mani delle recensioni di altro materiale anziché contenuti sull'argomento.

Amis fa un solo breve accenno al complottismo nella recensione del libro "Le altissime torri" (recensito in passato anche da Undicisettembre), liquidandolo come "abbuffata di credulità" e "frutto di ignoranza", ma questo non basta a riqualificare un libro decisamente deludente che ci sentiamo di sconsigliare.