2010/03/24

Intervista a una sopravvissuta del World Trade Center 7

di Hammer. L'originale inglese è disponibile qui.

Undicisettembre continua la raccolta di testimonianze oculari di chi ha assistito di persona al più tragico attentato della storia. Le parole vivide e cariche di emozione dei testimoni sono sempre molto toccanti e sono lo strumento migliore perché non ci si dimentichi della tragedia compiuta l'11 settembre 2001 da un gruppo di terroristi.

In questa occasione proponiamo il racconto in prima persona di una sopravvissuta all'attacco che si trovava nell'edificio numero 7, ovvero quello che secondo i complottisti ospitava segreti di stato che dovevano essere distrutti. La testimone, che ringraziamo per la sua disponibilità e cortesia, si chiama Michelina Russo. Il suo nome è da noi citato con il suo permesso.

Undicisettembre: Cosa ricordi, in generale, di quella mattina? Ci puoi fare un racconto della tua esperienza?

Michelina: Lavoravo al 34° piano del World Trade Center 7. La mia scrivania aveva una finestra che si affacciava sugli edifici 1 e 2 del World Trade Center. Quando il primo aereo colpì la Torre Nord, il mio capo e io eravamo gli unici in ufficio. Il suono dell'esplosione sembrò quello di un camion che rimbalzava su una piastra metallica per strada, amplificato un milione di volte.

Subito dopo una palla di fuoco fu proiettata in fuori verso il nostro edificio come se stesse per trapassare le nostre finestre. Mi coprii persino la faccia, scivolai indietro nella mia sedia, balzai in piedi e dissi al mio capo che dovevamo abbandonare l'edificio. Ma lui rimase lì fermo in piedi, in stato di shock, a fissare quello che accadeva fuori dalla finestra. Alla fine venne via con me. Qualcosa dentro di me mi disse che si trattava di terrorismo.

Molte persone che lavoravano al mio piano furono sufficientemente sveglie da cercare le scale d'evacuazione più vicine, ma molte altre attesero gli ascensori. Molti di noi convinsero parecchie persone a prendere le scale, ma non tutti ci ascoltarono. Mentre scendevamo le scale, tenni per mano una donna che non avevo mai incontrato. Nessuno piangeva, ci facevamo solo coraggio a vicenda, in silenzio. Mi sembrò che ci volesse un'eternità a scendere quelle scale. Tutto ciò che riuscivo a pensare era che ero sposata solo da quattro mesi e stavo per morire.

Una volta arrivata per strada, a mezzo isolato di distanza, mentre guardavo in alto verso la Torre Nord in fiamme e verso tutto quel fumo, io e ovviamente gli altri che erano vicino a me udimmo il secondo aereo, il rumore di motori a bassa quota e poi BOOOOOM! La Torre Sud fu colpita! Fuoco, pezzi di metallo, corremmo, corremmo, e corremmo verso nord.... Ero a circa a tre isolati dal nuovo disastro. A quel punto tutto ciò a cui pensavo era che dovevo mettermi in contatto con la mia famiglia per far loro sapere che stavo bene. Grazie a Dio trovai un telefono pubblico che in quel momento era usato da tre persone e attesi di poter fare una chiamata a carico del destinatario a mia sorella per farle sapere che stavo bene... A quel punto iniziò il resto dell'incubo. La gente cominciò a lanciarsi. Anche se ero ad alcuni isolati di distanza riuscii a vederlo.

A quel punto successe l'impossibile, la Torre Sud iniziò a sbriciolarsi. Ecco il panico.... Era il momento di correre e voglio proprio dire correre. Era come trovarsi in un film.... vedevi il modo in cui si stava sbriciolando, ma non si sapeva se si sarebbe inclinata o se il metallo sarebbe stato proiettato in fuori ti avrebbe ucciso, coperto e sepolto. O mio Dio, non so dirti cosa mi passasse per la testa. La mia famiglia sapeva dov'ero quando l'ho chiamata e pensava che se io ero ancora in quella zona sicuramente ero morta. Fortunatamente raggiunsi uno degli ultimi battelli che andavano a Staten Island, dove abito. Comunque sul battello eravamo ricoperti dai residui della polvere e non sapevo se c'erano altri aerei che sarebbero arrivati ad uccidere chiunque avesse cercato di andarsene dalla città. Ho davvero pensato che avrei potuto morire nel cercare di andare a casa....Mi sono seduta sul pavimento del battello e ho pregato.


Undicisettembre: Hai detto che ti ci volle parecchio tempo per uscire dall'edificio. Durante quel lasso di tempo come fu l'evacuazione? Ordinata o caotica? So che le prove di evacuazione erano molto frequenti: furono in qualche modo utili?

Michelina: L'evacuazione in sé non fu molto caotica. Il caos sembrava essere causato dalle persone che erano da sole. Una volta che ciascuno si era aggregato a un gruppo, l'evacuazione per le scale fu ordinata. Scendemmo in due file. Credo davvero che le frequenti prove di evacuazione che la nostra azienda faceva furono d'aiuto alla nostra evacuazione organizzata.


Undicisettembre: Il tuo ufficio era nell'edificio numero 7. Ti ricordi a che ora fu evacuato e se fu dato un ordine ufficiale di lasciare l'edificio? Se si, quanto ci volle prima che non ci fosse più nessuno all'interno?

Michelina: Per quanto ricordo, ci vollero circa cinque minuti prima che il mio piano cominciasse l'evacuazione. Non ricordo nessun annuncio ufficiale, ma non posso credere che non ci fossero allarmi in funzione. Comunque quando uscimmo dall'edificio 7 so di aver guardato in su verso il World Trade Center 1, tra lo shock e lo stupore, per circa 5 minuti prima che l'edificio 2 fosse colpito.


Undicisettembre: Mentre uscivi dall'edificio 7 hai visto o udito qualcosa di inaspettato, come esplosioni o vittime?

Michelina: No, in quel momento no.


Undicisettembre: Una volta uscita dal palazzo, com'era la situazione nelle strade? Cosa puoi dirci delle persone che uscivano dalle Torri Gemelle?

Michelina: L'uscita che prendemmo era laterale rispetto all'edificio. Lì la folla era enorme. La gente correva verso nord o semplicemente guardava in alto e fissava (io ero una di queste). Fino a questo punto, però, non avevo avuto nessun contatto con nessuno che fosse uscito direttamente dalle Torri Gemelle.


Undicisettembre: Quando la seconda torre fu colpita, tu eri già tra la gente per le strade. Forse prima di quel momento qualcuno credeva che fosse stato un terribile incidente, ma dopo il secondo schianto fu ovvio che si trattasse di terrorismo. A quel punto la situazione come cambiò?

Michelina: Si, molta gente pensava che il primo schianto fosse un "incidente", ma una volta arrivata per strada fu ovvio che la maggior parte delle persone aveva capito che gli Stati Uniti erano sotto attacco. La grandezza di quell'esplosione non poteva essere un incidente.


Undicisettembre: So che questa è una domanda abbastanza bizzarra, ma della gente matta sulla Rete sostiene che gli aerei che colpirono il Trade Center fossero finti. Sostengono che le Torri furono colpite da missili o che delle bombe esplosero dall'interno e che gli aerei mostrati dalla televisioni furono solo ologrammi. Da quanto hai visto o sentito credo che tu possa smentire definitivamente questa follia, giusto?

Michelina: Certo che posso smentirla. Queste dicerie vengono da persone che hanno bisogno di ricevere cure. Nessuna persona sana di mente le prenderebbe sul serio.


Undicisettembre: Hai visto crollare la Torre Sud. Per quel che ne sai, dava segni di essere instabile o crollò all'improvviso? Il crollo era in qualche modo atteso?

Michelina: No, non ci furono avvisaglie di nessun genere. La gente correva via dagli edifici, ma alcune persone erano ancora a pochi isolati di distanza. Io ero così vicina perché fui tanto fortunata da trovare un telefono pubblico per chiamare a casa e far sapere alla mia famiglia che stavo bene. Altri che erano in coda per usare il telefono piangevano per le persone che conoscevano e che si trovavano ai piani più alti del palazzo. Il marito di una donna lavorava al 104° piano della Torre Nord, e ci lavorava anche una mia amica.


Undicisettembre: La gente come ha reagito dopo il crollo della Torre Sud?

Michelina: Essendo stato così inaspettato, non eravamo più spettatori in stato di shock, ma eravamo di nuovo in modalità di fuga. Fu orribile. Tutti scappavano, urlando, correndo verso nord, nascondendosi dietro le automobili. Dopo essere arrivata in strada e aver telefonato per dire alla mia famiglia che stavo bene, dovetti affrontare una nuova lotta per la sopravvivenza. Questo edificio stava venendo giù e non riuscivo a vedere come stesse cadendo. Si stava inclinando di lato? Se si, da quale lato? C'era così tanta polvere! Avrei dovuto nascondermi in una stazione della metropolitana? Avrei dovuto correre più veloce che potevo verso nord e infilarmi in una strada laterale? Mi sentivo davvero come in un film d'azione. Fortunatamente mi imbattei in un amico che abitava vicino a me e camminammo verso nord più a lungo che potemmo e tornammo verso sud stando lontano dalle torri per prendere un traghetto che ci portasse a Staten Island, dove abitiamo.

Undicisettembre: Cosa si prova a vedere lo skyline più celebre del mondo cambiato per sempre?

Michelina: Mi rende molto triste e arrabbiata. Quando vedo un film antecedente al 2001 che mostra lo skyline di NY, semplicemente non riesco a credere che qualcuno possa essere così pieno di odio. I palazzi sono solo materiali, ma guardate quante vite sono state portate via. Quando c'è un documentario sull'11/9, devo cambiare canale. Non riesco più a vederlo. È stato sufficiente viverlo.


Undicisettembre: Cosa pensi del nuovo World Trade Center 7 che ha aperto nel 2006? Io credo che sia davvero bello e mi piace molto come riflette la luce del sole. Inoltre apprezzo il fatto che l'ultimo edificio ad essere distrutto sia stato il primo ad essere ricostruito. Ma questa è solo la mia opinione personale e vorrei sentire la tua, visto che lavoravi nell'edificio precedente.

Michelina: Lo trovo bellissimo. Quando è stato completato sono andata a vederlo. Era la prima volta che tornavo al Trade Center. È stato un tragitto molto, molto doloroso per me. Anche se sono molto grata di essere qui oggi. Questo, però, comporta un gran senso di colpa. Mi è stato detto che si chiama "senso di colpa del sopravvissuto". È un sentimento strano.


Undicisettembre: Come hanno reagito la città e i suoi abitanti? Credi che i newyorkesi siano ancora orgogliosi di considerare New York la città più importante del mondo, o la ferita è troppo dolorosa?

Michelina: Ci siamo uniti e ci siamo aiutati a vicenda. È stato davvero bellissimo vedere come le persone si uniscano e mostrino di saper ricordare che non possiamo dare le nostre vite per scontate.


Undicisettembre: Cosa pensi delle teorie cospirative che sostengono che l'11/9 sia stato un "inside job"? La gran parte dei cospirazionisti crede che le Torri siano state demolite intenzionalmente con esplosivi; alcuni credono anche che nessun aereo si sia schiantato contro di esse e che tutti i video che li mostrano siano falsi. Cosa ne pensi?

Michelina: Credo che queste teorie del complotto siano risibili. L'America è la terra della libertà... non uccidiamo la nostra gente, difendiamo solo la nostra nazione quando è attaccata da altri, come lo fummo dai terroristi l'11/9. Chi inventa teorie del complotto non ha di meglio da fare che cercare di lucrare e crearsi una fama su una tragedia come questa.


Unicisettembre: I complottisti sostengono anche che l'edificio numero 7 fu riempito di esplosivo in anticipo allo scopo di essere demolito, secondo loro il motivo di questa demolizione è che nell'edificio 7 c'erano uffici dell'FBI e della CIA, quindi conteneva segreti che dovevan essere distrutti per sempre. Secondo te questa teoria è plausibile?

Michelina: No. Non credo che questa teoria sia plausibile. È ridicola. Anzitutto, come ho detto prima, non uccidiamo la nostra gente. In secondo luogo, l'FBI non ha mai avuto uffici nell'edificio 7; la CIA però era uno degli affittuari. Se era così importante per il nostro governo distruggere intenzionalmente dei "segreti" nascosti dalla CIA, perché il nostro governo avrebbe dovuto adottare misure così estreme per raggiungere questo scopo?


Undicisettembre: Hai mai incontrato qualche sostentitore delle teorie del complotto e provato a discutervi? Se si, com'è andata e quali sono le tue impressioni su queste persone? Hai trovato una spiegazione del perché queste teorie dell'"inside job" sembrano essere popolari anche tra gente che di norma non riterresti fuori di testa?

Michelina: No, non ne ho mai incontrati.


Undicisettembre: Stiamo cercando di capire gli effetti di queste teorie sul pubblico generico negli Stati Uniti, perché vediamo commentatori come Glenn Beck e il movimento dei "birther" [quelli che sostengono che Obama non è nato cittadino americano e quindi non sarebbe stato eleggibile come presidente, N.d.T.] ed è difficile per noi capire da qui quanto queste storie siano prese sul serio. Hai l'impressione che queste teorie appartengano a un movimento marginale o credi che siano abbastanza popolari?

Michelina: Credo che siano solo un movimento marginale. Non sono molti qui negli USA a dubitare che l'omicidio di massa di martedì 11 settembre 2001 sia stato un vile atto di terrorsimo organizzato da Osama bin Laden. Specialmente fra le famiglie che hanno perso i loro cari, gli eroi e i sopravvissuti che ne sono stati testimoni.