2007/11/12

Debutta Loose Change Final Cut, che sbufala Zero

di Paolo Attivissimo. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale

È uscito pochi giorni fa Loose Change Final Cut, quarta edizione del popolare video complottista di Dylan Avery e Jason Bermas.

A conferma della svolta decisamente commerciale del complottismo statunitense, questa nuova edizione è esclusivamente acquistabile, o come DVD (nella foto qui accanto) a 19 dollari e 95 centesimi o come streaming scaricabile soltanto a pagamento (6 dollari e 95 cent per uno streaming che scade dopo 30 giorni, come mostrato qui sotto).



La grafica del video è indubbiamente di alto livello, ma è meglio badare alla sostanza senza lasciarsi distrarre dagli specchietti per allodole. Grazie ai colleghi di ScrewLooseChange possiamo pubblicare un primo rapido commento a questo Final Cut (nella speranza che sia davvero Final).

La prima cosa che colpisce è che Loose Change Final Cut sbufala quasi tutte le affermazioni fatte nelle versioni precedenti del medesimo video. Un bel dietrofront, non c'è che dire.

Di conseguenza, Final Cut sbufala anche il video Zero di Giulietto Chiesa. Finalmente persino Loose Change fa notare che il foro al Pentagono non è affatto largo "5 metri, ripeto, 5 metri di diametro" come invece afferma Dario Fo in Zero a o:31:25.

Lo squarcio al Pentagono viene invece mostrato da Loose Change in tutta la sua reale larghezza, documentata fra l'altro da queste fotografie, che a distanza di sei anni sembrano essere ancora sconosciute ai più:



Quello che i complottisti si ostinano a indicare come l'unico foro nella facciata è in realtà la parte di questo squarcio che si estende anche al primo piano, dove presumibilmente è penetrata la fusoliera del velivolo. Al piano terra qualcosa ha rimosso i muri e le finestre fra una colonna e l'altra, e ha anche rimosso o divelto alcune delle colonne della facciata. Che cosa? Può un missile produrre uno sfondamento largo e basso del genere?

La reale estensione dello squarcio si può notare anche meglio in questo dettaglio:


Tutte le immagini mostrate qui sopra sono cliccabili per vederle ad altissima risoluzione.

Loose Change Final Cut (d'ora in poi, LCFC per brevità) mostra anche l'abbondanza di rottami d'aereo presenti esternamente al Pentagono nonostante il velivolo sia penetrato nell'edificio, frammentandosi, e sia quindi in gran parte al suo interno. E anche qui sbufala Zero, che a 0:29:48 afferma che "ci si sarebbe ragionevolmente aspettati di vedere [...] pezzi d'aereo, valigie, rottami dappertutto, come in ogni disastro aereo. E invece no."

LCFC tiene invece compagnia a Zero con la teoria dei dirottatori ancora vivi. Si tratta invece di semplici omonimie, e su questo sono già stati spesi articoli, ma la domanda più semplice che si può fare è questa: se davvero questi dirottatori sono ancora vivi, come mai né LCFC, né Zero riescono a farceli vedere, neppure in una singola fotografia post-11 settembre?

LCFC si ritira però con imbarazzo dalla teoria delle postazioni antiaeree al Pentagono, che invece Zero sposa in pieno (con tanto di "prova" fatta mediante... un cartone animato). LCFC si limita a dire che "le autorità al Pentagono negano che l'edificio avesse difese antiaeree" e non dice altro. Chiediamo questo agli autori di Zero: se davvero esistono queste postazioni nel prato antistante il Pentagono, come mostra (a cartoni animati) il vostro film, come mai non siete in grado di mostrarle?

Ma LCFC non è certo immune da manipolazioni ed errori. Afferma che Saeed Al Ghamdi era un pilota dell'aviazione saudita; reitera la storia dei soldi che sarebbero stati mandati dai servizi segreti del Pakistan (presente in Zero a 1:39:30), che in realtà scaturisce da un singolo articolo non confermato di un giornale indiano di sei anni fa; tocca il caso Able Danger, che è la miglior maniera di sbufalare la teoria dei dirottatori inesistenti propugnata anche da Zero; e molto, molto altro.

Si noti che questi sbugiardamenti di Zero non sono opera di noi debunker, ma dei principali paladini del cosiddetto “movimento per la verità”. I complottisti si debunkano da soli. Se non fosse che ci sono di mezzo tanti, troppi morti, lo spettacolo sarebbe comico. Ma anche in considerazione del calibro dei personaggi che si sono prestati a queste fandonie, finisce per essere soltanto patetico.

Gli articoli originali di Screwloosechange dedicati a Loose Change Final Cut sono consultabili qui.

2007/11/11

Cossiga arruolato a forza fra i complottisti

di Zeus Blue e John (http://www.crono911.org/)



Da qualche tempo i sostenitori di "verità alternative" sull'11 settembre 2001 hanno introdotto una nuova tecnica argomentativa per supportare le loro affermazioni.

Di fronte alla frequente contestazione che le teorie da essi promulgate non sono prese in considerazione dalla comunità tecnica, scientifica e professionale, hanno ritenuto di "arruolare" nelle loro fila il maggior numero possibile di "voci qualificate": esperti, professionisti, appartenenti alle forze armate e ad altri enti governativi, spesso definendoli "gole profonde" o "testimoni".

Frequentemente abbiamo anche avuto modo di appurare che buona parte di questi nominativi sono fittizi (come l'architetto "Massimo Dell'Affidabilità") oppure non sono né "testimoni""gole profonde", ma semplicemente persone che esprimono la propria opinione senza nemmeno curarsi di documentarla dal punto di vista tecnico. Qualche volta si tratta di veri e propri svitati che – ritiratisi a vita privata – sostengono bizzarre teorie di alieni o ibridi umanoidi e di individui in grado di esercitare il controllo mentale a distanza.

In altri casi, poi, appaiono nominativi accostati a citazioni che sono completamente fuori contesto, se non del tutto falsificate.

E' questo il caso del senatore Francesco Cossiga, già Presidente [Emerito]¹ della Repubblica Italiana e Capo del Governo.

Troviamo infatti il suo nominativo sul sito PatriotsQuestions911, accanto a noti sostenitori di teorie cospirazioniste come per esempio Giulietto Chiesa, con questa citazione attribuitagli – secondo gli autori del sito – dal libro 9/11 Synthetic Terror, di Webster G. Tarpley, un personaggio che fra l'altro ha da poco iniziato la propria tournée italiana.

"Cossiga indicated his suspicion that the attacks presupposed some form of complicity within the US security system. The mastermind of the attack, Cossiga observed must have been a "sophisticated mind, provided with ample means not only to recruit fanatic kamikazes, but also highly specialized personnel. I add one thing: it could not be accomplished without infiltrations in the radar and flight security personnel." As for Bin Laden, Cossiga added that "it is not thinkable that he did everything by himself." (La Stampa 9/14/01, EIR 9/15/01) (p. 36)"

TRADUZIONE:

Cossiga ha espresso il sospetto che gli attacchi abbiano comportato una qualche forma di complicità all'interno del sistema di sicurezza statunitense. "La mente coordinatrice di questi attacchi - ha osservato Cossiga - dev'essere stata una mente sofisticata, dotata di ampie capacità di reclutare non solo fanatici suicidi, ma anche personale altamente specializzato. Aggiungo: [questi attacchi] non potevano riuscire senza la presenza di infiltrati nel personale addetto ai radar e alla sicurezza dei voli". Quanto a Bin Laden, Cossiga ha sottolineato che "non è possibile pensare che egli abbia fatto tutto da solo".

Ora, già così appare di tutta evidenza che non si può sostenere, sulla sola base di quest'unica affermazione, che Cossiga sia un complottista.

Si tratta, infatti, di un parere a caldo: una dichiarazione pubblicata appena tre giorni dopo gli attacchi, quando ancora non se ne conoscevano i dettagli né si aveva un'idea precisa delle ragioni per cui la difesa aerea americana non era riuscita a intervenire efficacemente, e i giornali facevano ipotesi di ogni genere.

Per esempio, il 14 settembre del 2001 il quotidiano La Repubblica aveva pubblicato questo articolo che parlava della possibilità che i dirottatori avessero utilizzato divise da piloti e tesserini contraffatti per superare il sistema di sicurezza aeroportuale.

Peraltro, se leggiamo l'intervista integrale del 14 settembre 2001, scopriamo che Cossiga ha detto qualcosa di più di quanto riportato nella versione complottista.

Se infatti è vero che l'ex Presidente ha detto:

«[Una mente raffinatissima] e così fornita di mezzi da arruolare non solo fanatici kamikaze, ma personale altamente specializzato. Aggiungo una cosa: non possono non esserci state infiltrazioni nel personale radar e di sicurezza del volo»

è anche vero che nel prosieguo dell'articolo egli punta i suoi sospetti sul terrorismo medio-orientale e sugli Stati che lo appoggiano, ma esclude la CIA, l'FBI e l'NSA, attribuendone l'inefficienza al "falso senso di intangibilità del territorio americano".

Controllando l'archivio del quotidiano La Stampa, inoltre, salta fuori questo articolo datato 4 settembre 2006, e a firma proprio del Senatore Cossiga, dall'inequivocabile titolo: "La realtà travisata - Si teorizzano i complotti per non vedere", di cui riportiamo di seguito alcuni stralci.

Tra qualche giorno ricorre l'anniversario dell'attentato alle Torri gemelle e al Pentagono da parte dei terroristi del potente movimento di «Rivincita islamica» Al Qaeda... Si ripresentano anche in questo caso le tesi «complottistiche», che vorrebbero attribuire il devastante attacco terroristico a dipartimenti o agenzie di intelligence dall'amministrazione degli Stati Uniti...

Rifiuto la teorica «complottista» che è un'abile e talvolta sincera contraffazione della realtà per il timore di essa... mi sembra improbabile anzi impossibile che l’11 settembre sia stato frutto di un complotto americano...

Siamo quindi lontani anni luce dalle teorie complottiste, che Cossiga anzi esclude categoricamente.

Il suo inserimento tra le liste di sostenitori delle verità alternative è quindi l'ennesimo raggiro operato da coloro che distorcono la realtà al solo scopo di far apparire più credibili le loro fantasiose e ingannevoli argomentazioni.

E ancora una volta non è superfluo sottolineare che se i teorici della cospirazione sono costretti a ricorrere a questi mezzucci, evidentemente non hanno validi elementi a sostegno delle loro incoerenti teorie.

¹Si veda la dichiarazione del 27 settembre 2007 riportata da La Repubblica: “Non chiamatemi più Presidente Emerito”.

2007/11/07

Zerobubbole 8: Dario Fo dileggia i progettisti del WTC e manipola le dichiarazioni

di Undicisettembre. L'articolo è stato aggiornato e suddiviso dopo la pubblicazione iniziale. L'articolo si riferisce al contenuto della versione di Zero presentata a ottobre 2007 alla Festa del Cinema di Roma.

A questo punto l'opinione informale di Frank DeMartini viene trasformata disinvoltamente in certezza:

0:09:27. DARIO FO: Ma noi... eh... sappiamo, proprio da coloro che hanno costruito e progettato queste torri, che avrebbero resistito anche con l'impatto di più di un aereo. Quindi ci chiediamo: come potevano i costruttori pensare a degli aerei che arrivassero sopra le torri senza carburante? Pensavano forse che l'aereo potesse arrivare... così per fiato proprio?

Colpisce innanzi tutto il dubbio gusto di dileggiare e di dare dell'incompetente a chi è morto e non può difendersi dalle accuse: non solo Frank de Martini, ma anche John Skilling, capo ingegnere strutturista del WTC, scomparso nel 1998 a 76 anni.

Certo, Dario Fo è un premio Nobel, ma per la letteratura, non per l'ingegneria strutturale. Ricevere un Nobel non rende improvvisamente onniscienti, come dimostrato dalle recenti dichiarazioni razziste del Nobel James Watson, e non legittima Fo a criticare i professionisti del settore edilizio (quanti grattacieli ha progettato Fo?). E infatti, forse fidandosi infelicemente dell'imbeccata fornita dagli sceneggiatori Chiesa e Fracassi, Dario Fo fa un'affermazione che è permeata di totale incompetenza e ignoranza dei fatti riguardanti la progettazione del World Trade Center e l'ingegneria strutturale in generale.

Questo, fra l'altro, è un esempio di straw man argument, o "argomento fantoccio": un trucco retorico nel quale si attribuiscono all'avversario affermazioni che non ha fatto e poi si procede a demolirle, dando così l'impressione fasulla ma efficace di aver annientato la vera tesi avversaria.

Infatti i progettisti del WTC non hanno mai pensato ad aerei che volassero senza carburante. Il carburante fu preso eccome in considerazione dai progettisti, ma negli anni Sessanta non c'era modo né di simularne scientificamente gli effetti, perché i calcolatori dell'epoca erano insufficienti allo scopo, né di costruire in modo da sopportare i danni di un grandissimo incendio. Quest'ultimo è un problema che esiste tuttora, come dimostra proprio l'incendio della Windsor Tower di Madrid citato più avanti da Zero. Altro che "fiato proprio".

Delle analisi degli impatti e degli incendi svolte dai progettisti sono rimaste poche tracce formali (esiste copia di una sintesi dei risultati di una di esse, ma le analisi vere e proprie non sono state recuperate nonostante tre anni di ricerche, secondo fonti citate da Cooperative Research). Ma ci sono le parole eloquenti del già citato John Skilling, capo ingegnere strutturista del World Trade Center, rilasciate al Seattle Times e pubblicate il 27 febbraio 1993, poco dopo il primo attentato terroristico contro le Torri Gemelle, quindi in tempi chiaramente non sospetti:

JOHN SKILLING (nella foto), dal Seattle Times: "La nostra analisi indicò che il problema maggiore sarebbe stato il fatto che tutto il carburante (dall'aereo) si sarebbe riversato dentro l'edificio. Ci sarebbe stato un incendio terrificante. Sarebbero morte molte persone."


John Skilling aggiunge, forse ottimisticamente, che "la struttura dell'edificio sarebbe rimasta al suo posto". Cosa che in effetti è accaduta, almeno in parte: la Torre Nord ha retto 102 minuti, quella Sud 56.

Skilling, a quanto risulta, non ha mai affermato che la struttura avrebbe sopportato impatti multipli di aerei (inconcepibili in un'epoca pre-terrorismo come gli anni Sessanta), né che avrebbe retto indefinitamente in caso d'incendio successivo a un impatto singolo. Anzi, la resistenza dimostrata l'11 settembre, sotto gli effetti combinati di impatti e incendi, è ritenuta già lodevole dagli addetti ai lavori.

Si noti, per esempio, il parere di Jon Magnusson, amministratore delegato della Magnusson Klemencic Associates, una grande società d’ingegneria delle costruzioni di Seattle, in un'intervista a Popular Mechanics: "Il 99% dei grattacieli [moderni] crollerebbe immediatamente se colpito da un aereo di linea... Non solo crollerebbe, ma crollerebbe immediatamente" (Debunking 9/11 Myths, Hearst Books, pag. 30; disponibile in italiano con il titolo 11 settembre: i miti da smontare, Terre di Mezzo).

Come mai Zero ha scelto di omettere queste dichiarazioni di tecnici qualificati e addirittura degli stessi progettisti delle Torri Gemelle?

Zerobubbole 7: Tempi di crollo e caduta verticale

di Undicisettembre. L'articolo è stato aggiornato e suddiviso dopo la pubblicazione iniziale. L'articolo si riferisce al contenuto della versione di Zero presentata a ottobre 2007 alla Festa del Cinema di Roma.

0:07:08. BRIAN CLARK: We looked back at the Trade Center, the tower that we'd just come out of. We just started to see it go boom boom boom boom boom. And we stared in disbelief as this... took about eight or ten seconds for the whole tower just to go straight down and just dissolve into its own ash.

TRADUZIONE:

Ci voltammo a guardare il Trade Center, la Torre dalla quale eravamo appena usciti. E proprio in quel momento vedemmo che inziava a fare boom boom boom boom. Guardammo increduli... ci vollero circa 8-10 secondi perché l'intera Torre venisse giù diritta e semplicemente sparisse nella sua stessa cenere.

La testimonianza di Clark è una tipica dimostrazione di come i ricordi, in condizioni traumatiche, siano distorti e conditi da osservazioni aggiunte in seguito: è evidente che Clark non si è fermato a cronometrare il crollo, per cui quegli "8-10 secondi" sono un dato non rilevato per testimonianza diretta. L'audio dei crolli, registrato per esempio nel documentario 11/9 dei fratelli Naudet, dimostra che durarono circa 16 secondi, e numerose immagini dimostrano che la parte centrale delle Torri restò in piedi per quasi un minuto.

Ma Zero non considera questi fatti e sfrutta le parole di Clark (che, a quanto risulta, non è affatto sostenitore di alcuna ipotesi cospirazionista) per insinuare nello spettatore alcuni concetti falsi a sostegno di una presunta demolizione controllata:
  • Nei tantissimi filmati dei crolli delle Torri Gemelle non si ode alcun "boom boom boom boom" come quello descritto da Clark, che richiama le detonazioni sequenziali di esplosivi delle demolizioni controllate.
  • Le torri non sono affatto cadute ordinatamente in verticale, ma hanno distribuito macerie in tutte le direzioni, fino a oltre 170 metri di distanza, con un cumulo centrale che corrisponde solo approssimativamente alla pianta degli edifici. E una grande struttura del genere non collassa piegandosi di lato, come un albero, ma si disgrega ben prima di potersi inclinare.
  • Le macerie non si sono affatto dissolte in cenere come può sembrare dalle parole di Clark. Il cemento non strutturale, sbriciolandosi in frammenti di ogni dimensione, ha generato anche un'enorme quantità di polvere finissima, ma la struttura metallica dell'edificio si è frammentata in grandi blocchi.

Le condizioni tutt'altro che incenerite e la distribuzione tutt'altro che verticale delle macerie sono chiaramente visibili nell'immagine qui sotto, che è cliccabile per ingrandirla.



La testimonianza del pompiere Cacchioli


Zero presenta a questo punto un secondo testimone diretto: Louie Cacchioli, vigile del fuoco di New York. La sua testimonianza è emotivamente coinvolgente, ma non aggiunge alcun elemento di prova di ipotesi alternative. Non è chiaro a cosa serva una testimonianza del genere in un video che ha l'obiettivo di dimostrare che la versione ufficiale degli eventi è falsa.

LOUIE CACCHIOLI: Abbiamo cominciato ad andare e tutto momento un... gente che saltano [sic] giù; uno è saltato giù: ha preso un vigile.

00:07:51. NARRATORE: Alle 10:28 anche la Torre Nord crolla.

LOUIE CACCHIOLI: Ho gettato la... la mia maschera, l'ho gettata per farmi più leggero e ho cominciato... via a correre... perché adesso, quando mi sono girato ho visto la torre che andava giù ... c'è tutta quella polvere che mi ha preso...

Vengono mostrate immagini degli attentati.

0:08:40. LOUIE CACCHIOLI: Quando sono arrivato a casa... tutta la mia famiglia aspettarmi... e io sono stato fortunato di andare a casa con la mia famiglia; tutti i miei amici che ero assieme non ci son potuti arrivare.

Di nuovo immagini degli attentati.

0:09:05: NARRATORE: La versione ufficiale del crollo delle Torri Gemelle è del National Institute of Standards and Technology che, tra il 2002 e il 2006, ha studiato la distruzione del World Trade Center, giungendo alla conclusione che il crollo delle torri è dovuto all'effetto combinato degli impatti degli aerei e degli incendi scatenati da quegli impatti.


Il rapporto, liberamente scaricabile (nella foto qui accanto, la versione cartacea), non è una bazzecola: è costituito da ben 43 volumi, redatti dai migliori tecnici di settore, per un totale di circa 10.000 pagine. Per la sua stesura sono stati spesi 24 milioni di dollari.

E' interessante notare che Zero, a differenza di molti video complottisti e di molti sostenitori di teorie alternative, ha perlomeno capito che la "versione ufficiale" non si limita al solo Rapporto della Commissione 11/9, ma include anche rapporti strettamente tecnici come quello del NIST.

Questo pone il problema della Grande Cospirazione: se si può pensare arditamente che il Rapporto della Commissione sia stato generato da un manipolo di corrotti, diventa però ridicolo affermare che un rapporto tecnico di questa stazza, prodotto da un vasto numero di esperti, sia stato addomesticato tanto da nascondere le prove dell'impossibilità del crollo. Il numero di persone coinvolte nella congiura del silenzio sarebbe astronomico. E il rapporto NIST è solo uno dei tanti, redatti da FEMA, ASCE, FAA, NTSB: tutti corrotti anche loro?

Zerobubbole 6: Crollo "improvviso" della Torre Sud. Prova di demolizione?

di Undicisettembre. L'articolo è stato aggiornato e suddiviso dopo la pubblicazione iniziale. L'articolo si riferisce al contenuto della versione di Zero presentata a ottobre 2007 alla Festa del Cinema di Roma.

0:06:42. NARRATORE: Eppure, 56 minuti dopo l'impatto con il Volo 175, la Torre Sud crolla improvvisamente.

"Improvvisamente" sembra suggerire che non vi furono segni premonitori dei crolli: questa è una tesi sostenuta da molti cospirazionisti, secondo i quali questa natura improvvisa del crollo è spiegabile soltanto con una demolizione intenzionale.

Ma la tesi è basata su un assunto falso, perché vi furono in realtà molte avvisaglie per entrambe le torri. Purtroppo, a causa dell'inefficienza delle comunicazioni radio, non furono comunicate a molti dei soccorritori: ben 343 vigili del fuoco perirono nei crolli delle Torri Gemelle. Ecco qualche esempio di queste avvisaglie.

Torre Sud:
  • Alle 9:37, un civile al 106° piano della Torre Sud chiamò il numero d'emergenza 911 dicendo che un piano sottostante stava collassando, 22 minuti prima del crollo (Staff Statement n. 13, pag. 21).
  • Gli elicotteristi della polizia di New York avvisarono del crollo imminente della Torre Sud con circa dieci minuti d'anticipo e segnalarono che si stavano staccando "grandi pezzi" dalla Torre Sud (rapporto NIST NCSTAR 1-8, pag. 95).
  • Le testimonianze dei soccorritori riferiscono che un messaggero trasmise alla postazione di comando dei vigili del fuoco, in un edificio adiacente denominato World Financial Center 2, l'allerta secondo il quale un ingegnere riteneva che entrambe le torri stavano assumendo una condizione che ne avrebbe causato il crollo. Il messaggero stava facendo rapporto quando crollò la Torre Sud (rapporto NIST NCSTAR 1-8, pag. 95).
Torre Nord:
  • Alle 9:32, ben mezz'ora prima di qualsiasi crollo, il vicecomandante dei vigili del fuoco Joseph Callan diede l'ordine di evacuare la Torre Nord, perché "l'edificio non era più sicuro":
Circa 40 minuti dopo essere arrivato nell'ingresso, ho preso la decisione che l'edificio non era più sicuro. E questo era sulla base delle condizioni nell'ingresso, grandi pezzi d'intonaco che cadevano, si stavano rompendo tutte le lastre di vetro alte sei metri sull'esterno dell'ingresso. C'era un evidente movimento dell'edificio e questa è stata la ragione, sulle ricetrasmittenti portatili, per la quale ho dato l'ordine a tutte le unità del Fire Department di lasciare la Torre Nord.

Fonte: "FINAL REPORT - The Role of the Volunteer Fire Service in the September 11, 2001 Terrorist Attacks"

  • Gli elicotteri della polizia segnalarono la presenza di sintomi di crollo imminente della Torre Nord circa 20 minuti prima che avvenisse.
I crolli non avvennero dunque affatto "improvvisamente", e le teorie di demolizione delle Torri Gemelle si scontrano con queste testimonianze di danni e cedimenti, che sono sintomi classici di un collasso progressivo, dovuto al cedimento della struttura, e non sono compatibili con una demolizione controllata.

Come può dell'esplosivo causare movimenti e cedimenti degli edifici, anche al piano terra, sotto gli occhi dei vigili del fuoco, senza che nessuno si accorga dell'esplosivo, un'ora prima dell'inizio della presunta demolizione controllata?

Zerobubbole 5: Steven Jones paragona il WTC... a un albero

di Undicisettembre. L'articolo è stato aggiornato e suddiviso dopo la pubblicazione iniziale. L'articolo si riferisce al contenuto della versione di Zero presentata a ottobre 2007 alla Festa del Cinema di Roma.

Abbiamo visto che Zero tralascia di citare l'opinione professionale di un progettista delle Torri Gemelle, preferendo citare le parole di un morto che non può difendersi dalla manipolazione delle sue affermazioni.

La scelta poco obiettiva dei pareri prosegue: si vede che per Zero contano di più le parole di Steven Jones (immagine qui sotto), che non è un progettista delle Torri, non è un ingegnere strutturista, ma è semplicemente un professore di fisica presso la Brigham Young University, nello Utah, e quindi non sembra particolarmente qualificato per dare un parere tecnico sul comportamento strutturale di un edificio. Eppure gli viene dato, qui e in seguito, ampio spazio per esporre le sue teorie cospirazioniste:

0:06:20. STEVEN JONES: The towers were very solidly built, it's like a tree. You see, when you bend it you have all these fibers in the tree, but they're interconnected, so the tree bends... it can abs... it can handle that motion.

TRADUZIONE:

Le Torri erano molte solide, è come un albero. Vedete, quando un albero si piega ci sono tutte queste fibre, ma sono connesse tra loro, così l'albero si piega... può assorbire... può piegarsi in quel modo.

Il paragone è quanto mai scorretto, perché omette il fatto assolutamente non trascurabile che le "fibre" delle torri furono tranciate dagli impatti. La struttura delle torri era quindi tutt'altro che integra e non era in grado di assorbire i carichi straordinari che le sarebbero gravati addosso a causa dei cedimenti e indebolimenti indotti dagli incendi.

C'è di più. Steven Jones dimentica che gli alberi sono strutture piene: le Torri Gemelle, invece, avevano un nucleo centrale e un perimetro che reggevano la struttura, ma il resto era cavo (ovviamente, perché ci dovevano lavorare dentro le persone). Il 95% del volume delle Torri era spazio vuoto. Il paragone è del tutto ridicolo: immaginate di scavare un albero togliendone il 95% del legno e chiedetevi come si comporterebbe.

Zerobubbole 4: l'asserita resistenza a impatti multipli

di Undicisettembre. L'articolo è stato aggiornato e diviso in parti dopo la pubblicazione iniziale. L'articolo si riferisce al contenuto della versione di Zero presentata a ottobre 2007 alla Festa del Cinema di Roma.

Fo cita Frank DeMartini: l'asserita resistenza a impatti multipli


0:05:56. DARIO FO: Al primo impatto le due torri tremano, e vistosamente anche, ma... riprendono subito il loro assetto strutturale. Perché? Perché sono state concepite proprio con questo intento.

Zero presenta, come titolo sullo schermo, una citazione di Frank DeMartini, manager delle costruzioni al WTC solo a partire dal 1993 e morto negli attentati. La citazione è tratta dal documentario Twin Towers Meraviglie Perdute di History Channel e specificamente da un'intervista rilasciata da DeMartini il 25 gennaio 2001.

È un altro esempio di copiatura: la medesima citazione era già stata usata dal video Inganno Globale di Massimo Mazzucco, dove compare a 46:19. Ecco la frase completa di DeMartini (ritratto qui sotto in un fotogramma della sua dichiarazione, tratto appunto da Inganno Globale e non mostrato da Zero):


"The building was designed to have a fully loaded 707 crash into it. That was the largest plane at the time. I believe that the building probably could sustain multiple impacts of jetliners because this structure is like the mosquito netting on your screen door – this intense grid – and the jet plane is just a pencil puncturing that screen netting. It really does nothing to the screen netting."

TRADUZIONE LETTERALE

"L'edificio era stato progettato per sostenere l'impatto di un 707 a pieno carico. Era l'aereo più grande dell'epoca. Credo che la struttura probabilmente potrebbe resistere a più impatti di aerei di linea, perché questa struttura è come la rete di una zanzariera – questa griglia fitta – e il jet è semplicemente una matita che trapassa la rete. In effetti non fa nulla alla rete."

Va notato che History Channel e Mazzucco danno due traduzioni differenti e non letterali di questa frase. Le riportiamo qui sotto a titolo di confronto:
  • History Channel: "L'edificio era stato progettato per sostenere l'impatto di un 707 a pieno carico. Era l'aereo più grande a quel tempo. Probabilmente la struttura poteva resistere a più impatti con aerei di linea. Per analogia, si può pensare alla punta di una matita che rimane impigliata in una zanzariera. Beh, non è in grado di fare grossi danni."
  • Mazzucco: "L'edificio fu progettato per sostenere l'impatto di un Boeing 707 a pieno carico... io sono convinto che l'edificio possa sostenere probabilmente più di un impatto di aerei di linea perché la sua struttura è come quella di una rete antizanzare... e l'aereo è solo una matita che buca quella rete. In realtà non le fa assolutamente nulla."
Invece di citare dati tecnici, Zero "documenta" la resistenza delle Torri Gemelle usando esclusivamente una singola opinione personale, non supportata da calcoli, espressa oltretutto con formula dubitativa ("Credo che la struttura probabilmente...") e in un contesto giornalistico e non tecnico.

La natura non formale delle parole di DeMartini è chiara anche dal paragone impreciso che fa: la rete di una zanzariera non regge nulla ed è sorretta da un telaio. Le colonne del WTC reggevano mezzo milione di tonnellate di grattacielo.

Come vedremo tra poco, questo parere personale informale verrà invece presentato da Dario Fo in Zero come dato tecnico inoppugnabile. Non è la prima volta che le parole di DeMartini vengono distorte in questo modo: il sito complottista Patriots Question 9/11 addirittura lo cita fra i sostenitori delle teorie alternative per questa sua frase. Un arruolamento decisamente forzato, essendo postumo.

E se DeMartini si fosse semplicemente sbagliato? La tecnologia della simulazione, negli anni Sessanta in cui furono progettate le Torri Gemelle, era assai primitiva. E la storia è piena di tecnici troppo fiduciosi nelle proprie strutture: anche il Titanic fu dichiarato inaffondabile. È perlomeno ipotizzabile che DeMartini abbia esagerato le doti della struttura che gli era stata affidata, per rassicurare i giornalisti? Purtroppo non possiamo chiedergli chiarimenti, perché è perito nel crollo dei suoi edifici.

Presentare questa frase, da sola, senza fornire elementi tecnici più concreti o altre dichiarazioni di esperti, è un classico esempio di manipolazione, che trae facilmente in inganno lo spettatore che non conosce in dettaglio la materia.

Quello che Zero non dice


Possiamo avere un quadro più obiettivo della questione se ci informiamo presso i veri progettisti del World Trade Center: cosa che Zero, stranamente, non ha fatto, ma che è stata fatta per esempio dalla BBC.

L'ingegner Leslie Robertson (nella foto qui a sinistra), principale responsabile della progettazione della struttura del WTC, ha chiarito in un'intervista alla BBC del novembre 2001 che le Torri Gemelle furono concepite per sopportare l'impatto di un Boeing 707 in atterraggio, quindi a velocità ridotta e con poco carburante, e che non fu possibile prendere in considerazione l'effetto del carburante. L'11 settembre 2001, le Torri Gemelle furono colpite da Boeing 767, aerei di peso superiore al 707, lanciati ad altissima velocità (fra 700 e 900 km/h) e pieni di carburante.

ROBERTSON (dall'intervista alla BBC): "We had designed the project for the impact of the largest airplane of its time, the Boeing 707. The 767 that actually hit the WTC was quite another matter again. First of all it was a bit heavier than the 707, not very much heavier, but a bit heavier. But mostly it was flying a lot faster. And the energy that it put into the building is proportional to its square of the velocity, as you double the velocity, four times the energy. [...] And then of course with the 707 to the best of my knowledge the fuel load was not considered in the design, and indeed I don't know how it could have been considered. But, and with the 767 the fuel load was enormous compared to that of the 707, it was a fully, fully fuelled airplane compared to the 707 which was a landing aircraft. Uh, just absolutely no comparison between the two."

Traduzione: Avevamo concepito il progetto per l'impatto del più grande aereo dell'epoca, il Boeing 707. Il 767 che colpì il WTC era tutt'altra cosa. Prima di tutto, era un po' più pesante del 707; non molto, ma un po'. Ma soprattutto stava volando molto più velocemente. E l'energia che introdusse nell'edificio è proporzionale al quadrato della sua velocità: raddoppi la velocità e l'energia si quadruplica [...] E poi, naturalmente, con il 707, per quel che ne so, il carico di carburante non fu considerato nel progetto, e in effetti non so come sarebbe stato possibile considerarlo. E con il 767 il carico di carburante era enorme in confronto a quello del 707; era un aereo con il pieno di carburante, rispetto al 707 che era un aereo in atterraggio. Non c'è assolutamente paragone fra i due.

Come mai Zero non presenta questa dichiarazione? Un progettista del WTC non conta nulla?