
È uscito pochi giorni fa Loose Change Final Cut, quarta edizione del popolare video complottista di Dylan Avery e Jason Bermas.
A conferma della svolta decisamente commerciale del complottismo statunitense, questa nuova edizione è esclusivamente acquistabile, o come DVD (nella foto qui accanto) a 19 dollari e 95 centesimi o come streaming scaricabile soltanto a pagamento (6 dollari e 95 cent per uno streaming che scade dopo 30 giorni, come mostrato qui sotto).

La grafica del video è indubbiamente di alto livello, ma è meglio badare alla sostanza senza lasciarsi distrarre dagli specchietti per allodole. Grazie ai colleghi di ScrewLooseChange possiamo pubblicare un primo rapido commento a questo Final Cut (nella speranza che sia davvero Final).
La prima cosa che colpisce è che Loose Change Final Cut sbufala quasi tutte le affermazioni fatte nelle versioni precedenti del medesimo video. Un bel dietrofront, non c'è che dire.
Di conseguenza, Final Cut sbufala anche il video Zero di Giulietto Chiesa. Finalmente persino Loose Change fa notare che il foro al Pentagono non è affatto largo "5 metri, ripeto, 5 metri di diametro" come invece afferma Dario Fo in Zero a o:31:25.
Lo squarcio al Pentagono viene invece mostrato da Loose Change in tutta la sua reale larghezza, documentata fra l'altro da queste fotografie, che a distanza di sei anni sembrano essere ancora sconosciute ai più:
Quello che i complottisti si ostinano a indicare come l'unico foro nella facciata è in realtà la parte di questo squarcio che si estende anche al primo piano, dove presumibilmente è penetrata la fusoliera del velivolo. Al piano terra qualcosa ha rimosso i muri e le finestre fra una colonna e l'altra, e ha anche rimosso o divelto alcune delle colonne della facciata. Che cosa? Può un missile produrre uno sfondamento largo e basso del genere?
La reale estensione dello squarcio si può notare anche meglio in questo dettaglio:

Tutte le immagini mostrate qui sopra sono cliccabili per vederle ad altissima risoluzione.
Loose Change Final Cut (d'ora in poi, LCFC per brevità) mostra anche l'abbondanza di rottami d'aereo presenti esternamente al Pentagono nonostante il velivolo sia penetrato nell'edificio, frammentandosi, e sia quindi in gran parte al suo interno. E anche qui sbufala Zero, che a 0:29:48 afferma che "ci si sarebbe ragionevolmente aspettati di vedere [...] pezzi d'aereo, valigie, rottami dappertutto, come in ogni disastro aereo. E invece no."
LCFC tiene invece compagnia a Zero con la teoria dei dirottatori ancora vivi. Si tratta invece di semplici omonimie, e su questo sono già stati spesi articoli, ma la domanda più semplice che si può fare è questa: se davvero questi dirottatori sono ancora vivi, come mai né LCFC, né Zero riescono a farceli vedere, neppure in una singola fotografia post-11 settembre?
LCFC si ritira però con imbarazzo dalla teoria delle postazioni antiaeree al Pentagono, che invece Zero sposa in pieno (con tanto di "prova" fatta mediante... un cartone animato). LCFC si limita a dire che "le autorità al Pentagono negano che l'edificio avesse difese antiaeree" e non dice altro. Chiediamo questo agli autori di Zero: se davvero esistono queste postazioni nel prato antistante il Pentagono, come mostra (a cartoni animati) il vostro film, come mai non siete in grado di mostrarle?
Ma LCFC non è certo immune da manipolazioni ed errori. Afferma che Saeed Al Ghamdi era un pilota dell'aviazione saudita; reitera la storia dei soldi che sarebbero stati mandati dai servizi segreti del Pakistan (presente in Zero a 1:39:30), che in realtà scaturisce da un singolo articolo non confermato di un giornale indiano di sei anni fa; tocca il caso Able Danger, che è la miglior maniera di sbufalare la teoria dei dirottatori inesistenti propugnata anche da Zero; e molto, molto altro.
Si noti che questi sbugiardamenti di Zero non sono opera di noi debunker, ma dei principali paladini del cosiddetto “movimento per la verità”. I complottisti si debunkano da soli. Se non fosse che ci sono di mezzo tanti, troppi morti, lo spettacolo sarebbe comico. Ma anche in considerazione del calibro dei personaggi che si sono prestati a queste fandonie, finisce per essere soltanto patetico.
Gli articoli originali di Screwloosechange dedicati a Loose Change Final Cut sono consultabili qui.