di Hammer
Una delle argomentazioni complottiste più ricorrenti vuole che almeno alcune delle 19 persone identificate come i dirottatori dell’11/9 siano in realtà ancora vive e che gli inquirenti furono troppo rapidi nell’individuarle. Premesso che in quindici anni nessuno è stato in grado di produrre l’unica prova dell’esistenza in vita di queste persone, cioè farle apparire in pubblico, la verità è ancora una volta diversa da come descritta dai complottisti e uno dei casi più evidenti di ciò è rappresentato dai vari scambi di persona occorsi nell’identificazione del terrorista dirottatore Abdulaziz al-Omari (foto accanto), uno dei muscle hijacker del volo American Airlines 11.
Il primo comunicato dell’FBI con una prima lista dei dirottatori fu emesso il 14 settembre e riportava come possibili date di nascita di al-Omari il 24 dicembre 1972 o il 28 maggio 1979. Mentre la seconda data corrisponde davvero a quella del terrorista coinvolto negli attentati, la prima si riferisce a un saudita quasi omonimo di nome Abdul Rahman al-Omari, che di professione era un pilota di linea della Saudi Arabian Airlines e che aveva una casa in affitto a Vero Beach, in Florida. La nota dell’FBI dice anche Believed to be a pilot, cioè Ritenuto essere un pilota. Inoltre un affidavit dell’FBI pubblicato il 4 ottobre 2001 (pagina 4, ultima del documento PDF) riporta che al-Omari era collegato alla SADA Lines International (una compagnia di volo saudita) e alle operazioni di volo delle compagnie saudite all’aeroporto JFK di New York, portando così a ritenere che il pilota saudita fosse il dirottatore.
Perseverando nello scambio di persona, il 13 settembre sessanta agenti tra FBI e polizia locale perquisirono la casa di Vero Beach del pilota ingiustamente accusato e anche quella del suo collega e amico Adnan Bukhari. Anche la CNN contribuì all'equivoco, mostrando il 16 settembre tra le foto dei dirottatori del volo American Airlines 11 proprio quella del pilota che era completamente estraneo ai fatti.
Il 28 settembre l’FBI pubblicò le prime foto dei 19 dirottatori e fu quindi ovvio che si era trattato di uno scambio di persona; lo stesso giorno la giornalista della CNN Susan Candiotti chiarì l’equivoco definitivamente intervistando in Arabia Saudita il pilota Abdul Rahman al-Omari (foto sotto, tratta dal video della CNN), che era evidentemente vivo. Il video dell’intervista e le foto trasmesse dalla CNN sono disponibili su 911myths.com.
Nei primi giorni successivi agli attentati i dubbi sull’identità di al-Omari non si fermarono al pilota saudita, ma un altro uomo con lo stesso nome del terrorista e con la stessa data di nascita del pilota ritenne che l’FBI stesse indicando lui come uno dei dirottatori e si sentì in necessità di chiarire di essere estraneo agli attentati. L'uomo in questione era un ingegnere che lavorava per la Saudi Telecom Company e a cui fu rubato il passaporto nel 1995, mentre si trovava a Denver per frequentare l’università, durante un furto con scasso occorso all’appartamento in cui viveva. Al momento degli attentati l’ingegnere si trovava al lavoro a Riyhad.
Nelle indagini giornalistiche pubblicate nei giorni successivi agli attentati, la prima ipotesi fu che i dirottatori avessero usato false identità spacciandosi per omonimi e non che più banalmente l’FBI avesse confuso i dirottatori con persone dal nome simile.
A distanza di 15 anni, comunque, la confusione non è estinta. Wikipedia, infatti, fino a poco tempo fa mostrava sia nella pagina dedicata al terrorista sia in quella dedicata al pilota come foto di quest’ultimo quella dell’ingegnere. La stessa foto (mostrata anche qui accanto) fu infatti riportata dalla BBC specificando che si trattava dell’ingegnere. L’errore su Wikipedia è stato corretto su entrambe le pagine da Undicisettembre. Inoltre la pagina dedicata al terrorista riportava, fino al nostro intervento, che al-Omari prese lezioni da pilota d’aereo a Vero Beach, ma questo non corrisponde al vero, come confermato dalla stessa FlightSafety Academy presso cui l'uomo avrebbe svolto la formazione. Di nuovo l’equivoco è nato dal fatto che il pilota Abdul Rahman al-Omari frequentò quella scuola di volo nell’ambito della propria attività professionale.
È un vero peccato che i complottisti non capiscano che esistono le omonimie e preferiscano credere che i terroristi sono ancora vivi. Del resto, se vogliono farci credere che Abdulaziz al-Omari, il dirottatore nato nell’ʿAsīr il 28 maggio del 1979, è ancora vivo non devono fare altro che mostrarcelo in vita.
Una delle argomentazioni complottiste più ricorrenti vuole che almeno alcune delle 19 persone identificate come i dirottatori dell’11/9 siano in realtà ancora vive e che gli inquirenti furono troppo rapidi nell’individuarle. Premesso che in quindici anni nessuno è stato in grado di produrre l’unica prova dell’esistenza in vita di queste persone, cioè farle apparire in pubblico, la verità è ancora una volta diversa da come descritta dai complottisti e uno dei casi più evidenti di ciò è rappresentato dai vari scambi di persona occorsi nell’identificazione del terrorista dirottatore Abdulaziz al-Omari (foto accanto), uno dei muscle hijacker del volo American Airlines 11.
Il primo comunicato dell’FBI con una prima lista dei dirottatori fu emesso il 14 settembre e riportava come possibili date di nascita di al-Omari il 24 dicembre 1972 o il 28 maggio 1979. Mentre la seconda data corrisponde davvero a quella del terrorista coinvolto negli attentati, la prima si riferisce a un saudita quasi omonimo di nome Abdul Rahman al-Omari, che di professione era un pilota di linea della Saudi Arabian Airlines e che aveva una casa in affitto a Vero Beach, in Florida. La nota dell’FBI dice anche Believed to be a pilot, cioè Ritenuto essere un pilota. Inoltre un affidavit dell’FBI pubblicato il 4 ottobre 2001 (pagina 4, ultima del documento PDF) riporta che al-Omari era collegato alla SADA Lines International (una compagnia di volo saudita) e alle operazioni di volo delle compagnie saudite all’aeroporto JFK di New York, portando così a ritenere che il pilota saudita fosse il dirottatore.
Perseverando nello scambio di persona, il 13 settembre sessanta agenti tra FBI e polizia locale perquisirono la casa di Vero Beach del pilota ingiustamente accusato e anche quella del suo collega e amico Adnan Bukhari. Anche la CNN contribuì all'equivoco, mostrando il 16 settembre tra le foto dei dirottatori del volo American Airlines 11 proprio quella del pilota che era completamente estraneo ai fatti.
Il 28 settembre l’FBI pubblicò le prime foto dei 19 dirottatori e fu quindi ovvio che si era trattato di uno scambio di persona; lo stesso giorno la giornalista della CNN Susan Candiotti chiarì l’equivoco definitivamente intervistando in Arabia Saudita il pilota Abdul Rahman al-Omari (foto sotto, tratta dal video della CNN), che era evidentemente vivo. Il video dell’intervista e le foto trasmesse dalla CNN sono disponibili su 911myths.com.
Nei primi giorni successivi agli attentati i dubbi sull’identità di al-Omari non si fermarono al pilota saudita, ma un altro uomo con lo stesso nome del terrorista e con la stessa data di nascita del pilota ritenne che l’FBI stesse indicando lui come uno dei dirottatori e si sentì in necessità di chiarire di essere estraneo agli attentati. L'uomo in questione era un ingegnere che lavorava per la Saudi Telecom Company e a cui fu rubato il passaporto nel 1995, mentre si trovava a Denver per frequentare l’università, durante un furto con scasso occorso all’appartamento in cui viveva. Al momento degli attentati l’ingegnere si trovava al lavoro a Riyhad.
Nelle indagini giornalistiche pubblicate nei giorni successivi agli attentati, la prima ipotesi fu che i dirottatori avessero usato false identità spacciandosi per omonimi e non che più banalmente l’FBI avesse confuso i dirottatori con persone dal nome simile.
A distanza di 15 anni, comunque, la confusione non è estinta. Wikipedia, infatti, fino a poco tempo fa mostrava sia nella pagina dedicata al terrorista sia in quella dedicata al pilota come foto di quest’ultimo quella dell’ingegnere. La stessa foto (mostrata anche qui accanto) fu infatti riportata dalla BBC specificando che si trattava dell’ingegnere. L’errore su Wikipedia è stato corretto su entrambe le pagine da Undicisettembre. Inoltre la pagina dedicata al terrorista riportava, fino al nostro intervento, che al-Omari prese lezioni da pilota d’aereo a Vero Beach, ma questo non corrisponde al vero, come confermato dalla stessa FlightSafety Academy presso cui l'uomo avrebbe svolto la formazione. Di nuovo l’equivoco è nato dal fatto che il pilota Abdul Rahman al-Omari frequentò quella scuola di volo nell’ambito della propria attività professionale.
È un vero peccato che i complottisti non capiscano che esistono le omonimie e preferiscano credere che i terroristi sono ancora vivi. Del resto, se vogliono farci credere che Abdulaziz al-Omari, il dirottatore nato nell’ʿAsīr il 28 maggio del 1979, è ancora vivo non devono fare altro che mostrarcelo in vita.
Nessun commento:
Posta un commento